Listeria monocytogenes. Richiami precauzionali in Italia, ma nessun focolaio

Al momento non risultano focolai di infezione da Listeria monocytogenes in Italia: in via precauzionale sono stati richiamati dal mercato da parte di Operatori del Settore Alimentare (OSA) alcuni prodotti alimentari a seguito dell’allerta europea proveniente dall’Ungheria relativa alla presenza del batterio in vegetali surgelati.

Lo comunica il Ministero della salute che ha attivato anche i Nas, che stanno compiendo ispezioni a campione.  “Presto conto di avere un quadro esauriente della situazione” ha detto il Ministro Giulia Grillo.

Sul sito del Ministero è possibile consultare i richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori:

Ai consumatori è richiesto di verificare il marchio, il nome del produttore e i lotti di produzione riportati sulle confezioni. Qualora in possesso dei  prodotti richiamati, ricordiamo che questi non devono essere consumati e vanno riportati al punto vendita.

Listeria monocytogenes è un batterio resistente alle basse temperature e provoca tossinfezioni alimentari. Viene inattivato con la cottura a temperature superiori ai 65 °C.

Per saperne di più sulle procedure di richiamo di prodotti non conformi e sul sistema di pubblicazione dei dati inerenti i prodotti richiamat è possibile consultare la nota del Ministero di dicembre 2016

Per saperne di più su Listeria e listeriosi è possibile consultare le pagine dedicate sul sito dell’Efsa e sul sito dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie

A cura della segreteria SIMeVeP




Linee guida sulla valutazione della autorizzazioni delle nanotecnologie

L’EFSA ha pubblicato linee guida sulle modalità per valutare la sicurezza delle richieste di autorizzazione in tema di nanoscienze e nanotecnologia. La guida fornisce suggerimenti pratici sui tipi di test richiesti e sui metodi applicabili.

Reinhilde Schoonjans, scienziato che all’EFSA si occupa di valutazione del rischio, ha dichiarato: “La pubblicazione di questa guida è molto tempestiva perché offre ai richiedenti gli strumenti di cui hanno bisogno per predisporre con completezza le proprie richieste di autorizzazione in tema di nanotecnologie e dota i valutatori del rischio come l’EFSA di strumenti adeguati per valutarne la sicurezza“.

Il documento, che si concentra sulla valutazione della sicurezza per la salute umana e animale, è stato sottoposto a consultazione pubblica per tre mesi e tiene conto di tutti i commenti ricevuti.

Riguarda aree quali i nuovi alimenti, i materiali a contatto con gli alimenti, gli additivi alimentari e per mangimi, nonché i pesticidi, ed è destinato a tutte le parti interessate, in particolare valutatori del rischio, gestori del rischio e richiedenti.

Si passa ora a una fase sperimentale, che vedrà la pubblicazione della versione finale delle linee guida per la fine del 2019.

Nel 2019 verrà sviluppata una seconda guida vertente sulla valutazione dei rischi per l’ambiente connessi alle richieste di autorizzazione di nanoscienze e nanotecnologie nella filiera degli alimenti umani e animali.

Guidance on the human and animal risk assessment of the application of nanoscience and nanotechnologies in agri/food/feed

Fonte: EFSA

L’Efsa ha pubblicato anche un video, sottotitolato anche in italiano, in cui Reinhilde Schoonjans spiega cosa sono le nanotecnologie, con particolare riferimento al campo alimentare:




Un modello per comunicare l’incertezza: dite la vostra sull’approccio Efsa

Sei un comunicatore scientifico? Utilizzi i pareri scientifici sulla sicurezza alimentare per il tuo lavoro? Ci piacerebbe avere la tua opinione sull’approccio che stiamo proponendo per comunicare la presenza di incertezze nelle valutazioni scientifiche.

Per quale motivo è importante comunicare le incertezze scientifiche?

