L’emergenza di influenza aviaria in Italia: rischi e prevenzione

Maurizio Ferri, Coordinatore Scientifico SIMeVeP, e la collega Francesca Lombardo del Servizio veterinario della Asl di Pescara, analizzano caratteristiche, rischi. misure di contenimento e prevenzione relative ai focolai di influenza aviaria che stanno interessando il nostro Paese

E’ nota a tutti la convivenza dell’attuale emergenza sanitaria pandemica COVID-19 con un’altra emergenza legata al corto circuito informativo che diffonde sulla rete fake news, notizie distorte e privi di base scientifica, anche riguardo alla questione no-vax.

C’è il rischio che, in questo contesto e in relazione alla nuova emergenza di influenza aviaria, si generi un sovraffollamento comunicativo foriero di ansia, allarme sociale e visioni distorte della realtà.

I focolai di influenza aviaria, al di là di eventi sporadici di trasmissione umana occorsi in alcuni paesi del sud-est asiatico, rispetto alle condizioni epidemiologiche e sociali del nostro paese, non hanno alcuna ricaduta sulla sanità pubblica ma interessano esclusivamente il comparto zootecnico. Cerchiamo di evitare che possa nascere una psicosi come è già accaduto in passato: la psicosi fa più danni del virus” . affermano gli autori nel documento.

Sul tema il Dott. Ferri è stato intervistato da La Repubblica Salute




Peste Suina Africana: come difendersi? Le indicazioni del Presidente SIMeVeP

È salito a 114 il numero dei Comuni interessati dalla peste suina. 78 in Piemonte e 36 in Liguria, compresi dal Ministero della Salute nella cosiddetta “zona infetta” da Peste Suina Africana, alla luce dei nuovi casi confermati (al momento sono quattro) e in riferimento alle indicazioni della Commissione Europea. Così Piemonte e Liguria cercano tempestivamente di mettere un freno al propagarsi di una patologia che, se pur non contagiosa per l’uomo, rischia di innescare una nuova emergenza.

sanitainformazione.it ne ha parlato con Antonio Sorice, Presidente della Società Italiana di medicina veterinaria preventiva e direttore del dipartimento veterinario ATS di Bergamo: «Il virus colpisce i suini domestici e selvatici quindi cinghiali e maiali. Non è trasmissibile all’uomo, ma è un virus che genera un problema sanitario importante nell’ambito del settore zootecnico europeo, con ripercussioni economiche ingentissime».

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Post COVID-19: panoramica delle soluzioni per prevenire future epidemie zoonotiche

Maurizio Ferri, coordinatore scientifico SIMeVeP è coautore di un articolo in inglese pubblicato su “Biological reviews” dal titolo “Post COVID-19: a solution scan of optionsfor preventing future zoonotic epidemics“.

La crisi generata dall’emergenza e dalla diffusione della pandemia daCOVID 19 ha posto all’attenzione globale i pericoli associati a nuove malattie, nonché il ruolo chiave degli animali, in particolare degli animali selvatici, come potenziali fonti di agenti patogeni per l’uomo.

L’emergente richiesta di un nuovo rapporto con gli animali selvatici e domestici sembrerebbe suggerire soluzioni semplici a un problema complesso. Lo studio identifica 161 possibili opzioni per ridurre i rischi di un’ulteriore trasmissione di malattie epidemiche dagli animali all’uomo, inclusa la potenziale ulteriore trasmissione di SARS CoV 2 (originale o varianti), prendendo in esame tutte le categorie di animali (es. fauna selvatica, in cattività, bestiame non gestito/selvaggio e domestico e animali domestici) concentrandosi sugli agenti patogeni (soprattutto virus) che, una volta trasmessi dagli animali all’uomo, potrebbero acquisire potenziale epidemico con alti tassi di trasmissione da uomo a uomo.

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Aziende Trichinella free, perché così poche?

suinoIl Vice Presidente SIMeVeP,  Vitantonio Perrone, come già sostenuto in una mozione congressuale del SIVeMP, ribadisce  – alla luce dei dati e delle evidenze scientifiche, che l’esame sistematico dei suini domestici ai fini della prevenzione della trichinellosi nell’uomo sia di fatto una metodica obsoleta, che comporta un consistente impegno operativo in termini di risorse tecniche e umane, quindi economiche, negli stabilimenti di macellazione dei suini, che potrebbero essere risparmiate o destinate ad altri scopi.

