Per evitare future pandemie occorre tutelare il benessere animale e la natura
“Potremmo essere tentati di pensare che la pandemia di Covid-19 sia ormai storia. Ma la storia ci insegna che il Covid-19 non sarà l’ultima pandemia. La domanda che tutti dobbiamo affrontare è se saremo pronti quando arriverà il prossimo. In qualità di leader, abbiamo la responsabilità collettiva di assicurarci di essere pronti”. Con queste parole il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, è intervenuto alla riunione di alto livello dell’Onu su prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie del 20 settembre, durante il quale è stata adottata una dichiarazione politica per affrontare le future crisi pandemiche.
Quando facciamo riferimento alla pandemia di Sars-Cov-2, virus responsabile della malattia Covid-19, dobbiamo ricordare che non si è trattato di un fenomeno del tutto inaspettato. La comunità scientifica ci aveva avvisato sullo stretto legame che esiste tra insorgenza di nuove malattie e la distruzione della natura, ma non le abbiamo dato e ascolto e, a di stanza di qualche anno, possiamo dire che l’atteggiamento nel post-pandemia non è poi così diverso da quello pre-pandemia.
L’attività antropica continua infatti a invadere gli ecosistemi e a distruggere i preziosi equilibri tra esseri umani e natura che si sono generati nel corso dei millenni, basti pensare che oggi i tre quarti delle terre emerse e i due terzi degli oceani sono stati modificati in modo significativo. Di questo passo, il futuro potrebbe essere segnato da nuove malattie infettive che, va ricordato, non solo minacciano la salute umana, ma contribuiscono ad accelerare il tasso di estinzione naturale delle specie e hanno pesanti ricadute sulla conservazione della biodiversità.
Fonte: asvis.it – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile