Salute delle api: operativa una nuova centrale dati

Il partenariato UE per le api (EUBP) ha inaugurato una nuova piattaforma dati online che rivestirà un ruolo cruciale nelle misure per proteggere la salute di api e insetti impollinatori. Il prototipo di piattaforma è uno strumento innovativo che centralizzerà, elaborerà e metterà a disposizione in forma visuale i dati relativi ad api e insetti impollinatori. 

Portatori di interesse da vari settori (associazioni di apicoltori e agricoltori, scienziati e accademici, agenzie UE, industria fitofarmaceutica, associazioni veterinarie, ONG e altri) hanno collaborato a stretto contatto per sviluppare il prototipo. L’organismo “BeeLife European Beekeeping Coordination” ne ha guidato lo sviluppo, finanziato grazie a un contributo dell’EFSA.

La raccolta di dati armonizzati su api e impollinatori prelevati da tutta Europa sarà fondamentale per il successo del nuovo protocollo EFSA per la valutazione del rischio ambientale derivante da fattori multipli di stress per le api, detto MUST-B.

L’EFSA presterà assistenza per la trasformazione del prototipo della piattaforma in strumento pienamente operativo con l’erogazione di un finanziamento per la fase di sviluppo successiva. Verrà presto indetto un bando di gara d’appalto per realizzare il progetto.

Fine ultimo è quella di riuscire a far diventare la piattaforma una vera e propria centrale che riunisca tutte le informazioni di rilievo, le conoscenze e i dati cumulati da e scambiati tra le parti interessate in tema di salute delle api e apicoltura, rendendo i dati pertinenti accessibili a utenti finali come apicoltori, associazioni di apicoltori o di agricoltori, ricercatori, agenzie e politici.

A tal proposito l’EFSA ha appena ricevuto dati raccolti sul campo da alveari sentinella di api mellifere in Danimarca e Portogallo. Tali raccolte sperimentali aiuteranno a calibrare il modello di simulazioner ApisRAM, che è il fulcro del protocollo MUST-B.

Fonte: EFSA




Combattere spreco e perdite alimentari per tutelare l’ambiente

Spreco alimentareIn occasione della Giornata nazionale per la Prevenzione dello spreco alimentare, ISPRA pubblica il rapporto “Spreco alimentare: un approccio sistemico per la prevenzione e la riduzione strutturali”.

Il Rapporto è frutto di due anni di valutazione e analisi dei più recenti dati scientifici e informazioni della letteratura internazionale, che ci indicano come nel mondo lo spreco sia in aumento.

La prevenzione e la riduzione dello spreco di alimenti sono considerate dalle Nazioni Unite e dalle altre istituzioni internazionali tra le principali strade da percorrere per la tutela dell’ambiente e il benessere sociale. Lo spreco alimentare è infatti tra le maggiori cause della crisi ecologica, per l’alterazione dei processi geologici, biologici e fisici, tra cui il ciclo del carbonio, dell’acqua, dell’azoto e del fosforo.

Il rapporto propone una definizione sistemica dello spreco alimentare fornendo dati e informazioni sulla dimensione e sugli effetti ambientali, a scala nazionale, europea e sovranazionale.

Sono indagate le cause che lo producono ed emergono differenti quantità in base alla struttura dei sistemi alimentari. Oltre alle azioni di recupero e riciclo delle eccedenze, lo studio evidenzia la necessità di dedicare maggiore attenzione alla prevenzione strutturale per ridurre a monte la formazione delle eccedenze e i conseguenti sprechi.

Molte proposte sono estesamente trattate e finalizzate a una strategia complessa di trasformazione dei sistemi alimentari per favorire la resilienza ecologica.

