Focolaio epidemico plurinazionale di Listeria monocytogenes collegato a pesce affumicato a freddo

Listeria monocytogenesTrota e samone affumicati a freddo prodotti in Estonia sono la fonte del focolaio epidemico di Listeria monocytogenes che ha colpito 22 persone in cinque Paesi dal 2014.

Esperti dell’EFSA e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) hanno potuto confermare la fonte dell’infezione utilizzando la tecnica del sequenziamento dell’intero genoma ed effettuando indagini di rintracciabilità.

I Paesi interessati dal focolaio sono: Danimarca (9 casi), Estonia (6), Finlandia (2), Francia (1) e Svezia (4). Cinque sono stati i decessi. Il più recente dei casi è stato segnalato in Danimarca nel febbraio 2019.

Non sono da escludere nuovi casi finché non verrà individuato il punto esatto di contaminazione nel processo produttivo.

Multi-country outbreak of Listeria monocytogenes clonal complex 8 infections linked to consumption of cold-smoked fish products

Fonte: EFSA




Premio Laurea SIVASZOO 2020

SivaszooAl fine di sviluppare e promuovere lo studio in Italia della medicina veterinaria degli animali selvatici e da zoo la Sivas Zoo – Società Italiana dei Medici Veterinari degli Animali Selvatici e da Zoo promuove un premio di laurea del valore di 500 euro riservato ai neolaureati in Medicina Veterinaria presso una Università Italiana, che abbiano conseguito la Laurea negli anni 2017-2018-2019  con una tesi di interesse e rilevanza nel settore.

La premiazione della miglior tesi avverrà in occasione del Convegno annuale SIVASZOO 2020.

Il bando scade il 31 dicembre 2019

A cura della segreteria SIMeVeP




Salute animale: verso la raccolta dati armonizzata

L’Efsa ha pubblicato il primo rapporto del progetto SIGMA che mira ad automatizzare l’invio di dati su epidemie, sorveglianza e popolazioni di animali.

L’EFSA raccoglie periodicamente dati dagli Stati membri su malattie degli animali come la peste suina africana, la dermatite nodulare contagiosa e l’influenza aviaria, che vengono poi analizzati per finalità di valutazione del rischio, ma i dati sono spesso difficili da confrontare e analizzare perché vengono raccolti utilizzando metodi diversi e riferiti in lingue diverse.

L’approccio proposto traduce automaticamente i dati attualmente raccolti dagli Stati membri in un linguaggio comune e li archivia logicamente, come libri sugli scaffali di una biblioteca.

Tutte le informazioni sul sito EFSA




Oie approva per la prima volta raccomandazioni sulla protezione dei rettili utilizzati a fini commerciali

RettiliL’87^ Sessione dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) che si è svolta a Parigi dal 24 al 31 maggio 2019 ha adottato un nuovo capitolo del codice zoosanitario terrestre che contiene, per la prima volta a livello internazionale raccomandazioni per un’uccisione dei rettili utilizzati a fini commerciali (per la loro pelle, carne e altri prodotti) rispettosa degli animali.

L’allevamento dei rettili  è una forma relativamente nuova di produzione animale, iniziata quando la domanda delle loro pelli non poteva più essere soddisfatta da una raccolta selvaggia e non regolamentata. Il tasso di esportazione internazionale dei rettili e dei loro prodotti è costantemente aumentato nel corso degli anni, rendendo le pelli uno dei prodotti più esportati al mondo.

Guidati dalla Svizzera, i lavori per la stesura delle raccomandazioni sono stati avviati nel 2010, anno in cui la prassi comune di uccisione di serpenti e varani in Indonesia si è imposta all’attenzione dei media di tutto il mondo. L’USAV – Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria – ha elaborato le raccomandazioni ora approvate insieme a un gruppo internazionale di esperti di protezione degli animali, medicina veterinaria e zoologica.

La Svizzera è orgogliosa di aver contribuito al risultato “Si tratta di un passo importante verso il miglioramento delle condizioni di protezione degli animali nella produzione di pelli per l’industria degli articoli di lusso”  – ha detto il direttore supplente dell’USAV Thomas Jemmi  al termine dei lavori. “Sarà importante ora che le raccomandazioni vengano applicate nei paesi produttori“.

Tutti i materiali relativi all’87^ Sessione dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale sul sito OIE

A cura della segreteria SIMeVeP

 




In GU Ue i nuovi regolamenti su medicinali veterinari e mangimi medicati

Farmaci veterinariE’ stato pubblicato il 7 gennaio 2019 è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea n. L 4 il pacchetto “medicinali veterinari” che contiene due nuovi regolamenti  sui medicinali veterinari e sulla fabbricazione, immissione sul mercato e utilizzo di mangimi medicati.

