Le decisioni adottate dal Codex Alimentarius
La Commissione del Codex Alimentarius per le norme alimentari delle Nazioni Unite si è riunita presso la FAO a Ginevra dall’ 8 al 12 luglio 2019 per adottare standard di sicurezza alimentare e di qualità.
Il Codex Alimentarius, incaricato di proteggere la salute dei consumatori e di assicurare pratiche corrette nel commercio alimentare, è un’iniziativa congiunta dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). La Commissione del Codex Alimentarius è composta da delegati di 188 paesi più l’Unione Europea e si riunisce annualmente.
Queste le decisioni di interesse veterinario, anche non diretto, che sono state adottate nella 42° Sessione della Commissione:
- Piano strategico 2020-2025
APPROVATO – 10 luglio 2019
La Commissione del Codex Alimentarius ha approvato il piano strategico per il periodo 2020-2025. Il piano strategico fornisce un orientamento e una guida di alto livello per il lavoro della Commissione (CAC). Si basa sul documento attuale e conferma quanto sia importante gestire le questioni critiche ed emergenti, supportare gli standard con analisi dei rischi e prove scientifiche, nonché promuovere e agevolare la partecipazione di tutti i membri nella fase di impostazione degli standard.
Il piano prevede un nuovo obiettivo – incentrato sull’uso e sull’impatto degli standard del Codex – che mira a sensibilizzare ed esplorare come possano essere dosati l’uso e l’impatto degli standard del Codex e come questi potrebbero essere adattati al meglio in base alle esigenze dei membri. I piani di implementazione saranno discussi dai Comitati di coordinamento FAO/OMS, che si riuniranno nelle sei regioni del Codex tra settembre e novembre 2019.
- Nuovo lavoro sullo sviluppo di linee guida per il controllo dell’Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC) nella carne di manzo, verdure a foglia verde, latte crudo, formaggi prodotti con latte crudo e germogli
APPROVATO – 9 luglio 2019
La Commissione del Codex Alimentarius ha approvato il nuovo lavoro sullo sviluppo di linee guida per il controllo dell’Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC) nella carne di manzo, verdure a foglia verde, latte crudo, formaggi prodotti con latte crudo e germogli (semi germogliati). Le infezioni da STEC sono un’importante causa di malattie trasmesse dagli alimenti e sono state associate a una serie di patologie, dalla leggera diarrea all’insufficienza renale. Il Comitato del Codex per l’igiene alimentare svilupperà le linee guida a supporto della gestione del rischio di infezione da STEC in queste materie prime.
- Linee guida per composti a basso rischio per la salute pubblica che potrebbero essere esclusi dalla definizione dei livelli massimi di residui (MRL)
APPROVATO – 9 luglio 2019
Vista la crescente preoccupazione per la salute pubblica espressa da organismi scientifici, consumatori, associazioni per la tutela dei consumatori ed agenzie preposte alla gestione del rischio in tutto il mondo, lo scenario normativo globale per i pesticidi di origine chimica impone restrizioni sempre maggiori su questa tipologia di prodotti. Tuttavia altri tipi di prodotti fitosanitari – ad esempio i biopesticidi – stanno diventando sempre più disponibili. Negli ultimi 5 anni il mercato dei biopesticidi è cresciuto tra il 12 e il 17% all’anno – una crescita due o tre volte più rapida rispetto a quella del mercato dei pesticidi chimici – e gli strumenti di controllo non chimico e biologico svolgono un ruolo sempre più importante nell’implementazione degli approcci per la gestione integrata delle specie nocive (IPM, Integrated Pest Management). Questi prodotti sono generalmente a basso rischio per la salute pubblica, tuttavia è nondimeno importante stabilire standard internazionali per garantirne l’uso sicuro. Questo nuovo lavoro mira a stabilire linee guida per armonizzare i concetti e i criteri per il riconoscimento dei pesticidi a basso rischio per la salute pubblica e che potrebbero essere esclusi dalla definizione dei livelli massimi di residui del Codex.
- Nuovo lavoro sulle vendite via internet/e-commerce
APPROVATO – 9 luglio 2019
Internet e l’e-commerce stanno cambiando le modalità di commercializzazione e vendita diretta ai consumatori, affermandosi come nuove piattaforme per gli alimenti e ponendo nuove sfide su come trasmettere ai clienti le informazioni sulla qualità e sulla salubrità degli alimenti. A tutt’oggi non esistono indicazioni standardizzate per l’etichettatura dei prodotti alimentari venduti via internet/e-commerce, il che solleva notevoli problemi in termini di salute, salubrità alimentare e tutela delle norme corrette nel commercio alimentare. Mentre alcuni Paesi hanno adottato norme specifiche per l’e-commerce, la crescita di questa piattaforma e la sua natura transfrontaliera indicano che è importante mantenere una certa coerenza a livello globale per garantire la tutela dei consumatori e ridurre al minimo gli ostacoli agli scambi commerciali che potrebbero insorgere da approcci diversi. In linea con il piano strategico per la gestione delle problematiche del caso, la Commissione ha accettato di affrontare la questione – quanto mai di grande attualità – avviando un nuovo lavoro sull’etichettatura dei prodotti alimentari venduti via internet/e-commerce. Il nuovo testo verrà integrato nello Standard generale per l’etichettatura degli alimenti preconfezionati.
