Al Ministero dell’Ambiente nasce la Direzione Generale per l’economia circolare

economia circolareNell’ambito del riordino delle attribuzioni di alcuni ministeri, al ministero dell’Ambiente è stata istituita la “Direzione generale per l’economia circolare” (ECI) che si occuperà della promozione delle politiche per la transizione ecologica e l’economia circolare, della gestione integrata del ciclo dei rifiuti, dei programmi plastic free e rifiuti zero, dell’implementazione dei criteri ambientali minimi (Cam), di rifiuti radioattivi e Ogm.

Lo stabilisce il “Regolamento di organizzazione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, dell’Organismo indipendente di valutazione della performance e degli Uffici di diretta collaborazione”, approvato dal Consiglio dei Ministri del 19 giugno

Parallelamente è stata istituita anche la Direzione generale per il risanamento ambientale, che si occuperà della bonifica dei siti inquinati d’interesse nazionale (Sin) e del danno ambientale, mentre la presistente Direzione clima ed energia assume pure le competenze sull’aria, la Direzione per la crescita sostenibile e la qualità dello sviluppo le competenze sulle valutazioni d’impatto ambientale e autorizzazioni integrate ambientali (Via, Vas, Aia).

Il  nuovo regolamento deve ora essere approvato con decreto del Presidente del CdM.

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Spreco alimentare, le iniziative del ministero della salute

Spreco alimentareSecondo i dati presentati presso la FAO in occasione della Giornata 2019,  lo spreco alimentare in Italia vale lo 0,88% del Pil: la stima è di oltre 15 miliardi €, per l’esattezza 15.034.347.348 € che sono la somma dello spreco alimentare di filiera (produzione – distribuzione), complessivamente stimato in oltre 3 miliardi € (3.176.032.413 €), ovvero il 21,1%  del totale, a fronte dello spreco alimentare domestico reale, cioè quello misurato nelle case degli italiani attraverso il test dei Diari di Famiglia, che rappresenta quindi i 4/5 dello spreco complessivo di cibo in Italia e vale 11.858.314.935 €.

Nel nostro Paese la legge 19 agosto 2016 n.166, ha la finalità di ridurre gli sprechi alimentari durante tutto il ciclo del “food system”, dalla fase di produzione, a quella di trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, attraverso la realizzazione di specifici obiettivi: contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni con particolare riferimento alle giovani generazioni. Ecco alcune delle azioni intraprese dal ministero della Salute per la prevenzione degli sprechi.

Linee di indirizzo per la ristorazione

Come recentemente sottolineato dal ministro della Salute Giulia Grillo, alla presentazione del Rapporto sulla Ristorazione 2018 della Fipe, “c’è ancora molto da fare per la prevenzione degli sprechi alimentari, anche nel settore della ristorazione: sarebbe infatti auspicabile che i pubblici esercizi fossero ancora più attivi sul fronte della lotta agli sprechi alimentari in quanto, ad oggi, solo il 20% degli italiani, ad esempio, riporta a casa il cibo non consumato al ristorante, ma è anche vero che non tutti gli esercizi commerciali lo permettono, così come non sempre forniscono su richiesta le mezze porzioni”

Questo ministero ha prodotto nell’aprile 2018 le prime Linee di indirizzo rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti, affrontando l’argomento con approccio globale e multistakeholder, in linea con l’Agenda 2030 dello sviluppo sostenibile.

Sviluppo sostenibile e salute nel Piano OPEN GOV

Il ministero della Salute, ha scelto opportunamente di svolgere un’azione di advocacy, verso il cittadino ma anche verso le altre PA, programmando una specifica azione nel prossimo Piano OPEN GOV, la costituzione di una Piattaforma Sustainability in Health: knowledge junction” all’interno dello spazio web Decade Onu per rendere possibile a tutte le amministrazioni coinvolte nella realizzazione di iniziative in ambito “sviluppo sostenibile e salute” di trasmettere, in tempo reale,  dati ed informazioni su azioni/atti di programmazione/lessons learned/tool kits/linee di indirizzo/linee guida/brochure divulgative e/o iniziative locali o nazionali che riguardino lo sviluppo sostenibile, in base a quanto previsto dall’Agenda 2030 ONU e i suoi relativi sustainable development Goals, a partire da azioni concrete volte alla prevenzione ed al contrasto degli sprechi alimentari. 

