Appunti di scienza: medicina forense veterinaria

Nuova uscita per “Appunti di scienza”, la collana di materiali editoriali realizzata dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) per la divulgazione di temi di sanità animale e sicurezza alimentare.

Il nuovo numero vuole informare i lettori sulla medicina forense veterinaria, ripercorrendo la storia e l’evoluzione di questa disciplina e introducendo ai principali riferimenti della legislazione italiana che tutela gli animali. L’opuscolo presenta inoltre gli obiettivi e le attività del Centro specialistico dipartimentale di medicina forense veterinaria dell’IZSVe.

Scarica il PDF 

Fonte: IZS Venezie




Parere CNSA – Virus SARS-COV-2 e alimenti

Parere CNSA – Virus SARS-COV-2 e alimenti

A cura di Ministero della Salute, CNSA

Anno 2021

Abstract

In considerazione dell’importanza e attualità dell’argomento e di specifiche richieste di chiarimento avanzate dalla Sezione consultiva delle Associazioni dei consumatori e dei produttori e da altri portatori di interesse, la Sezione Sicurezza Alimentare ha ritenuto opportuno procedere ad un’analisi delle conoscenze attuali in merito al rapporto tra virus e alimenti.

Sulla base degli studi attualmente presenti a livello internazionale, in attesa di possibili modifiche e/o precisazioni successive, si può concludere che non sono presenti evidenze scientifiche che permettano di affermare che il virus SARS-CoV-2 si trasmetta per via alimentare, attraverso gli alimenti crudi o cotti. In condizioni normali, non ci sono ancora prove che gli imballaggi contaminati trasmettano l’infezione e il rischio di contagio del virus SARS-CoV-2 attraverso i materiali, il packaging e le superfici a contatto con gli alimenti appare trascurabile.

Le più importanti misure di prevenzione che i lavoratori dedicati alla distribuzione e vendita degli alimenti devono applicare sono il distanziamento fisico, la buona igiene personale con frequente lavaggio delle mani e l’applicazione delle generali regole per l’igiene degli alimenti.

Ai consumatori si ricorda che nel corso della spesa è bene mantenere la distanza di almeno 1 metro e mezzo tra le persone, sanitizzare il carrello o il cestino, sanitizzare le mani prima e dopo l’utilizzo del carrello o del cestino e/o proteggere le mani con guanti da eliminare in appositi contenitori finita la spesa, oltre che usare la mascherina correttamente indossata tutto il tempo di permanenza al supermercato. A casa, non è necessario disinfettare gli involucri che contengono gli alimenti, ma lavare le mani dopo aver manipolato le confezioni. Mentre le temperature utilizzate per la cottura sono sufficienti per inattivare il coronavirus, le temperature di refrigerazione e congelamento non sembrano causare una riduzione della vitalità del virus. Il lavaggio con solo acqua potabile sembra essere sufficiente per sanificare la frutta e la verdura.

Download

Fonte: Ministero della Salute




Efsa, Seminario internazionale sulla valutazione del rischio all’esposizione combinata a più sostanze chimiche

logo-efsa

Il Focal point italiano di EFSA informa che sono aperte le iscrizioni al seminario internazionale sulla valutazione del rischio dovuto all’esposizione combinata a più sostanze chimiche. Il seminario si terrà online dal 18 al 20 ottobre 2021 in tre sessioni pomeridiane.

La scadenza per la registrazione è il 30 agosto 2021 e può essere effettuata online. L’interessato riceverà una email di conferma.

Poiché la partecipazione è limitata a 120 partecipanti, le iscrizioni potrebbero chiudersi al raggiungimento del numero massimo.

Per maggiori informazioni sull’evento, è possibile consultare la pagina dedicata sul sito web di EFSA o contattare il comitato organizzatore all’indirizzo email events@efsa.europa.eu.

Leggi il programma.




