Emergenze non epidemiche, FVO in visita in Italia incontra Emervet

Presso il Ministero della Salute il 18 giugno ha avuto luogo l’incontro di apertura della visita di una delegazione dell’FVO, che si concluderà il 21 giugno, finalizzata a comprendere le capacità e il grado di risposta alle emergenze non epidemiche da parte dei Servizi Veterinari italiani.

All’incontro, a cui erano presenti il Dott. Antonino De Angelis della Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari Ufficio 3, il Dott. Marco Leonardi del Dipartimento Nazionale di P.C., i rappresentanti dei Servizi Veterinari delle Regioni Marche, Campania e Emilia Romagna, il Centro Nazionale di Referenza per le Emergenze Non Epidemiche ed Igiene Urbana (IUVENE) e l’IZS di Marche ed Umbria, è stato invitato il Dott. Antonio Tocchio, Vicepresidente di Emervet, che ha illustrato la nostra associazione di volontariato che si inserisce nel sistema nazionale di protezione civile quale struttura operativa compresa nell’art.13 del codice della protezione civile dlgs 1/2018.

Nella presentazione sono state riportati i passi fatti a partire dalla costituzione, avvenuta nel 2017, immediatamente dopo il Sisma del Centro Italia, e le finalità volte a fornire la più ampia partecipazione dei soci alle attività rivolte a 360° gradi verso la protezione civile, nell’ambito della normativa vigente, intesa in tutte le sue caratteristiche e forme, cioè:

• previsione, prevenzione e soccorso, primariamente quello sanitario, con particolare riferimento agli aspetti di sanità pubblica veterinaria
• formazione permanente e aggiornamento delle conoscenze dei volontari di P.C. e degli appartenenti alle strutture operative della Protezione Civile
• protezione, conservazione e tutela del territorio, nelle sue componenti nell’ambito della P.C.

L’incontro ha permesso di illustrare le motivazioni della nascita di Emervet che rappresenta il braccio operativo della Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva e realizza un progetto formativo e operativo innovativo che funziona da interfaccia tra le conoscenze tecnico-scientifiche applicate – il patrimonio culturale e professionale delle varie centinaia dei soci e stakeholder che operano sul territorio nazionale – e le richieste delle Autorità di Protezione Civile individuate ai vari livelli istituzionali e del Dipartimento di Protezione Civile.

Emervet infatti fornisce una risposta strutturata alle numerose offerte di prestazione d’opera professionale qualificata, emerse durante emergenze e catastrofi, da parte di colleghi dipendenti o libero-professionisti, associazioni e soggetti che operano nel “mondo veterinario”, traducendole in termini operativi, per non disperderle o renderle inutilizzabili.

FVO ha colto l’importanza del “progetto Emervet” che, ispirato dal principio di sussidiarità, è un’associazione aperta a tutti quelli che ne condividono i principi ed è in linea con il Codice della Protezione Civile.

E’ infatti in grado di intervenire come ODV con procedure più snelle e consolidate, regolate da normative del terzo settore, risolvendo le criticità nella mobilitazione e coordinamento delle risorse veterinarie che sono emerse nel corso dell’Emergenza Sisma Centro Italia. Tale azione si realizza ponendo particolare cura alla formazione dei propri volontari diffusi su tutto il territorio nazionale che costituiscono in primis una rete resiliente locale e una risorsa a supporto della componente veterinaria della funzione 2 utilizzabile anche in tutto il territorio italiano, per fornire una risposta al limite oggettivo della continuità dell’erogazione assistenziale agli animali da reddito e d’affezione e all’igiene urbana, oltre che alla sicurezza alimentare, che per produttori e consumatori italiani è l’elemento imprescindibile delle eccellenze agroalimentari del nostro Paese.

Sono state quindi illustrate le iniziative finora svolte da Emervet con i convegni/corsi ECM del 2017 a Montefortino (giugno) e presso il Golfo di Policastro – Salerno (settembre) e il Corso sugli aspetti sanità pubblica veterinaria conseguenti all’eruzione dell’Etna (dicembre).

