Le PAT nell’economia circolare

economia circolareLe proteine animali trasformate (PAT) derivano esclusivamente da materiale a basso rischio definito di categoria 3 dal Reg. 1069/2009 sui sottoprodotti, ovvero parti di animali (ossa, frattaglie, ecc.) dichiarati idonei al consumo umano a seguito di ispezione prima della macellazione. Costituiscono dunque un prodotto del rendering, un processo di sterilizzazione e stabilizzazione che converte i tessuti animali in materiali utilizzabili.

L’industria del rendering ogni anno in Europa gestisce 18 milioni di tonnellate di materiale animale, che in un’economia circolare viene ritrasformato in prodotti farmaceutici, cere e biodiesel, mangimi ricchi di proteine di alta qualità per l’industria degli alimenti per animali domestici e acquacoltura, combustibili, oleochimica, fertilizzanti. Il rendering, con gli attuali volumi di produzione industriale, è pertinente alla sfida climatica, inoltre utilizzando l’energia pulita che deriva dai sottoprodotti per produrre calore ed energia, può essere considerato a impatto zero di CO2.

Per garantire la sicurezza per l’uso nell’alimentazione animale la produzione avviene solo in stabilimenti approvati ai sensi del Reg. 1069/2009 e Reg. di esecuzione 142/2011 ed è sostenuta da rigidi controlli veterinari per prevenire la diffusione di malattie degli animali e zoonosi, garantire la tracciabilità e la sicurezza.

Ne parla il dott. Maurizio Ferri in un articolo pubblicato su La Settimana Veterinaria




In commercio un latte con il prolungamento della shelf-life di oltre il 60%

scadenza latte frescoMolto e da sempre si parla di eliminare gli sprechi, o perlomeno di ridurli sempre più significativamente per poter risparmiare risorse che quindi potranno essere meglio impiegate in altri ambiti.

Gli sprechi in ambito alimentare, sia nelle fasi di produzione primaria sia in tutte quelle della successiva trasformazione e commercializzazione/distribuzione, sono certamente tra quelli più odiosi ancor più perché, in un mondo globalizzato, gli squilibri dovuti agli sprechi assumono connotazioni sempre più drammatiche: basti pensare che buona parte dei flussi immigratori incontrollati sono determinati dalla mancanza di sicurezza alimentare, da intendersi come impossibilità di avere cibo a sufficienza.

L’argomento è affrontato dal dott. Vitantonio Perrone, con particolare riferimento alla scadenza del latte fresco, in un contributo pubblicato da La Settimana Veterinaria




Benessere animale, macellazione ed etichettatura: un passo oltre

E’ pubblicato su Quotidiano Sanità un contributo di Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico SIMeVeP, Nicola Martinelli Consigliere SIMeVeP e Maria Grazia Cofelice, Veterinario Ufficiale sull’introduzione di un sistema di etichettatura che certifichi la macellazione religiosa senza stordimento.

Sul tema, la Commissione Europea nel 2021 ha avviato un iter di revisione della normativa sul benessere animale in allevamento per tutte le specie, durante il trasporto e al macello da concludersi entro il 2023 con le proposte di regolamento da inviare al Parlamento europeo ed al Consiglio per la loro approvazione.

Leggi l’articolo integrale




Anche in Francia si discute sul sovranismo alimentare

Una recente sentenza del Consiglio di Stato francese – facendo seguito a quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea – ha reso illegale il contenuto del Decreto sull’origine del latte e della carne adottato dal Governo francese nel 2016 che disponeva che nell’etichetta dei prodotti
lattiero-caseari trasformati fosse obbligatoria l’indicazione del Paese d’origine del latte utilizzato.

Stando alla sentenza, il Decreto emanato nel 2016 dà credito al fatto che è plausibile collegare la provenienza della materia prima latte a presupposti di qualità e particolari proprietà, e che quindi tale indicazione è importante per il consumatore francese.

L’articolo completo, a firma del Vice Presidente SIMeVeP, Vitantonio Perrone, è pubblicato su La Settimana Veterinaria




Selvatici e Buoni, presentato il “Manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione”

selvatici e buoniLa carne da selvaggina è una scelta buona, sana e sostenibile: presenta meno grassi rispetto ad altre carni, ha un rapporto favorevole di acidi grassi Omega-3/6 e limita l’impatto ambientale, in particolare il consumo di terreno e di acqua, rispetto a quella prodotta allevamenti intensivi. Sulla base di tali considerazioni Fondazione UNA (Uomo, Natura, Ambiente) ha scelto di avviare il progetto“SELVATICI E BUONI: una filiera alimentare da valorizzare”, progetto nato con l’obiettivo di creare una filiera riconosciuta e sostenibile delle carni selvatiche e che è stato realizzato per la prima volta sul territorio di Bergamo.