E’ infatti dal 1958 che non vengono segnalati casi umani di trichinellosi ascrivibili al consumo di carni suine derivanti da soggetti provenienti da allevamenti a stabulazione controllata, tanto che, a differenza del ciclo silvestre, in termini di sanità pubblica, il rischio di tale zoonosi è stato praticamente annullato grazie alla scomparsa del ciclo domestico della trichinellosi.

Sono inoltre poche le aziende che ricorrono al “Regolamento di esecuzione (UE) 2015/1375 della Commissione che definisce norme specifiche applicabili ai controlli ufficiali relativi alla presenza di Trichine nelle carni” in base al quale gli allevamenti intensivi possono essere classificati, su richiesta degli Operatori del Sistema Alimentare (OSA) “ufficialmente esenti” da Trichine (Trichinella free).

In questa direzione può essere importante il ruolo dell’informazione svolto dai servizi veterinari, che potrebbero farsi maggiormente
promotori/facilitatori nel sensibilizzare gli allevatori – operatori alimentari a tutti gli effetti – nell’intraprendere percorsi di miglioramento
che, oltre a quelle sanitarie, comporterebbero positive ricadute economiche.

L’articoo pubblicato su La Settimana Veterinaria




Web Conference: Peste Suina Africana (Psa): il Covid della suinicoltura?

SIVAR e AIVEMP organizzano, in collaborazione con Società Italiana di Patologia ed Allevamento dei Suini e Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva, la Web Conference gratuita “Peste Suina Africana (Psa): il Covid della suinicoltura?” che si terrà il 4 marzo alle ore 14.00.

La  Peste Suina Africana  è arrivata nel cuore del continente europeo avendo recentemente interessato la Germania, massima produttrice di suini. La domanda è quando la malattia arriverà in Italia, nonostante nel nostro paese sia già presente in alcune zone del paese dal 1978. Il Ministero dalla Salute ha predisposto un piano di sorveglianza nazionale con il supporto del Centro di Referenza di Perugia.
L’incontro si propone di fare il punto sulla situazione attuale mettendo a confronto la parte politica, sanitaria, scientifica ed economica.

L’iniziativa è rivolta a tutto il mondo veterinario pubblico e privato, universitario e di filiera, con possibilità di possibilità di porre domande in diretta ai relatori dopo ogni intervento.

MODERATORE
PIER DAVIDE LECCHINI
Direttore Generale DGSAF Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari

RELATORI
VITTORIO GUBERTI – ISPRA
ALBERTO LADDOMADA – Già Direttore generale dell’IZS della Sardegna
DAVIDE CALDERONE – ASSICA
FRANCESCO FELIZIANI – IZSUM Sezione di Perugia
LUIGI RUOCCO – Ministero della Salute

Info e programma




Il COVID-19 nella filiera produttiva della carne. Descrizione di un cluster in Trentino

coronavirusA cavallo tra fine agosto ed inizio settembre 2020  in provincia di Trento si è verificato un focolaio in alcune aziende appartenenti alla filiera della carne.

L’origine del focolaio è da ricondurre ad una delle 5 aziende coinvolte, molto carente dal punto di vista dell’implementazione delle misure
anticovid. Da questa azienda il contagio ha potuto diffondersi alle altre aziende a causa della condivisione della manodopera precaria fornita da diverse agenzie intermediarie. Nell’azienda che ha dato origine al focolaio la manodopera precaria interinale (“avventizia”19), rappresenta il 71% dei lavoratori. L’unica azienda rimasta indenne dal contagio aveva realizzato ottimali ed efficaci protocolli anticovid e non aveva lavoratori in comune con le altre aziende.

Durante una prima campagna di screening nelle prime settimane di settembre, dei 591 lavoratori testati 161 (27%) sono risultati positivi, una percentuale significativa, anche in considerazione della bassa prevalenza della positività nella popolazione generale all’epoca (percentuale di positività attorno al 2%). Nelle 3 aziende risultate carenti rispetto alle misure anticovid queste percentuali hanno raggiunto punte del 70-77%.

Considerato che la dinamica e le caratteristiche del focolaio COVID-19 nelle aziende della filiera della carne del Trentino, confermano alcuni aspetti generali della propagazione della pandemia e danno preziose indicazioni di prevenzione e controllo della pandemia nei settori lavorativi, anche oltre a quello specifico della carne, il personale del Dipartimento di Prevenzione APSS, Trento ha descritto gli interventi messi in atto, partendo dal contesto generale e proponendo spunti per l’azione futura.