Il progetto SPAIC

L’Agenda 2030, sullo sviluppo sostenibile, ha anche guidato il Ministero della salute nella realizzazione di un importante progetto di ricerca, in partnership con INAIL – DT e MIUR, denominato SPAIC(Cause dello spreco alimentare ed interventi correttivi), che ha scelto il “consumatore” (singolo individuo o intera famiglia) come elemento focale su cui intervenire, al fine di individuare e correggere i comportamenti scorretti che causano lo spreco alimentare, attraverso la promozione di un’adeguata campagna di informazione, formazione e sensibilizzazione per stili di vita corretti. L’ambito scolastico è stata una realtà concreta dove poter attuare il Progetto: il coinvolgimento attivo degli studenti ha offerto loro l’opportunità di realizzare un’esperienza all’interno di un luogo a loro familiare e punto di riferimento connesso alle specificità del territorio da essi vissuto (metodologia del lifelong learning):

Guarda il video

Per approfondire:

Fonte: Ministero della salute




Combattere spreco e perdite alimentari per tutelare l’ambiente

Spreco alimentareIn occasione della Giornata nazionale per la Prevenzione dello spreco alimentare, ISPRA pubblica il rapporto “Spreco alimentare: un approccio sistemico per la prevenzione e la riduzione strutturali”.

Il Rapporto è frutto di due anni di valutazione e analisi dei più recenti dati scientifici e informazioni della letteratura internazionale, che ci indicano come nel mondo lo spreco sia in aumento.

La prevenzione e la riduzione dello spreco di alimenti sono considerate dalle Nazioni Unite e dalle altre istituzioni internazionali tra le principali strade da percorrere per la tutela dell’ambiente e il benessere sociale. Lo spreco alimentare è infatti tra le maggiori cause della crisi ecologica, per l’alterazione dei processi geologici, biologici e fisici, tra cui il ciclo del carbonio, dell’acqua, dell’azoto e del fosforo.

Il rapporto propone una definizione sistemica dello spreco alimentare fornendo dati e informazioni sulla dimensione e sugli effetti ambientali, a scala nazionale, europea e sovranazionale.

Sono indagate le cause che lo producono ed emergono differenti quantità in base alla struttura dei sistemi alimentari. Oltre alle azioni di recupero e riciclo delle eccedenze, lo studio evidenzia la necessità di dedicare maggiore attenzione alla prevenzione strutturale per ridurre a monte la formazione delle eccedenze e i conseguenti sprechi.

Molte proposte sono estesamente trattate e finalizzate a una strategia complessa di trasformazione dei sistemi alimentari per favorire la resilienza ecologica.

Questo l’indice del volume:

PREFAZIONE
PREMESSA
PRESENTAZIONE
RISULTATI E MESSAGGI CHIAVE
KEY MESSAGES AND OUTCOMES
RIASSUNTO
SYNTHESIS REPORT
INTRODUZIONE

I PARTE: INQUADRAMENTO
1. DEFINIZIONI DELLO SPRECO ALIMENTARE
2. ORIGINI E CAUSE
3. DIMENSIONI DELLO SPRECO
3.1. Dimensioni dello spreco nel mondo
3.1.1. Dati relativi al 2007
3.1.2. Dati relativi al 2011
3.1.3. Aumenti degli sprechi sistemici tra il 2007 e il 2015
3.1.4. Ulteriori aspetti
3.2. Dimensioni dello spreco in Europa
3.3. Dimensioni dello spreco in Italia

