Covid-19, i dossier di La Settimana Veterinaria

Dall’inizio dell’emergenza COVID-19 la rivista “La Settimana Veterinaria” sta dedicando dei dossier al tema.

Proponiamo la lettura di:

  • Medico Veterinario ai tempi del COVID-19 – pubblicato sul n°1136 del 1 aprile 2020
    Qual è il valore aggiunto di essere medico veterinario durante questa pandemia di Covid-1g? La formazione ricevuta, finalizzata a individuare e gestire un’epidemia di mandria, è stata utile in questo frangente? Quale il contraccolpo a livello professionale? Ecco il parere di alcuni medici veterinari, di zone diverse del territorio nazionale, alle prese con questa emergenza sanitaria 
  • Coronavirus: l’impatto sulla libera professione a livello internazionale –  pubblicato sul n°1337 del
    Il contraccolpo dell’emergenza sanitaria da coronavirus Sars-CoV-2 sulla libera professione medico veterinaria c’è stato, c’è e ci sarà. Qual è la situazione a livello dei vari Paesi? Ecco alcuni dati emersi da un sondaggio internazionale

ricordando che per questo periodo la casa editrice “Le Point Veterinaire Italie” ha deciso di mettere gratuitamente a disposizione di tutti coloro che vorranno richiederli, anche ai non abbonati, i propri periodici in versione PDF.




Covid-19. Ad oggi non c’è evidenza che gli animali domestici possano infettare l’uomo. Sorice a BergamoTV

Antonio SoriceIl Presidente SIMeVeP è intervenuto a Bergamo TV per fare chiarezza: sebbene gli animali domestici siano, occasionalmente, suscettibili a SARS-CoV-2, non c’è evidenza che possano trasmettere il virus all’uomo.

Ad oggi, all’origine dell’infezione  dei 4 casi documentati di positività da SARS-CoV-2 negli animali da compagnia (due cani e un gatto ad Hong Kong e un gatto in Belgio) ci sarebbe la malattia dei loro proprietari, tutti affetti da COVID-19.

E’ quindi importante – oltre continuare a mettere in atto le norme igieniche di base che sempre vanno adottate nel rapporto con gli animali domestici – prendere alcune precauzioni nella gestione sanitaria degli animali di proprietà di pazienti affetti da COVID-19 per evitare di contagiarli.

Qui il video integrale del Tg; al minuto 20 l’intervento del Dott. Sorice

 

 

 




ISS: i bollettini della sorveglianza integrata COVID-19 in Italia e l’analisi sui pazienti deceduti

issL’Istituo Superiore di Sanità ha pubblicato il documento “Epidemia COVID-19. Aggiornamento nazionale 6 aprile 2020”,  con l’appendice al bollettino con il dettaglio regionale  e l’infografica sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 in Italia.

E inoltre disponibile l’Indagine sul contagio da COVID-19 nelle RSA: on line il secondo rapporto




COVID-19: Indicazioni per il triage di cani e gatti

animali d'affezioneLa British Small Animal Veterinary Association (BSAVA) ha realizzato una guida al triage di cani e gatti, indirizzata al personale delle strutture medico veterinarie nell’emergenza COVID-19, per identificare rapidamente i casi urgenti, potenzialmente urgenti, non urgenti e da posticipare.

Fnovi – Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani, su autorizzazione di BSAVA rende disponibile la traduzione in italiano




Di Guardo: COVID-19 e One health

ambiente, animale e uomoL'”Universal Medicina”, tanto cara ai nostri “Antichi Padri” e oggi denominata “One Health“, costituisce l’ennesimo esempio della straripante “anglofonizzazione” della nostra lingua e si traduce letteralmente in “Una Sola Salute”.

Mediante tale concetto, che e’ al tempo stesso un fondamentale principio, si sottolinea l’indissolubile legame fra salute umana, salute animale e salute dell’ambiente, che sono reciprocamente interconnesse in quella che viene altresì definita la “triangolazione uomo-animali-ambiente”

Ed è appunto in questo triangolo che andrebbero correttamente inquadrate le relazioni fra qualsivoglia agente patogeno, virale o di altra natura, ed il suo ospite, tanto piu’ alla luce dell’inoppugnabile dato secondo cui oltre il 70% delle malattie infettive emergenti sarebbero causate da agenti a comprovato o sospetto potenziale zoonosico, vale a dire capaci di trasferirsi dagli animali all’uomo, attuando il cosiddetto “salto di specie”.

