SIPA: un nuovo strumento per visualizzare i focolai di influenza aviare

La SIPA informa che è stato realizzato un nuovo strumento informatico per la rapida visualizzazione dei focolai di influenza aviare nella popolazione domestica e selvatica in Europa. Realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie è liberamente consultabile al link   seguente EURL Avian Flu Data Portal (izsvenezie.it)

Fonte: IZS Lombardia Emilia Romagna




Malattie infettive emergenti. Nasce la Fondazione INF-ACT, progetto integrato per affrontare le emergenze infettive sostenuto dai fondi del PNRR

25 membri tra atenei, enti pubblici e privati, fra cui l’Associazione Istituti Zooprofilattici Sperimentali (AIZS). Università di Pavia capofila, in collaborazione con ISS e CNR.

L’Università di Pavia capofila di un progetto ambizioso e di ampio raggio, ma anche di reale impatto scientifico e con ricadute operative e organizzative, sul tema “malattie infettive emergenti”, che parte dall’individuazione di quelle che sono le principali minacce attuali e quelle che potrebbero emergere nel futuro.

Il progetto, sviluppato da una squadra proponente caratterizzata fin dall’inizio da una forte sinergia tra l’ateneo pavese, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), è stato selezionato dal Ministero dell’Università e della Ricerca e finanziato con 114,5 milioni di euro, nell’ambito della Missione 4, “Istruzione e Ricerca” – Componente 2, “Dalla ricerca all’impresa” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – Linea di investimento 1.3, “Partenariati Estesi”, finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU.

Grazie a questo importante finanziamento nasce la Fondazione INF-ACT, di cui fanno parte 25 tra atenei nazionali, enti pubblici e privati. Un consorzio che prevede forti competenze trasversali in grado di affrontare il problema delle possibili epidemie adottando un approccio “One Health” , ossia integrando aspetti di salute umana, salute animale e ambientale, dagli eventi epidemici ai fenomeni di spillover ai mutamenti climatici alla base delle modifiche della fauna selvatica e le interazioni con l’uomo.

La rete dei 10 Istituti Zooprofilattici Sperimentali, rappresentata dall’Associazione AIZS, ha dunque un ruolo di rilievo nel prestigioso network che svilupperà il progetto INF-ACT, garantendo proprio quell’approccio alla Salute Unica che viene declinato nei diversi filoni lungo i quali si svilupperanno le attività di ricerca.

La DG dell’IZSVe, Antonia Ricci, è stata candidata a rappresentare AIZS nell’ambito degli organi di governo della Fondazione INF-ACT.


Tematiche di ricerca

Sono state individuate cinque tematiche principali che saranno al centro della sinergia operativa messa in campo dalla Fondazione:

  • studio dei virus emergenti e riemergenti;
  • studio di insetti e altri vettori che veicolano agenti patogeni e delle malattie ad essi correlate;
  • studio degli agenti patogeni resistenti agli antimicrobici e dei meccanismi di generazione e scambio di marcatori di farmacoresistenza;
  • studio di nuovi sistemi di sorveglianza integrata epidemiologica e microbiologica (umana-animale-ambientale); identificazione di modelli per l’individuazione precoce di infezioni emergenti; messa a punto di meccanismi di alert e modelli matematici predittivi;
  • identificazione di nuovi bersagli per molecole ad attività antinfettiva; progettazione, sintesi e validazione di molecole con potenziale terapeutico con approcci in silico, in vitro, ex vivo e in modelli animali.

 

Fonte: IZS Venezie




Mycoplasma hyosynoviae, protocollo di raccolta e conferimento dei campioni per l’isolamento

Il Mycoplasma hyosynoviae è un microrganismo appartenente al genere Mycoplasma spp. che infetta esclusivamente il suino, causando artrite in soggetti nelle fasi di magronaggio e ingrasso. Si localizza principalmente a livello tonsillare e viene trasmesso per contatto diretto o via aerosol a brevi distanze. Dopo aver colonizzato le tonsille, M. hyosynoviae può diffondersi e provocare sinovite e artrite nei suini a partire dalle 10 settimane di età, con meccanismi non ancora noti.

