Inquinamento da microplastiche: in arrivo un nuovo regolamento Ue

microplastiche È stato raggiunto un accordo tra Parlamento e Consiglio Ue sulla proposta di regolamentazione avanzata dalla Commissione rispetto al problema dell’inquinamento da microplastiche che si verifica durante le operazioni di trasporto, in particolare via mare.

“Ancora oggi, molti pellet di plastica vengono persi durante le operazioni quotidiane negli impianti di movimentazione o durante il trasporto che finiscono nell’ambiente, anche in mare, a causa di una manipolazione inadeguata da parte degli operatori marittimi e di altri operatori”, si legge in una nota diffusa dalla Commissione. “Le nuove norme dovrebbero ridurre le perdite di pellet di plastica fino al 74%, il che contribuirà a preservare gli ecosistemi e la biodiversità, ridurre i rischi per la salute umana e migliorare la reputazione del settore”.

Al fine di ridurre gli oneri amministrativi per le piccole imprese, la Commissione proposto di limitare gli obblighi di certificazione alle imprese che trattano più di 1.500 tonnellate di pellet di plastica all’anno. Al di sotto di tale soglia sarà richiesta solo un’autodichiarazione. Le imprese più piccole beneficeranno di un’assistenza speciale per conformarsi al nuovo regolamento. Il Parlamento europeo e il Consiglio dovranno ora adottare formalmente il nuovo regolamento prima che possa entrare in vigore, 20 giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue.

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Fonte: alimentando.info




Due sistemi per isolare l’Escherichia coli

La presenza di Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC) nei prodotti lattiero-caseari a base di latte crudo è una delle principali preoccupazioni per le autorità e le industrie preposte alla sicurezza alimentare. Un confronto tra due protocolli di isolamento: isolamento diretto di STEC e tecniche basate sull’immunoconcentrazione.

Sono stati proposti due approcci per isolare l’Escherichia coli produttore della tossina Shiga (STEC) in brodi di arricchimento di formaggio a base di latte vaccino crudo gli STEC dagli alimenti.

Nel protocollo IC (protocollo di immunoconcentrazione), i sierogruppi specifici vengono identificati nel brodo di arricchimento dopo la rilevazione dei geni stx ed eae. Viene eseguita un’immunoconcentrazione dei sierogruppi target prima di isolarli su terreni specifici.

Nel protocollo DI (protocollo di isolamento diretto) viene effettuato un isolamento diretto di tutti gli STEC presenti nel brodo di arricchimento dopo il rilevamento di stxgeni.

Sono state confrontate la capacità di questi due metodi di isolare STEC O26:H11, O103:H2, O111:H8, O145:H28 e O157:H7 dopo l’inoculazione artificiale in quattro diversi formaggi a latte crudo.

Considerando tutti i sierogruppi e i tipi di formaggio, gli STEC sono stati isolati nell’83,3% dei campioni utilizzando il protocollo IC, ma solo nel 53,3% dei campioni con il protocollo DI. Per due tipi di formaggio, il protocollo DI non è riuscito a isolare del tutto i ceppi STEC O157:H7.

I risultati suggeriscono che il protocollo IC è una metodologia solida per isolare efficacemente gli STEC in una vasta gamma di tipi di formaggio.

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Fonte: alimentinews.it




Campagna Safe2Eat: rafforzare la fiducia nella sicurezza alimentare dell’UE

Sulla scia del successo riscosso dalla scorsa edizione della campagna Safe2Eat, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e i suoi partner di tutta Europa lanciano oggi l’edizione 2025 con un obiettivo ancora più ambizioso: raggiungere un numero ancor maggiore di cittadini e continuare a fornire informazioni scientifiche affidabili sulla sicurezza alimentare. Quest’anno la campagna si allarga a 23 Paesi, in crescita rispetto ai 18 del 2024, segnando un traguardo significativo nel compito di aiutare sempre più europei a scegliere i propri alimenti in tutta fiducia.

I Paesi partecipanti per il 2025 sono Albania, Austria, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Cipro, Cechia, Estonia, Finlandia, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia, Spagna e Turchia.