Gli scienziati EFSA vorrebbero introdurre un metodo più armonizzato e trasparente per spiegare i limiti delle conoscenze scientifiche, le cosiddette “incertezze” nelle valutazioni scientifiche. L’approccio comunicativo che proponiamo intende aiutare i nostri diversi utenti a comprendere tali informazioni, esprimendole in un linguaggio più accessibile e adattato alle loro esigenze.

Per sperimentare e migliorare il nostro approccio di comunicazione, ci piacerebbe avere, in particolare, il parere dei seguenti soggetti:
•comunicatori scientifici come scrittori, redattori, giornalisti, addetti stampa e pubblica informazione sulla sezione 3 contenente indicazioni pratiche per comunicare l’incertezza: quanto sono comprensibili e facile da seguire? Riuscireste a utilizzare un documento del genere? In caso contrario, come potrebbe essere reso più fruibile?
•sociologi e accademici specializzati nella comunicazione delle incertezze scientifiche: esistono ulteriori ricerche sulle diverse percezioni del pubblico circa le probabilità, le informazioni verbali opposte a quelle numeriche, e le espressioni cautelative, nonché sull’uso di immagini per comunicare l’incertezza?
•Decisori, valutatori scientifici, portatori di interesse che si occupano di aree di sicurezza alimentare e salute pubblica e che usano le comunicazioni dell’EFSA o di altri organismi di consulenza scientifica di livello nazionale, europeo o internazionale: avete idee o esperienze che ci aiutino a migliorare il nostro approccio? In che modo tale approccio potrebbe essere adattato per aiutarvi a capire meglio o spiegare i risultati di un’analisi delle incertezze?

Vi saremmo grati se voleste inviarci i vostri commenti per iscritto entro il 24 giugno 2018.

Per ulteriori informazioni, consultate la nostra pagina relativa alla consultazione, il nostro approfondimento sul tema dell’incertezza scientifica, o partecipate al dibattito sulla pagina EFSA su Research Gate.

Fonte: Efsa




Linee guida per la promozione dell’uso prudente degli antimicrobici negli allevamenti zootecnici per la prevenzione dell’antimicrobico-resistenza

Il Ministero della salute ha reso pubbliche le “Linee guida per la promozione dell’uso prudente degli antimicrobici negli allevamenti zootecnici per la prevenzione dell’antimicrobico-resistenza”. Il documento, elaborato dalla Sezione per la Farmacosorveglianza sui medicinali veterinari del Comitato tecnico per la nutrizione e la sanità animale (Decreto ministeriale del 30 marzo 2016) fornisce indicazioni utili per prevenire l’uso inappropriato di antimicrobici che, in medicina veterinaria, rappresenta un rischio concreto per la salute animale, per gli allevatori ed è responsabile sia della riduzione delle produzioni che dell’inefficienza degli allevamenti.

La pubblicazione è una guida pratica per le Autorità competenti, i medici veterinari liberi professionisti e gli operatori di settore, con indicazioni utili a ridurre l’uso inappropriato e promuovere un approccio prudente all’utilizzo di antimicrobici.

Maggiori informazioni




Listeria monocytogenes: aggiornamento sul focolaio in nord Europa

maisUna partita di mais surgelato e forse altri ortaggi surgelati sembrano essere la probabile fonte di un focolaio infettivo di Listeria monocytogenes che ha interessato Austria, Danimarca, Finlandia, Svezia e Regno Unito dal 2015 in poi.

Gli esperti che hanno lavorato alle indagini sul focolaio si sono serviti della tecnica del sequenziamento dell’intero genoma per individuare la fonte alimentare, che inizialmente si pensava fosse limitata al solo mais surgelato. Dall’8 giugno 2018 sono stati segnalati 47 casi, nove dei quali fatali.

Gli stessi ceppi di L. monocytogenes sono stati riscontrati in ortaggi surgelati prodotti dalla medesima azienda ungherese nel 2016, 2017 e 2018, il che suggerisce una persistenza dei ceppi nell’impianto di trasformazione nonostante l’esecuzione di procedure di pulizia e disinfezione.