L’isolamento colturale, che richiede da una a tre settimane, viene scelto per confermare il sospetto diagnostico e permette di ottenere il microrganismo vitale: un requisito fondamentale per procedere con approfondimenti quali lo studio di sensibilità agli antibiotici mediante metodica MIC (Concentrazione Minima Inibente), che permette al veterinario clinico la scelta del farmaco più appropriato al contesto.

Alcuni pratici accorgimenti da applicare al fine di aumentare le probabilità di isolamento sono riportati nel protocollo di campionamento disponibile in formato pdf al seguente link:

Protocollo campionamento Mycoplasma hyosynoviae »

Fonte: IZS Venezie




Vaiolo delle scimmie, un nuovo nome per evitare stereotipi

Per evitare stereotipi e stigmatizzazioni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha raccomandato che il virus del vaiolo delle scimmie sia rinominato “mpox”. Entrambi i nomi – mpox e monkeypox – saranno utilizzati contemporaneamente per un anno, mentre il secondo sarà gradualmente eliminato, ha dichiarato l’Oms in un comunicato.

Il cambiamento arriva dopo che un certo numero di individui e di Paesi hanno sollevato preoccupazioni in diverse riunioni e hanno chiesto all’Oms di proporre un modo per cambiare il nome.

Il periodo di transizione di un anno serve a mitigare le preoccupazioni degli esperti circa la confusione causata da un cambio di nome nel bel mezzo di un’epidemia. Inoltre, dà il tempo di completare il processo di aggiornamento della Classificazione internazionale delle malattie (Icd) e di aggiornare le pubblicazioni dell’Oms

A luglio, l’Oms ha dichiarato ufficialmente l’epidemia di vaiolo delle scimmie in più Paesi, al di fuori delle tradizionali aree endemiche dell’Africa, un’emergenza di salute pubblica di rilevanza internazionale. È responsabilità dell’Oms assegnare i nomi alle malattie nuove ed esistenti attraverso un processo consultivo, che include gli Stati membri dell’Organizzazione. La consultazione sul vaiolo delle scimmie ha coinvolto i rappresentanti delle autorità governative di 45 Paesi diversi. Secondo l’Oms, alla data di sabato, 110 Stati membri avevano segnalato 81.107 casi confermati in laboratorio e 1.526 casi probabili, compresi 55 decessi.

La maggior parte dei casi segnalati nelle ultime quattro settimane proveniva dalle Americhe (92,3%) e dall’Europa (5,8%). Il numero di nuovi casi settimanali segnalati a livello globale è diminuito del 46,1% nella settimana dal 21 al 27 novembre.

Fonte: AGI




La malattia emorragica epizootica del cervo (EHD). Dopo lingua blu e influenza aviaria una nuova sfida per la sanità veterinaria.

 Ruggero è il primo animale, un toro, a presentare sintomatologia clinica e lesioni riconducibili alla EHD, la malattia emorragica epizootica del cervo, ma che colpisce anche i ruminanti domestici. Dopo un primo sospetto di blue tongue –i sintomi possono essere inizialmente confusi – la verifica da parte del centro di referenza nazionale di Teramo conferma i sospetti dei veterinari di ASL e IZS della Sardegna.

Con i circa 11000 esemplari di cervi nella sola Sardegna meridionale, il virus potrebbe e avere altissima possibilità di trasmissione, se non si interviene tempestivamente. Da qui l’urgenza di mettere la patologia sotto la lente di ingrandimento, con un incontro nazionale che ha portato a convegno tutti i maggiori studiosi ed operatori dell’Isola e della penisola.

All’incontro ha preso parte l’Assessore dell’Igiene e Sanità e dell’Assistenza Sociale della Regione Sardegna, Mario Nieddu, che ha evidenziato come l’amministrazione regionale si sia già attivata con incontri con tutti i soggetti che hanno un ruolo nella crisi in corso.

