Food Sustainability Index, la Francia Paese più virtuoso

albero, proteggereLa Francia si riconferma il Paese più virtuoso al mondo. A decretarlo è la terza edizione del Food Sustainability Index (FSI) l’indice che analizza le performance di 67 Paesi in base alla sostenibilità del loro sistema alimentare e al reddito. I Paesi presi in esame dall’Index rappresentano oltre il 90% del PIL globale e i 4/5 della popolazione mondiale. Il Food Sustainability Index è stato sviluppato dal Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) in collaborazione con The Economist Intelligence Unit. L’edizione 2018 si concentra principalmente sulle best practices nel campo della sostenibilità alimentare che contribuiscono a raggiungere i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ed è stato presentato in occasione del nono Forum della Fondazione BCFN su Alimentazione e Nutrizione che si sta tenendo a Milano.

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Fao, Oie e Oms rilanciano impegno su approccio One Health

Collaborazione Oie Fao OmsL’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE) hanno concordato di rilanciare l’impegno comune per combattere le minacce alla salute legate alle interazioni tra esseri umani, animali ed ambiente.

In un Memorandum d’Intesa firmato il 30 maggio le tre agenzie hanno concordato di rafforzare la loro partnership di lungo periodo, con una particolare attenzione alle misure per affrontare il problema della resistenza antimicrobica (AMR).

L’AMR è un tema di assoluta priorità per le tre organizzazioni, che stanno collaborando per sviluppare dei sistemi mondiali di sorveglianza dell’AMR e dell’uso degli antimicrobici, un programma di gestione globale degli antimicrobici, e un quadro di monitoraggio e valutazione per il piano d’azione mondiale. Il quadro generale di standard internazionali per un uso responsabile e prudente degli antimicrobici viene aggiornato regolarmente per tenere il passo con gli sviluppi della ricerca scientifica.

Oltre a questo, il nuovo accordo si propone di migliorare le capacitá di previsione per avere risposte più rapide e fondate su malattie zoonotiche emergenti ed endemiche (tra cui quelle di origine alimentare); di aiutare i paesi a rafforzare i loro sistemi sanitari nazionali; di attuare misure congiunte per la riduzione delle minacce.

Oltre il 60% degli agenti patogeni esistenti o emergenti che colpiscono gli esseri umani hanno origine animale; il 75% di questi viene da animali selvatici. Per questo non possiamo affrontare i problemi della salute umana, animale e dell’ambiente in maniera isolata – dobbiamo considerarli e gestirli insieme. Questa alleanza unisce le competenze specialistiche e l’esperienza di ognuna delle tre organizzazioni per ottenere esattamente questo, attraverso un approccio “One Health” (Una salute), ha affermato il Direttore Generale della FAO, Jose Graziano da Silva.

Per quanto ogni settore abbia le sue specificità, gli Stati Membri delle nostre tre organizzazioni si trovano ad affrontare le stesse sfide. La nostra collaborazione è quindi fondamentale per aiutarli a rispondervi meglio, dimostrando che l’alleanza tra le organizzazioni internazionali è in grado di supportarli a livello regionale, nazionale ed anche locale. Questo dimostra che l’approccio “One Health” non è una semplice idea, ma è una realtà quotidiana che stiamo costruendo insieme attraverso lo sviluppo e l’attuazione di un ambizioso programma di lavoro incentrato sulle nostre priorità comuni.” ha dichiarato il Direttore Generale dell’OIE, la Dottoressa Monique Eloit.

La minaccia della resistenza antimicrobica interessa sia gli uomini, che gli animali, che il nostro ambiente. Per questo motivo la Triplice Alleanza di OMS, FAO ed OIE è cosi importante,” ha affermato il Dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale del WHO. “Collaborare è l’unico modo per scongiurare gli enormi costi umani, sociali, economici ed ambientali della resistenza antimicrobica.

Rafforzare l’impegno per affrontare le nuove sfide

I miglioramenti nei trasporti, la crescita del commercio internazionale, l’incremento demografico e l’espansione del settore agricolo hanno drasticamente alterato il modo in cui le malattie emergono e si diffondono, rendendo un approccio “One Health” necessario come mai prima d’ora.

FAO, OMS ed OIE hanno cominciato a lavorare insieme sin dagli anni ’40 e, nel 2010, hanno formalizzato la loro collaborazione lavorativa sul tema della restistenza antimicrobica e della lotta a malattie come l’influenza e la rabbia. Nel 2017 hanno pubblicato il loro secondo documento strategico che confermava tale impegno.

Mettere insieme conoscenze, ricerca e competenze tecniche sui temi della salute umana e animale, dell’alimentazione e dell’agricoltura può generare forti sinergie, per delle soluzioni più efficaci, durature ed economicamente vantaggiose ai complessi problemi sanitari che ci troviamo ad affrontare oggi a livello mondiale.

Le attività comuni previste dal nuovo accordo includeranno:

• Sostenere il Gruppo di Coordinamento Inter-agenzie sull’ AMR, stabilito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2016, nonché la continua attuazione del Piano d’Azione Globale sull’ AMR

• Lavorare con i paesi al fine di rafforzare la salute umana a livello nazionale e regionale, cosi come la salute animale e i servizi per la sicurezza alimentare.

• Migliorare la cooperazione inter-agenzie nelle attività di analisi previsionale, valutazione del rischio, rafforzamento della capacità di preparazione e delle risposte comuni alle malattie infettive – nuove, vecchie e trascurate – che minacciano la salute umana, animale e dell’ambiente.

• Affrontare le sfide della sicurezza alimentare che richiedono un approccio multi-settoriale nel contesto di un generale rafforzamento della sicurezza alimentare.

• Promuovere il coordinamento nel settore ricerca e sviluppo per raggiungere una visione comune sulle malattie zoonotiche di maggior priorità e sul tipo di ricerca necessaria a prevenirle, individuarle e controllarle.

• Sviluppare un Codice di Condotta Volontario per rafforzare l’applicazione degli standard internazonali per un uso responsabile e prudente degli antimicrobici.

Fonte: FAO




Accordo ISS e OIE per la promozione dell’approccio “One Health” alla ricerca

One HealthSiglato l’accordo tra l’OIE (World Organisation for Animal Health) e l’Istituto Superiore di Sanità per promuovere e condurre ricerche di alta qualità con un approccio One Health. Un approccio che allarga il concetto di salute a comprendere, oltre quella dell’uomo, anche la salute degli animali e dell’ambiente e che si propone come capace di cogliere e interpretare la complessità delle connessioni di salute esistenti tra questi tre “attori”.

L’accordo promuoverà la produzione, analisi e disseminazione di conoscenze, ad esempio, sulle complesse relazioni che governano l’emergere di nuove malattie infettive, sul ruolo dei fattori ambientali e dei cambiamenti climatici in termini di disponibilità e salubrità degli alimenti, sull’impatto della pressione antropica su biodiversità e salute degli ecosistemi, sulle ricadute dello sfruttamento delle risorse naturali sulla sostenibilità delle produzioni alimentari.

Gli scopi della collaborazione tra OIE e ISS

  • Accrescere e promuovere la collaborazione a livello internazionale sull’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute animale e migliorare la comprensione delle relazioni tra salute degli ecosistemi, perdita della biodiversità e diffusione delle malattie che impattano sulla salute e il benessere animale
  • Migliorare l’accesso e l’affidabilità dei dati sulla salute degli animali e gli andamenti epidemiologici collegati ai cambiamenti climatici, attraverso il sistema informativo OIE
  • Approfondire e integrare le conoscenze sull’impatto dei cambiamenti climatici, della perdita di biodiversità e della diffusione di specie animali aliene nella definizione degli standard, delle linee Guida e delle Pubblicazioni dell’OIE.

