In calo le vendite in Italia di medicinali veterinari contenenti antimicrobici

rapporo vendite medicinali veterinari 2016Il Ministero della salute ha pubblicato il primo report italiano sui dati di vendita dei medicinali veterinari contenenti agenti antimicrobici.

In base alle rilevazioni, nel 2016 si conferma la tendenza alla diminuzione delle vendite totali, pari all’8,4% rispetto al 2015; una riduzione ancor più significativa se si considera il calo del 30% rispetto ai dati del 2010.

Si riscontra una contrazione dell’8% anche per le forme farmaceutiche autorizzate, come premiscele, polvere e soluzioni orali, impiegate principalmente per i trattamenti di gruppo.

Il trend positivo dimostra l’efficacia delle azioni pianificate e attuate nel settore veterinario per il contrasto all’antimicrobico-resistenza, in particolare della promozione di un uso prudente degli antimicrobici.

Dal 2019, con l’utilizzo del sistema informatizzato per la tracciabilità del farmaco e l’entrata in vigore nel nostro Paese della ricetta veterinaria elettronica sarà possibile rendere più efficace il monitoraggio non solo sulla vendita, ma sull’effettivo consumo di medicinali veterinari, rinforzando in questo modo le azioni di contrasto all’AMR

I dati di vendita dei medicinali veterinari contenenti agenti antimicrobici sono raccolti come parte del progetto European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption (ESVAC), coordinato dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA), a cui l’Italia partecipa dal 2010. Tutti i dati, oltre a essere elaborati e pubblicati annualmente in report europei, sono anche consultabili nel database interattivo dell’EMA

Consulta il report: Dati di vendita dei medicinali veterinari contenenti agenti antimicrobici. Trend in Italia – Anno 2016

Fonte: Ministero della salute




Whole Genome Sequencing per la sicurezza alimentare, stato dell’arte in UE

dnaL’EFSA ha pubblicato due rapporti che forniscono un quadro delle modalità con cui la tecnica del sequenziamento dell’intero genoma (WGS) può essere utilizzata in ambito di sicurezza alimentare e in che misura tale tecnica è in uso in Europa.

Il WGS, utilizzato sempre più di frequente nei laboratori di sanità e sicurezza alimentare pubblica, viene però utilizzato in modi diversi in Paesi diversi e per scopi diversi.

Indagine sull’uso del WGS

I risultati di un’indagine condotta dall’EFSA e dalla Commissione europea nel 2016 in tema di use of WGS for food- and waterborne pathogens isolated from animals, food, feed and their environment in EU/EFTA countries riportano che:
•Alla fine del 2016 il WGS era già utilizzato nei laboratori di 17 Paesi su 30.
•Il motivo fondamentale per cui non si utilizza il WGS è l’assenza di specifiche competenze e risorse finanziarie.
•Il WGS è stato utilizzato principalmente come ausilio per indagini su focolai epidemici.

Progetto ENGAGE

La relazione conclusiva del progetto “Establishing next generation sequencing ability for genomics analysis in Europe” (ENGAGE) riporta una descrizione di tutte le principali tappe raggiunte, tra cui la messa a disposizione delle sequenze di batteri nel pubblico dominio, pubblicazioni scientifiche, analisi comparative, laboratori, corsi di formazione, e materiali per l’apprendimento online.

Obiettivo del progetto, cofinanziato dall’EFSA, è stato quello di incrementare la cooperazione scientifica tra i laboratori europei per utilizzare il WGS in ambito di sicurezza alimentare e tutela della salute pubblica.

Tutti i contenuti prodotti possono essere reperiti nel rapporto e nel sito web ENGAGE.

Fonte: EFSA




II revisione delle linee guida Ema sulle caratteristiche del prodotto per antibiotici veterinari

L’Agenzia europea per il farmaco sottopone a consultazione pubblica la seconda revisione delle linee guida sulle caratteristiche del prodotto per i medicinali veterinari contenenti antibiotici (Draft guideline on the summary of product characteristics (SPC) for veterinary medicinal products containing antimicrobial substances ).

Le linee guida risalgono al 2002, sviluppate per incoraggiare l’uso ottimale degli antimicorbici e ridurre al minimo la resistenza antimicrobica (AMR), vengono revisionate al fine di migliorare la coerenza del riassunto delle caratteristiche del prodotto (SPC) per i prodotti antimicrobici; nel 2008 c’è già stata una prima revisione, ma da allora ci sono stati sviluppi significativi sulla resistenza antimicrobica e nuovi interventi regolatori fa cui la pubblicazione, da parte del Committee for Medicinal Products for Veterinary Use (Cvmp), della strategia sugli antimicrobici fino al 2020.

La revisione delle linee guida fornisce quindi ulterioni indicazioni sulle informazioni da inserire nel riassunto delle caratteristiche del prodotto, considerato l’elemento chiave di comunicazione con il medico prescrittore. Dovrebbe infatti contenere le informazioni necessarie per un utilizzo efficace e sicuro e contemporaneamente ridurre al minimo il rischio di selezione della resistenza antimicrobica. Le avvertenze sull’uso responsabile e le raccomandazioni per i medicinali veterinari specifici dovrebbero essere incluse nelle informazioni sul prodotto e per questo le linee guida contengono esempi di frasi adeguate per la stesura di un Spc.

La consultazione pubblica è aperta fino al 30 settembre 2018

A cura della segreteria SIMeVeP




Nuova consultazione sull’etichettatura degli alimenti

Etichettatura alimentiISMEA e Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del Turismo hanno lanciato una seconda consultazione pubblica sul tema dell’etichettatura dei prodotti alimentari, per poter valutare,  a 3 anni di distanza dalla prima, quanto sia maturato l’interesse dell’opinione pubblica italiana sulla trasparenza delle informazioni sull”origine della materia prima e dell’indicazione in etichetta del luogo di trasformazione.

La consultazione pubblica è parte integrante di un progetto più ampio che mira a valutare l’impatto delle recenti norme nazionali sull’etichettatura in particolare dei derivati dei cereali e dei prodotti lattiero caseari, in sperimentazione sino alla prossima entrata in vigore del Regolamento Comunitario che disciplinerà la materia in tutti gli Stati membri.

Il primo sondaggio del 2015 ha visto la partecipazione di oltre 26.500 cittadini e i risultati sono stati alla base dei successivi provvedimenti normativi riguardanti l’etichettatura di origine di alcuni alimenti come pasta, latte e conserve di pomodoro.

La consultazione pubblica ha come destinatari tutti coloro che sono direttamente o indirettamente interessati al tema e hanno voglia di esprimere la propria opinione, siano essi singoli cittadini-consumatori o operatori delle filiere agroalimentarisarà ed è isponibile fino al 30 novembre.

Compila il questionario

A cura della segreteria SIMeVeP




Veneto. Piano regionale di sorveglianza per la West Nile Disease 2018

Si riporta la Nota Regione Veneto prot. n. 224016 del 13 Giugno 2018 a trasmissione del Piano di sorveglianza Regione Veneto West Nile Disease – anno 2018

Di seguito, la scheda di prelievo campioni al macello 2018, scaricabile in due diversi formati:

In riferimento al suddetto Piano, nonostante in esso sia indicato (come ogni anno) l’inizio dei controlli nel mese di luglio, in considerazione del fatto che in data 15 giugno u.s. è già stata confermata una positività entomologica in provincia di Verona (Comune di Villa Bartolomea), si evidenzia la necessità che i prelievi negli equidi – di cui al Piano allegato- comincino fin da subito.

Infine, come ogni anno, si chiarisce che gli allevamenti di equidi sentinella da testare mensilmente PREFERIILMENTE non devono essere sempre gli stessi; lo stesso dicasi per gli animali da testare/allevamento.

Fonte: SIVeMP Veneto




L’Ue verso il divieto per tre neonicotinoidi killer delle api

Il Comitato permanente dell’Ue su piante, animali, cibi e mangimi (Paff) ha approvato il 27 aprile la proposta della Commissione europea di estendere il campo d’applicazione del divieto parziale di tre pesticidi della classe dei “neonicotinoidi” (Imidacloprid, Clothianidin e Thiamethoxam) dannosi per le api, proibendone ogni uso esterno nel territorio dell’Unione.

I tre pesticidi, indicati in molte ricerche scientifiche come i principali responsabili del fenomeno della moria delle api e degli altri insetti impollinatori, erano già stati proibiti nel 2013 per gli usi esterni su determinate colture e in determinati periodi dell’anno. Ora sarà possibile continuare a usarli solo nelle serre.

A favore della proposta della Commissione hanno votato 16 Stati membri: Germania, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Italia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Austria, Svezia, Slovenia, Portogallo e Regno Unito. Solo quattro i paesi contrari: Repubblica ceca, Danimarca, Ungheria e Romania, mentre si sono astenuti i restanti otti Stati membri: Bulgaria, Belgio, Croazia, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacca, Finlandia.

Da anni l’uso massiccio in agricoltura dei pesticidi, e in particolare di quelli “sistemici” come i neonicotinoidi, che penetrano all’interno dell’organismo delle piante, è sotto accusa per il fenomeno della morìa delle api, che ha assunto dimensioni estremamente preoccupanti in tutti i continenti. Con questa misura, l’Ue si pone all’avanguardia nel mondo nella protezione delle api e degli altri insetti impollinatori, che è essenziale, oltre che per la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche per la produzione alimentare, visto il ruolo nell’impollinazione delle piante coltivate dall’uomo, oltre che nella maggior parte delle piante selvatiche.

Il regolamento che vieta i tre neonicotinoidi, basato su una rigorosa valutazione dei rischi dell’Efsa, l’Autorità europea di sicurezza alimentare di Parma, sarà ora adottato formalmente dalla Commissione nelle prossime settimane, per entrare in vigore entro la fine dell’anno.




