Cuccioli e padroni insieme in ospedale. Sorice: un sostegno psicologico indispensabile

animali ospedaleIl Presidente SIMeVeP Antonio Sorice ha commentato l’iniziativa che, per la prima volta nel Lazio e grazie alla collaborazione collaborazione fra la Asl Roma 6, la struttura regionale Promozione e Prevenzione della Salute e l’Istituto Zooprofilattico del Lazio e della Toscana, consente ai pazienti ricoverati all’ Ospedale dei Castelli di Ariccia (RM) di incontrare i propri animali domestici, in particolare cani, gatti e conigli in un ambiente apposito all’interno della struttura ospedaliera, l’area “4 Zampe con te”.

 “Gli animali sono diventati parte integrante della famiglia – afferma Sorice  a RCS Salute- e danno in tante situazioni un supporto psicologico importante”.

L’incontro fra i degenti e il loro animale domestico è disciplinato da un regolamento specifico che assicura anche che l’interazione con gli animali non presenti criticità di tipo igienico-sanitario verso altri degenti e l’ambiente circostante.

La possibilità di introdurre animali nelle strutture sanitarie va sempre valutata dalle Direzioni sanitarie delle strutture – spiega il dottor Sorice – e in caso sia attuabile, deve avvenire in modo controllato. Noi abbiamo suggerito che gli animali che entrano nelle aree dedicate all’incontro con i pazienti siano preventivamente visitati da un veterinario e quindi vaccinati per evitare possibili danni alla salute dei pazienti presenti nella struttura”.

Leggi l”intervento completo su RCS Salute




Vetmare 2019, aperte le iscrizioni!

iscrizioniSicurezza alimentare e benessere animale: un binomio inscindibile” è il titolo del corso ECM che si svolgerà dal 1 al 6 luglio 2019 a Pisciotta a Salerno.

Al corso assegnati 27,4 crediti ECM.

E’ possibile effettuare la prenotazione alberghiera per la settimana 30 giugno – 7 luglio (prenotazioni entro il 10 giugno).

 

Programma del corso

Scheda di iscrizione




La formazione dei risk manager e il nuovo Regolamento Delegato (UE) 2019/624. Ferri nel COST Action 18105

Bandiera Unione EuropeaIl dott. Maurizio Ferri è stato nominato dal COST National Coordinator (Ministero MIUR) membro sostituto del Management Committee di COST Action 18105 “Risk-based meat inspection and integrated meat safety assurance (RIBMINS)” per il quadriennio 2019-2022.

COST (European Cooperation in Science and Technology è un’organizzazione nata nel 1971 per promuovere lo sviluppo in ambito tecnologico e della ricerca scientifica tra 38 paesi europei e riceve finanziamenti UE nell’ambito dei vari programmi quadro di ricerca e innovazione, come Horizon 2020. Attraverso la creazione di reti di ricerca, denominate COST Actions, il programma offre uno spazio aperto per la collaborazione tra gli scienziati di tutta Europa (e non solo) stimolando il progresso della ricerca e l’innovazione.

La rete RIBMINS prevede cinque gruppi di lavoro ognuno dei quali impegnato a sviluppare un aspetto specifico del nuovo sistema di assicurazione della sicurezza delle carni.

Il dott. Ferri è membro del working group 5 “formazione, comunicazione e monitoraggio del sistema di assicurazione della sicurezza delle carni” che lavorerà su tre obiettivi per il primo anno di attività:

  • creazione di una rete di stakeholders;
  • impostazione di una strategia di comunicazione interna ed esterna, in stretta collaborazione con il Comitato direttivo e il responsabile della comunicazione scientifica di COST 18105;
  • identificazione delle esigenze di formazione per il profilo del futuro gestore del rischio da presentare al primo workshop di Novembre 2019 a Copenaghen.

Riguardo al terzo obiettivo del WG 5 di COST Action 18105, i fabbisogni formativi per la futura figura di risk manager (veterinario ufficiale, ausiliari ed altro personale?’) del nuovo sistema di garanzia dalla sicurezza delle carni, vanno individuati nei requisiti di formazione stabiliti del nuovo Regolamento Delegato (UE) 2019/624 della Commissione dell’8 Febbraio 2019 “recante norme specifiche per l’esecuzione dei controlli ufficiali sulla produzione di carni e per le zone di produzione e di stabulazione dei molluschi bivalvi vivi in conformità al regolamento (UE) 2017/625 del Parlamento europeo e del Consiglio” pubblicato sulla GUUE il 15 maggio 2019.

Leggi l’approfondimento a cura di Maurizio Ferri




Apicoltura: campionare il pane d’api per uso alimentare o per esami di laboratorio

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “Apicoltura: campionare il pane d’api per uso alimentare o per esami di laboratorio” di Giulio Loglio.