Particolarmente apprezzato è stato il programma del “Corso base di protezione civile per operatori del dipartimento di protezione civile addetti alla funzione 2” che si svolgerà a Rovigo dal 5-6 luglio. L’iniziativa accreditata ECM effettuata con funzionari della struttura regionale di P.C. del Veneto e formatori esperti appartenenti al sistema, risponde a un’esigenza specifica di formazione specialistica espressa anche da tutti i relatori presenti all’incontro.

La visita dell’FVO proseguirà nei prossimi giorni con incontri programmati presso il Dipartimento Nazionale di P.C., l’istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e Molise-Centro IUVENE- dove interverranno anche colleghi dell’ZS dell’Umbria e delle Marche e i colleghi dei Servizi Veterinari regionali delle Marche.

L’ultima parte della visita, preceduta da una simulazione e esercitazione con la piattaforma EMERGENZA 2.0 in preparazione alle visite agli allevamenti dell’USL2 dell’Umbria, si concluderà il giorno 21 dopo un passaggio presso alcune aziende di Norcia e Cascia colpite dal Sisma.




Intimidazioni ai veterinari, la solidarietà della SIMeVeP

Il Presidente della SIMeVeP, Antonio Sorice, esprime solidarietà al medico veterinario dipendente della ASP di Caltanissetta al quale è stata incendiata la macchina nella notte tra sabato e domenica.

Con sconcertante e drammatica puntualità è arrivato l’ennesimo atto intimidatorio nei confronti di Veterinari di sanità pubblica a dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che il fenomeno è grave ed inarrestabile. Al collega e a tutti i Medici Veterinari che incolpevolmente subiscono atti di intimidazione, minacce o vere e proprie aggressioni nell’esercizio delle proprie funzioni svolte per conto del Sistema Sanitario Nazionale a tutela della salute dei cittadini, voglio manifestare la vicinanza di tutti i colleghi iscritti alla SIMeVeP. Non è accettabile che in questo Stato non si sia ancora affrontato con determinazione e fermezza un fenomeno che colpisce i suoi stessi funzionari, non ci stancheremo mai di denunciarlo almeno fino a che non saranno adottati provvedimenti concreti, per altro già proposti da anni dai Veterinari di medicina pubblica”.

 




Antibiotico resistenza: nuove frontiere della One health

Si è svolto presso Salone di Rappresentanza, dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Salerno un interessante convegno su tema” Antibiotico resistenza NUOVE FRONTIERE DELLA ONE HEALTH Medici, Odontoiatri, Veterinari e Farmacisti a Confronto” organizzato da Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva, Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Salerno, Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Salerno,Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno.

Hanno partecipato all’evento Medici Veterinari e Farmacisti dipendenti delle Aziende sanitarie e liberi professionisti.

Il dott Luigi Morena, delegato SIMeVeP per la regione Campania nell’introdurre il tema ha sottolineato come l’Organizzazione mondiale della sanità da tempo lancia l’allarme sul fenomeno della resistenza dei batteri ai farmaci. Nella giornata mondiale degli antibiotici, il 17 novembre scorso, il messaggio e stato forte e chiaro: Utilizzare gli antibiotici in modo appropriato è una responsabilità di tutti. Già oggi si stima che vi sono oltre  mezzo milione di casi di antibioticoresistenti nel mondo.

In Italia, solo nell’ultimo anno, sono stati 7000 i morti per infezioni batteriche contratte nei nosocomi. E il futuro sarà ancora peggiore. L’OMS stima 10 milioni di decessi entro il 2050 se non sarà trovato un rimedio.

Il dott. Giovanni D’Angelo, Presidente dell’Ordine dei medici, ha sottolineato come l’integrazione tra i saperi dei professionisti sia indispensabile al fine di ottenere risultati di efficacia ed efficienza in sanità, soprattutto per la lotta all’antibiotico resistenza .

Il prof Orlando Paciello, Presidente dell’Ordine dei Medici veterinari della Provincia di Salerno, ha affermato che la lotta all’antibiotico resistenza deve essere fatta insieme a cominciare dall’uso degli antibiotici. Occorre che questi siano assunti, sia dagli animali che dagli uomini,  solo dopo prescrizione medica o medico veterinaria.

