Ancora violenze ai danni dei veterinari di Sanità Pubblica
Buone notizie per i consumatori e i veterinari europei provengono da Bruxelles dove la proposta di Regolamento di esecuzione che stabilisce l’elenco degli antimicrobici o dei gruppi di antimicrobici da riservare esclusivamente all’uso umano della Commissione europea (Reserve Antibiotics Implementing Act) è stata finalmente adottata dagli Stati membri dell’UE il 4 luglio. Sulla base dell’attuale situazione dell’UE relativa all’utilizzo di farmaci veterinari, tenuto conto dei rischi di resistenza antimicrobica, in futuro solo 21 (su un totale di 55) classi di farmaci antibiotici saranno disponibili per la medicina veterinaria ed essenziali per il trattamento di animali malati, il resto per esclusivo uso umana. Il regolamento di esecuzione mantiene dunque le opzioni terapeutiche necessarie per i veterinari al fine di garantire il trattamento di animali malati ed evitare la loro sofferenza.
Gli antimicrobici elencati sono stati designati sulla base dei pareri scientifici forniti dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA), in collaborazione con esperti degli Stati membri dell’UE, del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e dell’UE ed EFSA. L’intenso lavoro di consultazione tra la Commissione europea, Parlamento europeo, Stati membri dell’UE e stakeholders, a cui ha partecipato anche la FVE (Federation of Veterinarians of Europe) si è concluso con successo! Il Regolamento sarà pubblicato ufficialmente nelle prossime settimane e inizierà ad applicarsi 6 mesi dopo la sua pubblicazione, che si presume avverrà dopo l’estate
Il nuovo regolamento di esecuzione segue il precedente Regolamento delegato adottato dal Parlamento europeo lo scorso settembre 2021 con una maggioranza impressionante di oltre il 70% che stabiliva i criteri per la designazione degli antibiotici ritenuti critici e da riservare al solo uso umano sulla base di rigorose prove scientifiche in materia di AMR contenute nei pareri scientifici di WAHO, EFSA, ECDC ed EMA. Il regolamento di esecuzione ha ricevuto un sostegno ancora maggiore con 24 Stati membri su 27 che hanno votato a maggioranza ristretta contro la proposta di risoluzione della Commissione Ambiente (ENVI) su un divieto di ampia portata degli antibiotici di riserva in medicina veterinaria, confermando così la proposta della Commissione.
Come ha tenuto a precisare, Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, l’elenco approvato, il primo del suo genere nell’UE, costituisce una pietra miliare a livello mondiale e rappresenta un importante passo avanti nell’approccio politico One Health volto a frenare la resistenza antimicrobica. È un ottimo esempio di come la salute umana, animale e vegetale, considerando allo stesso tempo anche l’importanza dell’ambiente, possano essere gestiti con un unico approccio.
Un’altra buona notizia è contenuta nell’ultimo rapporto dell’Organizzazione mondiale per la salute animale (WAHO) che certifica una riduzione generale del 27% dell’uso di antimicrobici in veterinaria in tutto il mondo per il periodo 2016-2018. (https://www.woah.org/en/use-of-antimicrobials-in-animals-trends-downwards-new-report-says/), ed una tendenza promettente nella lotta contro la resistenza agli antimicrobici.
Maurizio Ferri
Coordinatore scientifico SIMeVeP
In occasione del recente incontro del G20 del 10 Giugno a Lombok, Indonesia e nell’ambito dell’evento collaterale One Health ‘Implementare One Health per assicurare la sicurezza sanitaria e la stabilità economica” follow-up della Dichiarazione di Roma del 2021 , la FAO ha invitato tutti i paesi ad attuare un approccio One Health per prevenire, rilevare e controllare le malattie zoonotiche emergenti sulla scia della pandemia di COVID-19 che ha minacciato la salute, il benessere e le economie di tutte le società.
L’evento follow-up della Dichiarazione di Roma del 2021 che afferma l’impegno dei paesi del G20 a migliorare l’attuazione dell’approccio One Health a livello nazionale, regionale e globale
Keith Sumption, Chief Veterinary Officer della FAO, ha dichiarato ‘non saremo in grado di prevenire le future pandemie senza One Health, perché One Health è la parte essenziale delle attività di prevenzione e gestione dei fenomeni di spillover dagli animali all’ uomo“.
Investire in un approccio One Health a livello globale, regionale e nazionale è fondamentale per i progressi nel controllo delle malattie zoonotiche, per la lotta alla resistenza antimicrobica (AMR) e per la garanzia di cibo sicuro e nutriente per tutti.
One Health deve far parte dell’architettura sanitaria globale ed in quanto tale richiede una collaborazione internazionale per prevenire e contenere in modo sostenibile, praticabile e a lungo termine le future pandemie.
