Gruppo di discussione EFSA sui rischi emergenti: richiesta contributi

Agli iscritti SIMeVeP, referenti regionali e gruppi di lavoro,

Dall’ 8 al 9 Novembre 2023  l’EFSA ospiterà a Bruxelles la  30a riunione del  Gruppo di discussione delle parti interessate sui rischi emergenti (StaDG-ER) di cui il dott. Maurizio Ferri è membro in rappresentanza della Federazione dei veterinari europei (FVE). L’ordine del giorno sarà presto pubblicato sul sito web dell’EFSA per annunciare e rendere visibile l’evento nel calendario attività.

Il dott. Ferri, Coordinatore scientifico SIMeVeP, farà una presentazione sulla carne coltivata, un argomento emergente, discusso durante un recente colloquio scientifico organizzato da EFSA a Bruxelles. Come di consueto per continuare a contribuire attivamente alla discussione sui rischi emergenti è possibile preparare uno briefing note  sui rischi emergenti o questioni emergenti.

Chi è interessato a suggerire o segnalare fatti, evidenze che potrebbero costituire un problema emergente/rischio emergente, che non sia stato già oggetto di precedente segnalazione e discussione in EFSA., può utilizzare il modello di nota informativa (BN template 2023– Description).

Quando si selezionano potenziali problemi emergenti, occorre fare riferimento alla seguente definizione EFSA di  rischio emergente: “il rischio emergente è un rischio derivante da un pericolo recentemente identificato per il quale può verificarsi un’esposizione significativa, o da un’esposizione significativa inaspettata nuova o aumentata  e/o aumento di suscettibilità a un pericolo noto”.

Sono apprezzate le vostre proposte preferibilmente inviate entro le prime tre settimane di ottobre. Il dott. Ferri, contattabile alla mail: ferrim282@gmail.com fornirà l’assistenza per la compilazione e traduzione in inglese.




ECM One Health Oristano

EcmSi terrà il 10 novembre ad Oristano il  prossimo corso ECM organizzato dalla SIMeVeP. Il titolo del corso è “Regolamento UE 2017/625 e risvolti organizzativi dei Dipartimenti di Prevenzione nell’ottica del ONE HEALTH – ONE MEDICINE” ed al corso sono stati attribuiti 3 crediti ECM.

L’obiettivo del corso è quello di illustrare appropriati modelli organizzativi dei Dipartimentidi Prevenzione coerenti con il dettato normativo applicabile.

Programma

Scheda di iscrizione




Ferri: brevi osservazioni sulla bocciatura Comagri del PE su carne coltivata

È stata bocciata dalla Commissione agricoltura e sviluppo rurale (Comagri) del Parlamento europeo una risoluzione sulle colture proteiche che al paragrafo 19 contiene riferimenti a prodotti innovativi a base cellulare, il cosiddetto cibo sintetico o carne coltivata, definita un’opportunità da sfruttare.  In sintesi l’obiettivo della risoluzione è di incrementare la produzione di colture di proteine in Europa per rendere l’Europa indipendente dai paesi terzi da cui importa quasi il 70% delle materie prime ad alto contenuto proteico necessarie per l’alimentazione animale.

I censori appartenenti a gruppi politici trasversali  nei loro emendamenti sostengono che la bocciatura dei cibi da laboratorio non pregiudica l’importanza delle innovazioni nel settore delle biotecnologie sostenibili per un’agricoltura in grado di produrre di più, utilizzando meno risorse, resistente agli eventi climatici come siccità e alluvioni e come alternativa più efficace ai fitofarmaci.

Il progetto di risoluzione che dovrà essere sottoposto a votazione in plenaria, probabilmente nella sessione del 16-19 ottobre, segue l’iniziativa della Governo italiano che già lo scorso marzo aveva proposto un disegno di legge congiunto Ministero della Salute e Ministero dell’agricoltura, sovranità alimentare e foreste, che vieta la produzione e la commercializzazione di alimenti e mangimi sintetici:  il primo divieto al mondo alla carne sintetica che, paradossalmente è già vietato nell’UE dal momento che l’EFSA con riferimento alla normativa sui novel food o nuovi alimenti non ha ancora fornito un parere scientifico alla Commissione sui rischi potenziali di sicurezza alimentare e non ha ricevuto finora una richiesta di valutazione.

