La sperimentazione animale, arma indispensabile per lo studio di epidemiologia, eziopatogenesi e terapia del covid-19

La sperimentazione animale, arma indispensabile per lo studio di epidemiologia, eziopatogenesi e terapia del covid-19” è il titolo della tesi di Specializzazione in Scienza e Medicina degli Animali da Laboratorio che il dott. Alessio Ceriani ha discusso il 9 luglio 2020, essendo quindi fra i primi studenti i primi studenti ad avere realizzato una tesi sulla malattia COVID-19 e sul nuovo coronavirus SARS-CoV-2.

Il dott. Ceriani – che in qualità socio Emervet sin dalla sua fondazione ha partecipato a varie esercitazioni nazionali ed internazionali sul territorio italiano con le unità cinofile da soccorso impiegate in situazioni di calamità prestando il primo soccorso durante le attività addestrative in scenari di emergenza con l’impiego di molta tecnologia – ha molta esperienza nel volontariato di protezione civile, che lo ha portato ad essere presente in qualità di medico veterinario durante i terremoti che hanno colpito il centro Italia nell’agosto 2016, e ha voluto mettersi a disposizione anche durante l’emergenza COVID-19, partecipando alla task force nella Centrale Operativa Coronavirus della città di Milano, Regione Lombardia, insieme a volontari esperti del settore che hanno messo a disposizione esperienze e competenze: medici, psicologi, operatori sanitari, professionisti di Protezione Civile.

Ceriani ha deciso dunque di affrontare un tema attuale nel suo elaborato, non solo perchè protagonista nell’emergenza come volontario di protezione civile ma anche per mettere ulteriormente in evidenza per il concetto “One Health” che riconosce che la salute degli esseri umani, degli animali e dell’ambiente come interconnessa e l’importanza di identificare in maniera precoce possibili “Spillover” ovvero il  salto di specie dei virus da animale a uomo.

Abstract della tesi




1978-2018, quaranta anni di scienza e sanità pubblica,la voce dell’ISS

logo ISSIn occasione dei 40 anni del Servizio Sanitario Nazionale, l’Istituto Superiore di Sanità ha realizzato un  volume per testimoniarne il valore e raccontare il contributo dell’ISS allo svolgimento della sua missione e al suo consolidamento.

Il volume 1978-2018, quaranta anni di scienza e sanità pubblica, curato da Walter Ricciardi, Enrico Alleva, Paola De Castro, Fabiola Giuliano, Sandra Salinetti, traccia, nel racconto dei suoi protagonisti, le relazioni tra il SSN e l’attività dell’ente in questi 40 anni.

Il libro è un omaggio alla tradizione di universalità e solidarietà che ha contraddistinto il Servizio Sanitario facendone un esempio per tutto il mondo.

Segnialiamo, per la rilevanza in Sanità Pubblica Veterinaria, i capitoli:

  • Sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare e nutrizionale: “dai campi alla tavola” nell’approccio One Health di Umberto Agrimi, Alberto Mantovani, Marco Silano
  • Il concetto di benessere degli animali per la ricerca scientifica negli ultimi quaranta anni:
    il ruolo dell’ISS di Rodolfo Nello Lorenzini (pag. 219)

A cura della segreteria SIMeVeP




Parlamento Ue chiede divieto mondiale per la sperimentazione animale nei cosmetici

Oggi, il Parlamento ha esortato l’UE ad avviare un’iniziativa diplomatica per un divieto a livello mondiale sulla sperimentazione dei cosmetici sugli animali prima del 2023.

La vendita di cosmetici testati sugli animali è stata vietata all’interno dell’UE dal 2013.

I deputati hanno sottolineato che ciò non ha impedito all’industria cosmetica europea di prosperare e creare circa due milioni di posti di lavoro. Tuttavia, in circa l’80% dei Paesi nel mondo la sperimentazione animale e la commercializzazione di cosmetici testati sugli animali sono tuttora consentite. Si osserva, inoltre, che sono emerse carenze nel sistema dell’UE, in quanto alcuni cosmetici vengono testati sugli animali al di fuori dell’Unione, prima di essere nuovamente testati nell’UE con metodi alternativi e immessi sul mercato comunitario.

Fanno notare anche che la maggior parte degli ingredienti dei prodotti cosmetici sono utilizzati in molti altri prodotti, come quelli farmaceutici, nei detergenti o in certi alimenti, e possono pertanto essere stati già sperimentati sugli animali in base a leggi diverse.