Non c’è salute senza One Health. Nel sostenere il recupero della sicurezza sanitaria globale minacciata dalla persistente pandemia di COVID-19, i paesi membri del G20 hanno riflettuto sulle dieci raccomandazioni elaborate al termine dell’incontro che mirano a rafforzare e integrare l’approccio a tutti i livelli. Uno di queste chiede al G20 di accogliere il Piano d’azione congiunto One Health (JPA) (https://www.woah.org/app/uploads/2022/04/oh-joint-plan-of-action-summary.pdf) sviluppato dal quadripartito: FAO, WOAH, OMS e Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) come quadro operativo per raggiungere obiettivi e priorità nazionali per gli interventi One Health.
Altre raccomandazioni sono di integrare One Health e contribuire a creare un ambiente favorevole alla sua attuazione mobilitando risorse, partenariati e investimenti nonché facilitare la condivisione delle conoscenze e il rafforzamento delle capacità One Health.
Maurizio Ferri
Coordinatore scientifico SIMeVeP
Il Parlamento europeo sostiene la propria fiducia nella valutazione scientifica delle Agenzie dell’UE e respinge la mozione di opposizione alla bozza di Regolamento di esecuzione della Commissione del 19 Aprile 2022, adottata ai sensi dell’articolo 37, paragrafo 5, del regolamento (UE) 2019/6 che designa gli antibiotici e gruppi di antibiotici riservati al trattamento di determinate infezioni nell’uomo e stabilisce il divieto della loro inclusione nei medicinali veterinari autorizzati dall’UE (articolo 37, paragrafo 3, e 152, paragrafo 1, del regolamento).
La mozione era firmata dai parlamentari Tiemo Wölken, Nicolae Ştefănuță, Martin Häusling e Anja Hazekamp.
Nonostante i ripetuti tentativi da parte di alcuni eurodeputati di minare la valutazione scientifica delle agenzie dell’UE e di limitare i trattamenti salvavita agli animali, la plenaria del Parlamento europeo ha nuovamente votato contro questa mozione, sostenendo la propria fiducia nelle procedure dell’UE e nella valutazione scientifica delle agenzie dell’UE.
La salute pubblica non può essere garantita se la salute e il benessere degli animali sono a rischio.
La professione veterinaria di tutta Europa, insieme ad altri attori del settore della sanità animale, ha immediatamente avvertito dell’impatto negativo che questa mozione avrebbe avuto. La mozione di opposizione non solo avrebbe messo in pericolo la sanità degli animali e delle persone, ma compromesso anche la lotta alla resistenza antimicrobica.
FVE si congratula con tutti gli eurodeputati, che hanno votato contro la mozione, per la fiducia riposta nella valutazione scientifica delle agenzie dell’UE e per il loro impegno nella lotta alla resistenza antimicrobica basata su One Health, promuovendo davvero l’uso prudente e responsabile degli antibiotici nell’interesse della sanità animale, sicurezza alimentare, salute pubblica e ambiente.
FVE continuerà a lavorare in stretta collaborazione con tutte le principali parti interessate nei settori della salute umana e sanità animale per garantire la vera attuazione dell’approccio One Health nella pratica. Inoltre, si impegnerà a sostenere i responsabili politici del Parlamento europeo e di tutte le istituzioni dell’UE con la propria esperienza scientifica e coerentemente con la propria missione di salvaguardare la santità e benessere degli animali, la salute umana e l’ambiente.
“I veterinari conoscono, si prendono cura e contribuiscono”
SIMeVeP, che insieme a FVE e FNOVI aveva recentemente esortato gli europarlamentari al voto contrario alla mozione, condivide la soddisfazione di FVE e ribadisce la propria fiducia nelle istituzioni dell’Ue e nelle scelte basate sulla scienza.
Sono online gli atti del corso dal titolo: “Il veterinario di Sanità Pubblica come operatore della legalità, dal controllo ufficiale alla sanzione amministrativa” svoltosi a Lido di Camaiore (LU) il 10 giugno u.s..
Il corso ha affrontato il tema del corretto inquadramento giuridico delle non conformità che si riscontrano in sede di controllo ufficiale e della conseguente individuazione del diritto applicabile lungo tutte le diverse fasi del procedimento sanzionatorio.
La Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI – Environment, Public Health and Food Safety) del Parlamento Europeo, sulla falsariga della mozione di risoluzione presentata nel 2021, ripropone analoga risoluzione questa volta avverso la bozza di Regolamento di esecuzione della Commissione del 19 Aprile 2022, adottata ai sensi dell’articolo 37, paragrafo 5, del regolamento (UE) 2019/6 che designa gli antibiotici e gruppi di antibiotici riservati al trattamento di determinate infezioni nell’uomo e stabilisce il divieto della loro inclusione nei medicinali veterinari autorizzati dall’UE
Gaetano Penocchio (FNOVI), Maurizio Ferri e Antonio Sorice (SIMeVeP), Francesco Proscia (FVE), hanno inviato una lettera congiunta ai parlamentari europei On. Bonafè, On. Moretti e On. De Castro spiegando le conseguenze della mancata disponibilità di antibiotici ad uso veterinario e invitandoli a votare contro la proposta spiegate le conseguenze della mancata disponibilità di antibiotici ad uso veterinario.