Isolato ceppo appartenente ad un nuovo sierotipo di Salmonella

Il Centro di referenza nazionale e OIE per le salmonellosi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha identificato un ceppo di salmonella riconducibile ad un sierotipo mai descritto prima. La new entry è stata battezzata come Salmonella Abeokuta ed è originaria della Nigeria.

Al momento dell’identificazione, il ceppo di Salmonella non corrispondeva a nessuno degli oltre 2.600 sierotipi finora conosciuti e codificati nello schema White-Kauffmann-Le Minor, utilizzato per attribuire i nomi ai ceppi di Salmonella. Il sierotipo è stato isolato da un campione di mangime per polli nel sud-ovest della Nigeria, ad Abeokuta, capitale dello stato di Ogun. È stato quindi inviato al Laboratorio di referenza europeo per la salmonella di Bilthoven (Paesi Bassi), e poi all’Istituto Pasteur di Parigi per ulteriori accertamenti. La conferma è arrivata poche settimane fa: il ceppo appartiene effettivamente a un sierotipo nuovo, non ancora codificato.

La storia di questa scoperta è cominciata otto anni fa, quando l’IZSVe ha ospitato un collega nigeriano per un periodo di formazione presso il Centro di referenza. Il dott. Idowu Oluwabunmi Fagbamila, in servizio al National Veterinary Research Institute di Vom (Nigeria), ha fornito i ceppi di Salmonella provenienti da quella zona per la tipizzazione. Il merito della scoperta, oltre al dott. Fagbamila, va anche a Claudio Minorello, tecnico di laboratorio oggi in pensione ma fino a pochi anni fa in forza al Centro di referenza, in cui ha dedicato gran parte della sua attività alla sierotipizzazione di Salmonella.

Abeokuta non è stata individuata in altri paesi al di fuori della Nigeria, né ad oggi sembra costituire motivo di preoccupazione per la salute di animali e uomo. Le azioni di monitoraggio e controllo da parte del Centro di referenza serviranno a comprendere la rilevanza sanitaria di questo ed eventuali nuovi ceppi di Salmonella.

L’attuale sistema di classificazione Kauffmann-White-Le Minor si basa sui determinanti antigenici dei vari sierotipi di Salmonella ed è stato costruito in oltre 80 anni di ricerca sulle interazioni fra anticorpi e antigeni di superficie del batterio: lo schema contiene le formule antigeniche di tutti i sierotipi noti di Salmonella. Il programma è mantenuto e aggiornato dal Centro di riferimento per la salmonella dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), presso l’Istituto Pasteur di Parigi. Quando fu pubblicato per la prima volta nel 1934 lo schema includeva solo 44 sierotipi, mentre oggi sono 2.659, secondo l’ultimo aggiornamento al 2010.

Fonte: IZS Venezie




Cala l’uso di antibiotici negli animali

AntibioticoresistenzaCala l’uso di antibiotici, che ora negli animali da produzione alimentare risulta più basso che nell’uomo, si afferma nel recente studio pubblicato congiuntamente dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).

Applicando un approccio del tipo “One Health” (di salute unica, globale) lo studio curato dalle tre agenzie dell’UE presenta dati sul consumo di antibiotici e sullo sviluppo di antibiotico-resistenza (AMR) in Europa nel periodo 2016-2018.

Il calo significativo nell’impiego di antibiotici negli animali da produzione alimentare indica che le misure assunte a livello nazionale per limitarne l’uso si stanno rivelando efficaci. Tra il 2016 e il 2018 si è quasi dimezzato negli animali da produzione alimentare l’uso di una classe di antibiotici chiamati polimixine, che include la colistina. Si tratta di uno sviluppo positivo in quanto le polimixine sono utilizzate anche negli ospedali per curare i pazienti infettati da batteri resistenti a più farmaci.

Nell’UE il quadro non è omogeneo: la situazione varia notevolmente da Paese a Paese e da una classe di antibiotici all’altra. Per esempio le aminopenicilline, le cefalosporine di terza e quarta generazione e i chinoloni (fluorochinoloni e altri chinoloni) vengono usati più nell’uomo che negli animali da produzione alimentare, mentre le polimixine (colistina) e le tetracicline sono usate più negli animali da produzione alimentare che nell’uomo.