L’approccio One Health, è oggi quello più capace di fornire conoscenze che restituiscano la complessità dello scenario della prevenzione – afferma Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – Il nostro lavoro accanto all’OIE è quello che già facciamo per molte delle nostre attività e che sottolinea come la salute sia in realtà il prodotto di tante variabili che interagiscono fra loro e si influenzano. Nessuna politica sanitaria oggi – conclude – può ignorare la complessa rete di relazioni che lega la salute dell’uomo a quella degli animali e dell’ambiente”.

Si tratta quindi di un accordo che va nella direzione di una visione interdisciplinare e che rappresenta, come sottolinea Romano Marabelli, consigliere e sostituto del Direttore Generale dell’OIE, “il primo riconoscimento dell’OIE di un Istituto di Sanità Pubblica in Europa affiancandosi all’unica collaborazione finora operativa con i CDC statunitensi”.

 




Piano d’azione europeo “One Health” contro la resistenza antimicrobica

Bandiera Unione EuropeaGli Europarlamentari hanno approvato, con 589 voti favorevoli, 12 contrari e 36 astensioni, il ‘Piano d’azione europeo “One Health” contro la resistenza antimicrobica’, sottoforma di risoluzione non vincolante.

Il concetto di “One Health”, ovvero di Salute Unica, comprendere nell’idea di salute, oltre quella dell’uomo, anche quella degli animali e dell’ambiente per coglierne e interpretare la complessità delle interconnessioni esistenti.

Per i deputati sono attraverso questo tipo di approccio è possibile affrontare la crescente minaccia rappresentata dai batteri resistenti agli antibiotici.

“Se non si fa nulla, la resistenza antimicrobica può causare entro il 2050 più morti del cancro. Dobbiamo iniziare a osservare l’intero ciclo, perché la salute delle persone e quella degli animali sono interconnesse. Le malattie vengono trasmesse dalle persone agli animali e viceversa, ed è per questo motivo che sosteniamo l’approccio olistico dell’iniziativa ‘One Health’. Gli Stati membri dell’UE gestiscono questo problema in modi diversi, per cui chiediamo alla Commissione di considerare la possibilità di richiedere ai Paesi UE di raccogliere e presentare regolarmente dei dati di monitoraggio, in modo da averli a disposizione a livello UE e di stabilire degli indicatori per misurare i progressi nella lotta contro la resistenza antimicrobica”

ha dichiarato la relatrice Karin Kadenbach (S&D, AT).

La risoluzione chiede alla Commissione europea e agli Stati membri di limitare la vendita di antibiotici da parte degli operatori della salute umana e animale che li prescrivono e di eliminare qualsiasi incentivo finanziario. È necessario adottare misure concrete contro le vendite illegali e le vendite senza prescrizione di antimicrobici nell’UE.

La Commissione europea dovrebbe elaborare un elenco prioritario degli agenti patogeni dell’UE sia per l’uomo che per gli animali, definendo chiaramente le priorità future in materia di ricerca e sviluppo. Occorre creare incentivi per stimolare gli investimenti in nuove sostanze.

Il testo approvato (In italiano)

A cura della Segreteria SIMeVeP

 




Influenza aviaria a livello di interfaccia uomo-animale, valutazione del rischio OMS

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un documento sulla valutazione del rischio sull’influenza aviaria a livello di interfaccia uomo-animale.

Per ciascun sottotipo del virus dell’influenza aviaria
A(H5N6), A(H7N9) e A(H9N2) e dell’influenza suina  A(H1N1)v, A(H1N2)v e A(H3N2)v, viene  descritta la situazione corrente e vengono presi in esame i seguenti quesiti:

1.Qual è la probabilità che si verifichino ulteriori casi umani di infezione da virus X dell’influenza aviaria?

2.Qual è la probabilità di trasmissione del virus X dell’influenza aviaria tra le persone OPPURE da persona a persona?

3.Qual è la probabilità di diffusione internazionale del virus X dell’influenza aviaria mediante i viaggiatori?

Il documento riporta anche alcune raccomandazioni generali sulla gestione del rischio, sottolineando l’importanza delle buone pratiche di sicurezza e igiene alimentare, della sorveglianza globale e della collaborazione tra diverse figure professionali.