Le informazioni disponibili confermano la contaminazione dello stabilimento ungherese. Sono necessarie tuttavia ulteriori indagini, tra cui campionamenti ed esami di laboratorio approfonditi, per individuare i punti esatti di contaminazione dell’ambiente dello stabilimento ungherese. La stessa raccomandazione è applicabile ad altre aziende appartenenti allo stesso gruppo dell’operatore ungherese, nel caso venisse rilevata una contaminazione dell’ambiente dei loro stabilimenti.

Il 29 giugno 2018 l’Ufficio ungherese per la sicurezza della catena alimentare ha vietato la commercializzazione di tutti i prodotti ortofrutticoli surgelati prodotti nell’impianto interessato tra l’agosto 2016 e il giugno 2018, ordinandone l’immediato ritiro e richiamo. E’ probabile che quest’ultima misura riduca notevolmente il rischio di infezioni nell’uomo e contenga il focolaio. Ogni attività di surgelamento nello stabilimento è stata sospesa.

Tuttavia potrebbero ancora emergere nuovi casi in ragione del lungo periodo di incubazione della listeriosi (fino a 70 giorni), della lunga durata di conservazione dei prodotti a base di mais surgelato e del consumo potenziale di mais surgelato acquistato prima del richiamo e consumato senza accurata cottura.

Per ridurre il rischio d’infezione, si raccomanda ai consumatori di cucinare a fondo le verdure surgelate non pronte al consumo, anche se tali prodotti vengono normalmente consumati senza cottura (ad esempio in insalate e frullati). Ciò vale soprattutto per i consumatori a più alto rischio di contrarre la listeriosi come anziani, donne in gravidanza, neonati e adulti con basse difese immunitarie.

Multi-country outbreak of Listeria monocytogenes – first update

Fonte: Efsa




Whole Genome Sequencing per la sicurezza alimentare, stato dell’arte in UE

dnaL’EFSA ha pubblicato due rapporti che forniscono un quadro delle modalità con cui la tecnica del sequenziamento dell’intero genoma (WGS) può essere utilizzata in ambito di sicurezza alimentare e in che misura tale tecnica è in uso in Europa.

Il WGS, utilizzato sempre più di frequente nei laboratori di sanità e sicurezza alimentare pubblica, viene però utilizzato in modi diversi in Paesi diversi e per scopi diversi.

Indagine sull’uso del WGS

I risultati di un’indagine condotta dall’EFSA e dalla Commissione europea nel 2016 in tema di use of WGS for food- and waterborne pathogens isolated from animals, food, feed and their environment in EU/EFTA countries riportano che:
•Alla fine del 2016 il WGS era già utilizzato nei laboratori di 17 Paesi su 30.
•Il motivo fondamentale per cui non si utilizza il WGS è l’assenza di specifiche competenze e risorse finanziarie.
•Il WGS è stato utilizzato principalmente come ausilio per indagini su focolai epidemici.

Progetto ENGAGE

La relazione conclusiva del progetto “Establishing next generation sequencing ability for genomics analysis in Europe” (ENGAGE) riporta una descrizione di tutte le principali tappe raggiunte, tra cui la messa a disposizione delle sequenze di batteri nel pubblico dominio, pubblicazioni scientifiche, analisi comparative, laboratori, corsi di formazione, e materiali per l’apprendimento online.

Obiettivo del progetto, cofinanziato dall’EFSA, è stato quello di incrementare la cooperazione scientifica tra i laboratori europei per utilizzare il WGS in ambito di sicurezza alimentare e tutela della salute pubblica.

Tutti i contenuti prodotti possono essere reperiti nel rapporto e nel sito web ENGAGE.