II PARTE : CONNESSIONI SISTEMICHE
4. CONNESSIONI AMBIENTALI ED ECOLOGICHE
4.1. Consumi energetici
4.2. Emissioni di gas serra e cambiamenti climatici
4.3. Uso agricolo del suolo e biodiversità
4.4. Uso di acqua
4.5. Ciclo dell’azoto
4.6. Estrazione e immissione di fosforo
5. EFFETTI AMBIENTALI NEL MONDO
5.1. Impronta di carbonio
5.2. Impronta idrica
5.3. Occupazione di suolo
5.4. Effetti sulla biodiversità
6. EFFETTI AMBIENTALI IN EUROPA
7. EFFETTI AMBIENTALI IN ITALIA
7.1. Consumi energetici
7.2. Impronta di carbonio
7.3. Impronta idrica
7.4. Impronta di azoto reattivo
8. TEMATICHE CONNESSE
8.1. Sicurezza e sovranità alimentare
8.2. Consumo di suolo agricolo
8.3. Bioeconomia ed economia circolare

III PARTE : RISPOSTE E PROPOSTE
9. QUADRO DI RIFERIMENTO ISTITUZIONALE
9.1. Livello globale
9.2. Europa
9.3. Italia
9.4. Livello regionale e locale
10. BUONE PRATICHE FINORA IDENTIFICATE
10.1. Prevenzione strutturale di eccedenze e sprechi alimentari
10.1.1. Filiere alimentari corte
10.1.2. Acquisti pubblici verdi (GPP)
10.1.3. Il tema dello spreco nelle attuali politiche alimentari locali
10.1.4. Sensibilizzazione alimentare
10.2. Prevenzione non strutturale dei rifiuti alimentari
10.3. Riduzione dei rifiuti alimentari mediante recupero alimentare
10.3.1. Recupero alimentare per scambio tra cittadini
10.3.2. Recupero alimentare per attività di beneficienza
10.3.3. Recupero alimentare nella ristorazione collettiva
10.3.4. Recupero alimentare per la vendita
10.4. Riduzione dei rifiuti mediante riciclo di alimenti non più edibili
10.4.1. Riciclo per l’alimentazione animale
10.4.2. Riciclo come compost
10.4.3. Riciclo di componenti e di sostanze
11. PROPOSTE PER LA PREVENZIONE STRUTTURALE
11.1. Definizioni e quantificazione
11.2.Iniziative istituzionali
11.3. Pianificazione dei modelli di produzione, distribuzione e consumo
11.4. Sviluppo di politiche alimentari locali sistemiche e partecipate
11.5. Educazione alimentare e nutrizionale
11.6. Sviluppo di reti alimentari locali, di piccola scala, ecologiche, solidali
11.7. Agricoltura contadina e accesso alla terra
11.8. Agricoltura biologica, agroecologia, tutela dell’agrobiodiversità, agricoltura sociale
11.8.1. Agricoltura biologica e agroecologia
11.8.2. Tutela e valorizzazione dell’agrobiodiversità
11.8.3. Agricoltura sociale
11.9.Riterritorializzazione agroalimentare
11.9.1. Agricoltura urbana e periurbana
11.9.2. Sviluppo agroalimentare delle aree interne
11.10. Contrasto agli illeciti nell’agroalimentare
11.11. Interventi sulle filiere alimentari industriali
11.12. Ruolo attivo dei cittadini e dei consumatori
12. CONCLUSIONI
13. BIBLIOGRAFIA
14. SITI INTERNET

A cura della segreteria SIMeVeP




Ristorazione, il rapporto 2018

E’ stato presentato ieri dalla FIPE  – Federazione Italiana Pubblici Esercizi, il Rapporto Ristorazione 2018 con i dati strutturali del settore e con un approfondito focus sul cambiamento degli stili alimentari degli italiani, compreso il ruolo del food delivery.

All’evento di presentazione ha partecipato il Ministro della Salute Giulia Grillo che ha fatto il punto sul valore del cibo come fonte di benessere e salute.