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‘Medicina hominem curat, veterinaria humanitatem’, l’intervento di Perrone a Green Zone

zoonosiVitantonio Perrone, Vice Presidente SIMeVeP, ha parteciparato alla trasmissione “Green Zone” condotta da Mario Tozzi e Francesca Malaguti su Radio Rai 1, andata in onda domenica 6 dicembre per parlare di Covid-19 e zoonosi.

La medicina cura l’uomo, la veterinaria cura l’umanità” ha ricordato Perrone in apertura, citando S.S. Evseenko, veterinario russo dei primi del 900.

 

Dal minuto 7.20 l’intervento del Vice Presidente




Coronavirus, uomo e animali: chi contagia chi?

Con il documento “Coronavirus, uomo e animali: chi contagia chi? ” il Presidente SIMeVeP, Antonio Sorice e il Coordinatore scientifico SIMeVeP , Maurizio Ferri, propongono un’analisi della potenziale suscettibilità di SARS-COV-2 nella gamma degli ospiti animali  e delle strategie di prevenzione  e gestione del rischio SARS-CoV-2 negli animali.

Considerato l’ampio spettro di animali recettivi a SARS-CoV-2 ed il potenziale rischio zoonotico, appare sempre più necessaria l’adozione di comportamenti precauzionali nei contatti diretti o indiretti con animali domestici o da compagnia. A riguardo sono disponibili linee guida finalizzate a limitare la diffusione di SARS-CoV-2 sia per gli animali da compagnia che di allevamento. Alla luce dei recenti eventi di antroponosi inversa e della deriva genetica/antigenica del SARS-CoV-2 negli allevamenti di visoni, successiva all’introduzione da parte dell’uomo, non si può escludere che eventi simili possano verificarsi con altre specie animali all’interno della gamma degli ospiti recettivi a SARS-CoV-2, e che la potenziale formazione di un serbatoio non umano di SARS-CoV-2 possa estendersi ai mustelidi in cattività o altri animali selvatici da cui il virus potrebbe ritornare all’uomo

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Covid e altre zoonosi, Perrone a Green Zone

zoonosiVitantonio Perrone, Vice Presidente SIMeVeP, è stato invitato a partecipare alla trasmissione “Green Zone” condotta da Mario Tozzi e Francesca Malaguti su Radio Rai 1.

Il programma andrà in onda domenica 6 dicembre alle ore 10.00 ed è possibile ascoltarla anche da qui




Approccio multidisciplinare in corso di infestazione da Cimex lectularius

E’ pubblicato sul n° 2/2020 di Argomenti l’articolo”Approccio multidisciplinare in corso di infestazione da Cimex lectularius” di Eleonora Marti, Antonio Gelati, Luca Ferri, Lucia Romagnoli, Maurizio Ferraresi, Salvatore Criscione, Daniela Bulgarelli, Sabrina Tellini, Monica Buratti, Paolo Guerra.

La cimice dei letti, Cimex lectularius  è l’insetto più noto della famiglia degli Eterotteri (Heterop-tera). Probabilmente di origine asiatica, è oggi diffusa in tutto il mondo al seguito dell’uomo, il cui sangue costituisce il suo quasi esclusivo nutrimento. Divenuta piuttosto rara dopo gli anni ’50, è recentemente ricomparsa quale agente infestante anche in nazioni con un elevato livello di indu-strializzazione. Il ritorno della cimice dei letti è dovuto a un aumento dei viaggi internazionali, alla comparsa di resistenza agli insetticidi e alle loro modalità d’impiego e ha preso alla sprovvista i disinfestatori, gli albergatori e le nuove generazioni. Infestazioni massicce vengono riportate durante gli ultimi conflitti mondiali, legate sempre alle scarse condizioni igieniche. In seguito, grazie alla disponibilità di efficaci insetticidi, come per esempio il DDT, e grazie al progressivo miglioramento delle condizioni igieniche e strutturali degli edifici, la presenza dell’insetto si è ridotta drasticamente con il passare del tempo. Il presente articolo riporta la gestione, il trattamento e le modalità operative adottati dal Servizio veterinario dell’Azienda Unità sanitaria locale di Modena, in collaborazione con il Servizio di Igiene pubblica, il Servizio sociale dell’Unione delle terre d’Argine, l’Ufficio tecnico del Comune di Carpi, ASP (Azienda pubblica dei servizi alla persona), Domus coop sociale, ACER (Azienda casa dell’Emilia Ro-magna) e SANIF SRL durante un’infestazione da cimici dei letti che ha interessato un condominio in centro città a Carpi, Modena.

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