Alto impatto, nuovi comportamenti: i punti salienti del 2024

Safe2Eat ha registrato un impatto senza precedenti nel 2024. Secondo un sondaggio Ipsos condotto a dicembre la campagna ha raggiunto oltre il 45% del pubblico target in Europa, in forte crescita rispetto al 19% del 2023. Grazie a una combinazione di attività sui social media, collaborazioni con influencer e iniziative mirate sui media, Safe2Eat ha coinvolto con successo oltre 50 milioni di europei, rafforzando l’importanza della sicurezza alimentare nelle scelte quotidiane.

La campagna ha positivamente influenzato anche i comportamenti dei consumatori. I risultati dell’indagine hanno infatti rivelato che coloro che hanno seguito la campagna sono ora più inclini a tenere conto della sicurezza durante l’acquisto di prodotti alimentari. Inoltre, a seguito della campagna, è diminuita la percezione che le informazioni sulla sicurezza alimentare siano troppo tecniche o complesse, con un numero crescente di persone che dichiara oggi di sentirsi più informato sui rischi alimentari e su come prevenirli.

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Fonte: EFSA




Resistenza ai carbapenemi nella catena alimentare

Sebbene non vi siano prove definitive che questi batteri si trasmettano all’uomo tramite il cibo, sono stati trovati ceppi identici sia negli animali che nell’uomo, il che farebbe supporre una possibile trasmigrazione.

I CPE sono batteri che producono enzimi (carbapenemasi) che inattivano gli antibiotici carbapenemici, utilizzati per trattare infezioni gravi nell’essere umano. La resistenza a tali farmaci rappresenta un rischio significativo per la salute pubblica data la scarsità di altenative terapeutiche efficaci.

Il più recente parere dell’EFSA, basato su una precedente valutazione del 2013, esamina dati e letteratura scientifica fino a tutto il febbraio 2025, attingendo anche a informazioni raccolte nei Paesi dell’UE e dell’EFTA con il contributo del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).

Risultanze principali

  • Dal 2011 a oggi sono stati rilevati CPE nella catena alimentare in 14 dei 30 Paesi UE/EFTA;
  • i CPE più frequentemente segnalati sono E. coli, Enterobacter, Klebsiellae Salmonella, provenienti principalmente da animali terrestri da reddito (suini, bovini e, in misura minore, pollame – le specie animali monitorate di routine nell’UE quanto a resistenza agli antimicrobici);
  • il numero di casi di CPE segnalati è cresciuto sia nei suini che nei bovini e nel pollame, con aumenti significativi in diversi Stati membri nel 2021 e nel 2023;
  • 10 dei 30 Paesi dell’UE/EFTA hanno istituito piani di emergenza per il controllo e le indagini su questi batteri.

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Fonte: EFSA




Microplastiche nei molluschi: uno studio nazionale per la salute dell’ambiente e dell’uomo

microplasticheL’inquinamento marino da plastica è una delle emergenze ambientali più gravi del nostro tempo. Ogni anno, secondo il Servizio di Ricerca del Parlamento Europeo (EPRS), tra 4,8 e 12,7 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, con conseguenze devastanti per gli ecosistemi marini  (https://www.europarl.europa.eu/topics/it/article/20181212STO21610/rifiuti-di-plastica-e-riciclaggio-nell-ue-i-numeri-e-i-fatti) .

Le microplastiche (MPs), frammenti di plastica di dimensioni comprese tra 0,1 micron e 5 mm, rappresentano una delle componenti più insidiose di questo inquinamento. Possono essere di origine primaria, prodotte intenzionalmente per uso industriale, o secondaria, derivanti dalla frammentazione di rifiuti plastici più grandi. Invisibili a occhio nudo, le MPs si infiltrano negli ecosistemi terrestri e marini, entrando nella catena alimentare e comportando potenziali rischi per la salute umana, in particolare per il sistema respiratorio, cardiovascolare e riproduttivo. L’uomo può assimilarle attraverso il cibo, l’acqua e l’aria.

Un recente studio, pubblicato sulla rivista Toxics, rappresenta il frutto di due progetti di ricerca finanziati dal Ministero della Salute. Il primo ha analizzato la presenza di microplastiche nei molluschi allevati in Emilia-Romagna, mentre il secondo, coordinato dall’IZSPLV e condotto in collaborazione con tutti gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IIZZSS) italiani, ha permesso di estendere la ricerca su scala nazionale. L’IZSLER ha avuto un ruolo chiave nell’analisi delle MPs, mentre altri laboratori IIZZSS hanno studiato ulteriori parametri ambientali e biologici.