E’ importante mangiare bene e nutrirsi bene. Se c’e’ una cosa sulla quale non si deve risparmiare assolutamente e’ il cibo. Naturalmente il costo alto non e’ sempre sinonimo di alta qualita’. Noi insistiamo molto sull’etichettatura, sulla filiera, sulla provenienza dei cibi. Bisogna avere conoscenza e consapevolezza e in questo senso l’informazione conta moltissimo” ha detto Grillo che ha aggiunto “Abbiamo anche firmato un’intesa con il Miur per diffondere informazioni relative alla salute nelle scuole. L’equilibrio e’ fondamentale: non essere ‘esaltati’ sulla salubrita’ dei cibi, ma essere moderati nel consumo di alimenti potenzialmente nocivi“.

L’edizione di quest’anno fa il punto anche sulla lotta allo spreco alimentare nella ristorazione collettiva.

Sintesi del rapporto

Il rapporto integrale

A cura della segreteria SIMeVeP




Ue verso l’adozione di una metodologia comune per la misurazione dei rifiuti alimentari

rifiuti alimentariLa Commissione europea ha adottato il 3 maggio uno provvedimento normativo distinto che integra la direttiva 2008/98/CE, come previsto dalla direttiva stessa, sull’adozione di una metodologia comune per la misurazione uniforme dei livelli di rifiuti alimentari.

La direttiva sui rifiuti impone infatti  agli Stati membri di controllare la produzione di rifiuti alimentari e di adottare misure volte a limitarla, ma al momento non esiste un metodo armonizzato per misurare i rifiuti alimentari nell’UE.

I rifiuti alimentari sono prodotti lungo l’intera filiera alimentare: durante la produzione primaria, nella trasformazione e nella fabbricazione, nei ristoranti e nei servizi di ristorazione e in ambito domestico il che rende particolarmente difficile la quantificazione, poiché ogni fase della filiera alimentare differisce significativamente in termini di caratteristiche e fonti dei rifiuti alimentari e di cause alla base della loro produzione.

Inoltre i dati attualmente disponibili non contengono informazioni dettagliate sulle quantità di rifiuti alimentari perchè molto spesso i rifiuti alimentari sono raccolti insieme agli altri rifiuti.

I dati sui rifiuti sono inoltre generalmente acquisiti nella fase di raccolta e non contengono informazioni relative ai rifiuti che vengono eliminati al di fuori del sistema di raccolta e trattamento.

Risolvere la questione della misurazione diventa importante anche per la definizione di obiettivi quantitativi per la riduzione dei rifiuti alimentari.

Prima dell’adozione, l’atto delegato è stato sottoposto a una consultazione pubblica durata quattro settimane che si è conclusa il 4 aprile 2019. Entro la fine di luglio il provvedimento sarà inviato al Parlamento e al Consiglio che hanno 2 mesi di tempo per formulare obiezioni. Se non lo fanno, l’atto delegato entra in vigore.

Il testo è composto da 4 articoli:

  • l’articolo 1 chiarisce l’ambito di applicazione della misurazione dei rifiuti alimentari
  • l’articolo 2  dà disposizioni relative alle modalità di misurazione al fine di garantire che gli Stati membri siano in grado di comunicare dati aggiornati su base annua
  • l’articolo 3 prevede la comunicazione volontaria di dati, che può includere dati più granulari sui rifiuti alimentari o altri dati relativi alla prevenzione dei rifiuti alimentari.
  • l’articolo 4 prevede requisiti di qualità per garantire la qualità della misurazione allo scopo di introdurre miglioramenti futuri.

Nei “considerando” viene ricordato che:

  • i sottoprodotti di origine animale, essendo eclusi dall’ambito di applicazione della direttiva sui rifiuti 2008/98/CE nell misura in cui sono contemplati da altra normativa comunitaria, non dovrebbero essere misurati come rifiuti alimentari.
  • Sebbene le sostanze destinate a essere utilizzate come materie prime per mangimi  siano escluse dall’ambito di applicazione della direttiva rifiuti, le informazioni relative agli alimenti originariamente destinati al consumo umano e in seguito utilizzati come mangimi sono importanti per la comprensione dei flussi di materiali relativi agli alimenti e possono essere utili per pianificare una strategia mirata di prevenzione dei rifiuti alimentari. Per tale ragione gli Stati membri dovrebbero avere la possibilità di comunicare tali informazioni in modo uniforme su base volontaria