Il risultato più importante, comunicato nel corso di una conferenza svoltasi presso lo ‘spazio viterbi’ del Palazzo della Provincia di Bergamo, con il Patrocinio della stessa Provincia e dell’ATS Bergamo, è rappresentato dalla condivisione di un “Manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione”, attraverso il quale i ristoratori del territorio si sono impegnati a rispettare 10 principi chiave che mirano alla valorizzazione della scelta sana e sostenibile delle carni selvatiche. Il manifesto è stato redatto dall’ Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, capofila scientifico del progetto con il supporto della condotta slowfood valli orobiche.

Il percorso di “Selvatici e buoni” ha avuto inizio nel territorio bergamasco a settembre 2017 e nel corso del triennio ha visto la realizzazione delle seguenti azioni:

  • sviluppo di percorsi formativi in grado di fornire al cacciatore tutte le informazioni tecniche ed operative in merito al corretto trattamento della carcassa di grossa selvaggina prelevata durante l’attività venatoria;
  • Realizzazione di due workshop formativi dedicati ai ristoratori sulle modalità di preparazione delle pietanze a base di carni selvatiche e sulle caratteristiche organolettiche delle stesse.
  • organizzazione di tre rassegne enogastronomiche “Selvatici e Buoni a tavola” con cene dedicate al progetto a Bergamo, in Val Seriana ed in Val di Scalve.
  • raccolta ed elaborazione di dati biometrici sottoposti ad analisi sanitarie per verificarne i valori nutrizionali
  • analisi sulla percezione della carne di selvaggina quale alternativa alla carne bovina in un gruppo di consumatori abituali di carne.

“Con “Selvatici e Buoni” abbiamo voluto dare un segnale di svolta sviluppando una filiera tracciata della selvaggina, valorizzando gli aspetti di sicurezza alimentare, tutela del patrimonio faunistico e rispetto dell’ambiente che stanno a cuore a Fondazione UNA – ha commentato Maurizio Zipponi, Presidente Fondazione UNA – il territorio di Bergamo ha fatto da pioniere; abbiamo infatti siglato un protocollo d’intesa con la Regione Lombardia per esportare il modello in altre province lombarde. Oltre a rappresentare un passo avanti in tema di sostenibilità della filiera alimentare, “Selvatici e Buoni” ha certamente dato nuovo impulso al turismo enogastronomico locale, dando ai ristoratori la possibilità di differenziarsi attraverso l’apposizione di una specifica vetrofania legata all’adesione al progetto”.

“Siamo orgogliosi di aver collaborato con Fondazione UNA a Selvatici e Buoni, dando il nostro contributo alla valorizzazione della filiera degli ungulati selvatici nel tentativo dSorice Selvatici e Buonii cambiarne la percezione da parte del consumatore. In un’ottica di valorizzazione gastronomica, infatti, un maggior grado di consapevolezza delle proprietà nutrizionali e di sostenibilità della carne di selvaggina e l’utilizzo di preparazioni gastronomiche adeguate possono rappresentare le prime basi per migliorarne la percezione” ha aggiunto Silvio Barbero, Vice Presidente Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo.

Antonio Sorice – Direttore Dipartimento Veterinario ATS e Presidente SIMeVeP, ha commentato: “ho condiviso con entusiasmo sin dall’inizio ed ho seguito tutte in tutte le sue tappe il progetto, e posso affermare che il servizio veterinario è stato orgoglioso di essere al fianco di diverse azioni formative volte a migliorare la conoscenza e la sicurezza alimentare delle carni selvatiche, un requisito di qualità che spesso si considera scontato ma che scontato non è; il controllo della filiera dal punto di vista sanitario è fondamentale perché se il cibo non è sicuro…non è cibo!”.

Durante la conferenza stampa,moderata da Luca Pellicioli – Referente territoriale del progetto – sono intervenuti Maurizio Zipponi – Presidente Fondazione Una, Silvio Barbero – Vice presidente Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo, Antonio Sorice – Presidente Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva, Paolo Lanfranchi – Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Milano e diversi rappresentanti locali del mondo venatorio (tra cui Michele Bornaghi presidente Fidc Bergamo), delle istituzioni, della filiera alimentare e della ristorazione tra i quali Oscar Fusini – Direttore Ascom Bergamo, Silvio Magni – Fiduciario Condotta Slowfood Valli Orobiche e Maurizio Forchini di Promoserio).