Anche SARS-CoV-2, il coronavirus responsabile della CoViD-19, non costituirebbe un’eccezione alla sopra citata “regola”, avendo trovato per l’appunto la propria culla d’origine nei pipistrelli per passare successivamente ad una specie “intermedia” e di lì all’uomo, avviando quella drammatica catena di contagi interumani che ha oramai causato un milione di casi d’infezione e oltre 50.000 decessi su scala globale, 14.000 dei quali nel nostro Paese!

Un recentissimo lavoro sperimentale riporta che i gatti sarebbero suscettibili nei confronti dell’infezione da SARS-CoV-2, che dagli stessi potrebbe trasmettersi con una certa facilità ad altri felini, dal che si desume che il gatto potrebbe aver svolto il ruolo di “ospite intermedio”, acquisendo il virus dai pipistrelli per poi trasmetterlo all’uomo.

Al momento attuale, e’ bene sottolinearlo, questa e’ soltanto un’ipotesi, per confermare o confutare la quale servono ulteriori studi. Porre la giusta enfasi sul concetto di “una sola salute” si traduce in una parallela enfasi sull’altrettanto fondamentale concetto della collaborazione intersettoriale o, per meglio dire, della collaborazione multidisciplinare.

Mai come in questi tempi di CoViD-19, infatti, Medici e Veterinari (come il sottoscritto) sono chiamati a operare “in simbiosi” al fine di poter fornire risposte “evidence-based” (anche e non solo) ai cruciali interrogativi sull’origine del virus SARS-CoV-2. Historia Magistra Vitae e, sulla scorta di questo imperituro viatico, andrebbe debitamente narrata al grande pubblico – come sono peraltro solito fare anche nei confronti dei miei Studenti nella lezione introduttiva al mio Corso di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria – la lunga quanto affascinante Storia della Medicina Veterinaria.

Le radici di noi Medici Veterinari sono fortemente compenetrate, infatti, con la storia delle malattie infettive, prima fra tutte la peste bovina, una grave ed altamente contagiosa e diffusiva malattia che nel diciottesimo secolo falcidiava le mandrie del Vecchio Continente. La peste bovina, dichiarata ufficialmente eradicata dal Pianeta nel 2011 a seguito dei grandi successi conseguiti attraverso le vaccinazioni di massa della popolazione bovina afro-asiatica, costituisce infatti la “ragion storica” alla base della nascita delle Facolta’ di Medicina Veterinaria, prima fra tutte quella di Lione, in Francia, seguita a ruota da quelle di Torino e Bologna.

Quanto sopra – a fronte degli ulteriori, illuminanti esempi che si potrebbero fare – per sottolineare e ribadire il cruciale ed imprescindibile ruolo nonche’ la grande tradizione culturale che accreditano la Medicina Veterinaria Pubblica e, con essa, la ricerca scientifica in ambito di Sanita’ Pubblica Veterinaria quali primi attori, insieme ai Medici ed ai Ricercatori in campo biomedico (e non solo) nella complessa ed articolata gestione della pandemia da SARS-CoV-2.

Questa rappresenta, in ultima analisi, l’ennesimo e quantomai drammatico esempio di un’emergenza sanitaria che trova origine nelle cosiddette “interfacce ecologiche” che mettono in reciproca connessione gli animali selvatici con quelli domestici e con l’uomo nel nostro “villaggio globale”.

Giovanni Di Guardo
Universita’ di Teramo Facolta’ di Medicina Veterinaria




Covid-19, il report bisettimanale dell’ISS

issL’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato ieri i dati del report bisettimanale della Sorveglianza integrata COVID-19 con l’appendice al bollettino con il dettaglio regionale  e l’Infografica bisettimanale relativa alle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 in Italia.




Oie, Faq su COVID-19

L’organizzazione Mondiale della salute mondiale ha aggiornato il 23 marzo la pagina dedicata alle domande e risposte sulla malattia da coronavirus COVID-19

Queste le domande a cui Oie fornisce risposte:

  • Che cosa causa COVID-19
  • Gli animali sono responsabili del COVID-19 nelle persone?
  • L’uomo può trasmettere il virus COVID-19 agli animali?
  • Che cosa sappiamo riguardo agli animali domestici e al virus COVID-19?
  • Quali misure precauzionali devono essere prese dai proprietari quando animali domestici o altri animali entrino in contatto con persone malate o sospette di infezione da virus COVID-19?
  • Cosa possono fare i Servizi Veterinari nazionali per quanto riguarda gli animali domestici?
  • Ci sono delle precauzioni da adottare con gli animali vivi o i loro prodotti?
  • Quali sono le responsabilità internazionali dell’Autorità veterinaria in questo evento?
  • Che cosa sta facendo L’OIE?

Sul sito dell’IZS Lombardia e Emilia Romagna è disponibile, a cura dell’Osservatiorio epidemiologico, una traduzione accurata delle domande e delle risposte e delle altre informazioni riferite dall’Oie.




ACE-inibitori e sartani (ARBs) in pazienti affetti da CoViD-19: un Giano bifronte?

E’ stata pubblicata sul BMJ – British Medical Journal – la rapid reponse a firma di Adriana Albini  – Polo scientifico e tecnologico dell’IRCCS Multimedica di Milano-, Giovanni Di Guardo – Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo –  e Michele Lombardo – Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale San Giuseppe – MultiMedica di Milano “Inhibitors of the renin-angiotensin-aldosterone system and CoViD-19-affected patients: A two-faced Janus?”, in risposta all’articolo “Clinical characteristics of 113 deceased patients with coronavirus disease 2019: Retrospective study“.

Secondo gli scienziati italiani sono assolutamente necessari e urgenti studi  adeguatamente finanziati che forniscano dati solidi, basati su evidenze scientifiche, finalizzati a valutare l’eventuale impatto degli ACE-inibitori e dei sartani (farmaci bloccanti il recettore dell’angiotensina II; ARBs) – considerati i farmaci di prima scelta per la cura dell’ipertensione-  sull’evoluzione in ambito clinico-patologico dell’infezione da SARS-CoV-2. Ciò al fine di fornire una risposta “non equivoca” alla domanda cruciale secondo cui le due  sopracitate classi di farmaci possano essere utilizzate in sicurezza oppure debbano, in alternativa, sostituite da altri farmaci antipertensivi nella gestione terapeutica di pazienti SARS-CoV-2-infetti  e contestualmente affetti da comorbidità quali ipertensione, malattie cardiovascolari e/o diabete.

Non meno importanti, al fine di poter fornire risposte adeguate ed “evidence based” alle numerose questioni aperte riguardanti  la patogenesi dell’infezione da SARS-CoV-2, saranno le indagini post mortem che andranno eseguite sui pazienti con CoViD-19 deceduti.

A cura della segreteria SIMeVeP




Covid19: dalla suola delle scarpe alle zampe degli animali. Le indicazioni dell’ISS

issL’Istituto superiore di sanità fa chiarezza su alcune domande frequenti legate al Sars Cov 2:

Il pane fresco o le verdure crude possono essere contaminate da nuovo coronavirus e trasmettere l’infezione a chi li mangia?

Allo stato attuale non vi sono informazioni sulla sopravvivenza del virus sulla superficie degli alimenti, ma la possibilità di trasmissione del virus attraverso il pane fresco, o altri tipi di alimenti è poco probabile, visto che la modalità di trasmissione è principalmente attraverso le goccioline che contengono secrezioni respiratorie (droplets) o per contatto, purché manipolando il pane, come altri alimenti, sia rispettata l’igiene delle mani, che consiste nel lavaggio accurato con acqua e sapone per almeno 20 secondi, e in caso di tosse o starnuti si usi un fazzoletto usa e getta per coprire le vie respiratorie e poi si lavino subito le mani prima di toccare il pane o le verdure.

La suola delle scarpe può portare il virus in casa contaminando le superfici e esponendo al contagio?

Il tempo di sopravvivenza del virus in luoghi aperti non è attualmente noto. Teoricamente se si passa con la suola delle scarpe su una superficie in cui una persona infetta ha espulso secrezioni respiratorie come catarro, ecc. è possibile che il virus sia presente sulla suola e possa essere portato in casa. Tuttavia, il pavimento non è una delle superfici che normalmente tocchiamo, quindi il rischio è trascurabile. In presenza di bambini si può mantenere un atteggiamento prudente nel rispetto delle normali norme igieniche, togliendosi le scarpe all’ingresso in casa e pulendo i pavimenti con prodotti a base di cloro all’0.1% (semplice candeggina o varechina diluita)

Se torno da una passeggiata con il mio cane devo pulirgli le zampe?