Il dott Antonio Sorice Presidente della SIMeVeP, ha evidenziato come il ruolo della medicina veterinaria pubblica sia assolutamente fondamentale, al pari di quello della medicina umana, per il controllo dell’uso degli antibiotici. Occorre fare prevenzione e formazione. In Italia la SIMeVeP sta facendo da tempo una capillare attività di informazione e educazione rivolta agli allevatori e ai veterinari liberi professionisti sull’uso corretto, appropriato e razionale del farmaco veterinario. Durante questi incontri raccogliamo sensibilità e attenzione verso il fenomeno; rispetto al passato si comincia a capire quanto sia importante un utilizzo razionale degli antibiotici sia negli animali d’allevamento, sia negli animali da compagnia, così come è importante far capire che è necessario affidarsi sempre al medico veterinario nella somministrazione del farmaco. Per contrastare l’antibioticoresistenza bisogna insistere e continuare su questa strada, anche attraverso la collaborazione tra professionisti di diversa area come medici, veterinari, farmacisti.

Il Dott. Carlo Tascini, Direttore U.O.C Malattie Infettive ad indirizzo neurologico AORN dei Colli Napoli, ha ricordato che la Regione Campania ha da subito applicato le nuove linee guida del Ministero della Sanità per la lotta alle antibiotico resistenze e ha pubblicato, con Decreto Regionale, le linee di indirizzo per la terapia antibiotico empirica. Sono atti che da soli non bastano, ma rappresentano certamente un primo passo per la lotta nella all’antibiotico resistenza. Occorre sempre fare delle terapie mirate, attraverso diagnosi certe, per ottenere buoni risultati e scongiurare l’antibiotico resistenza.

Il Dott. Domenico Della Porta Direttore del Dipartimento di prevenzione Asl Salerno ha stigmatizzato un uso massiccio di antibiotici sia da parte del medico che da parte del veterinario. Occorre sempre che il medico attenda gli esami come l’antibiogramma prima di effettuare una prescrizione.

Il Dott Ferdinando M. De Francesco, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti, ha sottolineato come i farmacisti devono collaborare con il decisore della spesa dei farmaci analizzando una serie di dati, dando un contributo sull’utilizzo di molecole rispetto ad altre. Inoltre bisogna educare i cittadini al “non fai da te” per l’utilizzo dei farmaci. Esempio classico è l’utilizzo di antibiotici in eventi influenzali , dove non servono, ma tanti pazienti liberamente ritengono di doverli utilizzare.

Il Prof. Giuseppe Iovane, Direttore del dipartimento di sanità animale, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Profilassi e Polizia Università degli Studi di Napoli “Federico II”, ha dichiarato che oramai non esistono più germi patogeni e germi non patogeni, i meccanismi di trasformazione, trasduzione e coniugazione tra i microbi sono in grado di mandare segnali genetici tra un batterio all’altro e quindi conferire la problematica emergente quale è l’antibiotico resistenza. Il dipartimento di malattie infettive si sta occupando di un germe un stafilicocco che fa parte del gruppo degli aureus ma e un pseudointermedius, è un germe zoonotico emergente. I cani per esempio sono portatori e possono passare questo germe pericoloso in quanto porta in sè il gene della resistenza.

Al Convegno hanno partecipato circa 150 professionisti tra medici veterinari e farmacisti., tutti hanno espresso una forte volontà ad adoperarsi per creare una coscienza collettiva sull’utilizzo corretto degli antibiotici tanto per scongiurare danni ad il singolo individuo ed a tutta società

 

 




Quello che i pesci non dicono

La sezione ligure della SIMeVeP ha organizzato l’evento formativo “Quello che i pesci non dicono – norme igienico sanitarie, disciplina della pesca e rischi associati al consumo di prodotti ittici” rivolto agli studenti dell’Istituto Alberghiero Marco Polo di Genova che si svolgerà l’11 maggio a genova.

Il corso, organizzato in collaborazione con Asl 2 Savonese, Università degli Studi di Pisa, Capitaneria di Porto di Genova, Istituto Zooprofilattico Sperimentale La Spezia, Istituto Alberghiero Marco Polo Genova, verterà in particolare su:

  • Riconoscimento specie ittiche tossiche del Mediterraneo
  • Trattamento del pesce crudo e consumo di Molluschi Bivalvi
  • Stagionalità del pescato, Taglie Minime e Divieti di pesca
  • Normativa ittica sanitaria
  • Cucina di Cambusa



Assemblea dei soci 2018

Si è svolta il 19 aprile 2018, presso la sede nazionale, l’Assemblea annuale dei Soci SIMeVeP.