Fonte: EFSA




Nuova consultazione sull’etichettatura degli alimenti

Etichettatura alimentiISMEA e Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del Turismo hanno lanciato una seconda consultazione pubblica sul tema dell’etichettatura dei prodotti alimentari, per poter valutare,  a 3 anni di distanza dalla prima, quanto sia maturato l’interesse dell’opinione pubblica italiana sulla trasparenza delle informazioni sull”origine della materia prima e dell’indicazione in etichetta del luogo di trasformazione.

La consultazione pubblica è parte integrante di un progetto più ampio che mira a valutare l’impatto delle recenti norme nazionali sull’etichettatura in particolare dei derivati dei cereali e dei prodotti lattiero caseari, in sperimentazione sino alla prossima entrata in vigore del Regolamento Comunitario che disciplinerà la materia in tutti gli Stati membri.

Il primo sondaggio del 2015 ha visto la partecipazione di oltre 26.500 cittadini e i risultati sono stati alla base dei successivi provvedimenti normativi riguardanti l’etichettatura di origine di alcuni alimenti come pasta, latte e conserve di pomodoro.

La consultazione pubblica ha come destinatari tutti coloro che sono direttamente o indirettamente interessati al tema e hanno voglia di esprimere la propria opinione, siano essi singoli cittadini-consumatori o operatori delle filiere agroalimentarisarà ed è isponibile fino al 30 novembre.

Compila il questionario

A cura della segreteria SIMeVeP




Banca dati particolareggiata EFSA sui consumi alimentari in Europa

L’EFSA ha pubblicato una nuova versione della sua “banca dati esaustiva sui consumi alimentari in Europa”, che per la prima volta include dati raccolti grazie al progetto EU Menu dell’EFSA. Grazie a questo aggiornamento, la banca dati comprende ora i dati più recenti raccolti negli Stati membri su diverse fasce della popolazione e su nuove categorie di alimenti, come ad esempio le bevande energetiche.

Il progetto EU Menu si prefigge di aumentare ulteriormente la qualità, il livello di dettaglio e l’armonizzazione dei dati, e copre tutte le fasce della popolazione di età tra 3 mesi e 74 anni. Ciò rende i dati più facili da confrontare tra loro.

Sin dal 2011 l’EFSA ha fornito sostegno finanziario e guida per la raccolta di tali dati a 21 Paesi europei nell’ambito del progetto EU Menu.

Tutti i dati contenuti nella banca dati sono ora classificati in base a FoodEx2, un sistema che offre una descrizione di alimenti e bevande consumati in tutta l’UE più dettagliata e precisa rispetto alla prima versione.

Sofia Ioannidou, responsabile del progetto, ha dichiarato: “Mettere a disposizione dati armonizzati e dettagliati sul consumo di alimenti in tutta l’UE è stato uno degli obiettivi di lunga data dell’EFSA. Oggi questo è diventato realtà grazie al duro lavoro degli Stati membri“.

EU Menu

EU Menu rappresenta l’ultima fase evolutiva di un processo avviato dal comitato scientifico EFSA nel 2005.

L’EFSA iniziò a raccogliere dati sui consumi alimentari degli adulti europei a livello nazionale nel 2008, per includerli in una sua banca dati sintetica.

A ciò fece seguito la cosiddetta “banca dati particolareggiata dell’EFSA sui consumi alimentari in Europa”, contenente informazioni più estese e più dettagliate sulla maggior parte dei Paesi UE, suddivise per categorie alimentari più mirate e con un maggior numero di fasce della popolazione.

Banca dati particolareggiata EFSA sui consumi alimentari in Europa




CNSA: Rischio legato alla presenza di larve di ditteri non vitali e non visibili ad occhio nudo in funghi conservati

La Direzione generale per l’igiene, la sicurezza alimentare e la nutrizione (DGISAN), ha rivolto alla Sezione sicurezza alimentare del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare (CNSA), la richiesta di parere sull’eventuale rischio legato alla presenza di larve di ditteri non vitali e non visibili ad occhio nudo in funghi conservati

I funghi spontanei forniscono un micro-habitat eccellente per la proliferazione di diversi insetti fornendo loro cibo e riparo. La contaminazione avviene negli ambienti naturali di crescita ed è un fenomeno inevitabile e incontrollabile da parte dell’uomo. Tutti i funghi commestibili più pregiati, con l’eccezione dei finferli, sono particolarmente predisposti all’attacco di larve di ditteri micetofilidi; in particolare i porcini, i chiodini e gli ovoli risultano sempre più o meno attaccati.