Si svolgerà a l’11 luglio 2022 a Palermo, presso l’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, il corso Ecm, gratuito per gli iscritti, “D.LGS 32/21 del 2/2/2021. Criticità e modalità operative”.
Il Decreto Legislativo 2 febbraio 2021, n. 32 “Disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625 ai sensi dell’articolo 12, comma 3, lettera g) della legge 4 ottobre 2019, n. 117, che sostituisce il D.Lvo 194/2008, stabilisce le modalità di finanziamento dei controlli ufficiali e delle altre attività ufficiali effettuate per garantire l’applicazione della normativa in materia di alimenti, sicurezza alimentare, materiali e oggetti destinati a venire in contatto con alimenti (MOCA), mangimi, salute animale, sottoprodotti di origine animale e prodotti derivati, benessere animale, immissione in commercio e uso di prodotti fitosanitari.
Definisce, inoltre, le tariffe per l’ispezione in caso di macellazione di animali fuori dal macello per autoconsumo e in caso di animali selvatici oggetto di attività venatoria per autoconsumo o per cessione diretta.
Il corso ha l’obiettivo di fornire alle diverse figure Professionali – Medici Veterinari, Medici Chirurghi (Igiene degli alimenti e della nutrizione), Biologi e Tecnici della Prevenzione – conoscenze in merito al D.lgs32/21 per una sua corretta applicazione.
I primi due casi di maiali contagiati dalla peste suina in un allevamento della zona rossa di Roma accelerano l’emergenza cinghiali nel Lazio ma intaccano anche la filiera suinicola. Ma c’è un allarme per i consumatori di carne di maiale e dei prodotti collegati? “Al momento no – risponde all’Adnkronos Salute Aldo Grasselli, presidente onorario della Società italiana di Medicina veterinaria preventiva (SimeVep) – ma sicuramente è un danno economico per gli allevatori del settore”. E’ possibile che, se i casi aumenteranno, si arrivi ad un caro prezzi per braciole e salsicce? “E’ probabile una ripercussione sulla filiera e quindi anche sui prezzi al dettaglio”.
Sono stati intanto “abbattuti dal servizio veterinario della Asl tutti i capi relativi al piccolo allevamento familiare” di maiali “all’interno della zona perimetrata”. “Erano stati rilevati due casi di positività nella giornata di ieri”, comunica infatti l’assessorato alla Salute della Regione Lazio, sui suoi canali social, assicurando che: “Continua l’attività di monitoraggio da parte delle Asl”.
Fonte: Adnkronos
Una conoscenza di base delle norme sostanziali e di quelle procedurali/procedimentali indirizza l’Autorità Competente nella individuazione del corretto provvedimento da adottare in relazione al caso concreto, garantendo la legittimità dell’atto nonché la sua appropriatezza ed efficacia.
Conl’intento di fornire spunti per l’interpretazione e l’applicazione dell’art. 5, comma 2 del D.Lgs. 27/2021 e di fugare eventuali dubbi, Antonio Di Luca e Patrizio Coin, del gruppo di lavoro SIMeVeP “Diritto e legislazione veterinaria” propongono il contributo “Tipologie di sequestro o blocco ufficiale di attrezzature, locali, merci o animali” pari sono?, evidenziando significato e funzioni proprie delle misure richiamate.
L’Osservatorio Italiano Prevenzione, costituito su impulso della Fondazione “Smith Kline”, a cui si sono aggiunte Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI); Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva (SIMeVeP) e Società Nazionale Operatori della Prevenzione (Snop), ha diffuso i dati di una rilevazione, effettuata su base volontaria, sui principali aspetti organizzativi per contrastare la pandemia da Covid.
La rilevazione si è basata su un questionario rapido, contenente poche domande centrate su alcuni nodi ritenuti cruciali nell’organizzazione delle attività vaccinali (numerosità degli hub vaccinali, personale impiegato, numero delle somministrazioni giornaliere, effettuazione delle attività di tracciamento).
Hanno partecipato 25 Dipartimenti di prevenzione, distribuiti in 12 Regioni, nel periodo di Febbraio-Marzo 2022. La popolosità di tali Dipartimenti varia da 150mila abitanti a quasi 3,5 milioni ed essi servono, nel loro complesso, più di 18 milioni di cittadini.
Secondo lo studio i dipartimenti di prevenzione si sono fortemente impegnati nel corso della campagna vaccinale contro il Covid. Particolarmente soddisfacenti le situazioni riguardanti sia gli Hub vaccinali – ogni Dipartimento è riuscito, in media, ad allestirne oltre 20 – sia delle somministrazioni vaccinali – giunte ad una media giornaliera di 9mila – con una copertura giornaliera dell’1,5-2% della popolazione residente nei vari Dipartimenti di Prevenzione.