Sono intervenuti anche il direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico sardo, Giovanni Filippini, e il Direttore del servizio di Sanità Pubblica Veterinaria della Regione Antonio Montisci, che hanno evidenziato come tutto il sistema sanitario, veterinario e non, si debba necessariamente preparare, a fronte di cambiamenti climatici sempre più accentuati e che conducono alla diffusione sempre più frequente di nuove patologie soprattutto di tipo tropicale.

Di fronte a questa nuova emergenza emergono nuovi scenari e nuovi comportamenti, per evitare la diffusione e circoscrivere il più possibile il fenomeno. Ad illustrare i riferimenti normativi in questo settore è intervenuto Luigi Ruocco, Direttore dell’Ufficio 3 del Ministero della Salute, area che ha la responsabilità della Sanità animale e della gestione e lotta contro le malattie animali. Ruocco ha invitato a fare riferimento alle nuove norme europee per la gestione operativa dell’emergenza, che forniscono una cornice alle azioni di contenimento, e sottolineato il ruolo che la nuova normativa conferisce agli operatori nel rilevare, segnalare e gestire animali sospetti.

Sotto l’aspetto della diagnostica, il laboratorio dell’IZS sarà dotato a breve di un kit, che permetterà di rilevare in tempi brevi un numero elevato di campioni sospetti di positività all’EHD. L’Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale inoltre, che fa capo ugualmente allo zooprofilattico sardo, ha già a disposizione un’App che permette di inserire la singola segnalazione circa la presenza di carcasse di animali selvatici o negli allevamenti.

Il Presidente Commissione agricoltura Piero Maieli ha poi sottolineato la necessità di attivare una unità di crisi specifica, progetto cui l’amministrazione regionale si è già detta disponibile, che possa gestire in modo unitario le strutture regionali coinvolte al fine di consentire azioni concrete per contenimento contro l’espansione della patologia.

Nel corso della giornata si sono alternati esperti di tutta Italia, da Giovanni Savini, Maria Goffredo e Massimo Spedicato e Alessio Lorusso del Centro di Referenza Nazionale per le malattie esotiche degli animali, a Lucio Mandas del Centro Allevamento Recupero Fauna Selvatica (Forestas) e Vincenzo Forma dell’ASL Medio Campidano, che ha per primo rilevato la sintomatologia clinica in Sardegna, assieme ad Angelo Ruiu dell’IZS Sardegna che ha fornito la descrizione delle lesioni anatomo-patologiche riscontrate. Per l’Istituto sono intervenuti inoltre Stefano Cappai, Giantonella Puggioni e Giuseppe Satta. I lavori sono stati coordinati da Sandro Rolesu, Direttore Sanitario dell’IZS Sardegna.

Oltre al lavoro sul contenimento, la ricerca va avanti, e l’auspicio e obiettivo espresso dalla sala è stato quello di arrivare rapidamente ad un vaccino.
A tirare le fila della mattinata il Direttore dell’IZS Giovanni Filippini: “siamo pronti sugli aspetti diagnostici e su quelli organizzativi. La vera sfida sarà sulle strategie a lungo termine, ma siamo in presenza di una squadra che può affrontarle.”

Relazioni Convegno

Fonte: IZS Sardegna




Vespa velutina di nuovo in Veneto

vespa velutinaUna nuova segnalazione di Vespa velutina in Veneto è arrivata qualche giorno fa al sito Stopvelutina, proveniente dalla provincia di Venezia, in località Malcontenta, frazione di Mira (mappa in alto), mentre si alimentava su filari d’uva.

Un sopralluogo prontamente effettuato dal dr Franco Mutinelli, direttore del Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVE), e dal dr Mattia Gambalunga dell’Associazione Patavina Apicoltori in Padova, ha confermato la presenza di esemplari ancora in volo presso i filari e in un vicino apiario.