In apertura il Presidente, Antonio Sorice, ha ripercorso i temi e le attività che hanno caratterizzato l’anno passato, ricordando in particolare l’impegno sul contrasto allo spreco alimentare e riutilizzo delle eccedenze, sulle emergenze non epidemiche, sulla biosicurezza e, da ultimo solo temporalmente, sull’opportunità di introdurre le telecamere a circuito chiuso negli impianti di macellazione.

Sono state ricordate le collaborazioni avviate e consolidate nel tempo con varie associazioni e stakeholder, che attestano la SIMeVeP come interlocutore autorevole anche in contesti diversi da quelli più usuali, permettendole di confrontarsi su tematiche nuove e stimolanti.

Il Vice Presidente, Vitantonio Perrone, ha inviato i soci a collaborare attivamente anche attraverso la rivista “Argomenti” che sempre più è diventata uno strumento di divulgazione attiva delle attività di sanità pubblica veterinaria e un supporto per la comprensione delle problematiche emergenti, accreditandosi validamente fra la lettura grigia del settore.

Il Coordinatore Scientifico, Maurizio Ferri, ha illustrato il Piano Formativo 2018, definendolo ambizioso, e ha indicato alcune tematiche, come ad esempio l’utilizzo di insetti in campo alimentare e il nuovo regolamento europeo sui controlli ufficiali, che è necessario approfondire nell’immediato futuro, non appena saranno conclusi e definiti alcuni aspetti normativi.

Al termine del confronto fra Consiglio direttivo, soci, referenti regionali e gruppi di lavoro, il Tesoriere, Massimo Platini ha presentato il conto consuntivo 2017 che è stato approvato all’unanimità.

L’Assemblea SIMeVeP è stata preceduta, nella mattinata dall’Assemblea degli aderenti a Emervet. Il Presidente, Antonio Sorice, e il Vice Presidente Antonio Tocchio hanno relazionato sull’attività del 2017 e delineato i progetti per il 2018, evidenziando come Emervet rappresenti un interlocutore importante sia per la Pubblica Amministrazione che per gli enti privati, perchè in possesso di un Know how specifico sia sulle emergenze non epidemiche sia sulla gestione delle problematiche collegate come la sanità animale e la sicurezza alimentare. In chiusura i soci hanno approvato all’unanimità conto consuntivo 2017.




Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare in Toscana

Sono aperte le iscrizioni al corso dal titolo “Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare in Toscana” che si terrà a Torrita di Siena il giorno 25 maggio 2018.

Il corso verte sulla comunicazione in Sanità Pubblica Veterinaria,  essenziale per affermare e diffondere il ruolo dei  Servizi Veterinari dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL della Toscana, dell’Istituto Zooprofilattico, dell’UVAC e dell’Università di Pisa; i veterinari pubblici
infatti, attraverso le attività svolte per la sicurezza alimentare e la salute animale, tutelano i consumatori ma anche le imprese, svolgendo un importante compito di trasferimento culturale e di mediazione che va potenziato a favore delle filiere locali e della salvaguardia del territorio e del suo patrimonio socio economico e culturale,  per  il sostegno delle produzioni tipiche e delle eccellenze storico/culturali,  per  superare le criticità e le sfide, per produrre bene e dare forza al Sistema Agro-Zootecnico-Alimentare Tradizionale e al Sistema Paese.

Attraverso la Comunicazione, speriamo in una nuova adozione politica, ad oggi carente, delle politiche per la prevenzione e delle nuove opportunità per la sanità pubblica del futuro.

 

 

 

 

 

 




Telecamere nei macelli: un ausilio, a determinate condizioni

Le telecamere nei macelli non possono in nessun modo essere utilizzate per sostituire l’attività di controllo e ispezione dei veterinari ufficiali negli impianti, né indurre una riduzione del numero degli operatori, ma possono essere uno strumento utile per affrontare alcune criticità e per alzare  i livelli di protezione animale, se utilizzate a determinate condizioni” questo il fulcro del messaggio del presidente SIMEVeP, Antonio Sorice, intervenuto al Convegno “Telecamere nei macelli. Più tutele per animali, lavoratori, veterinari e consumatori” che si è svolto ieri a Roma.