Il pacchetto comprende anche la modifica del regolamento 726/2004 che ha istituito l’Agenzia europea per i medicinali e la procedura centralizzata per l’autorizzazione e la sorveglianza dei medicinali, che è stato adattato per evitare sovrapposizioni con le nuove procedure.

I nuovi regolamenti promuovono un uso più consapevole dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati, la semplificazione e la riduzione degli oneri amministrativi, il rafforzamento del mercato interno e una maggiore disponibilità di medicinali veterinari, con l’obiettivo di garantire al tempo stesso il massimo livello di protezione della salute pubblica, della sanità animale e dell’ambiente.




Chiusa l’assemblea Generale dell’OIE

Si è chiusa a Parigi l’87^ Sessione dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE) che ha trattato temi relativi alla sanità e al benessere animale, soffermandosi in particolare sulla sicurezza degli scambi commerciali.

In rappresentanza dell’Italia ha partecipato il Delegato italiano presso l’OIE, Silvio Borrello, Capo dei servizi veterinari e Direttore generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del ministero della Salute.

Il Ministro, Giulia Grillo, ha inviato un video di saluto all’assemblea in cui ha ricordato con orgoglio il ruolo dell’Italia, in seno all’OIE, fondatore e convinta sostenitrice sin dalle origini. Nel suo intervento, apprezzato dall’Assemblea, il ministro ha ribadito l’impegno del nostro Paese a combattere, al fianco dell’Organizzazione, le grandi malattie del bestiame attraverso il contributo tecnico-scientifico degli Istituti Zooprofilattici e dei Centri di collaborazione e Laboratori di riferimento OIE. Di particolare rilievo la riflessione sul tema centrale della rimozione degli ostacoli alle esportazioni di prodotti di origine animale e il plauso all’iniziativa di istituire un Osservatorio OIE per il rispetto degli standard sanitari, nel commercio internazionale, da parte dei Paesi aderenti.

Il Ministro ha ricordato, inoltre, che il prossimo anno, nel mese di novembre, l’Italia avrà l’onore di ospitare, presso la città di Catania, la Conferenza della Commissione dell’OIE a cui parteciperanno 53 Paesi della Regione Europa.

L’Assemblea dei delegati OIE ha approvato tre importanti risoluzioni riguardanti l’Italia:

  • ringraziamento particolare per il sostegno economico diretto all’OIE e per il contributo degli istituti Zooprofilattici Sperimentali
  • ha riconosciuto l’Istituto Zooprofilattico del Lazio e della Toscana come Centro di referenza OIE per l’anemia infettiva equina
  • ha individuato due nuovi centri di collaborazione:
    – uno sul benessere animale, nato dal consorzio tra il centro di collaborazione per la formazione, l’epidemiologia, la sicurezza alimentare e il benessere animale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise e il centro svedese per il benessere animale (SCAW)
    – uno per la salute dei mammiferi marini nata dal consorzio tra il Centro già attivo presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentali del Piemonte, della Liguria e della Valle d’Aosta e l’Università spagnola di Las Palmas Gran Canaria

Risultati importanti che rispecchiano il prezioso lavoro di coordinamento che il ministero della Salute opera in relazione agli Istituti zooprofilattici sperimentali e l’eccellenza della ricerca scientifica in capo agli istituti stessi.

La sessione generale ha fatto, come di consueto, da cornice ad incontri bilaterali tecnici tra i Capi dei servizi veterinari sui temi dell’export e della cooperazione scientifica. Il Capo dei servizi veterinari Italiani, Borrello ha incontrato, tra gli altri il CVO della federazione Russa e del Giappone, oltre che i Direttori del Ministero dell’Agricoltura e dell’Agenzia delle dogane cinesi (GACC). Di rilevanza strategica per lo sviluppo di nuovi progetti scientifici e di cooperazione, l’incontro tra il Direttore Borrello, i direttori degli IIZZSS e la Direttrice generale dell’OIE, Monique Eloit.

Fonte: Ministero della salute

Tutti i materiali relativi all’87^ Sessione dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale sul sito OIE

 




L’antibioticoresistenza nel plancton

zoo planctonGrazie all’utilizzo di una innovativa tecnologia di quantificazione assoluta di geni, la Droplet Digital PCR (ddPCR), i ricercatori dell’Istituto Zooporofilattico Sperimentale delle Venenzie hanno analizzato 29 campioni storici di plancton contenenti comunità microbiche, raccolti dal 1970 al 2011 nell’Oceano Atlantico e nel Mare del Nord.