Anche la mancanza di dati affidabili sui cosmetici testati sugli animali e poi importati nell’UE rimane un problema serio. L’UE dovrebbe inoltre assicurarsi che nessun prodotto introdotto nel suo mercato sia stato testato sugli animali in un Paese non comunitario.

Un divieto globale

Per lavorare a un divieto globale sia della sperimentazione animale per i cosmetici sia del commercio di ingredienti cosmetici testati sugli animali, i deputati europei invitano i leader dell’UE a utilizzare le loro reti diplomatiche per costituire una coalizione e lanciare una convenzione internazionale nel quadro delle Nazioni Unite. Tale divieto dovrebbe entrare in vigore prima del 2023.

I deputati vogliono assicurarsi, infine, che il divieto UE non sia indebolito durante negoziati commerciali oppure dalle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio.

La risoluzione non legislativa è stata approvata con 620 voti in favore, 14 voti contrari e 18 astensioni.

Contesto

Secondo il sondaggio n. 442 realizzato dall’ Eurobarometro Speciale nel marzo 2016, l’89% dei cittadini dell’UE concorda che l’Unione dovrebbe fare di più per promuovere una maggiore consapevolezza internazionale sull’importanza del benessere degli animali. Il 90% dei cittadini europei ritiene, inoltre, che sia importante stabilire criteri elevati in materia di benessere degli animali, riconosciuti in tutto il mondo.

Fonte: Parlamento europeo




Dieci anni di REACH: sostanze chimiche più sicure per i consumatori, i lavoratori e l’ambiente

Negli ultimi 10 anni la principale normativa dell’UE sulle sostanze chimiche (“REACH”) ha migliorato sensibilmente la protezione della salute umana e dell’ambiente e ha promosso alternative alla sperimentazione animale. Forte di questo successo, la Commissione propone misure per agevolarne ulteriormente l’attuazione.

Le sostanze chimiche accompagnano ogni aspetto della nostra vita: al lavoro, ma anche nei beni di consumo come i capi di abbigliamento, i giocattoli, i mobili e gli elettrodomestici. Pur essendo essenziali nella vita quotidiana, alcune di queste sostanze possono comportare rischi per la salute umana e per l’ambiente. Nel riesame del REACH pubblicato il 5 marzo si legge che grazie al “regolamento concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche” (cioè il REACH), le imprese e le autorità dell’UE garantiscono l’impiego in sicurezza delle sostanze chimiche e la progressiva eliminazione delle sostanze pericolose.

Elżbieta Bieńkowska, Commissaria responsabile per il mercato interno e l’industria, ha dichiarato: “REACH è la normativa in materia di sostanze chimiche più avanzata e completa al mondo e molte altre giurisdizioni hanno seguito l’esempio dell’UE in questo senso. Grazie a questa normativa l’industria dell’UE rende le sostanze chimiche più sicure per i cittadini e per l’ambiente. Dobbiamo sfruttare questo successo e fare in modo che i produttori dell’UE non si trovino svantaggiati rispetto alla concorrenza dei produttori di paesi terzi, in particolare garantendo che i prodotti importati rispettino la normativa dell’UE in materia di sostanze chimiche.”

Il Commissario per l’ambiente Karmenu Vella ha dichiarato: “Gran parte degli europei si preoccupa dell’esposizione a sostanze chimiche pericolose. Grazie al REACH, l’UE risponde in maniera valida a queste preoccupazioni, diffondendo informazioni sulle sostanze chimiche e proibendo le sostanze nocive sul mercato dell’UE. Il REACH è già fonte di ispirazione per la normativa in materia di sostanze chimiche in altri paesi; un ulteriore perfezionamento ci permetterà di tutelare ancora meglio la salute dei cittadini e l’ambiente.”

Il REACH continua a produrre per gli europei risultati concreti tra cui:
Prodotti più sicuri per i consumatori, i lavoratori e l’ambiente Grazie al REACH l’UE ha fatto dei passi avanti nella restrizione e nel divieto d’uso di determinate sostanze chimiche che possono essere nocive per la salute umana e per l’ambiente e ne ha avviato la sostituzione con alternative più sicure. Alcuni esempi:

  • Divieto di sostanze chimiche nocive: sono state emesse 18 restrizioni per diversi gruppi di sostanze come il cromo, il nickel e il piombo nei prodotti di consumo, il bisfenolo A, un interferente endocrino, negli scontrini di cassa e i composti di nonilfenolo, tossici per l’ambiente acquatico, nei prodotti tessili.
  • Sostituzione delle sostanze più pericolose (“sostanze estremamente preoccupanti”) con alternative più sicure: finora sono state individuate 181 sostanze chimiche che possono avere gravi ripercussioni sulla salute umana e sull’ambiente e 43 sono state inserite nell’“elenco delle sostanze soggette ad autorizzazione REACH”; ciò significa che le imprese devono ottenere un’autorizzazione per l’uso di queste sostanze, le quali a loro volta vengono gradualmente eliminate man mano che diventano disponibili alternative adeguate.
  • Contro la sperimentazione animale: il REACH promuove metodi alternativi alla sperimentazione animale per la valutazione dei rischi legati alle sostanze chimiche, riducendo così la necessità di esperimenti di questo tipo. Tra il 2012 e il 2016 la Commissione ha stanziato circa 40 milioni di euro all’anno per sostenere la ricerca di metodi alternativi.
  • Una raccolta dati completa per la sicurezza delle sostanze chimiche sul mercato unico dell’UE: a oggi la procedura di registrazione REACH ha permesso di raccogliere informazioni su oltre 17 000 sostanze tramite 65 000 fascicoli di registrazione delle principali sostanze chimiche prodotte e utilizzate nell’UE, migliorando così la comunicazione e la trasparenza nella catena di approvvigionamento e permettendo all’Europa di affrontare meglio i rischi legati alle sostanze chimiche e di approfondire l’armonizzazione del mercato interno dei prodotti chimici.

Per tutelare ancora meglio i consumatori, i lavoratori e l’ambiente, la Commissione europea propone oggi diverse misure concrete per migliorare l’attuazione della normativa REACH. Queste misure sono volte a migliorare la qualità dei fascicoli di registrazione presentati dalle imprese, semplificare il processo generale di autorizzazione e garantire condizioni di parità tra le imprese dell’UE e quelle di paesi terzi. La Commissione intende continuare a sostenere le PMI nel loro sforzo di conformarsi alla normativa e di rafforzare l’applicazione di quest’ultima da parte delle autorità nazionali.

La Commissione auspica inoltre di aumentare la coerenza del regolamento REACH con la normativa in materia di tutela dei lavoratori e sui rifiuti. Per maggiori informazioni cliccare qui.

Prossime tappe

La Commissione discuterà i risultati e le azioni di follow-up del secondo riesame del REACH con il Parlamento europeo, gli Stati membri e le parti interessate nel quadro di una conferenza pubblica prevista per il mese di giugno 2018.

Contesto

Il regolamento REACH riguarda la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche a livello europeo. È entrato in vigore nel 2007, quando ha sostituito il precedente quadro legislativo per le sostanze chimiche nell’UE, che era stato adottato tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70. Il REACH si applica a pressoché tutte le sostanze chimiche.

In linea con il principio “chi inquina paga”, il REACH ha spostato l’onere della prova sull’industria, rendendola responsabile della sicurezza delle sostanze chimiche lungo la catena di approvvigionamento. Le imprese devono individuare e gestire i rischi legati alle sostanze chimiche e dimostrare in che modo sia possibile utilizzare tali sostanze in sicurezza. Ciò richiede nuove forme di cooperazione tra le imprese, un miglioramento della comunicazione lungo la catena di approvvigionamento e lo sviluppo di strumenti per guidare e assistere le imprese e le autorità pubbliche nell’attuazione del regolamento.

La procedura di registrazione ha avuto inizio nel 2009, e il primo termine per la registrazione era fissato al 2010. La fase di preregistrazione (indispensabile per poter registrare le sostanze esistenti entro i termini scaglionati) ha avuto luogo nel 2008. La data del 31 maggio 2018 è fissata come termine ultimo entro cui le imprese possono registrare le sostanze chimiche che producono, importano o immettono sul mercato dell’UE in quantità superiori a una tonnellata l’anno. Questa relazione rappresenta il secondo riesame del REACH.

Da quando è stata istituita, nel 2007, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ricopre un ruolo fondamentale nell’attuazione di tutte le procedure REACH. L’ECHA ospita la più grande banca dati sulle sostanze chimiche al mondo e consente il facile accesso online ai dati relativi alla sicurezza chimica. L’ECHA partecipa inoltre all’attuazione di altre normative dell’UE riguardanti le sostanze chimiche ed è destinata a diventare un riferimento per la gestione sostenibile delle sostanze chimiche.

Fonte: Commissione Europea

Il testo del Regolamento REACH