Fonte: IZS LER

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Acque reflue trattate: un veicolo per la diffusione di klebsiella pneumoniae

Gli impianti di depurazione potrebbero agire come centri nevralgici per la diffusione di batteri patogeni resistenti agli antibiotici. È quello che emerge da uno studio nato da una collaborazione tra l’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” (IZS di Teramo) e il National Biodiversity Future Center (NBFC) di Palermo. I ricercatori hanno infatti rilevato la presenza del batterio Klebsiella pneumoniae in un depuratore urbano del Centro Italia.

Klebsiella pneumoniae è un batterio naturalmente presente nel microbioma umano. Alcuni ceppi causano gravi infezioni respiratorie, urinarie e del sangue, che colpiscono soprattutto individui fragili e spesso in ambienti sanitari, come gli ospedali. Klebsiella pneumoniae è uno dei microrganismi che destano maggiore preoccupazione a livello mondiale per la sua resistenza all’azione di numerosi antibiotici, compresi quelli cosiddetti di ultima istanza, come la colistina.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Environmental Pollution”, si è basato sull’analisi di campioni prelevati dalle acque in entrata, dalla vasca di sedimentazione e dalle acque in uscita di un impianto di depurazione urbano. I campioni, raccolti in quattro periodi distinti durante il 2018, hanno mostrato la presenza di 42 ceppi di Klebsiella pneumoniae, in seguito caratterizzati attraverso sequenziamento dell’intero genoma. Numerosi ceppi isolati (47 %) mostravano un fenotipo di multi-resistenza ad almeno tre classi di antibiotici, con alcuni di essi resistenti anche alla colistina. Sono stati inoltre isolati i cloni ST307, ST35, ST45 noti per essere ad alto rischio e in rapida espansione in Italia.

“La Klebsiella pneumoniae – dice Alessandra Cornacchia, ricercatrice IZSAM e prima autrice dello studio assieme al ricercatore IRSA Andrea Di Cesare – è tra le principali cause di infezioni in contesti sanitari. Se gli impianti di trattamento delle acque reflue non vengono adeguatamente monitorati possono contribuire alla diffusione di questo pericoloso batterio nell’ambiente e nelle comunità. I monitoraggi, oltre a individuare il problema, forniscono indicazioni fondamentali per guidare le azioni correttive necessarie, come la modifica degli impianti, al fine di ridurre la diffusione del fenomeno”.

Fonte: IZS Teramo

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Bando 2025-2027 per esperti nazionali distaccati presso l’EFSA (END)

Sei un professionista qualificato che lavora per una pubblica amministrazione e cerchi una un’esperienza stimolate e dinamica presso un’agenzia dell’UE ? Vuoi mettere a disposizione le tue competenze e conoscenze per contribuire al raggiungimento degli obiettivi e della strategia dell’EFSA? La tua organizzazione è alla ricerca di opportunità per collaborare e creare sinergie con l’EFSA?

L’EFSA ha pubblicato il nuovo bando per esperti nazionali distaccati (END), valido per il triennio 2025-2027.

Gli esperti nazionali distaccati sono dipendenti di un’amministrazione pubblica nazionale, regionale o locale o da un’organizzazione inter-governativa  (IGO) che viene distaccato presso l’EFSA affinché questa possa utilizzare la loro competenza in un campo specifico. La “pubblica amministrazione” comprende tutti i servizi amministrativi statali a livello centrale, federale, regionale o locale, inclusi i ministeri, servizi governativi e parlamentari, tribunali, banche centrali e servizi amministrativi delle autorità locali, nonché i servizi amministrativi decentrati dello Stato e di tali autorità.

Il bando è aperto a esperti di vari settori dalla valutazione scientifica del rischio alla comunicazione e al sostegno alle imprese, che abbiano lavorato a tempo indeterminato o a contratto presso la relativa amministrazione per almeno 12 mesi prima del distacco.

