Vaccini anti-CoViD-19 e trombosi, alcune domande cruciali
E’ pubblicato su “La Città” del 25 aprile 2021 un interessante articolo di Giovanni Di Guardo, già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo, che pone una serie di temi che andrebbero approfonditi a proposito dei pur assai rari incidenti trombotici (1 caso ogni 150-200.000 vaccinati, con esito infausto riportato in circa 1.000.000-1.500.000 di soggetti vaccinati, soprattutto di sesso femminile e di età inferiore ai 50 anni) riscontrati a seguito dell’utilizzo dei 2 vaccini anti-CoViD-19 a vettore virale, prodotti da AstraZeneca e Johnson & Johnson.
Ribadendo che il rischio zero è un’utopia e che i benefici della vaccinazione sono ben più alti del rischio rappresentato da CoViD-19, il Professore riprende quanto già osservato con una “Lettera all’Editore” recentemente pubblicata sul prestigioso “British Medical Journal”, suggerendo l’approfondimento dei seguenti aspetti:
- Qual e’ il motivo o quali sono i motivi per cui i succitati fenomeni trombotici si verificano soprattutto negli individui di sesso femininile e di eta’ inferiore ai 50 anni?
- Essendo i due vaccini in oggetto basati sulla tecnologia del “vettore virale”, analogamente a quanto accade per il vaccino russo “Spubtnik 5” e a differenza degli altri due vaccini anti- CoViD-19 prodotti dalla Pfizer-BioNTech e da Moderna, che si avvalgono entrambi della tecnologia dell’RNA messaggero, quale sarebbe il ruolo eventualmente esplicato dall’adenovirus che funge da “vettore virale” (assolutamente innocuo per la nostra specie, fra l’altro) nella genesi della condizione “auto-immunitaria” che sarebbe alla base dell’insorgenza delle affezioni trombotiche in parola?
- Quale sarebbe, inoltre, il contributo eventualmente esercitato dalla “proteina spike” (S) del virus – il piu’ importante ed il piu’ immunogenico antigene di SARS-CoV-2, grazie al quale il virus sarebbe in grado di penetrare all’interno delle nostre cellule – nella genesi delle suddette affezioni?
Si tratta di alcune domande cruciali alle quali la ricerca e’ chiamata a fornire una serie di risposte.