Come ho già fatto osservare, l’intento del disegno di legge è palesemente oscurantista sul campo della ricerca e blocca gli investimenti, e se approvato rischierebbe di tagliare l’Italia fuori da un’innovazione che ha previsioni di mercato per il 2030 tra 5 e 25 miliardi di dollari o di ripetere quanto è accaduto con gli organismi geneticamente modificati (OGM) che in Italia non possono essere coltivati, così come nella maggior parte dei paesi dell’UE, ma vengono regolarmente importati come farine animali. Un gruppo di biotecnologi italiani sulla rivista Nature Biotechnology, ha sostenuto che il provvedimento, se venisse approvato, avrà effetti negativi di lunga durata sul progresso scientifico e sociale di questo settore emergente con il rischio di delocalizzare i centri di ricerca.

Queste posizioni di chiusura, volute dalle più importanti associazioni di agricoltori (in Italia Coldiretti) le cui dichiarazioni evocano un scenario distopico di gruppi che attraverso il cibo sintetico vogliono monopolizzare la fornitura alimentare mondiale, e supportate da gruppi politici che sostengono la necessità di salvaguardare il Made in Italy puntando su un legame diretto natura-cibo, sono il risultato di una falsa narrativa che va smantellata e che vede la carne coltivata come la soluzione alla fame nel mondo o al fabbisogno proteico sempre crescente.  Le aziende e start-up che vogliono investire in questo settore in Europa non dovrebbero essere ostacolate da misure governative, come quella italiana. Diversamente andrebbe avviato un dialogo con il pubblico e gli stakeholders con un loro coinvolgimento nel dibattito scientifico, per sensibilizzare l’interesse sulla ricerca biomedica e sulle questioni critiche, e per costruire un consenso che evitando un divieto, che come è accaduto in passato (ed. OGM) potrebbe soffocare questo campo emergente.

Sul fronte della ricerca, per la produzione su scala industriale di carne coltivata sono necessari ulteriori studi che valutino il potenziale di maggiore efficienza energetica, sostenibilità e minore impronta di carbonio rispetto alla carne convenzionale. La carne coltivata non sarà mai in grado di sostituire la carne convenzionale: esistono numerosi ostacoli economici e tecnici che devono essere superati per rendere la produzione redditizia e su scala industriale. Inoltre, può essere vista come un’alternativa proteica alimentare, come nel caso degli insetti o delle alghe, solo da quei consumatori facoltosi che lo accettano, sono disposti a pagare di più e vogliono essere rassicurati sulla produzione di carne senza la macellazione degli animali.

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Dott. Maurizio Ferri




Il GdL Filiere Fragili si rinnova

Cambio della guardia alla guida del Gruppo di Lavoro SIMeVeP “Filiere fragili e produzioni locali”, il GdL nato per impulso di Raffaella Moretti con l’intento di fare il punto circa il sistema dei controlli in sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare e la conseguente sua applicazione, ispirata ai principi di flessibilità previsti dalla vigente normativa, nelle produzioni animali e agroalimentari sostenibili e di nicchia, anche dette piccole produzioni locali che rappresentano le unità costituenti delle c.d. filiere fragili.

Alla Dott.ssa Moretti, cui va il sentito rigraziamento di SIMeVeP per il lavoro svolto in questi anni, subentra Angelo Citro.

Le eccellenze alimentari del nostro Paese poggiano su processi produttivi artigianali che fanno riferimento a culture e tradizioni vecchie di secoli, arricchite tra un passaggio generazionale e l’altro e costituiscono l’essenza stessa di interi territori, spesso marginali, dai quali originano veri e propri capolavori dell’agroalimentare universalmente conosciuti e apprezzati.