Sulla base della sottoscrizione del manifesto delle carni selvatiche nella ristorazione il comitato scientifico di “Selvatici e Buoni” ha scelto di assegnare la vetrofania biennale a 10 ristoranti della provincia:

Ristorante ‘Chalet Engadina’ (Vilminore di Scalve)
Osteria Bastioli(Vilminore di Scalve)
Ristorante ‘Peccati di Gola’ (Vilminore di Scalve)
Locanda Blum In (Rovetta)
Trattoria enogastronomica Selva di Gelso (Clusone)
RistOrobie (Cusio)
Osteria al Gigianca (Bergamo)
Noi restaurant (Bergamo)
Hosteria del vapore (Chiuduno)
Puro cibo e vino (Ranica)

Tale riconoscimento permetterà di distinguere i ristoratori del territorio bergamasco in materia di competenze nella gestione delle carni selvatiche. L’operato dei ristoratori sarà supervisionato da Fondazione UNA e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, e sarà coordinato a livello locale dalla condotta Slowfood valli orobiche.

Fonte: Comunicato Fondazione Una

Il sito del progetto




Marchiatura uova, nella risoluzione finale accolta la proposta di sgravi fiscali

uovaLa Commissione Agricoltura della Camera dei deputati, dopo un ciclo di audizioni a cui hanno preso parte SIVeMP e SIMeVeP, ha approvato ieri una risoluzione unitaria su “Iniziative in materia di marchiatura delle uova”, come sintesi delle 3 diverse risoluzioni presentate in partenza e delle istanze proposte dagli intervenuti in audizione.

SIVeMP e SIMeVeP esprimono soddisfazione in particolare per l’accoglimento della previsione di sgravi fiscali per l’acquisto di macchinari adibiti alla timbratura, almeno per alcune tipologie di allevatori con aziende di piccola e media dimensione, proposta che ha il fine di agevolare e incentivare le piccole imprese delle realtà rurali all’adozione di misure atte a garantire la tracciabilità delle loro produzioni.

La risoluzione impegna il Governo:

  • ad adottare iniziative affinché sulle confezioni di uova poste in vendita al consumatore finale sia evidenziato in maniera esplicita l’indicazione del Paese di origine delle uova;
  • a modificare il decreto ministeriale 11 dicembre 2009 al fine di escludere, per le uova di categoria B, la deroga alla timbratura prevista dall’articolo 2, comma 2, e di escludere l’esenzione dagli obblighi di timbratura accordata dall’articolo 3, agli operatori che effettuano consegne dal sito di produzione direttamente all’industria alimentare;
  • a modificare l’articolo 11, comma 7, del decreto ministeriale 11 dicembre 2009, nel senso di disporre l’obbligo di timbratura con il codice del produttore presso l’azienda di produzione, ferma restando l’esenzione da tale obbligo nei casi di cui all’articolo 2, comma 1, del decreto in parola;
  • ad assumere iniziative nelle opportune sedi dell’Unione europea al fine di modificare la normativa in materia di commercializzazione delle uova nel senso di introdurre l’obbligo di timbratura presso l’azienda di produzione per tutte le uova a qualsiasi uso destinate, mantenendo l’esonero da questo obbligo per i soli casi di vendite di uova effettuate direttamente dal produttore al consumatore presso la propria azienda, indipendentemente dal numero di galline presenti in allevamento, di vendite di uova effettuate porta a porta direttamente dal produttore, nella regione di produzione, indipendentemente dal numero di galline presenti in allevamento e di vendite di uova effettuate direttamente dal produttore nella regione di produzione presso un mercato pubblico locale con allevamenti fino a 50 galline ovaiole;
  • ad incrementare i controlli, nell’ambito delle proprie competenze, al fine di evitare che le uova provenienti da Paesi terzi siano commercializzate in Italia come uova italiane;
  • a valutare la possibilità di introdurre sgravi fiscali o contributi per l’acquisto di macchinari adibiti alla timbratura, almeno per alcune tipologie di allevatori con aziende di piccola e media dimensione;
  • a valutare la possibilità di favorire ogni intervento finanziario e strutturale utile per incrementare la competitività della filiera avicola e il percorso di qualità già ampiamente intrapreso dalle aziende del settore;
  • a sensibilizzare la Commissione europea affinché promuova un monitoraggio volto a verificare le condizioni di produzione e di lavoro degli operatori del settore avicolo nei paesi extra europei e il rispetto, nei medesimi, delle norme europee sul benessere animale.

Il testo integrale della risoluzione

Il documento SIVeMP SIVeMP depositato in audizione




Audizione su marchiatura uova. SIVeMP/SIMeVeP propongono sgravi fiscali per piccole produzioni primarie

Si è svolta ieri l’audizione dei rappresentati del SIVeMP davanti alla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati nell’ambito della discussione delle risoluzioni 7-000647-00082 e 7-00123 su “iniziative in materia di marchiatura delle uova”.