Questo l’indice del volume:

PREFAZIONE
PREMESSA
PRESENTAZIONE
RISULTATI E MESSAGGI CHIAVE
KEY MESSAGES AND OUTCOMES
RIASSUNTO
SYNTHESIS REPORT
INTRODUZIONE

I PARTE: INQUADRAMENTO
1. DEFINIZIONI DELLO SPRECO ALIMENTARE
2. ORIGINI E CAUSE
3. DIMENSIONI DELLO SPRECO
3.1. Dimensioni dello spreco nel mondo
3.1.1. Dati relativi al 2007
3.1.2. Dati relativi al 2011
3.1.3. Aumenti degli sprechi sistemici tra il 2007 e il 2015
3.1.4. Ulteriori aspetti
3.2. Dimensioni dello spreco in Europa
3.3. Dimensioni dello spreco in Italia

II PARTE : CONNESSIONI SISTEMICHE
4. CONNESSIONI AMBIENTALI ED ECOLOGICHE
4.1. Consumi energetici
4.2. Emissioni di gas serra e cambiamenti climatici
4.3. Uso agricolo del suolo e biodiversità
4.4. Uso di acqua
4.5. Ciclo dell’azoto
4.6. Estrazione e immissione di fosforo
5. EFFETTI AMBIENTALI NEL MONDO
5.1. Impronta di carbonio
5.2. Impronta idrica
5.3. Occupazione di suolo
5.4. Effetti sulla biodiversità
6. EFFETTI AMBIENTALI IN EUROPA
7. EFFETTI AMBIENTALI IN ITALIA
7.1. Consumi energetici
7.2. Impronta di carbonio
7.3. Impronta idrica
7.4. Impronta di azoto reattivo
8. TEMATICHE CONNESSE
8.1. Sicurezza e sovranità alimentare
8.2. Consumo di suolo agricolo
8.3. Bioeconomia ed economia circolare

III PARTE : RISPOSTE E PROPOSTE
9. QUADRO DI RIFERIMENTO ISTITUZIONALE
9.1. Livello globale
9.2. Europa
9.3. Italia
9.4. Livello regionale e locale
10. BUONE PRATICHE FINORA IDENTIFICATE
10.1. Prevenzione strutturale di eccedenze e sprechi alimentari
10.1.1. Filiere alimentari corte
10.1.2. Acquisti pubblici verdi (GPP)
10.1.3. Il tema dello spreco nelle attuali politiche alimentari locali
10.1.4. Sensibilizzazione alimentare
10.2. Prevenzione non strutturale dei rifiuti alimentari
10.3. Riduzione dei rifiuti alimentari mediante recupero alimentare
10.3.1. Recupero alimentare per scambio tra cittadini
10.3.2. Recupero alimentare per attività di beneficienza
10.3.3. Recupero alimentare nella ristorazione collettiva
10.3.4. Recupero alimentare per la vendita
10.4. Riduzione dei rifiuti mediante riciclo di alimenti non più edibili
10.4.1. Riciclo per l’alimentazione animale
10.4.2. Riciclo come compost
10.4.3. Riciclo di componenti e di sostanze
11. PROPOSTE PER LA PREVENZIONE STRUTTURALE
11.1. Definizioni e quantificazione
11.2.Iniziative istituzionali
11.3. Pianificazione dei modelli di produzione, distribuzione e consumo
11.4. Sviluppo di politiche alimentari locali sistemiche e partecipate
11.5. Educazione alimentare e nutrizionale
11.6. Sviluppo di reti alimentari locali, di piccola scala, ecologiche, solidali
11.7. Agricoltura contadina e accesso alla terra
11.8. Agricoltura biologica, agroecologia, tutela dell’agrobiodiversità, agricoltura sociale
11.8.1. Agricoltura biologica e agroecologia
11.8.2. Tutela e valorizzazione dell’agrobiodiversità
11.8.3. Agricoltura sociale
11.9.Riterritorializzazione agroalimentare
11.9.1. Agricoltura urbana e periurbana
11.9.2. Sviluppo agroalimentare delle aree interne
11.10. Contrasto agli illeciti nell’agroalimentare
11.11. Interventi sulle filiere alimentari industriali
11.12. Ruolo attivo dei cittadini e dei consumatori
12. CONCLUSIONI
13. BIBLIOGRAFIA
14. SITI INTERNET

A cura della segreteria SIMeVeP




Le nanoplastiche sono ormai un ingrediente della dieta umana

microplastiche

Riportiamo un articolo pubblicato sul numero 1091 di La Settimana Veterinaria, a cura della dott.ssa Claudia Capua.

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Food Sustainability Index, la Francia Paese più virtuoso

albero, proteggereLa Francia si riconferma il Paese più virtuoso al mondo. A decretarlo è la terza edizione del Food Sustainability Index (FSI) l’indice che analizza le performance di 67 Paesi in base alla sostenibilità del loro sistema alimentare e al reddito. I Paesi presi in esame dall’Index rappresentano oltre il 90% del PIL globale e i 4/5 della popolazione mondiale. Il Food Sustainability Index è stato sviluppato dal Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) in collaborazione con The Economist Intelligence Unit. L’edizione 2018 si concentra principalmente sulle best practices nel campo della sostenibilità alimentare che contribuiscono a raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ed è stato presentato in occasione del nono Forum della Fondazione BCFN su Alimentazione e Nutrizione che si sta tenendo a Milano.

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Il punto di vista veterinario. La contaminazione da Pfas negli alimenti: l’anello mancante tra qualità dell’ambiente ed esposizione dell’uomo

lente_ingrandimentoI dati prodotti dallo studio sui Pfas in varie matrici alimentari presentati alla stampa il 16 novembre scorso forniscono spunti di approfondimento per la contaminazione ambientale dei suoli agricoli, e per l’apporto di Pfoa da parte di alimenti solidi, di origine animale.

Tali elementi non sembra siano stati adeguatamente considerati fino ad ora, dove l’attenzione è stata fondamentalmente rivolta al ruolo delle acque potabili, e all’adozione dei sistemi di depurazione adeguati.

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Specie aliene invasive, in arrivo controlli e sanzioni

Specie Aliene InvasiveIl Consiglio dei ministri dell’11 dicembre, su proposta del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, ha approvato in via definitiva il provvedimento che adegua la normativa nazionale alle disposizioni europee del regolamento UE n° 1143/2014 sulle “specie esotiche invasive”.

Con questo termine sono individuati animali e piante originarie di altre regioni geografiche, introdotte volontariamente o accidentalmente in un ambiente naturale nel quale normalmente non risiedono e che insediandosi alterano gli ecosistemi rappresentando una minaccia per l’ambiente.

Parliamo di un fenomeno – spiega il ministro Galletti – che rappresenta una delle principali cause di perdita di biodiversità in Italia, come nel resto del mondo. Una specie invasiva può pregiudicare la natura italiana, che è unica in Europa per varietà di specie animali e vegetali, recando danni anche alla nostra economia, se è vero che uno dei nostri asset più preziosi di sviluppo è proprio il Capitale Naturale. Questo regolamento – conclude il ministro – configura un insieme di azioni fondamentali: da quelle di prevenzione ai controlli, dalla sorveglianza alle sanzioni. Così – conclude il ministro – potremo contenere una realtà molto allarmante”.

Entrato in vigore il 1° gennaio 2015, il regolamento europeo definisce le norme necessarie a prevenire, ridurre al minimo e mitigare gli effetti negativi sulla biodiversità causati dall’introduzione e dalla diffusione, sia deliberata che accidentale, delle specie esotiche invasive all’interno dell’Unione.

Il provvedimento si articola in tre azioni: la prevenzione, la diagnosi precoce e l’eradicazione rapida, la gestione delle specie esotiche invasive.

Il Ministero dell’ambiente è individuato quale Autorità nazionale competente per i rapporti con la Commissione europea, per il coordinamento delle attività necessarie per la sua attuazione, nonché per il rilascio delle autorizzazioni: a suo supporto tecnico-scientifico agisce l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA).

Il testo prevede l’obbligo di denuncia per i soggetti che detengono esemplari di specie esotiche invasive inclusi nell’elenco unionale e nazionale e nei loro successivi aggiornamenti, definendo allo stesso tempo i divieti: introduzione, trasporto o transito nel territorio nazionale; detenzione anche in confinamento; allevamento o coltivazione anche in confinamento, vendita o immissione sul mercato, utilizzazione, cessione o scambio, rilascio nell’ambiente. Per le violazioni più gravi sono previste sanzioni penali, mentre per quelle minori sono individuate sanzioni amministrative.

Nel provvedimento si disciplina il rilascio delle autorizzazioni, distinguendole in permessi (nel caso di istituti di ricerca o di conservazione ex situ) e autorizzazioni (nel caso di operatori commerciali), come anche il sistema di sorveglianza e le ispezioni per la verifica del mantenimento dei requisiti da parte dei titolari dei provvedimenti. Sono inoltre definiti i controlli presso le Dogane, i punti di entrata in caso di vegetali e i posti di ispezione frontaliera per gli animali.

Il provvedimento accoglie buona parte delle proposte di modifica avanzate dalla Conferenza Unificata e tutte le osservazioni e le condizioni formulate nei pareri resi dalle Commissioni parlamentari competenti.

Fonte: Ministero dell’Ambiente




Al via il Progetto GoJelly: le meduse come risorsa

medusaL’Ispa-Cnr partecipa al progetto di ricerca europeo GoJelly sull’uso di meduse per la realizzazione di nuovi prodotti come fertilizzanti in agricoltura, ma anche mangimi sostenibili per acquacoltura o novel food. Il progetto è stato finanziato dall’UE con 6 milioni di euro.

Le meduse, creature certamente affascinanti, in alcune situazioni, possono tuttavia essere molto dannose, ad esempio, alcune specie tropicali sono tra gli animali più tossici esistenti. L’aumento delle temperature dell’acqua, l’acidificazione degli oceani e l’eccessiva attività di pesca sembrano favorirne la proliferazione. Sempre più spesso, sulle coste Europee, le meduse si presentano in enormi masse in grado di procurare gravi danni alle aziende di acquacoltura e maricoltura e di bloccare i sistemi di raffreddamento delle centrali elettriche localizzate vicino alla costa. Possiamo trovare una soluzione razionale a questa minaccia emergente?

Un consorzio di quindici istituzioni scientifiche e aziende provenienti da otto Paesi coordinato da Geomar Helmholtz Center for Ocean Research di Kiel ha proposto un’idea innovativa. Mediante il progetto GoJelly, finanziato dall’Unione europea con sei milioni di euro per un periodo di quattro anni, si cercherà di utilizzare le meduse facendole diventare una risorsa. “Nella sola Europa, la specie aliena Mnemiopsis leidyi introdotta mediante le acque di zavorra, raggiunge una biomassa di un miliardo di tonnellate.”, dice Jamileh Javidpour di Geomar, coordinatore del progetto GoJelly.

Nel progetto GoJelly saranno sviluppate, in primo luogo, ricerche di base, dal momento che il ciclo vitale di molte specie di meduse è ancora solo scarsamente conosciuto ed è pressoché impossibile prevedere i fenomeni di proliferazione. “Questo è ciò su cui vorremmo lavorare in modo da ridurre le grandi masse di meduse che raggiungono le coste”, spiega Javidpour.

Contemporaneamente, i partner del progetto lavoreranno al secondo obiettivo della proposta che punta a dare risposte alla domanda: cosa fare con la biomassa catturata?

I ricercatori considerano di impiegare alcune specie di meduse per la produzione di alimenti. “In alcune culture, come quella asiatica, le meduse sono già sul menù. Quando il prodotto finale sarà più vicino al gusto occidentale, e sarà prodotto nel rispetto delle leggi europee sulla sicurezza alimentare, potrà essere favorevolmente accolto dai consumatori”, sottolinea Antonella Leone, ricercatrice del Cnr, Istituto di scienze delle produzioni alimentari di Lecce. Infine, ancora più importante, è il fatto che le meduse contengono collagene, una sostanza molto ricercata nell’industria cosmetica.

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Il nuovo Decreto Legislativo sulle specie aliene: divieti, controlli, eradicazione e gestione

Scoiattolo_grigioIl 30 gennaio 2018 è stato pubblicato il Decreto Legislativo 15 dicembre 2017, n. 230 di “Adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014, recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive” che introduce una serie di disposizioni sulle specie esotiche invasive, al fine di adeguare la normativa nazionale alle disposizioni comunitarie in materia.

