Si è svolto ieri presso il ministero della Salute, l’incontro scientifico “L’antimicrobico resistenza: una minaccia globale”, prima iniziativa della seconda edizione del progetto “La Sanità che vorrei” promosso dalla Società italiana di malattie infettive e tropicali, in collaborazione con altre società scientifiche e associazioni di pazienticon l’obiettivo di favorire i processi di prevenzione e formazione sul tema dell’antibiotico-resistenza e le Ica, ossia le infezioni correlate all’assistenza.
L’antibiotico-resistenza e le Ica sono fenomeni in crescita in tutta Europa, con l’Italia che è tra i paesi con le peggiori performance. I dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, delle Nazioni Unite e del G20 stimano nel 2050 una mortalità per germi multiresistenti agli antibiotici analoga alle patologie oncologiche, con 10 milioni di decessi a livello globale. Già oggi in Europa, secondo l’Oms, si verificano ogni anno più di 670mila infezioni da germi antibiotico-resistenti che causano circa 33mila decessi. Di questi, un terzo avvengono in Italia, spesso a causa proprio dell’abuso di antibiotici, Paese con la più alta mortalità in Europa.
Nel contrasto all’antibiotico-resistenza, “é fondamentale il lavoro di sensibilizzazione, educazione e formazione di tutti i professionisti sanitari. All’interno del Pnrr è finanziato con circa 80 milioni di euro il piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere che conterà circa 150mila professionisti partecipanti entro la fine del 2024 e altri 140mila entro metà 2026″ ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci intervenendo al convegno.
Il ministro ha spiegato di avere portato il tema della formazione anche sui tavoli europei: “nella recente riunione del Consiglio Europeo della Salute in Lussemburgo il mese scorso, il curriculum dei nostri professionisti dovrebbe includere una formazione intersettoriale obbligatoria sulla prevenzione e il controllo delle infezioni, sui rischi ambientali, sulla biosicurezza associati all’antimicrobico-resistenza”, ha detto.
“L’antibiotico-resistenza richiede un impegno sempre più forte anche nei tavoli e nei contesti internazionali e certamente sarà uno dei temi centrali nell’ambito della presidenza italiana del G7 del prossimo anno” ha infine annunciato Schillaci.
Fra i relatori dell’incontro anche il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice, che ha innanzitutto ricordato come il fenomeno dell’antimicrobicoresistenza come problema di sanità pubblica non riguarda i residui di antibiotici negli alimenti, che anzi non sono un problema considerato che gli esiti del Piano Nazionale Residui indicano come infinitesimali le positività.
“Si tratta invece di un problema che va affrontato in ottica multidisciplinare e multiprofessionale. Per quanto riguarda la medicina veterinaria negli ultimi 10 anni sono stati compiuti passi notevoli nel contrasto del fenomeno, raggiungendo e anzi superando, grazie alla sinergia tra la medicina veterinaria pubblica e la medicina veterinaria privata, gli obiettivi posti dal PNCAR – Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza 2017-2020 in termini non solo quantitativi ma anche qualitativi:
- riduzione di oltre il 30% del consumo totale di antibiotici nel settore veterinario nel 2020 rispetto al 2016;
- riduzione di oltre il 30% del consumo di antibiotici nelle formulazioni farmaceutiche per via orale (premiscele, polveri e soluzioni orali) nel settore veterinario nel 2020 rispetto al 2016;
- riduzione di oltre il 10% del consumo dei “Critically important antimicrobials” (cefalosporine di III, IV e V generazione – flurochinolonici – macrolidi – glicopeptidi) nel settore veterinario nel 2020 rispetto al 2016;
- riduzione a livelli di 5 mg/PCU del consumo della colistina nel settore veterinario nel 2020 rispetto al 2016“.
“Sebbene ci si possa ritenere soddisfatti dall’aver raggiunto importanti obiettivi, il lavoro non può considerarsi concluso” ha detto Sorice. “E’ necessario proseguire in continuità con quanto fatto fin ora lavorando insieme alle altre categorie professionali, medici e farmacisti fra gli altri, per salvaguardare l’efficacia delle molecole salva vita“.
In ottica One Health, il Presidente ha ricordato anche le azioni di prevenzione e contrasto alle malattie infettive e zoonosi che stanno interessando l’Italia anche a causa del cambiamento climatico. Un accenno doveroso va fatto all’ondata di influenza aviaria: la mutazione attuale del virus indica un adattamento ai mammiferi che “non esclude la possibilità che, continuando a modificarsi, possa assumere quelle caratteristiche necessarie a renderlo trasmissibile da un uomo all’altro” ha sottolineato il Presidente SIMeVeP.
“La sorveglianza e il monitoraggio ad opera dei Servizi Veterinari sono fondamentali. La medicina veterinaria è al centro dell’equilibrio uomo-animale-ambiente” ha concluso Sorice.
A cura della segreteria SIMeVeP