Nel corso dell’intervento il Dott. Natalino Cerini e il Dott. Pietro Ceddia hanno depositato un documento di analisi e proposte e hanno condiviso l’intenzione di escludere l’esenzione dagli obblighi di marchiatura accordata agli operatori che effettuano consegne direttamente dal sito di produzione all’industria alimentare, l’iniziativa di inserire sulle confezioni di uova poste in vendita al consumatore finale dell’l’indicazione del Paese di origine e la proposta delle risoluzioni di portare da 50 a 100 ovaiole l’esenzione prevista dal DM 11 dicembre 2009 art. 2 comma 1, al fine di valorizzare e tutelare la produzione tradizionale che punta alla qualità del prodotto, cosiddetta filiera corta.

In aggiunta SIVeMP e SIVeMP propongono l’adozione di misure di biosicurezza e di autocontrollo in forma semplificata, analogamente all’applicazione delle norme in materia di autocontrollo per le piccole imprese, anche in quest’ultima fattispecie di allevamento e di produzione primaria.

Particolare interesse da parte dei parlamentari ha suscitato la proposta di SIVeMP e SIVeMP, di inserire nel testo la previsione di sgravi fiscale per l’acquisto di macchinari adibiti alla timbratura, almeno per alcune tipologie di allevatori con aziende di piccola e media dimensione, al fine di agevolare e incentivare le piccole imprese delle realtà rurali all’adozione di misure atte a garantire la tracciabilità delle loro produzioni.

I parlamentari hanno condiviso il documento depositato e hanno assicurato che approfondiranno lo spunto sugli sgravi fiscali verificandone costi e fattibilità.

Il documento depositato




Workshop: La Cucina della Selvaggina

Proseguono le attività del progetto “Selvatici e buoni  Una filiera alimentare da valorizzare”, curata dall’Universita’ di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con il Dipartimento di Veterinaria dell’Universita’ di Milano e la Societa’ Italiana di Veterinaria Preventiva, per iniziativa della Fondazione UNA – Uomo Natura e Ambiente.

Il progetto ha preso il via a settembre 2017 nel territorio Bergamasco, e prevede una sere di iniziative che si svolgeranno nell’arco temporale di 18 mesi, per la gestione delle carni di selvaggina come strumento di valorizzazione del territorio.

L’intento è quello di sviluppare, attraverso un percorso partecipato che prevede il coinvolgimento di tutti gli stakeholder, le modalità operative per la gestione della filiera delle carni di selvaggina attraverso attività di formazione, educazione all’utilizzo delle risorse, miglioramento delle caratteristiche igienico-sanitarie, caratterizzazione e valorizzazione del prodotto, fino ad arrivare alla promozione sul territorio.

Il progetto è strutturato in azioni specifiche tra cui:
• la costruzione partecipata della filiera
• l’indagine sulle tradizioni gastronomiche del territorio
• la formazione ed educazione all’utilizzo delle risorse
• l’analisi del rischio per la valutazione e il miglioramento dei requisiti igienico sanitari del prodotto
• attività di rilancio dell’economia locale

In questo ambito si inserisce il workshop “La Cucina della Selvaggina”, un approfondimento della conoscenza delle carni di grossa selvaggina rivolto ai ristoratori del territorio che si terrà a Bergamo il 12 marzo a partire dalle ore 15.00 alle ore 18.00.

A illustrare ruolo della sanità pubblica veterinaria e della SIMeVeP nel progetto, a garanzia della sicurezza alimentare anche nel settore delle carni di selvaggina, interverrà il Presidente, Antonio Sorice.

Locandina dell’evento

Brochure: SELVATICI E BUONI. Alla scoperta della carne di selvaggina delle valli bergamashe una scelta buona, sana e sostenibile

 




Gaianews intervista Maurizio Ferri

Maurizio Ferri, componente del Consiglio direttivo SIMeVeP, è stato intervistato da gaianews.it sul tema dell’etichettatura dei prodotti alimentari. Dalle indicazioni obbligatorie a quella supplementari, dalla comprensibilità delle informazioni al ruolo e responsabilità del consumatore per scelte sicure e consapevoli.

Un approfondimento particolare è dedicato al sistema di etichettatura volontario “Traffic Light” introdotto dal Regno Unito.

Istruzioni per l’uso delle etichette alimentari: intervista a Maurizio Ferri

Traffic Light, il nuovo ‘sistema a semaforo’ tra critiche e polemiche. Intervista all’esperto




Pubblicati atti-Il Laboratorio delle Etichette Alimentari. Normativa nazionale ed Ue

Pubblicati gli atti
Sono pubblicati gli atti del corso “Il Laboratorio delle Etichette Alimentari. Normativa nazionale ed Ue” svoltosi a Termoli (CB) il 28 settembre2017.

Leggi anche:

Tanti produttori al corso di etichettatura: “Formazione fondamentale” – primonumero.it