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Fonte: Ministero della Salute




Al professor Adriano Mantovani l’Attestato di benemerenza del Quirinale alla memoria

È stato recentemente pubblicato sul sito della Presidenza della Repubblica il conferimento, alla memoria, dell’Attestato di benemerenza al Prof. Adriano Mantovani. Il riconoscimento, assegnato con decreto del Presidente della Repubblica il 31/10/2024, è firmato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci.

Il Prof. Mantovani, medico veterinario, è certamente tra i grandi Maestri della Sanità Pubblica Veterinaria, disciplina che egli ha saputo declinare nelle sue diverse forme e che quasi per naturale evoluzione ha trovato il suo completamento nella visione One Health della quale è stato forte e antesignano sostenitore. Ha dedicato la sua carriera alla promozione della salute pubblica.

Direttore del Laboratorio di Parassitologia nell’Istituto Superiore di Sanità e del Centro di Collaborazione OMS/FAO per la Sanità Pubblica Veterinaria di Roma, ha operato panche presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Abruzzo e Molise e l’Università di Bologna. Ha avuto un ruolo fondamentale nella gestione delle emergenze epidemiche e non, ed è stato ideatore della “Medicina Veterinaria nelle catastrofi” in seguito al terremoto dell’Irpinia, dove i servizi veterinari furono cruciali nell’assistenza agli animali di interesse zootecnico e nella sicurezza alimentare.

Il suo impegno ha portato a importanti riforme nel settore della sanità pubblica e della medicina preventiva, con un’attenzione particolare agli aspetti sociali. L’Attestato di Benemerenza celebra la sua carriera e il suo contributo fondamentale alla salute pubblica. Il suo approccio scientifico e la sua dedizione hanno fatto conoscere la sanità pubblica veterinaria e contribuito alla formazione di nuove generazioni di professionisti. Il riconoscimento sottolinea l’importanza della veterinaria nella salute globale e celebra il suo instancabile impegno.

Fonte: ISS




Api e microplastiche

apeLe microplastiche – cioè i frammenti di plastica di dimensioni inferiori ad un micrometro, un milionesimo di metro – stanno diventando uno dei principali inquinanti a livello globale, presenti ormai in molti ambienti e con effetti che spesso sono ancora da capire pienamente.

Prodotte dalla degradazione degli oggetti in plastica, per le loro piccolissime dimensioni si diffondono velocemente nell’ambiente e sono difficilissime da rimuovere.

Così si trovano ormai in mare, nelle acque dolci, nel terreno, nell’aria e all’interno di molti organismi viventi, dove possono causare problemi che vanno dalle ostruzioni fisiche, ad effetti tossici e cancerogeni.

Un problema reso più grave dal fatto che qualsiasi oggetto in plastica può produrle, anche se non è ancora un rifiuto, come uno pneumatico che si consuma sull’asfalto o un maglione sintetico durante il lavaggio e l’asciugatura.

E oltre all’attenzione sui vari problemi che possono causare all’uomo e all’ambiente, si stanno iniziando a moltiplicare anche gli studi sui possibili effetti sulle api.

Per cercare di fare il punto sulla questione abbiamo parlato con il dottor Giovanni Cilia del Crea Agricoltura e Ambiente, Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria, che è stato anche tra gli autori di un recente articolo sugli effetti combinati di insetticidi, patogeni e microplastiche sulle api, pubblicato sulla rivista Environmental Toxicology and Pharmacology.

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Fonte: agronotizie.com




EFSA: “Parere sulla sicurezza delle forme congelate, essiccate e in polvere di verme giallo intero della farina”

A seguito di una richiesta della Commissione Europea, è stato chiesto al gruppo di esperti scientifici dell’ (EFSA) su nutrizione, nuovi alimenti e allergeni alimentari (NDA) di esprimere un parere sulla sicurezza delle forme congelate, essiccate e in polvere di verme giallo intero della farina (larva di Tenebrio molitor) come nuovo alimento (NF) ai sensi del Regolamento (UE) 2015/2283.

Il termine verme giallo della farina si riferisce alla forma larvale della specie di insetto T. molitor .

Il novel food (NF) ​​è costituito dalle forme congelate ed essiccate del verme giallo intero della farina. La forma congelata è composta principalmente da acqua, proteine ​​grezze, carboidrati e grassi, mentre le forme essiccate sono costituite da proteine ​​grezze, grassi e carboidrati.

 

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Fonte: EFSA