Consulta il testo dell’atto delegato (in italiano)

Consulta gli allegati all’atto delegato (in italiano)

A cura della segreteria SIMeVeP




IZS AM: Online il database degli sprechi alimentari

DemetraOnline a disposizione della comunità scientifica, dei portatori di interesse attivi sul fronte della lotta agli sprechi alimentari e dei cittadini il Database degli sprechi alimentari del progetto di ricerca DEMETRA – Distribuzione Equilibrata delle risorse alimentari attraverso un METodo per la Riduzione degli sprechi e la solidarietà sociAle sostenibile.

Il Database multimediale – aperto, consultabile e scaricabile anche in pdf – copre un arco temporale relativo agli ultimi 20 anni e contiene lo stato dell’arte sul tema in una prospettiva europea e con un focus specifico su Italia, Francia, Spagna e Olanda. Al suo interno informazioni sulla legislazione, sui maggiori progetti in corso, su linee guida, report tecnici e scientifici redatti da diversi organismi ed enti di ricerca, istituzioni, associazioni e imprese.

DEMETRA è stato progettato e realizzato dall’IZSAM con un finanziamento del Ministero della Salute nell’ambito dei fondi per la Ricerca Corrente, anno 2015, in linea con gli obiettivi della Legge n. 166 del 2016 “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”. Il progetto sperimenta una nuova metodologia interdisciplinare di ricerca per identificare e misurare i comportamenti alimentari dei consumatori abruzzesi e molisani in un’ottica di prevenzione e riduzione degli sprechi alimentari, ovvero di eccedenze di cibo che diventano rifiuti inutilizzabili.

Grazie al coinvolgimento delle Autorità Competenti, delle imprese della filiera agro-alimentare, delle Organizzazioni Caritatevoli e delle famiglie (i consumatori finali della filiera alimentare), DEMETRA si propone anche di informare sui rischi legati all’assunzione di alimenti prossimi o oltre il termine minimo di conservazione affinché le eccedenze diventino oggetto di donazione solidale a beneficio delle fasce deboli della popolazione.

È possibile segnalare documenti o voci da integrare contattando il team di progetto all’indirizzo e-mail demetra@izs.it. Presto sarano pubblicate nuove sezioni relative alle news, alle attività del progetto e ad altre azioni in corso di svolgimento a livello nazionale ed europeo sul tema delle perdite e degli sprechi alimentari.

Fonte: IZS AM




Non sprecare: migliorare le diete riducendo le perdite e lo spreco di cibo

La FAO nel rapporto Prevenire la perdita e lo spreco di nutrienti attraverso il sistema alimentare: azioni politiche per diete di alta qualità, sottolinea che le diete di cattiva qualità rappresentano oggi per la salute pubblica una minaccia maggiore della malaria, della tubercolosi o del morbillo, mentre allo stesso tempo, circa un terzo di tutto il cibo prodotto per il consumo umano non raggiunge mai il piatto del consumatore.

Il rapporto fa notare che alimenti come frutta, verdura, semi, noci, latticini, carne e pesce sono ricchi di sostanze nutritive, ma sono anche altamente deperibili e quindi suscettibili di perdite in tutto il sistema alimentare. I numeri sono sbalorditivi: ogni anno più della metà della frutta e degli ortaggi prodotti a livello globale vengono persi o sprecati. Una fonte vitale di proteine, circa il 25% di tutta la carne prodotta – equivalente a 75 milioni di mucche – non viene consumata.

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EFSA: Sicurezza alimentare e nuovo approccio per semplificare le donazioni alimentari

donazione ciboL’EFSA ha sviluppato un nuovo approccio di gestione della sicurezza alimentare che rende più semplice per i piccoli dettaglianti donare prodotti alimentari.