Il pane d’api è un ottimo prodotto alimentare ottenuto dalla fermentazione del polline fresco nelle celle dei favi. Non è mai stato valorizzato dagli apicoltori per auto-consumo per la mancanza di un attrezzo che ne permettesse un’agevole raccolta.Chi scrive ha ideato il “raccogli pane d’api”, uno strumento (brevettato) semplice e poco costoso che permette di estrarre dai favi il pane d’api sotto forma di pellets, ottenendo così un prodotto che può essere utilizzato come alimento sia dall’a-picoltore sia dal consumatore locale. Per il suo alto valore nutritivo, il pane d’api potrebbe essere utilizzato come ali-mento nei Paesi in via di sviluppo dove le popolazioni locali potrebbero essere formate per allevare razze di api seleziona-te specializzate nella raccolta del polline.

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La sindrome alpha-gal, allergia tardiva da consumo di carni rosse

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “La sindrome alpha-gal, allergia tardiva da consumo di carni rosse” di Alfonso Piscopo.

Le allergie alimentari sono delle reazioni avverse, sviluppa-tesi per ingestione di cibo, cui segue una risposta immuni-taria dell’organismo. La sintomatologia è quella classica delle allergie con una sensazione di prurito in bocca, in gola ea livello di orecchie; orticaria e gonfiore attorno agli occhi e tumefazione delle labbra, della lingua e del palato. Nei casi gravi, la reazione può essere pericolosa con shock anafilattico a seguito di difficoltà respiratorie, vertigini e sensazione di svenimento.Le cause vanno cercate in un errore del sistema immunitario, che scambia alcune proteine presenti nel cibo come minacce per la salute e reagisce rilasciando in circolo diverse sostanze, come risposta dell’organismo, causando i sintomi appena descritti.

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SIMeVeP alla Convention FEBA – Federazione Europea Banchi Alimentari

FEBA - Federazione Europea Banchi AlimentariPresso la sede della Fao si è aperta oggi a Roma, per concludersi il 18 maggio,  la “FEBA Annual Convention 2019″ dal titolo” Towards the next decade, together”.

La FEBA  – European Food Banks Federation è la Federazione Europea Banchi Alimentari, un’organizzazione non governativa fondata nel 1986 su iniziativa delle Fondazioni francese e belga, che  riunisce 388 Banchi Alimentari di 24 paesi europei, che quotidianamente lottano contro la fame e lo spreco alimentare.

La Convention ha l’esplicito intento di affrontare il futuro delle banche del cibo in Europa, si concentrerà inoltre sull’importanza di rafforzare i legami all’interno della rete e con tutte le parti interessate: istituzioni pubbliche, catene di approvvigionamento alimentare e altre ONG e rappresenta l’occasione per condividere le conoscenze e le migliori prassi esistenti e per identificare gli obiettivi e le azioni future che possono concretamente contribuire al conseguimento degli SDG (Sustainable Development Goals – Obiettivi di Sviluppo Sostenibile)  delle Nazioni Unite, con riferimetno all’obiettivo 12 “Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo” e ancora più nello specifico l’obiettivo 12.3 “Entro il 2030, dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto“.

Il Presidente della SIMeVeP, Antonio Sorice sta partecipando all’evento. “Quando sprechiamo cibo sprechiamo tutto ciò che è stato messo in campo per produrlo… acqua, suolo, energia, lavoro, passione, tradizione, storia, cultura…diamo valore al cibo!!!” ha commentato.

Gli SDG in italiano

A cura della segreteria SIMeVeP




Emergenza West Nile disease: l’esperienza veneta

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “Emergenza West Nile disease: l’esperienza veneta” di di S. Adami, M. Foroni, S. Martini.

Nonostante i notevoli progressi conseguiti nell’ambito della prevenzione, le malattie infettive continuano a rappresentare per la Regione del Veneto una priorità in ambito di sanità pubblica, in virtù della loro peculiare trasmis-sibilità, considerando anche che rappresentano attualmente la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari.Il mutamento degli assetti sociali ed epidemiologici, il grande aumento dei viaggi internazionali in zone tropicali, possono contribuire alla riaccensione di patologie infettive ormai in via di eradicazione. A complicare ulteriormente lo scenario, negli ultimi anni si è avuta la comparsa di patologie fino a quel momento sconosciute o normalmente non presenti sul territorio, talvolta con caratteristiche tali da rappresentare un rilevante rischio per la salute dell’uomo e degli animali.Tra queste malattie, denominate “emergenti”, viene annovera-ta la West Nile disease, rilevata per la prima volta in Veneto nel 2008 e per questo definita “arbovirosi autoctona”. A dieci anni di distanza, il 2018, che oramai sta volgendo al termine, è considerato a ragion veduta annus horribilis a causa dell’eleva-ta presenza di vettori in grado di trasmettere tale malattia agli uomini e agli animali e a motivo della persistente circolazionedel virus sul territorio regionale

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Filiera eco-alimentare: un progetto di valorizzazione e certificazioni delle carni di selvaggina

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “Filiera eco-alimentare: un progetto di valorizzazione e certificazioni delle carni di selvaggina” di R. Viganò, E. Demartini, A. Cottini, A. Gaviglio, P. Lanfranchi, E. Calderone, E. Ballocchi.