Il nesso tra uso di antibiotici e resistenza dei batteri

Lo studio evidenzia che nelle infezioni umane da Escherichia coli l’uso di carbapenemi, cefalosporine di terza e quarta generazione e chinoloni è associato a resistenza ai medesimi antibiotici. Analoghe associazioni sono state riscontrate negli animali da produzione alimentare.

Lo studio mette in luce anche i nessi tra l’impiego di antimicrobici negli animali e l’AMR nei batteri presenti in animali da produzione alimentare, a loro volta associati ad AMR nei batteri presenti in esseri umani. Ne è un esempio il batterio Campylobacter spp. che si riscontra negli animali da produzione alimentare e causa infezioni alimentari nell’uomo. Gli esperti hanno rilevato un’associazione tra la resistenza in tali batteri negli animali e la resistenza dei medesimi batteri nell’uomo.

Combattere l’antibiotico-resistenza mediante la cooperazione

L’AMR è un grave problema di salute pubblica mondiale con gravi ripercussioni economiche. L’approccio “One Health” (vedi sopra) messo in atto grazie alla cooperazione tra EFSA, EMA ed ECDC e i risultati presentati in questo studio incoraggiano a proseguire gli sforzi per far fronte all’AMR a livello nazionale, europeo e mondiale in tutti i settori sanitari.

Fonte: EFSA




Resistenza agli antimicrobici e ambienti di produzione degli alimenti: fonti e opzioni per il controllo

Antibioticoresistenza

La resistenza agli antimicrobici (AMR) negli alimenti di origine vegetale e/o nell’acquacoltura ha origine per lo più da fertilizzanti di origine fecale e acque (compresa quella usata per irrigare). Secondo l’EFSA in zootecnia le fonti potenziali di resistenza sono riconducibili a mangimi, esseri umani, acqua, aria o polvere, suolo, fauna selvatica, roditori, artropodi e attrezzature.

Per la prima volta gli esperti dell’EFSA hanno valutato il ruolo svolto dagli ambienti destinati alla produzione alimentare nell’insorgenza e diffusione dell’AMR, mappando le principali fonti dei relativi batteri e geni, anche se i dati attuali non consentono di quantificare il contributo specifico di ciascuna di esse a questo problema di portata mondiale.

L’EFSA ha individuato i batteri e i geni resistenti di massima priorità per la salute pubblica che possono essere trasmessi tramite la catena alimentare, vagliando la letteratura scientifica per documentarne la presenza nelle suddette fonti ambientali.

Tra le misure volte a limitare la comparsa e la diffusione di resistenza negli ambienti per la produzione alimentare vi sono la riduzione della contaminazione microbica di origine fecale nei fertilizzanti, nell’acqua e nei mangimi nonché l’adozione di buone pratiche igieniche in genere . Gli esperti hanno inoltre formulato raccomandazioni per proseguire la ricerca nei settori ritenuti prioritari onde contribuire a colmare le lacune nei dati, affiancando così i responsabili dell’UE in materia di gestione del rischio nell’attuare il piano d’azione europeo «One Health» contro la resistenza agli antimicrobici.

Per elaborare il parere, gli esperti hanno lavorato a stretto contatto con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), l’Agenzia europea dei medicinali (EMA) e l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA).

Fonte: EFSA




Glifosato: le autorità di regolamentazione dell’UE avviano le valutazioni del rinnovo

All’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) è pervenuto un progetto di valutazione del rischio relativo al glifosato, effettuata da quattro Stati membri dell’UE. Le due Agenzie si accingono ora a esaminarne le risultanze. L’uso del glifosato, l’erbicida più utilizzato a livello mondiale, è attualmente autorizzato nell’UE fino a dicembre 2022.

