H5N1 corre e acquisisce mutazioni di adattamento ai mammiferi

Il virus dell’influenza aviare H5N1 corre e acquisisce mutazioni di adattamento ai mammiferi con il rischio di una nuova potenziale pandemia.

Lo conferma un recente studio pubblicato su Nature.

Il virus HPAI H5N1 derivato da bovini da latte si trasmette attraverso goccioline respiratorie nei mammiferi senza previo adattamento e causa infezioni letali in modelli animali.

Un team dell’Università del Wisconsin e del Giappone ha riferito che un isolato di H5N1 dall’occhio di un lavoratore del settore lattiero-caseario mostra una mutazione PB2-E627K legata alla replicazione nei mammiferi. Il lavoratore aveva mostrato una congiuntivite dopo l’esposizione a vacche infette.

I test hanno dimostrato la capacità del virus H5N1 di replicare sulla cornea umana e sulle cellule polmonari. Negli esperimenti sui tessuti di topo, il virus ha infettato 15 tessuti diversi, con i livelli più alti riscontrati nel tessuto respiratorio.

Il team ha infettato i furetti con un’alta carica del virus isolato dal lavoratore lattiero-caseario, trovando un modello di infezione simile a quello dell’uomo, non dei topi. Ricordo che i furetti sono modelli ideali per lo studio dell’influenza a causa dei sintomi clinici e trasmissione simili.

Tutti i furetti infetti sono morti entro cinque giorni e il campionamento dei tessuti ha mostrato la presenza del virus in tutti i tipi, in particolare nei tessuti respiratori. Al contrario, ricerche precedenti che utilizzavano un virus H5N1 bovino hanno rilevato gravi infezioni nei furetti, ma non così letali.

Tra il 17% e il 33% dei furetti nelle gabbie adiacenti sono stati infettati da goccioline respiratorie, indicando che il virus può diffondersi tra i mammiferi con questa modalità anche se con un’efficienza limitata. Tutti i furetti direttamente infetti sono morti entro sei giorni.

Maurizio Ferri,
Responsabile scientifico SIMeVeP




WELFAIR – FIERA DEL FARE SANITA’ – One Health: quale equilibrio tra uomo, animali ed ambiente?

Si svolgerà a Roma dal 5 al 7 novembre “WELFAIR – FIERA DEL FARE SANITA” dedicata alla Sanità in Italia, che riunisce in un appuntamento nazionale i vertici della governance sanitaria, delle società scientifiche e delle grandi aziende di tecnologie medicali.

Nella giornata del 6 novembre dalle 16:30 alle 18:30 è in programma la tavola rotonda “One Health: quale equilibrio tra uomo, animali ed ambiente?” coordinata da Sofia Gorgoni, Direttore Responsabile Prevenzione e Salute, alla quale parteciperà Aldo Grasselli, Segretario Nazionale SIVeMP e Presidente Onorario SIMeVeP.

Intervengono:

Ugo Della Marta, Direttore Generale della Direzione per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, Ministero della Salute

Sara Faravelli, Corporate Communcation Director, Purina Southern Europe

Gaetana Ferri, Consigliere Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani (FNOVI)

Piero Formica, Innovation Value Institute, Maynooth University, Ireland

Aldo Grasselli, Presidente Onorario SIMeVeP e Segretario Nazionale SIVeMP

Ylenja Lucaselli, Deputato, Presidente intergruppo parlamentare One Health

Giulia Marchetti, Professore ordinario di Malattie Infettive Direttore Clinica delle Malattie Infettive e Tropicali Dip di Scienze della Salute, Università degli Studi di Milano

Marco Melosi, Presidente Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI)

Maria Triassi, Direttore del Dipartimento ad Attività Integrata di Sanità Pubblica, Farmacoutilizzazione e Dermatologia AOU Federico II; Professore ordinario di igiene generale e applicata, Università degli Studi di Napoli Federico II.

L’ingresso in Fiera è gratuito

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Veterinaria, Salute e Produzioni. Il contributo della Veterinaria alla sostenibilità globale

In occasione del G7 Salute, il Comune di Ancona ha programmato nel mese di ottobre un palinsesto di eventi che accompagnerà gli appuntamenti istituzionali.

Nel calendario “Extra Salute G7” è previsto un convegno promosso dall’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani in collaborazione con ENPAV, FNOVI, SIVeMP e Ordine dei Medici Veterinari di Ancona dal titolo “Veterinaria, Salute e Produzioni. Il sistema veterinario italiano per la sostenibilità globale” che si svolgerà martedì 8 ottobre dalle 9 alle 13.

