ACE-inibitori e sartani (ARBs) in pazienti affetti da CoViD-19: un Giano bifronte?
E’ stata pubblicata sul BMJ – British Medical Journal – la rapid reponse a firma di Adriana Albini – Polo scientifico e tecnologico dell’IRCCS Multimedica di Milano-, Giovanni Di Guardo – Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Teramo – e Michele Lombardo – Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale San Giuseppe – MultiMedica di Milano “Inhibitors of the renin-angiotensin-aldosterone system and CoViD-19-affected patients: A two-faced Janus?”, in risposta all’articolo “Clinical characteristics of 113 deceased patients with coronavirus disease 2019: Retrospective study“.
Secondo gli scienziati italiani sono assolutamente necessari e urgenti studi adeguatamente finanziati che forniscano dati solidi, basati su evidenze scientifiche, finalizzati a valutare l’eventuale impatto degli ACE-inibitori e dei sartani (farmaci bloccanti il recettore dell’angiotensina II; ARBs) – considerati i farmaci di prima scelta per la cura dell’ipertensione- sull’evoluzione in ambito clinico-patologico dell’infezione da SARS-CoV-2. Ciò al fine di fornire una risposta “non equivoca” alla domanda cruciale secondo cui le due sopracitate classi di farmaci possano essere utilizzate in sicurezza oppure debbano, in alternativa, sostituite da altri farmaci antipertensivi nella gestione terapeutica di pazienti SARS-CoV-2-infetti e contestualmente affetti da comorbidità quali ipertensione, malattie cardiovascolari e/o diabete.
Non meno importanti, al fine di poter fornire risposte adeguate ed “evidence based” alle numerose questioni aperte riguardanti la patogenesi dell’infezione da SARS-CoV-2, saranno le indagini post mortem che andranno eseguite sui pazienti con CoViD-19 deceduti.
A cura della segreteria SIMeVeP