Federico Cesi, un grande mecenate ed un autentico pioniere
Correva l’anno del Signore 1603 quando Federico Cesi, a soli 18 anni, fondava a Roma l’Accademia dei Lincei, il primo consesso scientifico della storia moderna. Effigie dell’Accademia era giustappunto una lince, alla cui spiccata capacità visiva si ispirava la scritta che campeggiava al di sotto dell’animale, “Sagacius Ista“, più acuta di questa (alias di una lince).
“Institutor, Princeps, Utrumque“, così veniva appellato Federico Cesi, insigne umanista, filosofo e botanico, nonche’ pioniere della microscopia vegetale, presso la cui prestigiosa Accademia – trasferitasi nel frattempo ad Acquasparta, in provincia di Terni – soggiornò, nel 1624, il “Fratello Linceo” Galileo Galilei. A quest’ultimo e’ stata altresi’ attribuita la frase
L’intenzione dello Spirito Santo (sarebbe) d’insegnarci come si vadia al cielo e non come vadia il cielo
compito di cui si dovrebbe piuttosto far carico la Scienza – l’Astronomia nella fattispecie -, un celebre motto la cui paternità spetterebbe invece al Cardinale Cesare Baronio.
Nell’era della pandemia da Covid-19, in cui gli Scienziati hanno subito e continuano tuttora a subire violenti quanto ingiustificati attacchi da parte di chi ignora persino cosa sia e come sia fatto un virus, una così chiara e netta demarcazione – esplicitata ben 4 secoli orsono – fra il “campo di manovra” della Religione e quello della Scienza ci dovrebbe far riflettere.
“O Tempora O Mores“!
Giovanni Di Guardo
Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo