Intimidazioni ai veterinari, la solidarietà della SIMeVeP

Il Presidente della SIMeVeP, Antonio Sorice, esprime solidarietà al medico veterinario dipendente della ASP di Caltanissetta al quale è stata incendiata la macchina nella notte tra sabato e domenica.

Con sconcertante e drammatica puntualità è arrivato l’ennesimo atto intimidatorio nei confronti di Veterinari di sanità pubblica a dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, che il fenomeno è grave ed inarrestabile. Al collega e a tutti i Medici Veterinari che incolpevolmente subiscono atti di intimidazione, minacce o vere e proprie aggressioni nell’esercizio delle proprie funzioni svolte per conto del Sistema Sanitario Nazionale a tutela della salute dei cittadini, voglio manifestare la vicinanza di tutti i colleghi iscritti alla SIMeVeP. Non è accettabile che in questo Stato non si sia ancora affrontato con determinazione e fermezza un fenomeno che colpisce i suoi stessi funzionari, non ci stancheremo mai di denunciarlo almeno fino a che non saranno adottati provvedimenti concreti, per altro già proposti da anni dai Veterinari di medicina pubblica”.

 




Antibiotico resistenza: nuove frontiere della One health

Si è svolto presso Salone di Rappresentanza, dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Salerno un interessante convegno su tema” Antibiotico resistenza NUOVE FRONTIERE DELLA ONE HEALTH Medici, Odontoiatri, Veterinari e Farmacisti a Confronto” organizzato da Società Italiana Medicina Veterinaria Preventiva, Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Salerno, Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Salerno,Ordine dei Farmacisti della Provincia di Salerno.

Hanno partecipato all’evento Medici Veterinari e Farmacisti dipendenti delle Aziende sanitarie e liberi professionisti.

Il dott Luigi Morena, delegato SIMeVeP per la regione Campania nell’introdurre il tema ha sottolineato come l’Organizzazione mondiale della sanità da tempo lancia l’allarme sul fenomeno della resistenza dei batteri ai farmaci. Nella giornata mondiale degli antibiotici, il 17 novembre scorso, il messaggio e stato forte e chiaro: Utilizzare gli antibiotici in modo appropriato è una responsabilità di tutti. Già oggi si stima che vi sono oltre  mezzo milione di casi di antibioticoresistenti nel mondo.

In Italia, solo nell’ultimo anno, sono stati 7000 i morti per infezioni batteriche contratte nei nosocomi. E il futuro sarà ancora peggiore. L’OMS stima 10 milioni di decessi entro il 2050 se non sarà trovato un rimedio.

Il dott. Giovanni D’Angelo, Presidente dell’Ordine dei medici, ha sottolineato come l’integrazione tra i saperi dei professionisti sia indispensabile al fine di ottenere risultati di efficacia ed efficienza in sanità, soprattutto per la lotta all’antibiotico resistenza .

Il prof Orlando Paciello, Presidente dell’Ordine dei Medici veterinari della Provincia di Salerno, ha affermato che la lotta all’antibiotico resistenza deve essere fatta insieme a cominciare dall’uso degli antibiotici. Occorre che questi siano assunti, sia dagli animali che dagli uomini,  solo dopo prescrizione medica o medico veterinaria.

Il dott Antonio Sorice Presidente della SIMeVeP, ha evidenziato come il ruolo della medicina veterinaria pubblica sia assolutamente fondamentale, al pari di quello della medicina umana, per il controllo dell’uso degli antibiotici. Occorre fare prevenzione e formazione. In Italia la SIMeVeP sta facendo da tempo una capillare attività di informazione e educazione rivolta agli allevatori e ai veterinari liberi professionisti sull’uso corretto, appropriato e razionale del farmaco veterinario. Durante questi incontri raccogliamo sensibilità e attenzione verso il fenomeno; rispetto al passato si comincia a capire quanto sia importante un utilizzo razionale degli antibiotici sia negli animali d’allevamento, sia negli animali da compagnia, così come è importante far capire che è necessario affidarsi sempre al medico veterinario nella somministrazione del farmaco. Per contrastare l’antibioticoresistenza bisogna insistere e continuare su questa strada, anche attraverso la collaborazione tra professionisti di diversa area come medici, veterinari, farmacisti.

Il Dott. Carlo Tascini, Direttore U.O.C Malattie Infettive ad indirizzo neurologico AORN dei Colli Napoli, ha ricordato che la Regione Campania ha da subito applicato le nuove linee guida del Ministero della Sanità per la lotta alle antibiotico resistenze e ha pubblicato, con Decreto Regionale, le linee di indirizzo per la terapia antibiotico empirica. Sono atti che da soli non bastano, ma rappresentano certamente un primo passo per la lotta nella all’antibiotico resistenza. Occorre sempre fare delle terapie mirate, attraverso diagnosi certe, per ottenere buoni risultati e scongiurare l’antibiotico resistenza.

Il Dott. Domenico Della Porta Direttore del Dipartimento di prevenzione Asl Salerno ha stigmatizzato un uso massiccio di antibiotici sia da parte del medico che da parte del veterinario. Occorre sempre che il medico attenda gli esami come l’antibiogramma prima di effettuare una prescrizione.

Il Dott Ferdinando M. De Francesco, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti, ha sottolineato come i farmacisti devono collaborare con il decisore della spesa dei farmaci analizzando una serie di dati, dando un contributo sull’utilizzo di molecole rispetto ad altre. Inoltre bisogna educare i cittadini al “non fai da te” per l’utilizzo dei farmaci. Esempio classico è l’utilizzo di antibiotici in eventi influenzali , dove non servono, ma tanti pazienti liberamente ritengono di doverli utilizzare.

Il Prof. Giuseppe Iovane, Direttore del dipartimento di sanità animale, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Profilassi e Polizia Università degli Studi di Napoli “Federico II”, ha dichiarato che oramai non esistono più germi patogeni e germi non patogeni, i meccanismi di trasformazione, trasduzione e coniugazione tra i microbi sono in grado di mandare segnali genetici tra un batterio all’altro e quindi conferire la problematica emergente quale è l’antibiotico resistenza. Il dipartimento di malattie infettive si sta occupando di un germe un stafilicocco che fa parte del gruppo degli aureus ma e un pseudointermedius, è un germe zoonotico emergente. I cani per esempio sono portatori e possono passare questo germe pericoloso in quanto porta in sè il gene della resistenza.

Al Convegno hanno partecipato circa 150 professionisti tra medici veterinari e farmacisti., tutti hanno espresso una forte volontà ad adoperarsi per creare una coscienza collettiva sull’utilizzo corretto degli antibiotici tanto per scongiurare danni ad il singolo individuo ed a tutta società

 

 




Assemblea dei soci 2018

Si è svolta il 19 aprile 2018, presso la sede nazionale, l’Assemblea annuale dei Soci SIMeVeP.

In apertura il Presidente, Antonio Sorice, ha ripercorso i temi e le attività che hanno caratterizzato l’anno passato, ricordando in particolare l’impegno sul contrasto allo spreco alimentare e riutilizzo delle eccedenze, sulle emergenze non epidemiche, sulla biosicurezza e, da ultimo solo temporalmente, sull’opportunità di introdurre le telecamere a circuito chiuso negli impianti di macellazione.

Sono state ricordate le collaborazioni avviate e consolidate nel tempo con varie associazioni e stakeholder, che attestano la SIMeVeP come interlocutore autorevole anche in contesti diversi da quelli più usuali, permettendole di confrontarsi su tematiche nuove e stimolanti.

Il Vice Presidente, Vitantonio Perrone, ha inviato i soci a collaborare attivamente anche attraverso la rivista “Argomenti” che sempre più è diventata uno strumento di divulgazione attiva delle attività di sanità pubblica veterinaria e un supporto per la comprensione delle problematiche emergenti, accreditandosi validamente fra la lettura grigia del settore.

Il Coordinatore Scientifico, Maurizio Ferri, ha illustrato il Piano Formativo 2018, definendolo ambizioso, e ha indicato alcune tematiche, come ad esempio l’utilizzo di insetti in campo alimentare e il nuovo regolamento europeo sui controlli ufficiali, che è necessario approfondire nell’immediato futuro, non appena saranno conclusi e definiti alcuni aspetti normativi.

Al termine del confronto fra Consiglio direttivo, soci, referenti regionali e gruppi di lavoro, il Tesoriere, Massimo Platini ha presentato il conto consuntivo 2017 che è stato approvato all’unanimità.

L’Assemblea SIMeVeP è stata preceduta, nella mattinata dall’Assemblea degli aderenti a Emervet. Il Presidente, Antonio Sorice, e il Vice Presidente Antonio Tocchio hanno relazionato sull’attività del 2017 e delineato i progetti per il 2018, evidenziando come Emervet rappresenti un interlocutore importante sia per la Pubblica Amministrazione che per gli enti privati, perchè in possesso di un Know how specifico sia sulle emergenze non epidemiche sia sulla gestione delle problematiche collegate come la sanità animale e la sicurezza alimentare. In chiusura i soci hanno approvato all’unanimità conto consuntivo 2017.




Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare in Toscana

Sono aperte le iscrizioni al corso dal titolo “Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare in Toscana” che si terrà a Torrita di Siena il giorno 25 maggio 2018.

Il corso verte sulla comunicazione in Sanità Pubblica Veterinaria,  essenziale per affermare e diffondere il ruolo dei  Servizi Veterinari dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL della Toscana, dell’Istituto Zooprofilattico, dell’UVAC e dell’Università di Pisa; i veterinari pubblici
infatti, attraverso le attività svolte per la sicurezza alimentare e la salute animale, tutelano i consumatori ma anche le imprese, svolgendo un importante compito di trasferimento culturale e di mediazione che va potenziato a favore delle filiere locali e della salvaguardia del territorio e del suo patrimonio socio economico e culturale,  per  il sostegno delle produzioni tipiche e delle eccellenze storico/culturali,  per  superare le criticità e le sfide, per produrre bene e dare forza al Sistema Agro-Zootecnico-Alimentare Tradizionale e al Sistema Paese.

Attraverso la Comunicazione, speriamo in una nuova adozione politica, ad oggi carente, delle politiche per la prevenzione e delle nuove opportunità per la sanità pubblica del futuro.

 

 

 

 

 

 




Telecamere nei macelli: un ausilio, a determinate condizioni

Le telecamere nei macelli non possono in nessun modo essere utilizzate per sostituire l’attività di controllo e ispezione dei veterinari ufficiali negli impianti, né indurre una riduzione del numero degli operatori, ma possono essere uno strumento utile per affrontare alcune criticità e per alzare  i livelli di protezione animale, se utilizzate a determinate condizioni” questo il fulcro del messaggio del presidente SIMEVeP, Antonio Sorice, intervenuto al Convegno “Telecamere nei macelli. Più tutele per animali, lavoratori, veterinari e consumatori” che si è svolto ieri a Roma.

Al confronto, organizzato da Legambiente, CIWF Italia e Animal Law per avviare un dibattito pubblico sul tema e trovare soluzioni condivise, sono intervenuti anche Alessandra Raucci, Ministero della Salute, Marco Bermani, Segretario nazionale Flai CGIL, Lebana Bonfanti e Guido Di Martino, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie,  Alfonso Celotto dell’Università Roma Tre,  Sabrina Bergamini, giornalista della rivista Helpconsumatori.

Il veterinario che oggi lavora nei macelli italiani, si trova ad affrontare diverse difficoltà, fra cui sempre di più l’esiguità del personale  – ha detto Sorice sottolineando che nei prossimi 5 anni il numero dei veterinari impiegati in sanità pubblica potrebbe diminuire di oltre il 40% con il concreto rischio di non essere rimpiazzato e la possibilità di essere aggredito o minacciato proprio nell’esercizio delle sue funzioni, come non di rado avviene anche presso gli impianti di macellazione. Il suo operato resta in ogni caso essenziale e insostituibile a protezione degli animali e del loro benessere, a garanzia della salubrità degli alimenti e per la regolarità stessa nelle operazioni di macellazione. In questo senso le telecamere possono rivelarsi utili anche nella formazione degli operatori, mostrando loro esempi di buone pratiche per evitare errori nella gestione degli animali al macello. In questo modo si aumenta il livello di  la protezione degli animali, già elevato in italia, con ricadute positive anche sulla sicurezza sul lavoro e in generale sulla fiducia dei consumatori”.

Se posizionate correttamente, sotto le indicazioni del veterinario ufficiale che opera presso il macello, e utilizzate in determinate situazioni e a determinate condizioni, le telecamere possono rilevarsi uno strumento di ausilio ai veterinari ufficiali per svolgere il loro lavoro in modo più efficace e contribuire al benessere degli animali, alla formazione e alla sicurezza degli operatori, ad aumentare il benessere degli animali, supportare il lavoro di veterinari e operatori, incidere favorevolmente sull’atteggiamento dei consumatori” ha concluso Sorice.

Video intervista rilasciata in occasione del Convegno

Clicca qui per i materiali dell’evento (presentazioni, interviste, documenti)

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Telecamere nei macelli tra sicurezza, prevenzione e repressione. È la soluzione più semplice?

In occasione del convegno “Telecamere nei macelli. Più tutele per animali, lavoratori, veterinari e consumatori” che si terrà a Roma il 18 aprile 2018, presso il Palazzetto delle Carte Geografiche, dalle 14.45 alle 18.00, cui parteciperà fra i relatori, il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice ha rilasciato agli organizzatori un’intervista sul tema:

Quali sono le maggiori difficoltà che il veterinario che lavora oggi nei macelli italiani deve affrontare?

Il lavoro del veterinario presso gli impianti di macellazione è difficile e complesso perché in queste sedi ci si occupa non solo di sicurezza alimentare, e cioè di garantire la salubrità degli alimenti che derivano dalla filiera produttiva, ma anche di altri ambiti, compreso quello della protezione degli animali. Evidentemente il lavoro richiede una grande professionalità, una attenzione e processi di formazione continui che non permettono di abbassare mai la guardia. Si tratta quindi di un lavoro molto interessante, ma anche, in qualche caso, pieno di difficoltà. La situazione in Italia, a questo proposito, si presenta a macchia di leopardo. Ci sono impianti in cui questo lavoro è più agevole, nonostante le difficoltà, e altre dove è più impegnativo. A ciò aggiungiamo che negli ultimi anni è aumentata l’attenzione su tutti i fronti per ciò che riguarda la sicurezza alimentare e il benessere animale e questo ha implicato anche una rinnovata esigenza di formazione continua a cui i veterinari ottemperano; di fatto non si smette mai di studiare.

Da non dimenticare, inoltre, che negli ultimi anni si sono evidenziati numerosi episodi di intimidazione che hanno preso di mira veterinari ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni presso gli allevamenti e gli impianti di macellazione e di trasformazione degli alimenti.

Infine occorre aggiungere un altro importante elemento: la situazione del personale sanitario in Italia sta diventando davvero preoccupante. L’età media degli operatori medici e veterinari che lavorano nella Sanità Pubblica italiana è di 54 anni, la gobba generazionale si attesta tra i 55 e i 60 anni e nei prossimi 3-4 anni si stima che il 30-40% degli operatori andrà in pensione. Questa fuoriuscita del personale, che solo in alcuni casi viene sostituito per effetto delle leggi finanziarie che obbligano le regioni (soprattutto quelle in rientro di bilancio) a delle limitazioni nella sostituzione del personale, evidentemente crea dei problemi per ciò che riguarda la copertura dei servizi territoriali, non esclusi i servizi forniti dai veterinari pubblici sia nei macelli, che in tutte le filiere produttive. La mancata sostituzione del personale in alcune aree del Paese si sta già rendendo evidente e può creare problemi laddove la presenza dei veterinari va garantita, costringendo a ritmi e orari di lavoro che vanno oltre il normale orario di servizio, con conseguente difficoltà a garantire una soglia di attenzione costante e elevata come alcune di queste situazioni richiedono.

Le telecamere nei macelli possono essere uno strumento utile?

Occorre subito dire che le telecamere presso gli impianti di macellazione non devono e non possono sostituire i veterinari che svolgono l’attività di controllo dell’operazione di macellazione. Le telecamere potrebbero essere un ausilio agli operatori che svolgono le attività di controllo negli impianti perché, soprattutto in determinate condizioni, non si può avere contemporaneamente sotto controllo tutta la linea di macellazione dall’arrivo degli animali al prodotto finale contemporaneamente, soprattutto considerando la sovente esiguità del personale, come dicevo prima. Se posizionate correttamente, sotto le indicazioni del veterinario ufficiale che opera presso il macello, possono essere di ausilio, dando un contributo – in determinate situazioni e a determinate condizioni – e un utile servizio mostrando agli operatori quali sono le buone prassi da seguire durante le fasi di macellazione.

L’installazione delle telecamere potrebbe essere di ausilio anche per i sempre più soventi episodi di intimidazione che stanno raggiungendo livelli decisamente preoccupanti. Per questi motivi riteniamo, come veterinari di sanità pubblica, che le telecamere possano essere da supporto alle attività del veterinario ufficiale, ma non sostituirle. Perciò chiediamo, qualora si dovesse arrivare a una definizione di uno strumento legislativo che proponga l’installazione delle telecamere nei macelli, che questo debba essere frutto di un confronto aperto e costruttivo con tutte le parti. I veterinari dovrebbero avere parte attiva nella stesura della normativa, perché le telecamere possono essere un strumento importante e utile, ma solo a determinate condizioni.

In conclusione crediamo che le telecamere possano supportare i veterinari e aiutarli a rendere più elevato il già ottimo livello, nella maggior parte degli impianti italiani, delle prestazioni di tutti gli operatori.

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On line Argomenti 1/2018

E’ pubblicata la versione digitale di Argomenti, disponibile sia in formato “sfogliabile” smartphone, pc e mac, sia in formato pdf, suddivisa per articoli.

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Tutelare la qualità dei prodotti delle api

E’ pubblicato sul n° 1/2018 di Argomenti l’articolo “Tutelare la qualità dei prodotti delle api” di Giulio Loglio.

L’apicoltore che produce “alimenti” destinati alla vendita deve rispettare una serie di norme che spesso non conosce, conosce in modo superficiale o sottovaluta.
Sono norme molto specifiche che lo stesso veterinario ufficiale deve padroneggiare per poter effettuare gli interventi di controllo previsti dalla normativa nazionale e comunitaria.
In occasione dei sopralluoghi presso le aziende apistiche, gestite da un apicoltore professionista, il veterinario ufficiale, di norma, deve verificare la presenza del registro dove vengono annotati i trattamenti farmacologici impiegati per la lotta alla varroa; infatti, la Nota ministeriale 0015790 del 01/07/2016 ribadisce che l’apicoltore, nelle vesti di produttore primario, ha l’obbligo di registrare i medicinali veterinari impiegati in base al Reg. 852/2004, allegato 1, parte A, capo III. Inoltre, deve valutare che il quantitativo dei medicinali acquistati sia sufficiente a garantire un adeguato trattamento acaricida in base al numero degli alveari posseduti.

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Cosa hanno a che fare i terremoti con la Veterinaria?

E’ pubblicato sul n° 1/2018 di Argomenti l’articolo “Cosa hanno a che fare i terremoti con la Veterinaria?” di Dino Cesare Lafiandra.

Nel titolo di questo articolo, la domanda che i colleghi ponevano al professor Adriano Mantovani quando, nel 1980, si accingeva a partire con un gruppetto di veterinari neolaureati per l’Irpinia squassata da uno dei più tremendi sismi del secolo scorso; di fatto, la storia della disastrologia veterinaria comincia quando la protezione civile ancora non esisteva.
Nel 1992, viene elaborato un “Piano organizzativo e operativo per attività di emergenza dei Servizi veterinari” e nello stesso anno viene istituito il Servizio nazionale di Protezione civile, un sistema complesso di cui il SSN diventa parte integrante, a fianco di Vigili del fuoco, Esercito e Croce rossa e le attività veterinarie rientrano nella Funzione 2 Sanità.
Nel 2016, i Servizi veterinari della ASL di Rieti si sono quindi dovuti confrontare con la prima esperienza di emergenza sanitaria non epidemica, un’esperienza unica dove pur essendo venuti meno tutti i caposaldi di professionisti abituati a fronteggiare situazioni per le quali l’Università e l’attività istituzionale quotidiana avevano fornito una cultura specifica, era necessario dare risposte adeguate per tutelare la salute e il benessere degli animali.
In un contesto emergenziale di questo tipo, le situazioni ancor più si correlano a quelle della popolazione umana. Infatti, nel portare soccorso alle persone coinvolte nell’evento è necessario ripristinare, anche per gli animali, condizioni sanitarie adeguate, evitando l’insorgere di “emergenze
nell’emergenza” che potrebbero innescare ulteriori problematiche sanitarie, anche serie, in una fase particolarmente delicata.

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La sorveglianza sull’uso di antimicrobici in Italia

E’ pubblicato sul n° 1/2018 di Argomenti l’articolo “La sorveglianza sull’uso di antimicrobici in Italia” di Roberta Di Turi, relazione presentata al convegno “ONE HEALTH – ONE MEDICINE Attualità, potenzialità e potenziamento dei Dipartimenti di Prevenzione e delle politiche per la protezione della salute” che si è tenuto il 3 novembre 2017 a Roma.

È ormai noto (è allarme mondiale) che l’efficacia degli  antibiotici è minacciata dalla dilagante resistenza batterica. Solo tra pochi anni la ricerca metterà a disposizione farmaci più efficaci che, almeno per un arco temporale limitato, avranno profili farmacocinetici e farmacodinamici che potranno meglio affrontare le patologie interessate. Nel nostro Paese la resistenza agli antibiotici è un fenomeno molto più grave che nella maggior parte degli altri Paesi europei. Questa realtà è ascrivibile a un uso eccessivo e spesso non appropriato di antibiotici, soprattutto quelli ad ampio spettro e di ultima generazione, a un ingiustificato protrarsi della profilassi pre-operatoria e, infine, a una insufficiente osservanza e  applicazione delle norme igieniche.

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