Il Presidente della SIMeVeP, dott. Antonio Sorice, parteciperà alla prima sessione “Il Contesto nazionale”

L’ingresso è gratuito.

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Pillole ambientali e sanitarie sulle zanzare

Si svolgerà il 16 settembre a Piombino (LI) con il patrocinio del Comune e della SIMeVeP, l’evento “Pillole ambientali e sanitarie sulle zanzare” organizzato dall’Azienda Usl Toscana Nord ovest, pensato per sensibilizzare la cittadinanza sulla problematica delle zanzare e delle malattie che possono trasmettere, cercando di fornire informazioni e strumenti utili per prevenire e contrastare la diffusione di questi insetti molesti.

L’appuntamento è per le ore 17.00 presso il Centro Giovani di Piombino

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Le buone pratiche in allevamento: primo incontro ASL Salerno e SIMeVeP

muccaIl 28 giugno 2024, nella Sede CReMoPAR in Loc. Cioffi (Eboli), si è svolto il primo incontro con gli allevatori organizzato dall’Unità Operativa Veterinaria 4 di Eboli della ASL Salerno, in collaborazione con la Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva.

Questo incontro con gli allevatori nasce per iniziare un percorso comune di informazione e aggiornamento destinato agli operatori del settore utile per la conduzione di un allevamento secondo buone pratiche, come richiesto per altro dalle specifiche normative di riferimento.

Questo incontro è stato dedicato alla produzione primaria e a nozioni sulla qualità del latte crudo aziendale. Seguiranno altri incontri dedicati ancora alla qualità del latte crudo, e poi una parte dedicata al settore della trasformazione lattiero-casearia finalizzata a fornire strumenti pratici per la gestione delle produzioni più semplice e corretta possibile.

Gli allevatori, in quanto “operatori del settore alimentare”, sono chiamati ad esercitare la loro attività tenendo presenti gli obiettivi di un elevato livello di tutela della salute umana, considerando anche la salute ed il benessere animale e la salvaguardia dell’ambiente.

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Fonte: ruminantia.it




Implicazioni di Sanità Pubblica del virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) H5N1

Il 14-15 giugno 2024 il Dott. Maurizio Ferri ha partecipato presso la sede EFSA a Parma al consueto meeting semestrale del Gruppo di discussione degli stakeholders sui rischi emergenti ed ho relazionato sul tema ‘Implicazioni di sanità pubblica del virus di influenza aviaria ad alta patogenicità H5N1’.

Riassunto

  • Il virus di influenza aviaria A H5N1 clade 2.3.4.4b con la loro ampia portata geografica e la gamma diversificata di ospiti rappresenta una sfida multiforme per la sanità pubblica e animale
  • il clade 2.3.4.4b mostra un elevato potenziale di deriva antigenica e data la circolazione e la distribuzione globali dei virus di influenza aviaria sono altamente probabili ulteriori eventi di riassortimento
  • la capacità di adattamento del virus ai mammiferi segnala l’importanza di una collaborazione intersettoriale proattiva e un approccio multidisciplinare per mitigarne l’impatto e salvaguardare la salute tra le specie
  • il clade 2.3.4.4b H5N1 richiede vigilanza continua, ricerca,  cooperazione internazionale, essenziali per preparare e rispondere efficacemente alle future epidemie animali e umane.

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Maurizio Ferri
Coordinatore scientifico SIMeVeP




Biosicurezza degli Allevamenti, pubblicati gli atti del corso ECM

Sono online i documenti relativi al corso ECM dal titolo “Biosicurezza degli Allevamenti: attuazione delle disposizioni normative, criticità applicative e modalità di controllo” che si è tenuto a Cortona il 10 maggio.

A quasi due anni dall’emanazione del Decreto sui requisiti di biosicurezza negli allevamenti suinicoli, e ad un anno da quello sulle modalità applicative delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli, si propone un confronto tra Ministero della Salute, Servizi Veterinari del territorio e II. ZZ. SS. per discutere le principali criticità riscontrate nelle realtà produttive regionali e proporre un approccio integrato al controllo in allevamento in un’ottica di filiera.

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Animali selvatici e One Health: il caso del cervo

Il cervo è un ungulato selvatico diffuso su tutta la penisola italiana, con una popolazione in crescita favorita dalla carenza di predatori e dal progressivo abbandono delle aree marginali da parte dell’uomo. L’aumento della sua presenza comporta un parallelo aumento delle interazioni con l’uomo e con gli animali domestici sia in modo diretto che indiretto; ne sono un esempio la condivisione dei pascoli montani con il bestiame domestico e l’uso della sua carne nell’alimentazione umana. Questo animale è sospettato di diffondere e mantenere la tubercolosi bovina, malattia per la quale alcuni Paesi europei non riescono ad ottenere lo status di indennità nonostante i notevoli sforzi e investimenti.