Si ricorda infatti che il Regolamento (UE) n. 1143/2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive, entrato in vigore il 1° gennaio 2015, ha introdotto a scala unionale una serie di prescrizioni volte a proteggere la biodiversità e i servizi ecosistemici dagli impatti causati dalle specie esotiche invasive, con particolare riferimento a quelle specie inserite nella lista di specie di rilevanza unionale. Per queste specie il Regolamento UE ha introdotto un generale divieto di commercio, possesso, trasporto e introduzione in natura, e impone un obbligo di immediata segnalazione, di controllo o eradicazione di queste specie. Inoltre chiede ai Paesi dell’UE di attivare un sistema di sorveglianza e di monitoraggio delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale, e di identificare i principali vettori di introduzione accidentale di specie invasive, adottando almeno un piano d’azione per prevenire il rischio di ulteriori introduzioni. Infine il Regolamento 1143/2014 prevede anche un sistema di autorizzazioni e deroghe ai divieti, in casi particolari. La Lista di specie esotiche invasive di rilevanza unionale, identificate in base a una specifica valutazione del rischio condotta a livello europeo, è suscettibile di continue integrazioni e attualmente include 49 specie esotiche invasive, di cui 33 risultano già presenti in Italia.

Il Decreto Legislativo adegua quindi la normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento UE sopra citato, individuando i seguenti principi e criteri.

–   Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio (MATTM) è l’autorità nazionale competente individuata per i rapporti con la Commissione Europea, il coordinamento delle attività e il rilascio delle autorizzazioni e dei permessi.

–   L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) viene individuato quale ente tecnico scientifico di supporto al MATTM per lo svolgimento delle attività previste.

–   Le Regioni e le Province Autonome, e i Parchi Nazionali, rientrano tra i destinatari primari della norma in virtù delle competenze in materia di monitoraggio e attuazione degli interventi di eradicazione e delle misure di gestione, nonché di ripristino degli ecosistemi danneggiati.

–  Vengono introdotti i seguenti divieti relativi alle specie esotiche invasive di rilevanza unionale:

  • Introduzione o transito nel territorio nazionale;
  • detenzione, anche in confinamento;
  • allevamento e coltivazione, anche in confinamento;
  • trasporto;
  • vendita o messa in commercio;
  • utilizzo, cessione a titolo gratuito o scambio;
  • riproduzione o crescita spontanea;
  • rilascio nell’ambiente.

–  Viene disciplinato il rilascio di permessi e autorizzazioni, ai sensi degli artt. 8 e 9 del Regolamento UE, e le ispezioni per la verifica del mantenimento dei requisiti necessari per i predetti provvedimenti. Il nuovo regime di autorizzazione instaurato, in deroga ai divieti di cui all’art. 6, si applica in particolare a orti botanici e giardini zoologici, che devono richiedere una specifica autorizzazione per la detenzione delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale. Anche istituti di ricerca e altri soggetti possono in casi particolari ottenere un’autorizzazione alla detenzione di specie esotiche invasive incluse nella lista per attività di ricerca o conservazione ex situ. È anche prevista, in casi eccezionali, la possibilità di un’autorizzazione in deroga per motivi di interesse generale imperativo, compresi quelli di natura economica o sociale. Le richieste di autorizzazione o deroga vanno presentate al MATTM. Viene prevista l’esecuzione di ispezioni e controlli da parte del MATTM, con il supporto dell’ISPRA, delle Regioni e delle Province Autonome, al fine di garantire che gli istituti adempiano agli obblighi e alle condizioni previste nelle autorizzazioni rilasciate.

–  Vengono disciplinati i controlli ufficiali presso le Dogane, i Punti di entrata ex DLgs 214/2005 (nel caso di specie vegetali) e i Posti di Ispezione Frontaliere (PIF) (nel caso di specie animali) e stabiliti gli obblighi a carico degli importatori o dei loro rappresentanti in dogana.

–  Si stabilisce un sistema di sorveglianza delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale, coordinato dal MATTM con il supporto di ISPRA, finalizzato ad assicurare il monitoraggio del territorio nazionale. Il monitoraggio viene condotto dalle Regioni e dalle Province Autonome, con il supporto di ISPRA, che si avvalgono delle strutture deputate all’attuazione del monitoraggio ex art. 11 della direttiva 92/43/CEE, ex art. 8 della direttiva 2000/60/CE e ex art. 11 della direttiva 2008/56/CE.

–  Le Regioni e le Province autonome hanno l’obbligo di notificare al MATTM e all’ISPRA il rilevamento della comparsa o della ricomparsa, post eradicazione, sul proprio territorio di specie esotiche invasive di rilevanza unionale. Si prevede inoltre che il MATTM effettui a sua volta la notifica alla Commissione europea e informi le altre Regioni o Province Autonome.

–  Si stabilisce l’obbligo di eradicazione rapida delle popolazioni di specie esotiche invasive di rilevanza unionale. Le misure vengono disposte dal MATTM, con il supporto dell’ISPRA, e devono essere applicate dalle Regioni e dalle Province Autonome interessate, o dai Parchi Nazionali. I Sindaci devono garantire agli operatori degli interventi l’accesso ai terreni privati, quando questo è necessario per realizzare le eradicazioni.

–  Il Decreto Legislativo disciplina anche le eventuali deroghe dall’obbligo di eradicazione rapida, le misure di emergenza e le misure di gestione per le specie esotiche invasive di rilevanza unionale presenti o a rischio di introduzione in Italia, le misure di ripristino degli ecosistemi danneggiati e il recupero dei costi.

–   Vengono previste specifiche sanzioni penali e amministrative, calibrate in base alla gravità delle violazioni alle disposizioni del regolamento. Una parte dei proventi derivanti dalle sanzioni amministrative vengono destinanti all’attuazione delle misure di eradicazione e di gestione.

–  Viene introdotto l’obbligo di denuncia del possesso di esemplari di specie esotiche invasive di rilevanza unionale e vengono previste disposizioni transitorie per i proprietari non commerciali e per le scorte commerciali.

Il Decreto Legislativo prevede inoltre la possibilità di adottare un elenco di specie esotiche invasive di rilevanza nazionale, cui si applicano le disposizioni e i divieti previsti per le specie esotiche di rilevanza unionale. Tale elenco potrà essere progressivamente integrato anche sulla base delle richieste di Regioni e Province Autonome.

Lo schema di decreto rinvia a quattro successivi decreti attuativi:

–  L’elenco delle specie esotiche invasive di rilevanza nazionale, ancora da sviluppare, che dovrà essere adottato con decreto del MATTM, sentiti il Ministero delle politiche agricole e forestali, l’ISPRA e la Conferenza permanente per i rapporti con lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano.

–  Uno o più piani d’azione mirati ai vettori principali di introduzione di specie esotiche invasive, finalizzati a ridurre i rischi di introduzione accidentale nel nostro Paese. I piani d’azione devono essere elaborati dall’ISPRA, e adottati con decreto del MATTM, sentiti i Ministeri interessati e la Conferenza permanente per i rapporti con lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano.

–  Un registro di detenzione delle specie esotiche invasive di rilevanza unionale e nazionale ed obblighi dei soggetti autorizzati, che verrà istituito con decreto del MATTM, che deve essere detenuto da parte degli operatori autorizzati con i permessi e le autorizzazioni previsti del Regolamento e dal relativo Decreto Legislativo attuativo.

–  Le tariffe, che verranno determinate con decreto del MATTM, concernenti le spese relative alle procedure per il rilascio dei permessi e delle autorizzazioni previsti dal Regolamento e dal relativo Decreto Legislativo attuativo.

Fonte: Ispra




Ministero dell’Ambiente e Fondazione UNA Onlus firmano il protocollo d’intenti per obiettivi condivisi

Logo-fondazione-UNAIl ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il Presidente della Fondazione UNA Onlus (Uomo Natura Ambiente) Nicola Perrotti si sono incontrati il 18 ottobre presso il Ministero per definire attraverso un protocollo d’intenti una serie di obiettivi condivisi volti a delineare una nuova sinergia che riunisca tutti i soggetti che a diverso titolo possano dare un contributo fattivo per la salvaguardia e la valorizzazione della natura e del suo ecosistema.

