Di Guardo: necessari approfondimenti diagnostici post mortem per acquisire informazioni di cruciale rilevanza sul SARS COV 2
Per acquisire informazioni rilevanti su Sars Cov 2 sarebbero necessari approfondimenti diagnostici post mortem che permetterebbero di comprendere come l’agente virale colonizza l’apparato respiratorio e gli altri distretti dell’organismo umano, le dinamiche della risposta immunitaria e la presenza di eventuali fattori di suscettibilita’/resistenza dell’ospite nei confronti dell’infezione.
Ne parla diffusamente il Prof. Giovanni Di Guardo, Docente di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo, in un intervento pubblicato su “La Città del 19 marzo 2020 e sulla rubrica “italians” del Corriere della Sera del 21 marzo.
CoViD-19 e hic est locus… ‘Hic est locus ubi mors gaudet succurrere vitae’, ‘questo e’ il luogo dove la morte si compiace di esser d’aiuto alla vita’: questa la frase che campeggia sulla facciata dello storico Ospedale degli Incurabili a Napoli. Frase opera di Luciano Armanni, il celebre patologo partenopeo che nel diciannovesimo secolo descrisse con Wilhelm Ebstein la nefropatia diabetica, altrimenti nota come nefropatia di Armanni-Ebstein.
Nella mia veste di patologo veterinario e professore di patologia generale e fisiopatologia veterinaria, ritengo doverosa la premessa di cui sopra, specialmente in questi drammatici tempi di coronavirus. Sarebbe auspicabile, in proposito, che sui pazienti in cui l’infezione da virus SARS-CoV-2 abbia conosciuto un’evoluzione in senso letale venissero effettuati, quanto più possibile, approfonditi esami diagnostici post mortem. Nonostante l’enorme carico di dolore e sofferenza derivanti dalla perdita di un familiare o di una persona cara, tanto piu’ se connessa ad un nuovo virus pandemico, e’ proprio attraverso lo studio di pazienti “non piu’ tra noi” che possiamo acquisire informazioni di cruciale rilevanza sull’interazione virus-ospite.
Mi riferisco, in particolare, alle modalita’ attraverso cui l’agente virale colonizza l’apparato respiratorio e gli altri distretti dell’organismo umano, alle dinamiche della risposta immunitaria e alla presenza di eventuali fattori di suscettibilita’/resistenza dell’ospite nei confronti dell’infezione.
Il maggior tasso di letalita’ della CoViD-19 in Italia sarebbe da ricondurre all’ingente numero di pazienti geriatrici nel nostro Paese, fra i piu’ longevi al mondo. In questo segmento di popolazione, altresi’ affetto da una serie di pregresse patologie croniche, si concentrerebbero infatti i casi di CoViD-19 ad esito fatale.
Non si trascuri, tuttavia, il ruolo delle infezioni batteriche secondarie. L’Italia e’ anche il primo Paese, in Europa, per decessi causati da batteri antibiotico-resistenti.