Quasi un miliardo di persone soffre di malnutrizione e fame e questa vergogna si accompagna a una iper-nutrizione di un miliardo e mezzo di persone che soffrono di problemi di salute legati al cibo.
Il mercato alimentare è profondamente legato alle condizioni di sfruttamento ambientale di suolo e acqua, necessario per avere produzioni alimentari vegetali e animali a prezzo basso, che in larga parte vengono sprecate e distrutte generando ulteriori danni all’ambiente e sofferenze agli animali.
Lo spreco alimentare è una delle principali questioni ambientali, socio-economiche ed etiche che l’umanità dovrà affrontare.
In questo spreco c’è molto “cibo che non nutre nessuno”, cioè alimenti che escono dalla catena alimentare perché eccedenti – in particolare di origine animale – che non generano alcun beneficio ma da cui dipende la vita di molti animali.
Produciamo troppo cibo, lo produciamo con obiettivi di carattere strettamente economico, secondo le stringenti regole di in un mercato globalizzato, deteriorando il valore delle catene agro-zootecnico-alimentari locali.
In questo quadro si inserisce necessariamente una riflessione sullo sfruttamento animale, sulla compatibilità ecologica, economica ed etica delle zoocolture rispetto a un sentimento sempre più diffuso ma indeterminato di protezione e “benessere animale”.
Le scelte etiche possono influenzare comportamenti di acquisto e consumo anche in campo alimentare fino ad orientare nuove pratiche zootecniche verso modelli evoluti e protettivi della “animalità” dai bisogni dell’umanità.
La scelta di un’alimentazione consapevole ha una forza positiva che deve essere stimolata anche attraverso una definizione corretta di qualità di vita dell’animale zootecnico che deve essere perseguita e che diventa valore aggiunto commerciale dei prodotti.
Il veterinario che si occupa di prevenzione, sanità e benessere animale può esercitare una importante funzione di mediazione culturale a vantaggio di chi ha bisogno di dare senso etico al rapporto tra animalità e umanità.
Il veterinario, nel suo lavoro è in contatto diretto con i decisori politici, con il contesto biologico in cui vivono gli animali selvatici, con gli allevatori, con l’industria delle carni e con i consumatori, si confronta con le leggi divenendo l’elemento in grado di modulare gli estremismi e dimostrare che il benessere animale, oltre che etico, può dimostrarsi sostenibile e redditizio.
Per fornire le informazioni più aggiornate per un corretto approccio al benessere animale in tutti gli ambiti di attività del Veterinario di medicina pubblico è stato organizzato – grazie alla disponibilità e alla sensibilità dei colleghi toscani – il corso ECM “Aggiornamento sulla protezione ed il benessere animale: normativa, etica e percezione nella società” che si è svolto dal 27 al 29 novembre a Bagno Vignoni (SI) con esiti molto stimolanti.
Hanno partecipato attivamente al confronto tutti i convenuti che hanno interagito in modo molto costruttivo con i relatori: Antonio Sorice – Presidente SIMeVeP, Sonia Chellini – Vice Presidente Slow Food, Valentina Tepedino – Direttore di Eurofishmarket, Aldo Grasselli – Presidente FVM, Lino Vicini – Vice Procuratore presso la Procura della Repubblica di Parma e Franco Manti – Docente di Etica Sociale dell’Università di Genova.
Il workshop ha evidenziato come la tutela dell’ecosistema, il benessere degli animali, e il benessere umano siano inscindibili.
In particolare, è stato condiviso che l’affermazione dei diritti animali di avere una corretta condizione di allevamento richiede il riconoscimento della loro identità ed alterità dal modello antropocentrico. Una umanizzazione animale, oltre ad essere un errore metodologico, in modo non scientifico tende a proiettare sugli animali modelli umanizzati di condizioni etologiche di vita, norme giuridiche, atteggiamenti emotivi che non determinano alcun reale miglioramento complessivo del benessere animale.
Il perseguimento di una condizione di vita etologicamente quanto più rispettosa delle caratteristiche di ciascuna specie è legata a una delicata e complessa funzione di mediazione interpretativa, valutativa e realizzativa che solo il medico veterinario dotato di adeguata specializzazione può impostare correttamente.
Perciò – nel convenire la necessità di definire linee guida, protocolli e atti fondativi innovativi della professione in merito all’argomento – è stato da tutti evidenziato e riconosciuto che la funzione del medico veterinario è fondamentale per la tutela degli animali.
Questa funzione, implica una rapporto di responsabilità e di tutoraggio basato su una specializzazione dei medici veterinari che si occupano di bisogni e tutela del mondo animale e questa funzione – oggi – non può prescindere da una consapevole sensibilità e competenza etica.