La lotta veterinaria alla tubercolosi
La tubercolosi è una malattia , che prima dell’avvento degli antibiotici, ha portato a morte diversi uomini. Oggi non è più così grazie all’uso degli antibiotici, anche se esistono forme resistenti ai trattamenti d’elezione.
Per gli animali, non esistendo il problema etico e valutando esclusivamente il paradigma costo/beneficio non si procede mai alla cura in caso di positività, ma all’eliminazione dell’animale infetto.
Da sempre l’obiettivo primario della Sanità Animale è il raggiungimento ed il mantenimento dello status di indenne dalla tubercolosi degli allevamenti bovini del nostro territorio.
Esistono tutte le armi ed i possibili mezzi per sovrastare la diffusione di questo batterio. I programmi di sorveglianza ed eradicazione applicano misure di controllo drastiche in risposta a casi sospetti e/o confermati con divieto di movimentazione ed abbattimento dei capi sospetti o positivi fino anche allo stamping out, valutando di volta in volta il destino delle carni.
I metodi diagnostici, conformi alla normativa europea, si basano sull’IDT ( intradermoreazione) ed anche l’IDT comparativa per conferma di casi sospetti e poi c’è il gamma interferon. Attualmente la stella nascente in diagnostica è proprio il gamma interferon. In lui si confidano capacità predittive , che rilevino prodromicamente situazioni ancora quiescenti e non altrimenti rilevabili, passando poi la palla al veterinario del mattatoio, che dovrà individuare impercettibili granuli miliari nei parenchimi. Siamo ancora ai primi passi.
Fonte: Vesa Marche