Al confronto, organizzato da Legambiente, CIWF Italia e Animal Law per avviare un dibattito pubblico sul tema e trovare soluzioni condivise, sono intervenuti anche Alessandra Raucci, Ministero della Salute, Marco Bermani, Segretario nazionale Flai CGIL, Lebana Bonfanti e Guido Di Martino, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie,  Alfonso Celotto dell’Università Roma Tre,  Sabrina Bergamini, giornalista della rivista Helpconsumatori.

Il veterinario che oggi lavora nei macelli italiani, si trova ad affrontare diverse difficoltà, fra cui sempre di più l’esiguità del personale  – ha detto Sorice sottolineando che nei prossimi 5 anni il numero dei veterinari impiegati in sanità pubblica potrebbe diminuire di oltre il 40% con il concreto rischio di non essere rimpiazzato e la possibilità di essere aggredito o minacciato proprio nell’esercizio delle sue funzioni, come non di rado avviene anche presso gli impianti di macellazione. Il suo operato resta in ogni caso essenziale e insostituibile a protezione degli animali e del loro benessere, a garanzia della salubrità degli alimenti e per la regolarità stessa nelle operazioni di macellazione. In questo senso le telecamere possono rivelarsi utili anche nella formazione degli operatori, mostrando loro esempi di buone pratiche per evitare errori nella gestione degli animali al macello. In questo modo si aumenta il livello di  la protezione degli animali, già elevato in italia, con ricadute positive anche sulla sicurezza sul lavoro e in generale sulla fiducia dei consumatori”.

Se posizionate correttamente, sotto le indicazioni del veterinario ufficiale che opera presso il macello, e utilizzate in determinate situazioni e a determinate condizioni, le telecamere possono rilevarsi uno strumento di ausilio ai veterinari ufficiali per svolgere il loro lavoro in modo più efficace e contribuire al benessere degli animali, alla formazione e alla sicurezza degli operatori, ad aumentare il benessere degli animali, supportare il lavoro di veterinari e operatori, incidere favorevolmente sull’atteggiamento dei consumatori” ha concluso Sorice.

Video intervista rilasciata in occasione del Convegno

Clicca qui per i materiali dell’evento (presentazioni, interviste, documenti)

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Telecamere nei macelli tra sicurezza, prevenzione e repressione. È la soluzione più semplice?

In occasione del convegno “Telecamere nei macelli. Più tutele per animali, lavoratori, veterinari e consumatori” che si terrà a Roma il 18 aprile 2018, presso il Palazzetto delle Carte Geografiche, dalle 14.45 alle 18.00, cui parteciperà fra i relatori, il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice ha rilasciato agli organizzatori un’intervista sul tema:

Quali sono le maggiori difficoltà che il veterinario che lavora oggi nei macelli italiani deve affrontare?

Il lavoro del veterinario presso gli impianti di macellazione è difficile e complesso perché in queste sedi ci si occupa non solo di sicurezza alimentare, e cioè di garantire la salubrità degli alimenti che derivano dalla filiera produttiva, ma anche di altri ambiti, compreso quello della protezione degli animali. Evidentemente il lavoro richiede una grande professionalità, una attenzione e processi di formazione continui che non permettono di abbassare mai la guardia. Si tratta quindi di un lavoro molto interessante, ma anche, in qualche caso, pieno di difficoltà. La situazione in Italia, a questo proposito, si presenta a macchia di leopardo. Ci sono impianti in cui questo lavoro è più agevole, nonostante le difficoltà, e altre dove è più impegnativo. A ciò aggiungiamo che negli ultimi anni è aumentata l’attenzione su tutti i fronti per ciò che riguarda la sicurezza alimentare e il benessere animale e questo ha implicato anche una rinnovata esigenza di formazione continua a cui i veterinari ottemperano; di fatto non si smette mai di studiare.

Da non dimenticare, inoltre, che negli ultimi anni si sono evidenziati numerosi episodi di intimidazione che hanno preso di mira veterinari ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni presso gli allevamenti e gli impianti di macellazione e di trasformazione degli alimenti.