Tutto questo però non è più sufficiente a tenere in vita piccole aziende, generalmente a carattere familiare, che risultano di fatto annientate da soggetti economici più grandi e dominanti del mercato; dal mondo produttivo rurale emerge che una delle problematiche più sentite che limitano la sopravvivenza di queste piccole ma preziose realtà produttive, è quella di essere trattato alla stregua della grande industria alimentare, senza però avere alle spalle una struttura che gli consenta di gestire l’eccessivo peso burocratico.

Il Gdl ha pertanto come obiettivo principale quello di contribuire a sviluppare a pieno le potenzialità di tutte quelle realtà aziendali che operano in “filiera corta” fornendo, al piccolo produttore, un diverso modello di approccio culturale al binomio normative/pratiche produttive e sfruttando al massimo, le “previste e performanti potenzialità di flessibilità”, nell’applicazione delle norme stesse.

Il Gdl intende raggiungere i propri obiettivi attraverso la promozione, il patrocinio e la realizzazione di iniziative culturali, anche a carattere divulgativo, che prevedono l’intervento e la collaborazione di tutti gli interlocutori di Sanità Pubblica del SSN, Università e soggetti del mondo economico-produttivo e della società civile.

Per partecipare alle attività del gruppo di lavoro, scrivere a segreteria@veterinariapreventiva.it indicando nell’oggetto il gdl a cui si intende aderire, e nella mail nome, cognome, recapiti, ente di appartenenza e una breve presentazione dell’esperienza in materia.




ECM PSA di Bergamo: pubblicati gli atti

Sono online i documenti relativi al corso ECM dal titolo “Peste Suina Africana: problema sanitario ed economico. Strategie di contenimento e di eradicazione” che si è tenuto a Bergamo il 2 settembre.

Alla luce dell’attuale emergenza relativa alla Peste suina africana (PSA), l’obiettivo del convegno è stato quello di  migliorare le conoscenze degli operatori nell’ambito del monitoraggio e della sorveglianza della malattia nella fauna selvatica e favorire una più efficace gestione dell’allevamento, in linea con le indicazioni delle più recenti normative.

Scarica gli atti




Intervista a Ferri -Vespa Orientalis: «No agli allarmismi, sì alla prudenza»

Il dott. Maurizio Ferri, responsabile scientifico SIMeVeP, intervistato da Sanità Informazione sulla diffusione della Vespa orientalis.

Se fino a qualche anno avremmo dovuto trovarci in Sicilia o nelle regioni del sud Italia, al massimo fino alla Campania meridionale, per imbatterci in un esemplare di Vespa orientalis, oggi il Calabrone orientale è stato avvistato più volte anche nella Capitale e in molte regioni settentrionali.

«Colonie sono state scovate in città come Roma, Firenze, Genova, Torino e Trieste. E, sebbene non ci siano ancora studi scientifici a riguardo, le ipotesi più plausibili del verificarsi di questa situazione anomala sono da associarsi sia al cambiamento climatico, che alla presenza di rifiuti», spiega  Maurizio Ferri.

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Fonte: sanitainformazione.it

 




La carne coltivata. Limiti, vantaggi e prospettive future

Una delle sfide che il mondo deve affrontare è quella di garantire cibo sufficiente per la popolazione, che si prevede raggiungerà 9-11 miliardi nel 2050. Secondo un rapporto della FAO per soddisfare il futuro fabbisogno alimentare, la produzione mondiale di carne dovrà essere più che raddoppiata, passando da 229 milioni di tonnellate nel 1999/2001 a 465 milioni di tonnellate entro il 2050.  La stessa organizzazione stima che con la crescita della popolazione e l’aumento dei redditi medi la domanda globale di prodotti di origine animale aumenterà fino al 70% tra il 2010 e il 2050,  mentre la carne fino al 15% entro il 2031 3 con effetti sulla salute, risorse ed ambiente.