Le autorità nazionali di Francia, Paesi Bassi, Svezia e Ungheria (il gruppo di valutazione del glifosato, AGG) hanno esaminato l’insieme delle evidenze trasmesse dalle imprese che hanno presentato domanda di rinnovo dell’approvazione al fine di commercializzare la sostanza nell’UE. Il progetto di relazione dell’AGG conta circa 11 000 pagine.

In merito al suddetto progetto di relazione l’EFSA e l’ECHA organizzeranno ora consultazioni pubbliche parallele, che saranno avviate nella prima settimana di settembre di quest’anno.

Le consultazioni costituiscono la prima fase delle valutazioni. Il comitato dell’ECHA per la valutazione dei rischi (RAC) procederà a un riesame della classificazione del glifosato nell’ambito del regolamento dell’UE relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio (CLP). La classificazione delle sostanze chimiche si basa esclusivamente sulle proprietà pericolose e non tiene conto della probabilità di esposizione a tali sostanze. L’esposizione è considerata parte del processo di valutazione del rischio condotto dall’EFSA.

Il glifosato è stato classificato ufficialmente come causa di gravi danni agli occhi e come tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata, sia prima che dopo la valutazione dell’ECHA nel 2017. Non vi è stata alcuna classificazione in termini di mutagenicità delle cellule germinali, carcinogenicità o tossicità riproduttiva. Nella proposta dei quattro Stati membri non è prevista alcuna modifica della classificazione attuale.

Dopo l’adozione di un parere da parte dell’ECHA, l’EFSA porterà a termine la propria revisione paritaria e ne pubblicherà le conclusioni, attese per la fine del 2022. Sulla base di tale valutazione del rischio la Commissione europea renderà una decisione in merito al rinnovo dell’approvazione per il glifosato.

Contesto

Il glifosato è una sostanza chimica ampiamente utilizzata nei prodotti fitosanitari. Quelli a base di glifosato, ossia i formulati contenenti glifosato, coformulanti e altre sostanze chimiche, sono utilizzati principalmente nell’agricoltura e nell’orticoltura per combattere le erbe infestanti che competono con le colture.

Nel 2017 la Commissione europea ha concesso un’approvazione quinquennale per il glifosato: attualmente il periodo di approvazione dell’uso del glifosato nell’UE si estende fino al 15 dicembre 2022. Ciò significa che fino a tale data il glifosato può essere utilizzato come sostanza attiva nei prodotti fitosanitari, a condizione che ciascuno di essi sia autorizzato dalle autorità nazionali a seguito di una valutazione della loro sicurezza.

Informazioni dettagliate sono disponibili sul sito web della Commissione europea.

Fonte: EFSA




Valutazione del rischio microbiologico, linee guida Fao Oms

Fao e Oms hanno redatto il documento “Microbiological risk assessment: guidance for food” per fornire un quadro strutturato sulla valutazione dei rischi microbiologici negli alimenti, aggiornando e riunendo in un unico volume i 3 precedenti documenti di orientamento  (MRA 3, MRA 7 e MRA 17)

Le linee guida sono state sviluppate per la comunità globale di scienziati e valutatori del rischio, gestori del rischio o altri responsabili del processo decisionale e/o della comunicazione del rischio in modo che possano:

1) identificare i problemi e le caratteristiche chiave di un rischio microbiologico;

2) riconoscere le proprietà di una valutazione del rischio basata sulle migliori pratiche;

3) evitare alcuni errori comuni nella valutazione del rischio;

4) eseguire valutazioni del rischio che rispondano alle esigenze dei gestori del rischio.

 




L’EFSA avvia la campagna « EU Choose Safe Food »

Gli alimenti si presentano in varie forme. Alcuni sono di grandi dimensioni. Alcuni minuscoli. Alcuni belli e brillanti. Altri, non molto. Alcuni sono squisiti. Altri, insomma…è una questione di gusti. Che siano di proprio gusto o meno, a prescindere dalla loro provenienza, ci si può fidare della sicurezza dei nostri alimenti. E questo grazie alla scienza.