Identificati per la prima volta in Italia due nuovi genotipi virali di influenza suina

L’attività di sorveglianza delle sindromi respiratorie avviata dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie in Veneto e Friuli Venezia Giulia ha evidenziato dal 2013 ad oggi la circolazione di 33 virus, di cui 24 in Veneto e 9 in Friuli Venezia Giulia.

In totale sono stati identificati 8 virus H1N1, 23 H1N2 e 2 H3N2, appartenenti a 8 differenti genotipi, di cui 6 precedentemente descritti in Europa (A, B, D, F, P e T) più i nuovi X e Y (entrambi del sottotipo H1N2), non ancora descritti nella recente classificazione europea. I nuovi genotipi sono stati identificati solo nella provincia di Treviso.

I ricercatori hanno confermato che la genesi dei genotipi X e Y è dovuta a eventi di riassortimento con virus di lineaggio pandemico H1N1pdm, indicando per questi virus riassortanti un possibile potenziale zoonosico (trasmissibilità all’uomo).

Infatti i virus influenzali suini mutano nel tempo e possono essere soggetti a ricombinazioni genetiche anche con virus influenzali umani; pertanto, studiare e classificare questi virus è importante per capire come si stanno evolvendo e se hanno acquisito un potenziale epidemico o pandemico.

Maggiori informazioni sul sito dell’IZSVe

 




Piano nazionale di sorveglianza e risposta all’encefalite virale da zecche e altre arbovirosi

È stata pubblicata l’8 giugno 2018 la nuova circolare del Ministero della Salute sul Piano nazionale di sorveglianza e risposta all’encefalite virale da zecche e altre arbovirosi.

La malattia

L’encefalite virale da zecche (tick-borne encephalitis – TBE) è una malattia infettiva virale che colpisce il sistema nervoso centrale e può causare sintomi neurologici prolungati e, in alcuni casi, la morte. Le zecche, e in particolar modo Ixodes ricinus e Ixodes persulcatus, possono trasmettere l’infezione. Anche le zecche del genere Dermacentor ed Haemaphysalis possono trasmetterla.

Le zecche vivono in habitat forestali, soprattutto nei boschi decidui, nel sottobosco, nelle radure e nelle zone di transizione fra foresta e prati, ed attendono l’arrivo dell’ospite sui fili d’erba o sui cespugli. Quando una zecca è infetta, può trasmettere il virus durante tutta la vita. Il virus trasmesso dalle zecche infetta diversi animali, selvatici o domestici, fra cui roditori, caprioli, ovini, caprini, che contribuiscono al mantenimento del ciclo di trasmissione dell’infezione. I cani sono considerati altamente suscettibili all’infezione, anche se le manifestazioni cliniche sono rare.

La situazione in Italia e in Europa

Gli ultimi dati pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) indicano che le aree endemiche sono in via di espansione. Con l’aumento della mobilità e dei viaggi. Nel 2014 i paesi che riportano il maggior numero di casi di TBE comprendono: Austria, Croazia, Repubblica ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Svezia. Sono stati segnalati in totale nel 2014 2.057 casi di TBE, di cui 1.986 confermati. Si tratta generalmente di casi autocnoni, infatti solo l’1,3% è d’importazioneIn Italia questa infezione è stata identificati per la prima volta nel 1978 in Toscana. Dal 2000 al 2016 in Italia sono state raccolte le segnalazioni relative a 456 casi di TBE confermati in laboratorio.

Obiettivi del Piano

Gli obiettivi del piano di sorveglianza e risposta sono:

  1. individuare precocemente i casi umani per adeguare le misure di sanità pubblica (attività di prevenzione e risposta)
  2. garantire il trattamento corretto dei casi
  3. prevenire e controllare eventuali focolai epidemici precocemente.

Consulta la Circolare 8 giugno 2018 Piano nazionale di sorveglianza e risposta all’encefalite virale da zecche e altre arbovirosi e hantavirus non sottoposti a specifici piani di sorveglianza e risposta e allegati:

Per approfondire

Fonte: Ministero della Salute




Ue: individuato fungo delle salamandre

Un fungo patogeno emergente, il Batrachochytrium salamandrivorans (Bsal in breve), è stato rilevato in diverse specie di salamandre di tutta l’UE, sia in quelle tenute come animali da compagnia sia in quelle selvatiche.

Casi sono stati segnalati in Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia e Regno Unito. In alcune specie di salamandre il Bsal può provocare un’elevata mortalità.

Nel parere scientifico pubblicato quest’oggi gli esperti dell’EFSA hanno valutato il rischio di insediamento e diffusione di questo fungo.

Risk of survival, establishment and spread of Batrachochytrium salamandrivorans (Bsal) in the EU

Fonte: Efsa




Specie Aliene, IZSlt individua un Platelminte

E’ stato identificato presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana il platelminta Obama nungara, specie aliena invasiva.

E’ la prima segnalazione di questa specie nel Lazio e la prima in Italia presso un allevamento di chiocciole. Il rinvenimento è stato effettuato a Latina in un impianto di elicicoltura attivo dal 2017.

 

Per maggiori informazioni consultare il sito dell’IZS Lazio e Toscana