Saper gestire correttamente le risorse naturali senza arre-care danno al territorio è una sfida quanto mai attuale e rappresenta forse l’unica pratica sostenibile in grado di ridare un certo impulso allo sviluppo socio-economico delle aree rurali alpine. La ricchezza dei territori disagiati dal punto di vista produttivo-economico risiede, infatti, quasi esclu-sivamente nell’ambiente come elemento essenziale e caratterizzante non solo del territorio, ma anche delle tradizioni e degli usi delle popolazioni residenti.Il progettoSulla base di queste considerazioni, nel 2014, in Val d’Os-sola (Provincia di Verbania) ha preso avvio il progetto “Filiera Eco-Alimentare”, legato all’utilizzo delle carni di ungulati selvatici.

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Peste suina africana – Corso di aggiornamento ad Agrigento

Il 10 maggio si terrà ad Agrigento il corso  “Peste Suina Africana ed altre patologie da Arbovirus”.

E’ ormai ben noto che i possibili effetti dei cambiamenti climatici in interazione con altri fattori di carattere biologico, socio-economico, ecologico, possono condizionare la comparsa o la ricomparsa di malattie infettive emergenti o riemergenti in determinate aree geografiche.

Nell’ultimo decennio in Italia ed in Europa, si è assistito, in sanità pubblica umana e veterinaria, all’aumento delle segnalazioni di casi importati ed autoctoni di alcune arbovirosi molto diffuse nel mondo, tra cui West Nile, Blue Tongue, Dengue, febbre Chikungunya ed oggi vediamo avvicinarsi sempre più pressantemente il rischio dell’ingresso in Italia della Peste Suina Africana, sino ad ora circoscritta alla sola Sardegna.

La diffusione delle malattie infettive trasmesse da vettori sono ritenute legate ai cambiamenti climatici ed in particolare all’aumento della temperatura media che poterebbe avere come conseguenze:

– un ampliamento dell’area di distribuzione dei vettori indigeni e/o una riduzione della durata dei cicli di sviluppo degli stessi;

– una riduzione della durata della riproduzione dei patogeni negli artropodi vettori e/o un prolungamento della stagione idonea alla trasmissione degli agenti patogeni;

– un agevolazione all’importazione e all’adattamento di nuovi artropodi vettori e/o un agevolazione all’importazione ed all’adattamento di nuovi agenti patogeni attraverso vettori o serbatoi.

L’Italia, ed in particolare la Sicilia, a motivo della sua peculiare ubicazione geografica, che la pone a sud dell’Europa rappresenta un ponte ideale tra l’Europa e l’Africa e potrà, quindi, essere particolarmente coinvolta in questo fenomeno. Con l’aumento previsto della temperatura media, si potrebbe assistere ad un’amplificazione della densità dei vettori di malattie infettive, come zanzare, zecche, pappataci ed a variazioni significative nella loro distribuzione geografica, che determinerebbe una maggiore diffusione degli agenti patogeni da essi trasportati.

I partecipanti al corso avranno modo di acquisire conoscenze su alcune patologie da arbovirus ed al loro controllo. In particolar modo per la Peste Suina Africana, affinché, nell’eventualità di una sua comparsa all’interno del nostro territorio, i Colleghi Medici Veterinari e Medici Chirurghi abbiano le opportune

conoscenze e possano, quindi, prontamente emettere un sospetto di diagnosi procedendo all’applicazione delle misure di controllo nel territorio di interesse.

Scheda di iscrizione

 




“Selvatici e buoni”: una filiera alimentare da valorizzare

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “Selvatici e buoni”: una filiera alimentare da valorizzare” di A.Sorice, L. Pellicioli, S. Barbero, P. Lanfranchi, R. Viganò

Le carni di selvaggina fanno parte delle tradizioni alimen-tari del nostro Paese e sono espressione di un prodotto alimentare locale dall’altissima qualità nutrizionale e organolettica che, grazie agli attuali Regolamenti comunitari (Reg. (CE) 852-853-854 del 2004) e successivi recepimenti nazionale e regionali, possono dare origine a una filiera pro-duttiva controllata e sostenibile.Con queste premesse è stato avviato il progetto scientifico “Sel-vatici e buoni: una filiera alimentare da valorizzare”. Progetto sostenuto dalla Fondazione UNA Onlus (Uomo Natura Am-biente) che vede capofila l’Università di Scienze gastronomichedi Pollenzo in collaborazione con il Dipartimento di Medicinaveterinaria dell’Università degli Studi di Milano, la Società ita-liana di Medicina veterinaria preventiva e lo studio AlpVet.

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