- Nuovo lavoro sull’etichettatura degli allergeni
APPROVATO – 9 luglio 2019
La dichiarazione degli alimenti o ingredienti che notoriamente causano ipersensibilità (detta etichettatura degli allergeni) ha lo scopo di fornire informazioni chiare e precise sulla presenza di allergeni (o sostanze) negli alimenti, affinché i consumatori possano fare scelte alimentari sicure. Ciò è particolarmente importante date le potenziali conseguenze letali per i soggetti affetti da allergie alimentari, in quanto la prevalenza di questi disturbi è in aumento in molte parti del mondo.
Data la gravità delle allergie alimentari e le loro conseguenze sulla salute – nonché la crescente complessità della filiera alimentare – questo nuovo lavoro verrà integrato nelle attuali disposizioni sull’etichettatura degli allergeni dello Standard generale per l’etichettatura degli alimenti preconfezionati. Fornirà maggiori informazioni per il settore su come andrebbero indicati gli allergeni sulle etichette degli alimenti per garantire la tutela dei consumatori e promuovere l’armonizzazione dell’etichettatura degli allergeni.
Questo nuovo lavoro integra inoltre il recente lavoro del Comitato del Codex sull’igiene alimentare (CCFH) relativo alla proposta di un Codice di condotta per operatori del settore alimentare per la gestione degli allergeni alimentari, che fornisce indicazioni sulla gestione degli allergeni lungo l’intera filiera alimentare e promuove l’inclusione delle pratiche di gestione degli allergeni come buone pratiche igieniche (GHP) e, a seconda dei casi, il sistema HACCP relativo alla produzione, alla vendita e ai servizi di ristorazione.
- Proposta di linee guida per la rapida analisi dei rischi in seguito a casi di rilevamento di contaminanti negli alimenti per i quali non è prevista alcuna regolamentazione
APPROVATO – 9 luglio 2019
Il numero di rilevamenti di contaminanti chimici negli alimenti per i quali non è prevista alcuna regolamentazione è in aumento a causa della diversità delle forniture alimentari e anche grazie alle avanzate funzioni di analisi. In caso di rilevamento i risk manager devono intervenire in modo da garantire la corretta tutela della salute pubblica, tenendo inoltre conto dell’equità commerciale. Le nuove linee guida forniscono un approccio per assistere i governi nella rapida analisi dei casi di rilevamento di contaminanti negli alimenti per i quali non è prevista alcuna regolamentazione. Applicando l’analisi rapida dei rischi, le autorità sono in grado di tutelare adeguatamente la salute pubblica, garantendo al tempo stesso la sicurezza alimentare e riducendo gli sprechi al minimo.
- Livelli massimi per i residui di pesticidi negli alimenti
APPROVATO – 9 luglio 2019
La Commissione del Codex Alimentarius ha adottato i livelli massimi per i residui di oltre 30 pesticidi diversi in vari alimenti, tra cui colture (orzo, segale e riso), verdure (aglio, cetrioli e piselli), frutta (banane, arance e uva) e prodotti di origine animale (latte, uova e pollame). Tradurre in meno di un anno i risultati delle riunioni degli esperti FAO/OMS sui residui di pesticidi nel relativo elenco (LMR) del Codex è stato un risultato notevole.
I pesticidi sono sostanze chimiche utilizzate per eliminare insetti, erbe infestanti e altri parassiti per evitare danni alle colture. Anche se utilizzati secondo le migliori pratiche, bassi livelli di residui di pesticidi possono finire negli alimenti. I livelli massimi mirano a garantire che i residui di pesticidi non nuociano alla salute umana e si basano sulla valutazione del rischio fornita dal Comitato congiunto di esperti FAO/OMS sui residui di pesticidi (JMPR).
- Allineamento degli additivi alimentari e piena integrazione nello Standard generale per gli additivi alimentari (GSFA)
APPROVATO – 9 luglio 2019
Il compromesso raggiunto dal Comitato del Codex sugli Additivi Alimentari ha dato alla Commissione del Codex Alimentarius l’opportunità di riconoscere le variazioni geografiche nell’uso degli additivi alimentari, concordando al tempo stesso gli standard globali per la loro salubrità.
Per gli additivi alimentari sono previste 27 classi funzionali, tra cui: conservanti, che prolungano la durata di conservazione di un alimento proteggendo dal deterioramento causato dai microrganismi; antiossidanti, che prolungano la durata della conservazione degli alimenti proteggendoli dal deperimento causato dall’ossidazione; stabilizzanti, che consentono di mantenere uniforme la dispersione di due o più componenti; coloranti, che aggiungono o ridanno colore agli alimenti. La salubrità degli additivi alimentari è valutata dal Comitato congiunto di esperti FAO/OMS sugli additivi alimentari (JECFA). La Commissione del Codex Alimentarius (CAC) ha convenuto che l’uso di citrato di trisodio nel latte fluido dovrebbe essere riconsiderato dal Comitato del Codex sugli Additivi Alimentari (CFFA).
A cura della segreteria SIMeVeP