Il rapporto tra Mycobacterium e cervo
La rilevazione del patogeno in popolazioni selvatiche ha generato il ragionevole dubbio di un mantenimento della patologia grazie a un sistema multi-ospite (piccoli ruminanti, mustelidi, cinghiale, cervo, suino rurale e bovino). L’esistenza di tale sistema di mantenimento va però dimostrata attraverso dati consistenti e robusti, considerando che ogni situazione andrebbe indagata  singolarmente e l’inferenza da situazioni apparentemente simili potrebbe dimostrarsi fallimentare. Esistono situazioni particolarmente favorevoli al fenomeno dello spillover di micobatteri alle popolazioni di cervi selvatici: in Nuova Zelanda alcuni studi riportano prevalenze del 47% in sottopopolazioni di cervi simpatrici con specie di marsupiali riconosciuti come reservoir. Nel
2021 è stata stimata una prevalenza media di tubercolosi nel cervo del 13,71% posizionandolo al secondo posto mondiale nella classifica degli animali selvatici più colpiti da questa patologia. Uno studio condotto su cervi in area alpina ha evidenziato, in Austria, casi di lesioni tubercolari da cui è stato isolato Mycobacterium caprae con alte prevalenze; tra i 514 campioni provenienti da altrettanti cervi dell’area alpina italiana lo stesso micobatterio è stato isolato da un solo campione.
Il monitoraggio in queste zone continua ad essere condotto grazie alla collaborazione tra servizi veterinari, gestori delle aree protette e referenti dell’attività venatoria.

Ne parlano Stefano Giacomelli e Nicola Martinelli   in un articolo pubblicato su La Settimana Veterinaria




One Health: una salute unica e una sola scienza

Il Presidente della SIMeVeP, dott. Antonio Sorice, parteciperà come relatore  al convegno “One Health: una salute unica e una sola scienza” che si terrà a Milano il 6 maggio p.v..

Durante il convegno si approfondirà  la tematica delle malattie zoonotiche trasmesse da vettori e  si parlerà della situazione epidemiologica in Lombardia di alcune malattie vettoriali, dei fattori che hanno contribuito alla loro espansione e delle attività messe in atto per il loro controllo e prevenzione.

Le malattie da vettore sono l’esempio paradigmatico dello stretto rapporto esistente tra uomo, animale e ambiente e rappresentano un serio problema di sanità animale e salute pubblica.

Programma e info




Rischio Dengue: no agli allarmismi, rafforziamo la prevenzione

Nelle ultime settimane, la sanità italiana (e mondiale) monitora la diffusione della dengue, una malattia endemica in alcuni Paesi del mondo e che sta colpendo soprattutto il Brasile, dove è in corso una vera e propria emergenza sanitaria, con un numero di casi che, in questi giorni, ha superato quota 2 milioni e mezzo.

Uniche responsabili della diffusione nell’uomo dell’omonimo virus sono le zanzare: per contrarre la dengue, un soggetto deve essere punto da una zanzara infetta, che funge da vettore.«Per la precisione, le due specie di zanzare-vettori sono Aedes Aegypti e, in misura minore, Aedes Albopictus, meglio nota come “zanzara tigre”», chiarisce il dottor Maurizio Ferri, medico veterinario all’ASL di Pescara e – tra gli altri ruoli – coordinatore scientifico SIMeVeP (Società Italiana di medicina veterinaria preventiva).

Ferri spiega inoltre che il virus – appartenente alla famiglia degli Arbovirus, come altri diffusi soprattutto da zecche e zanzare – si può manifestare in uno dei quattro sierotipi o varianti finora conosciute. Per quanto il tasso di mortalità sia abbastanza basso, i soggetti che si ammalano una seconda volta possono presentare complicazioni se il soggetto contrae di nuovo il virus ma con un sierotipo diverso rispetto alla prima infezione. «La gravità della malattia dipende molto anche dalla salute del soggetto», prosegue l’esperto, che precisa: «La forma più tipica  con cui si manifesta è nota come “sindrome spacca-ossa” e comporta febbre e sintomi simil-influenzali. Esistono anche una “sindrome emorragica” e una “sindrome da shock”, in cui la mortalità si alza fino al 20%. Meno diffusi i casi di trasmissione per trasfusione di sangue o trapianto di organi».

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Fonte: magzine.it