Le larve dei ditteri tendono ad abbandonare il fungo durante l’essicazione, in modo variabile in base a diversi fattori: l’umidità del fungo, lo spessore delle fette, la dimensione delle larve, le modalità di essicazione e i sistemi di conservazione.

I funghi (freschi e conservati) sono ampiamente consumati in Italia e pertanto sono oggetto di attenzione sia degli addetti preposti al controllo igienico delle derrate alimentari sia di specifici gruppi di studio. Benchè non esistano chiare evidenze di pericoli diretti per la salute umana nel caso di assunzione di larve micetofilidi e la normativa stabilisca dei limiti di accettabilità della presenza di “tramiti” (gallerie), sarebbe più opportuno stabilire dei limiti relativi alla presenza delle larve stesse.

In ogni caso, per la qualità del prodotto resta di fondamentale importanza il ruolo dell’operatore del settore alimentare (OSA), relativamente al rispetto del proprio sistema HACCP ed all’attuazione di misure di prevenzione, quali, in particolare: il controllo della materia prima, la selezione dei fornitori, la disponibilità di personale specificatamente formato al controllo e l’adozione di accorgimenti atti a rallentare o ad interrompere il ciclo biologico degli infestanti.

Infine, è importante considerare l’aspetto allergizzante della tropomiosina presente nel tegumento esterno delle larve, non tanto per il consumatore, poichè la tropomiosina è termolabile, quanto per gli addetti alla lavorazione dei funghi, poichè la via inalatoria e il contatto cutaneo costituiscono le principali vie di esposizione. A tal riguardo si ritiene opportuno che l’OSA fornisca adeguate istruzioni ai lavoratori che manipolano i funghi e fornisca loro un idoneo equipaggiamento di protezione costituito da mascherine, guanti ed occhiali, al fine di minimizzare il rischio di un’esposizione diretta.

Parere CNSA n. 21 – Rischio legato alla presenza di larve di ditteri non vitali e non visibili ad occhio nudo in funghi conservati

Fonte: Ministero della salute




Sicurezza alimentare: cosa desiderano sapere i consumatori?

L’EFSA ha chiesto agli Europei cosa pensano dei rischi emergenti nella catena alimentare e come vorrebbero venirne informati.

Abbiamo intervistato oltre 6 200 consumatori di 25 Stati membri dell’UE con domande su potenziali rischi emergenti legati alla sicurezza alimentare.

Nel complesso gli intervistati si sono detti più preoccupati dei rischi già noti agli scienziati che di quelli emergenti. Tuttavia i risultati del sondaggio hanno importanti conseguenze per la comunicazione sui nuovi rischi.

I consumatori hanno espresso il desiderio di venire informati sui rischi emergenti sin dall’inizio del processo di individuazione, anche in presenza di incertezza scientifica. Hanno inoltre espresso preferenza per ricevere le informazioni tramite canali tradizionali come TV e giornali, e tramite i siti Internet degli enti nazionali. Anche i social media e i siti web delle autorità europee sono stati citati come canali preferenziali tra i soggetti di età compresa tra i 18 e i 34 anni.

Le opinioni espresse dai consumatori aiuteranno l’EFSA e i suoi partner presso gli enti nazionali di sicurezza alimentare a sviluppare strategie e materiale per la comunicazione sulle questioni emergenti.

EU Insights – Consumer perceptions of emerging risks in the food chain

Rischi emergenti – Approfondimento