Infine occorre aggiungere un altro importante elemento: la situazione del personale sanitario in Italia sta diventando davvero preoccupante. L’età media degli operatori medici e veterinari che lavorano nella Sanità Pubblica italiana è di 54 anni, la gobba generazionale si attesta tra i 55 e i 60 anni e nei prossimi 3-4 anni si stima che il 30-40% degli operatori andrà in pensione. Questa fuoriuscita del personale, che solo in alcuni casi viene sostituito per effetto delle leggi finanziarie che obbligano le regioni (soprattutto quelle in rientro di bilancio) a delle limitazioni nella sostituzione del personale, evidentemente crea dei problemi per ciò che riguarda la copertura dei servizi territoriali, non esclusi i servizi forniti dai veterinari pubblici sia nei macelli, che in tutte le filiere produttive. La mancata sostituzione del personale in alcune aree del Paese si sta già rendendo evidente e può creare problemi laddove la presenza dei veterinari va garantita, costringendo a ritmi e orari di lavoro che vanno oltre il normale orario di servizio, con conseguente difficoltà a garantire una soglia di attenzione costante e elevata come alcune di queste situazioni richiedono.

Le telecamere nei macelli possono essere uno strumento utile?

Occorre subito dire che le telecamere presso gli impianti di macellazione non devono e non possono sostituire i veterinari che svolgono l’attività di controllo dell’operazione di macellazione. Le telecamere potrebbero essere un ausilio agli operatori che svolgono le attività di controllo negli impianti perché, soprattutto in determinate condizioni, non si può avere contemporaneamente sotto controllo tutta la linea di macellazione dall’arrivo degli animali al prodotto finale contemporaneamente, soprattutto considerando la sovente esiguità del personale, come dicevo prima. Se posizionate correttamente, sotto le indicazioni del veterinario ufficiale che opera presso il macello, possono essere di ausilio, dando un contributo – in determinate situazioni e a determinate condizioni – e un utile servizio mostrando agli operatori quali sono le buone prassi da seguire durante le fasi di macellazione.

L’installazione delle telecamere potrebbe essere di ausilio anche per i sempre più soventi episodi di intimidazione che stanno raggiungendo livelli decisamente preoccupanti. Per questi motivi riteniamo, come veterinari di sanità pubblica, che le telecamere possano essere da supporto alle attività del veterinario ufficiale, ma non sostituirle. Perciò chiediamo, qualora si dovesse arrivare a una definizione di uno strumento legislativo che proponga l’installazione delle telecamere nei macelli, che questo debba essere frutto di un confronto aperto e costruttivo con tutte le parti. I veterinari dovrebbero avere parte attiva nella stesura della normativa, perché le telecamere possono essere un strumento importante e utile, ma solo a determinate condizioni.

In conclusione crediamo che le telecamere possano supportare i veterinari e aiutarli a rendere più elevato il già ottimo livello, nella maggior parte degli impianti italiani, delle prestazioni di tutti gli operatori.

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On line Argomenti 1/2018

E’ pubblicata la versione digitale di Argomenti, disponibile sia in formato “sfogliabile” smartphone, pc e mac, sia in formato pdf, suddivisa per articoli.

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Tutelare la qualità dei prodotti delle api

E’ pubblicato sul n° 1/2018 di Argomenti l’articolo “Tutelare la qualità dei prodotti delle api” di Giulio Loglio.

L’apicoltore che produce “alimenti” destinati alla vendita deve rispettare una serie di norme che spesso non conosce, conosce in modo superficiale o sottovaluta.
Sono norme molto specifiche che lo stesso veterinario ufficiale deve padroneggiare per poter effettuare gli interventi di controllo previsti dalla normativa nazionale e comunitaria.
In occasione dei sopralluoghi presso le aziende apistiche, gestite da un apicoltore professionista, il veterinario ufficiale, di norma, deve verificare la presenza del registro dove vengono annotati i trattamenti farmacologici impiegati per la lotta alla varroa; infatti, la Nota ministeriale 0015790 del 01/07/2016 ribadisce che l’apicoltore, nelle vesti di produttore primario, ha l’obbligo di registrare i medicinali veterinari impiegati in base al Reg. 852/2004, allegato 1, parte A, capo III. Inoltre, deve valutare che il quantitativo dei medicinali acquistati sia sufficiente a garantire un adeguato trattamento acaricida in base al numero degli alveari posseduti.

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