Una sintesi e traduzione del documento è presente sul sito dell’IZS Abruzzo e Molise




Oms: le malattie con potenziale epidemico che richiedono attenzione prioritaria

Nell’ambito del progetto “R&D Blueprint”, l’Oms ha pubblicato la seconda revisione dell’elenco delle malattie in grado di provocare un’emergenza sanitaria pubblica, a causa del loro potenziale epidemico, per le quali non esistono o non sono sufficienti contromisure, e che per questo meritano un’attenzione  “prioritaria” di Ricerca&Sviluppo, in particolare per sviluppare farmaci e vaccini utili a contrastarle.

E’ proprio attraverso una “metodologia di prioritizzazione “ che a dicembre nel 2015 è stato rilasciato un primi elenco di malattie prioritarie, sottoposto a una prima revisione nel gennaio 2017.

Queste le malattie individuate, elencate non in ordine di importanza:

La “malattia X” rappresenta la consapevolezza che una grave epidemia internazionale potrebbe essere causata da un agente patogeno attualmente sconosciuto, pertanto il Progetto “R&D Blueprint” mira esplicitamente ad una preparazione il più possibile trasversale di Ricerca & Sviluppo che sia rilevante anche per un’eventuale “malattia X” sconosciuta.

L’elenco è considerato non esaustivo.

Altre malattie che dovrebbero essere osservate attentamente in una futura revisione delle lista sono: febbri emorragiche arenavirali diverse dalla febbre di Lassa; Chikungunya; malattie coronavirali altamente patogene diverse dalla MERS e dalla SARS; emergenti enterovirus non polio (compresi EV71, D68); e grave febbre con sindrome da trombocitopenia (SFTS).

Malattie come Dengue, febbre gialla, HIV/AIDS, tubercolosi, malaria, influenza che causa gravi malattie umane, vaiolo, colera, leishmaniosi, virus del Nilo occidentale e peste continuano a porre gravi problemi di salute pubblica, ma sono sono già oggetto di programmi di controllo e ricerca specifici e per questo non incluse nell’elenco prioritario; gli esperti ’OMS hanno comunque riconosciuto la necessità di migliorare la diagnostica e i vaccini per la peste polmonare e il supporto aggiuntivo per terapie più efficaci contro la leishmaniosi.

Gli esperti hanno anche osservato che:

– Per molte delle malattie discusse, così come per tutte le malattie che potrebbero causare un’emergenza sanitaria pubblica, è necessario migliorare la diagnostica.

– I farmaci e i vaccini esistenti necessitano di ulteriori miglioramenti per molte delle malattie considerate anche non incluse nell’elenco delle priorità.

– Qualsiasi tipo di agente patogeno potrebbe essere priorizzato nell’ambito del Progetto “R&D Blueprint”, non solo i virus.

– La ricerca necessaria comprende la ricerca di base/fondamentale e di caratterizzazione, nonché studi epidemiologici, entomologici o multidisciplinari, ulteriori chiarimenti sulle e vie di trasmissione, così come la ricerca in scienze sociali.

– È necessario valorizzare le contromisure sviluppate per più malattie o per famiglie di agenti patogeni, ove possibile.

È stato inoltre deciso che nelle revisioni future andrà preso in considerazione anche l’impatto delle questioni ambientali sulle malattie con il potenziale di causare emergenze sanitarie.

È stato infine sottolineato il valore di un approccio “One Health”, che comprende un processo di prioritizzazione parallelo per la salute degli animali, come utile a sostenere la ricerca e lo sviluppo per prevenire e controllare le malattie degli animali, riducendo al minimo i contagi e migliorando la sicurezza alimentare. È stata anche rilevata la possibile utilità dei vaccini animali per prevenire emergenze sanitarie.

Sono stati poi ricordati gli sforzi coordinati per affrontare la resistenza antimicrobica attraverso specifiche iniziative internazionali. Non è stata esclusa la possibilità che, in futuro, possa emergere un agente patogeno resistente, che verrebbe, in questa eventualità, appropriatamente priorizzato.

A cura della segreteria SIMeVeP




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