Nel corso del sopralluogo sono stati catturati davanti agli alveari alcuni esemplari adulti di velutina, mentre all’interno di tre trappole posizionate vicino all’apiario erano presenti esemplari di Vespa crabro e molti altri insetti non identificabili in avanzato stato di decomposizione.

In un primo sopralluogo nell’area circostante non è stato possibile individuare alcun nido, ma ulteriori controlli sono previsti per la prossima settimana.

Vespa velutina era già stata segnalata in Veneto nell’autunno 2016 a Bergantino, in provincia di Rovigo, lungo il fiume Po, con il ritrovamento di numerosi esemplari adulti presso un apiario e, pochi mesi dopo, di un nido. La primavera successiva una regina era stata catturata in  provincia di Mantova, sull’altra sponda del fiume a pochi chilometri da Bergantino. Tuttavia negli anni successivi non sono stati fatti ulteriori ritrovamenti, nonostante la fitta rete di sorveglianza attivata dall’IZSVE e dalle Associazioni apistiche regionali. Non si ipotizza pertanto un legame tra i due focolai, ma piuttosto una nuova importazione, forse dovuta a trasporto attivo.

La nuova presenza di Vespa velutina è stata immediatamente notificata dall’IZSVE alle Associazioni, con richiesta di posizionare le trappole presso gli apiari e di controllarle periodicamente, per consentire un precoce rilievo di eventuali altri esemplari focolai. Secondo alcune persone presenti sul luogo, la presenza di velutina risalirebbe a circa un mese fa. A tal proposito si rammenta l’importanza di una pronta segnalazione, per consentire un intervento in tempi utili.

Fonte: stopvetulina.it




Arbovirosi in Italia: i dati al 31 ottobre 2022

artropodiSono stati pubblicati sul sito EpiCentro (ISS)  i nuovi rapporti del sistema di sorveglianza nazionale integrata delle arbovirosi relativi al periodo 1 gennaio – 31 ottobre 2022. Durante questi mesi il sistema di sorveglianza nazionale segnala: 40 casi confermati di infezione neuro-invasiva – TBE; nessun caso confermato di Chikungunya; 114 casi confermati di Dengue; 100 casi confermati di Toscana Virus; 1 caso confermato di Zika Virus.

Per maggiori informazioni consulta la pagina dedicata ai bollettini periodici della sorveglianza nazionale sulle arbovirosi.

Fonte: ISS




Ema, in Italia antibiotici in allevamento -51% in 10 anni

Le vendite annuali di antibiotici negli allevamenti italiani si sono più che dimezzate in dieci anni, ma restano tra le più alte in Europa.

Sono i dati del rapporto dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) sul consumo di antimicrobici veterinari nell’Ue/See. Dal 2011 al 2020 le vendite sono calate del 43% nei 31 Paesi coperti dal rapporto, in Italia è stata osservata una diminuzione del 51%.

Se si considerano le tonnellate di principio attivo, nel 2020 l’Italia era il terzo Paese per vendite dopo Spagna e Polonia. In rapporto alla popolazione animale negli allevamenti, la Penisola era seconda dopo la Polonia.

Nel 2019, l’Italia si è dotata di un sistema di tracciabilità digitale dei medicinali veterinari con dati anche a livello di allevamenti, che è un “passo importante verso lo sviluppo di un adeguato programma di gestione antimicrobica”, scrive Ema. I dati, sottolinea l’agenzia Ue, “mostrano progressi verso il raggiungimento degli obiettivi” del Piano nazionale contro la resistenza agli antibiotici, adottato nel 2017.

Fonte: Ansa




L’Oms a caccia di nuovi patogeni

L’Organizzazione ha convocato gli esperti per compilare un elenco aggiornato di agenti patogeni prioritari che possono causare future epidemie o pandemie. 