Le necessità di approvvigionamento alimentare globale al netto degli effetti del cambiamento climatico hanno stimolato processi di innovazione tecnologica del settore agroalimentare per produrre cibo più sicuro, sostenibile, con ridotto impatto sull’ambiente ed offrire più scelte ai consumatori.

C’è necessità inoltre di sviluppare la ricerca sulle fonti proteiche alternative a quelle ottenibili con l’allevamento e macellazione degli animali come gli alimenti a base vegetale, gli insetti per il consumo umano, le micoproteine derivate da funghi, le alghe, gli ingredienti ottenuti con la fermentazione di precisione e la carne coltivata, perché le diete future probabilmente incorporeranno una combinazione di questi prodotti.

La carne coltivata è un tema che sta facendo discutere moltissimo con posizioni che vanno dal rifiuto di tutto ciò che è alimentazione artificiale (es. neofobia) all’apertura verso l’innovazione tecnologica e diversificazione dell’industria alimentare con nuovi prodotti che offrono vantaggi di tipo etico, migliore sostenibilità e bassa impronta di carbonio. La produzione di carne coltivata afferisce alla cosiddetta agricoltura cellulare, un campo di ricerca emergente dell’agri-biotecnologia che mira a produrre prodotti agricoli utilizzando cellule staminali, senza sacrificare animali o coltivazioni. Il processo utilizza le tecnologie della coltura cellulare ed ingegneria tissutale applicate da decenni nel settore delle biotecnologie (es. produzione di proteine ricombinanti, vaccini e farmaci, come l’insulina) e in medicina umana a partire dalle cellule staminali per rigenerare i tessuti o sostituire le cellule

Scarica gratuitamente il documento “La carne coltivata. Limiti, vantaggi e prospettive future” a cura di Maurizio Ferri, responsabile scientifico SIMeVeP




Convegno PSA. Tutti uniti per combattere la malattia

Domani, 5 settembre, arriverà in Conferenza Stato Regioni “Piano Straordinario di catture, abbattimento e smaltimento dei cinghiali (Sus scrofa) e Azioni Strategiche per l’Elaborazione dei Piani di Eradicazione nelle Zone di Restrizione da Peste Suina Africana (PSA)” già approvato dalla Commissione Agricoltura della Conferenza.

Lo ha annunciato il Commissario straordinario alla Peste Suina Africana, Vincenzo Caputo, nel corso del Convegno “Peste Suina Africana: problema sanitario ed economico. Strategie di contenimento e di eradicazione” organizzato da Coldiretti con il patrocinio di ATS Bergamo e accreditato ECm dalla SIMeVeP che si è tenuto in 2 settembre nell’ambito della Fiera di Sant’Alessandro a Bergamo.

Le misure si pongono l’obiettivo di uscire entro tre anni dall’emergenza che è arrivata in Lombardia, regione dove si allevano la metà dei suini italiani e dove la Psa è ha già colpito con 5 focolai in allevamenti suinicoli in provincia di Pavia.

«Occorre mettere in campo una biosicurezza rafforzata con comportamenti consapevoli da parte dell’uomo – ha affermato Caputo – Si parte dalla disinfezione di mani e scarpe, i boschi vanno frequentati in sicurezza e sarà sempre più importante il coinvolgimento di sindaci e regioni. Dobbiamo salvare il comparto suinicolo, particolarmente importate per l’economia».

Francesco Feliziani, responsabile del laboratorio nazionale di riferimento per le pesti suine dell’Istituto zooprofilattico sperimentale Umbria e Marche, ha aggiunto che «il vaccino allo studio è uno strumento importante, ma non per l’Europa, dove esiste una filiera suinicola avanzata. Puntiamo sulla prevenzione, partendo dalla segnalazione tempestiva dei casi sospetti, tenuto conto che abbiamo un sistema diagnostico molto efficace».