La sopravvivenza del nuovo Coronavirus negli ambienti esterni non è al momento nota con certezza. Se il cane viene a contatto con le zampe con secrezioni respiratorie espulse a terra da persone infette è teoricamente possibile che possa trasportare il virus anche se non vi sono al momento evidenze di contagi avvenuti in questo modo. Quindi, si tratta di osservare l’igiene accurata delle superfici e delle mani lavando i pavimenti con soluzioni a base di cloro all’0.1% (la comune candeggina o varechina), le altre superfici con soluzioni a base di cloro allo 0,5% e le mani con acqua e sapone per oltre 20 secondi o con soluzioni/gel a base alcolica, per uccidere i virus. E’ possibile al rientro a casa lavare le zampe del cane con acqua e sapone, analogamente a quanto facciamo con le nostre mani, avendo cura di asciugarle bene e comunque è opportuno evitare di farlo salire con le zampe su superfici con le quali veniamo a contatto (ad esempio su letti o divani)

Se si è dovuti uscire per lavoro o emergenze, al rientro in casa bisogna lavare i capelli e gli indumenti indossati? Il virus sopravvive su capelli e indumenti?

Con il rispetto della distanza di almeno un metro dalle altre persone è poco plausibile che i nostri vestiti, o noi stessi, possano essere contaminati da virus in una quantità rilevante. Tuttavia, sempre nel rispetto delle buone norme igieniche, quando si torna a casa è opportuno riporre correttamente la giacca o il soprabito senza, ad esempio, poggiarli sul divano, sul tavolo o sul letto.




COVID-19. Dichiarazione congiunta OIE-WVA: attività veterinarie essenziali

Nel quadro della pandemia COVID-19, l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) e la World Veterinary Association (WVA) hanno fatto una dichiarazione congiunta perrichiamare l’attenzione sul ruolo e le responsabilità della professione veterinaria per la salute pubblica, mettemdo in evidenza le attività veterinarie specifiche fondamentali per garantire continuità nella sicurezza alimentare, nella prevenzione delle malattie e nella gestione delle emergenze.

Per affrontare efficacemente le sfide poste dalla pandemia di COVID-19, molti governi di tutto il mondo hanno adottato misure restrittive per chiudere le attività non essenziali. Queste decisioni sollevano interrogativi sui potenziali adattamenti che devono essere attuati dalla professione veterinaria. In questo contesto, l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) e la World Veterinary Association (WVA) sostengono che le attività specifiche dei servizi veterinari vengano considerate attività essenziali.

Mantenere le attività cruciali per la salute pubblica
I veterinari sono parte integrante della comunità sanitaria globale. Oltre alle attività legate alla salute e al benessere degli animali, hanno un ruolo chiave nella prevenzione e nella gestione delle malattie, comprese quelle trasmissibili all’uomo, e nel garantire la sicurezza alimentare alle popolazioni.

Nella situazione attuale è fondamentale che, tra le loro numerose attività, possano garantire quelle necessarie affinché:

  • i servizi di regolamentazione e ispezione veterinari nazionali e regionali possano controllare l’integrità della salute pubblica
  • solo gli animali sani e i loro sottoprodotti entrino nell’approvvigionamento alimentare per assicurare la sicurezza alimentare alle popolazioni,
  • le situazioni di emergenza possano essere affrontate,
  • vengano mantenute misure preventive, come la vaccinazione contro malattie con un significativo impatto sulla salute pubblica o economica,
  • proseguano le attività di ricerca prioritarie.

Sostegno alle attività veterinarie nel contesto attuale
Nello svolgimento del proprio lavoro, i veterinari hanno la responsabilità di salvaguardare la propria salute, la salute di coloro con cui lavorano e la salute dei propri clienti. Pertanto, devono garantire che vengano attuati livelli adeguati di biosicurezza, che il loro personale sia protetto con le attrezzature necessarie e che i proprietari di animali siano informati delle misure precauzionali in atto. È responsabilità di ciascun individuo garantire che i comportamenti appropriati siano rispettati nel quadro di tali attività, al fine di evitare un’ulteriore diffusione di COVID-19.

Il testo originale comunicato del 18 marzo 2020