Il documento, sottoscritto alla presenza del Vice Presidente della Fondazione UNA Gian Luca Dall’Olio, del Consigliere Osvaldo Veneziano, del Segretario Generale Pietro Pietrafesa e del Presidente del Comitato Scientifico UNA Maurizio Zipponi, promuove presso il Ministero dell’Ambiente iniziative di consultazione allo scopo mettere in sinergia idee e progetti in cui i valori tradizionali delle comunità, il presidio del territorio e le nuove attività green diventino l’agire necessario per il benessere dell’uomo, in equilibrio con l’evoluzione della natura, per invertire la tendenza sulle principali minacce all’ambiente come il consumo del suolo e per generare nuovi filoni economici.

Tra gli obiettivi condivisi nel protocollo c’è il dialogo con il volontariato ‘no profit’, l’implementazione di una banca dati gestionale sulla fauna selvatica, la lotta al bracconaggio lo scambio di esperienze tra pubblico e privato sulla gestione del territorio agro-silvo-pastorale, la soluzione dei danni da fauna selvatica, il superamento delle conflittualità tra i portatori d’interesse nella gestione del territorio e della fauna, il benessere animale e il contrasto al randagismo, la valorizzazione della filiera gastronomica legale della selvaggina, iniziative per la candidatura all’European Natura 2000 Award.

Nella gestione del nostro straordinario patrimonio naturale – afferma il ministro Gian Luca Galletti – c’è bisogno dell’approccio scientifico e allo stesso tempo di un forte coinvolgimento di tutte le realtà territoriali. Questo protocollo merita attenzione perché si fa portatore di una giusta visione del rapporto tra uomo e natura: perché cerca le necessarie soluzioni alla convivenza pacifica delle comunità con le specie animali e perché guarda alla nostra biodiversità non in modo statico, ma come elemento di nuovo sviluppo sostenibile avendo come principale obiettivo quello della lotta all’illegalità nella gestione delle risorse naturali e al bracconaggio”.

“Ecologia, agricoltura e prelievo venatorio in sintonia possono e devono rappresentare opportunità per l’intera società e non conflitti – ha dichiarato il Presidente della Fondazione UNA Onlus Nicola Perrotti – l’istituzione di un Tavolo presso il Ministero dell’Ambiente è un passo importante che va proprio in questa direzione. La giornata di oggi è il coronamento di un lungo percorso in cui la Fondazione UNA si è consolidata come interlocutore riconosciuto in grado di attuare una sinergia tra posizioni e interessi diversi, partendo dalla propria visione per l’Italia al 2020.

L’obiettivo – ha aggiunto Maurizio Zipponi, Presidente Comitato Scientifico UNA – è arrivare ad un progetto di filiera ambientale entro il medio periodo, che lavori per salvaguardare la biodiversità e valorizzare i territori dal punto di vista ecologico, occupazionale, alimentare, di produzione agricola e di “benessere” delle comunità”.

Nasce quindi oggi un luogo di consultazione e confronto ispirato alle migliori esperienze europee, in grado di apportare esperienze positive e costruttive sulle tematiche riguardanti la salvaguardia e la valorizzazione della biodiversità.

 

CHI SIAMO
La Fondazione UNA Onlus (Uomo, Natura, Ambiente) nasce dal confronto tra mondo ambientalista, agricolo, venatorio, scientifico e accademico, per far compiere un salto di qualità nella tutela e nella gestione della natura. Tale sinergia si è concretizzata in 5 progetti* dedicati alla salvaguardia e alla valorizzazione della biodiversità. Si tratta di un vero cambiamento culturale che mette in connessione idee e progetti in cui i valori tradizionali delle comunità, il presidio del territorio e le attività ecologiche diventino un nuovo modo di agire dell’uomo, finalmente in equilibrio con l’evoluzione della natura.

Fonte: Fondazione UNA Onlus

*La SIMeVeP è fra i promotori del progetto ‘Selvatici e buoni