Il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, ha concluso l’incontro, ribadendo che bisogna « fare tutto il possibile per non compromettere una delle filiere più importanti dell’agroalimentare italiano, apprezzato in tutto il mondo. Prestiamo la massima attenzione e ogni allevatore coinvolto verrà indennizzato. Non possiamo perdere la capacità produttiva di un comparto che muove più di 20 miliardi di euro e che rischierebbe di perdere mercati importanti. Uniamo le forze per uscirne il prima possibile in modo da garantire una prospettiva futura alle nuove generazioni».

Al Convegno sono intervenuti anche Mario Chiari, Ats Brescia – Referente PSA UO Veterinaria Regione Lombardia, il sottosegretario del Ministero dell’agricoltura, Patrizio La Pietra, Gabriele Borella, presidente di Coldiretti Bergamo, l’Assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi, il consigliere regionale Davide Casati. Il Sottosegretario e l’Assessore hanno assicurato la massima attenzione da parte del Governo e della Regione lombardia e lo stanziamento di risorse per il settore suinicolo.

A coordinare i lavori della giornata il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice che ha sottolineato come siano isndispensabili azioni coordinate e sinergiche per contenere la diffusione della Peste Suina Africana nel nostro Paese ed evitare danni ingenti all’economia, compreso l’export dei prodotti agroalimentari italiani.

 

 

 




PSA: Intervista al Presidente Sorice

Il Presidente della SIMeVeP, dott. Antonio Sorice è stato intervistato in merito agli ultimi sviluppi relativi alla Peste Suina Africana.

Negli ultimi giorni le notizie sul tema corrono. L’arrivo del virus anche in Lombardia, in particolare nella zona del pavese, ha messo tutto il comparto di allevatori, addetti sanitari in stato di massima allerta: la situazione è grave se anche la Lombardia viene colpita, giacché come l’Emilia-Romagna e altre regioni limitrofe rappresenta lo zoccolo duro della produzione italiana di carne e prodotti trasformati (salami, prosciutto crudo, pancette, coppa, etc) esportati anche all’estero come eccellenze del Made in Italy.

Esistono misure di biosicurezza obbligatorie che vengono adottate da allevatori di suini domestici, la questione si fa più intrigata quando si tratta di cinghiali selvatici che escono fuori dall’area del controllo umano.

Cosa ne sarà, dunque, del comparto se la piaga della peste suina africana non si arginerà? Abbiamo parlato con Antonio Sorice, Presidente della SIMeVeP, Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, che ci ha chiarito le idee sulla questione spiegando cosa sta succedendo, quali sono le conseguenze.

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Fonte : www.gamberorosso.it




Covid-19: origine naturale o di laboratorio?

Pubblichiamo il contributo del dott. Maurizio Ferri relativo sulla richiesta fatta da Biosafety Now alla rivista Nature Medicine di ritirare l’articolo The proximal origin of SARS-CoV-2 pubblicato nel 2020.

Biosafety, un’organizzazione non governativa, ha lanciato 6 febbraio 2023,una petizione per richiedere alla rivista Nature Medicine di ritirare l’articolo The proximal origin of SARS-CoV-2 pubblicato nel 2020. Nella petizione si stabilisce che l’articolo era, ed è, il prodotto di frodi scientifiche e cattiva condotta scientifica e se ne propone la rimozione dalla letteratura scientifica. Contestualmente, tra le diverse attività lancia un’altra petizione con la quale chiede di proibire la ricerca “gain-of-function’ che crea potenziali agenti patogeni pandemici, di ridurre il numero di laboratori di bio-contenimento di alto livello, il rafforzamento della biosicurezza e della gestione del rischio biologico per la ricerca sui patogeni. Lo scopo è dunque di prevenire le future pandemie causate da esperimenti di laboratorio e sensibilizzare la comunità scientifica e la società sui rischi legati alle accresciute potenzialità e costi in rapida diminuzione della biotecnologia avanzata. Gli esperimenti ‘gain of function’ che servono per aumentare la capacità patogena dei virus, possono rendere le pandemie generate dal laboratorio una minaccia per la sopravvivenza della specie umana e necessitano di una più stretto controllo regolatorio nazionale ed internazionale.

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