Questo sistema semplificato implicherebbe che i rivenditori non sono tenuti ad avere una conoscenza dettagliata dei pericoli specifici. Comprende misure per verificare che il cibo donato sia sicuro, come ad esempio il controllo della durata di conservazione, il mantenimento della catena del freddo e la garanzia della comunicazione tra donatore e ricevente.

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Spreco alimentare, in Italia inversione di tendenza

Spreco alimentare, l’inversione di tendenza sembra confermata: sei italiani su 10 dichiarano di gettare il cibo ancora commestibile solo una volta al mese (17%), o addirittura più raramente (43%).

Il 16% butta alimenti buoni una volta alla settimana e il 15% ogni due settimane. Ma quasi tutti – il 92% – si sentono tristi e in colpa quando si ritrovano a gettare il cibo. Solo il 7%, meno di un italiano su 10, si dichiara indifferente davanti allo spreco alimentare che ha procurato. E complessivamente 4 italiani su 10 (il 39%) dichiarano di sprecare meno di due anni fa.

Sono alcune anticipazioni dai dati del Rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/ wg, monitorati per la 9^ edizione della campagna Spreco Zero presentata a Roma all’Anci dall’ideatore Andrea Segrè, con il presidente Anci Antonio Decaro e con Luca Falasconi, coordinatore del progetto 60 Sei Zero che affiancherà fino al 2019 la campagna, con la partecipazione speciale di Giobbe Covatta, vincitore del Premio Vivere a Spreco Zero 2018 nella categoria Testimonial.

«Ma i dati reali sullo spreco, misurati attraverso il progetto Reduce e I Diari delle famiglie italiane, parlano ancora di 3 kg di cibo pro capite ogni mese gettato nella spazzatura – spiega il docente e agroeconomista Andrea Segrè, fondatore della campagna – In termini di costi, rapportato alle famiglie italiane questo si traduce in 8,5 miliardi € gettati ogni anno, lo 0,6% del Pil. Lo spreco si batte prevenendolo, e solo una capillare campagna di educazione alimentare puo’ favorire la svolta culturale».

Con la campagna Spreco Zero 2018/2019, che si concluderà il 5 febbraio 2019 a Roma in occasione della 6^ Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco alimentare, riparte anche il Premio Vivere a Spreco Zero, promosso insieme al Ministero dell’Ambiente attraverso il progetto 60 Sei Zero, e in collaborazione con Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, e il network di buone pratiche Sprecozero.net. Un circuito di sensibilizzazione rivolto a enti pubblici, aziende, scuole e cittadini, sostenuto da Camst, Conapi Mielizia, Alce Nero, Istituto Italiano Imballaggio e Giò Style, e dalla media partnership di Radio2 Rai.

Maggiori informazioni sul sito www.sprecozero.it

 

 




Url (EFSA): Il 30 per cento del cibo in Europa finisce nella spazzatura

logo-efsaIn Europa sprechiamo il 30 percento del cibo a nostra disposizione, a partire dal residuo in campo, passando dalla produzione e distribuzione, fino a giungere al consumo domestico di generi alimentari. Lo ha affermato Bernhard Url, direttore esecutivo dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), in un’intervista rilasciata a El Paìs, alquanto preoccupato.

“Eticamente scandaloso”, afferma l’austriaco, ed annovera l’obiettivo di riduzione di tale spreco affiancandolo ad altri due ‘buoni propositi’ per il prossimo futuro. Presto, d’altronde, “dovremo essere in grado di nutrire 10 miliardi di persone” e in tal senso è necessario aiutare i paesi in via di sviluppo: gran parte della produzione agricola di queste aree si perde per la mancanza di infrastrutture adeguate. Il terzo obiettivo cruciale, per Url, consiste nel cambiare le nostre abitudini alimentari. Come? “Mangiando meno proteine animali, la cui produzione comporta il consumo di troppa energia, terra e acqua”. Stando al direttore generale, in altre parole, dovremmo mangiare meno carne e più vegetali.

Su eunews.it la sintesi in italiano dell’intervista