L’ Oms sta convocando oltre 300 scienziati che prenderanno in considerazione le prove su oltre 25 famiglie di virus e batteri, oltre alla “Malattia X”, che indica un agente patogeno sconosciuto che potrebbe causare una grave epidemia internazionale. Il processo è iniziato venerdì e guiderà gli investimenti globali e la ricerca e lo sviluppo (R&S), in particolare nei vaccini, nei test e nei trattamenti. L’elenco dei patogeni prioritari è stato pubblicato per la prima volta nel 2017 e comprende COVID-19, malattia da virus Ebola , febbre di Lassa, sindrome respiratoria mediorientale (MERS), sindrome respiratoria acuta grave (SARS), febbre della Rift Valley, Zika e “Malattia X”. “Prendere di mira i patogeni prioritari e le famiglie di virus per la ricerca e lo sviluppo di contromisure è essenziale per una risposta rapida ed efficace a epidemie e pandemie “, ha affermato Michael Ryan, direttore esecutivo del programma per le emergenze sanitarie dell’Oms. “Senza significativi investimenti in ricerca e sviluppo prima della pandemia di Covid-19 , non sarebbe stato possibile sviluppare vaccini sicuri ed efficaci in tempi record”, ha aggiunto.

Gli esperti consiglieranno un elenco di agenti patogeni prioritari che necessitano di ulteriori ricerche e investimenti.  Il processo includerà sia criteri scientifici che di salute pubblica, nonché criteri relativi all’impatto socioeconomico, all’accesso e all’equità. Saranno sviluppate tabelle di marcia di R&S per quei patogeni identificati come prioritari, delineando le lacune di conoscenza e le aree di ricerca. Saranno inoltre compiuti sforzi per mappare, compilare e facilitare le sperimentazioni cliniche per sviluppare vaccini, trattamenti e test diagnostici. L’elenco rivisto dovrebbe essere pubblicato all’inizio del 2023.

Fonte: panoramasanita.it




Spillover e Spillback, andata e ritorno dei patogeni dall’uomo agli animali

In questi anni abbiamo sentito parlare parecchio di spillover, che letteralmente identifica un “salto di specie” ma che più spesso viene inteso come passaggio di un patogeno dagli animali all’uomo. Tale meccanismo può essere alla base  di malattie nuove o emergenti o vere e proprie epidemie/pandemie, come nel caso dell’influenza e probabilmente del SARS_CoV-2.

Si parla meno frequentemente, ma non è meno importante in ottica One Health, del fenomeno dello  “spillback” che identifica il processo inverso ovvero il “salto” del patogeno dall’uomo agli animali, talvolta a specie molto diverse da quelle che erano serbatoio o ospite occasionale/spillover del patogeno stesso. Lo spillback può determinare la comparsa e la stabilizzazione di un patogeno negli animali in un territorio dove prima non era presente, ed  essere causa di malattia in specie animali che loro volta possono diventare fonte di infezione per l’uomo.

Il meccanismo è meno complicato di quanto sembra se pensiamo al virus del vaiolo della scimmia, (monkeypox) che è sempre stato localizzato in Africa e in poche altre regioni, nelle quali è passato dalla scimmia ed altre specie di roditori che fungevano da serbatoio all’uomo, avendo però ben poche occasioni di passare in altre specie animali, anche domestiche.

Tuttavia, da quando il monkeypox virus si è diffuso tra gli umani in nuove aree più densamente popolate, come gli Stati Uniti e l’Europa, è sorto il problema della possibile infezione anche di nuove specie animali “domestiche” a contatto con esseri umani infetti (cani, roditori, lagomorfi etc.) e quindi anche del potenziale passaggio nelle specie selvatiche.

La mancanza di controllo e monitoraggio dei fenomeni di spillback può essere facilmente causa della costituzione di nuovi serbatoi animali di virus e della persistenza della malattia nelle nuove aree “conquistate”.

Per questo l’Organizzazione Mondiale della Salute animale (WOAH) ha prodotto una linea guida per indirizzare a conoscere e limitare il rischio di spillback dall’uomo agli animali selvatici, ai pet e ad altri animali.

Fonte: IZS Lombardia Emilia Romagna