I consumatori europei sono tra i più protetti e informati al mondo riguardo ai rischi presenti nella catena alimentare. Il sistema di sicurezza alimentare dell’UE conferisce a ogni cittadino eropeo il diritto di sapere come viene prodotto, trattato, confezionato, etichettato, e venduto il cibo che consuma. Nell’ambito di tale sistema, gli esperti imparziali dell’EFSA esaminano i dati e gli studi scientifici per valutare i rischi alimentari. E, in una catena alimentare interconnessa, l’EFSA collabora con le autorità nazionali per la sicurezza alimentare di tutta l’Europa, partner nazionali e organismi internazionali affinché gli europei possano gustare i pasti con la massima tranquillità.

#EUChooseSafeFood

In occasione della Giornata mondiale della sicurezza alimentare di quest’anno, l’EFSA avvia la campagna di comunicazione #EUChooseSafeFood che si svolgerà per tutta l’estate 2021. La campagna si prefigge di sensibilizzare i cittadini alla scienza alla base dei nostri alimenti e di raccontare la storia degli scienziati che si adoperano per garantirne la sicurezza. L’obiettivo generale è incoraggiare i cittadini a pensare in modo critico alle loro scelte quotidiane riguardanti gli alimenti.

Per maggiori informazioni, consultare il nuovo sito web #EUChooseSafeFood

Fonte: EFSA




Parere CNSA – Micotossine non regolamentate e Metaboliti dell’aflatossina B1 in prodotti lattiero-caseari

E’ pubblicato sul sito del Ministero della salute il parere del Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare  – Sezione Sicurezza Alimentare “Micotossine non regolamentate: Metaboliti dell’aflatossina B1 (aflatossina M1 e aflatossicolo) e sterigmatocistina in prodotti lattiero-caseari”

L’aflatossina B1 (AFB1) e la sterigmatocistina sono prodotte dal fungo Aspergillus sp. L’AFB1, una volta ingerita, viene metabolizzata prevalentemente nel fegato; aflatossina M1 e aflatossicolo sono i suoi principali metaboliti. La sterigmatocistina, prodotta in oltre 55 generi di funghi, è strutturalmente simile alla AFB1 e alcuni autori la considerano un suo precursore, diretto o indiretto. Sia i metaboliti di AFB1 sia la sterigmatocistina sono considerati come cancerogeni genotossici, anche se meno potenti di AFB1. E’ pertanto importante valutare i possibili rischi per la salute dell’esposizione attraverso specifiche filiere alimentari.

Sulla base delle conoscenze attuali e dei dati disponibili, è stata effettuata una valutazione del rischio di esposizione del consumatore ad aflatossina M1, aflatossicolo e sterigmatocistina, attraverso il consumo di latte e prodotti lattiero-caseari. L’aflatossina M1 è il metabolita principale della AFB1 nel latte dei mammiferi, ruminanti e non: i numerosi dati disponibili per il latte italiano non evidenziano particolari problemi, mentre i dati relativi ai formaggi sono molto variabili e legati al fattore di concentrazione e alla ripartizione fra proteine del siero e caseine. Per quanto riguarda l’aflatossicolo e la sterigmatocistina in latte e derivati, i dati disponibili sono molto limitati. La presenza nei latticini può originare da mangimi contaminati con AFB1 (aspetto predominante per la AFM1) oppure da  infestazioni fungine incontrollate durante i processi di maturazione.

Considerate le preoccupanti caratteristiche delle micotossine in esame, il CNSA raccomanda di mantenere e rafforzare le misure di controllo e prevenzione già in atto per le filiere lattiero-casearie; e  di effettuare studi specifici per i metaboliti dell’aflatossina B1 in questione e per la sterigmatocistina sul latte di tutte le specie e sui suoi derivati per una più accurata valutazione dell’esposizione attraverso il consumo di questi alimenti e dei potenziali rischi per la salute, anche ai fini di un eventuale valutazione di estensione delle misure di controllo.