Lo  studio, effettuato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DISTAV) dell’Università di Genova e pubblicato su Environmental Microbiology Reports,  rileva una resistenza ai sulfamidici molto diffusa nelle comunità batteriche ambientali almeno a partire dagli anni ’70 ed evidenzia quindi l’impatto negativo che un uso non appropriato degli antibiotici può avere in ambienti anche lontani dall’ambito di applicazione degli farmaci, come quello marino che comunque copre i 2/3 della superficie del pianeta.

Tutte le informazioni sul sito IZS VE

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Ue verso l’adozione di una metodologia comune per la misurazione dei rifiuti alimentari

rifiuti alimentariLa Commissione europea ha adottato il 3 maggio uno provvedimento normativo distinto che integra la direttiva 2008/98/CE, come previsto dalla direttiva stessa, sull’adozione di una metodologia comune per la misurazione uniforme dei livelli di rifiuti alimentari.

La direttiva sui rifiuti impone infatti  agli Stati membri di controllare la produzione di rifiuti alimentari e di adottare misure volte a limitarla, ma al momento non esiste un metodo armonizzato per misurare i rifiuti alimentari nell’UE.

I rifiuti alimentari sono prodotti lungo l’intera filiera alimentare: durante la produzione primaria, nella trasformazione e nella fabbricazione, nei ristoranti e nei servizi di ristorazione e in ambito domestico il che rende particolarmente difficile la quantificazione, poiché ogni fase della filiera alimentare differisce significativamente in termini di caratteristiche e fonti dei rifiuti alimentari e di cause alla base della loro produzione.

Inoltre i dati attualmente disponibili non contengono informazioni dettagliate sulle quantità di rifiuti alimentari perchè molto spesso i rifiuti alimentari sono raccolti insieme agli altri rifiuti.

I dati sui rifiuti sono inoltre generalmente acquisiti nella fase di raccolta e non contengono informazioni relative ai rifiuti che vengono eliminati al di fuori del sistema di raccolta e trattamento.

Risolvere la questione della misurazione diventa importante anche per la definizione di obiettivi quantitativi per la riduzione dei rifiuti alimentari.

Prima dell’adozione, l’atto delegato è stato sottoposto a una consultazione pubblica durata quattro settimane che si è conclusa il 4 aprile 2019. Entro la fine di luglio il provvedimento sarà inviato al Parlamento e al Consiglio che hanno 2 mesi di tempo per formulare obiezioni. Se non lo fanno, l’atto delegato entra in vigore.

Il testo è composto da 4 articoli:

  • l’articolo 1 chiarisce l’ambito di applicazione della misurazione dei rifiuti alimentari
  • l’articolo 2  dà disposizioni relative alle modalità di misurazione al fine di garantire che gli Stati membri siano in grado di comunicare dati aggiornati su base annua
  • l’articolo 3 prevede la comunicazione volontaria di dati, che può includere dati più granulari sui rifiuti alimentari o altri dati relativi alla prevenzione dei rifiuti alimentari.
  • l’articolo 4 prevede requisiti di qualità per garantire la qualità della misurazione allo scopo di introdurre miglioramenti futuri.

Nei “considerando” viene ricordato che:

  • i sottoprodotti di origine animale, essendo eclusi dall’ambito di applicazione della direttiva sui rifiuti 2008/98/CE nell misura in cui sono contemplati da altra normativa comunitaria, non dovrebbero essere misurati come rifiuti alimentari.
  • Sebbene le sostanze destinate a essere utilizzate come materie prime per mangimi  siano escluse dall’ambito di applicazione della direttiva rifiuti, le informazioni relative agli alimenti originariamente destinati al consumo umano e in seguito utilizzati come mangimi sono importanti per la comprensione dei flussi di materiali relativi agli alimenti e possono essere utili per pianificare una strategia mirata di prevenzione dei rifiuti alimentari. Per tale ragione gli Stati membri dovrebbero avere la possibilità di comunicare tali informazioni in modo uniforme su base volontaria

Consulta il testo dell’atto delegato (in italiano)

Consulta gli allegati all’atto delegato (in italiano)

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Plastica e rifiuti in mare: molti derivano da attività marine

Rifiuti in mareL’Ispra (il centro studi del ministero dell’Ambiente) e la marineria di Chioggia hannno presentato alcuni i  risultati del progetto ML-REPAIR (REducing and Preventing, an integrated Approach to Marine Litter Management in the Adriatic Sea): in 10 mesi (da luglio 2018 ad aprile 2019) 6 barche della marineria di Chioggia hanno raccolto 14206 kg (14 tonnellate) di rifiuti in Alto Adriatico con l’iniziativa Fishing for Litter (FFL).

Un campione di 1196 kg (1 tonnellata) di rifiuti è stata analizzata da ricercatori ISPRA per determinare tipologia, materiale e possibili fonti degli oggetti trovati, per un totale di più di 7000 oggetti. Questi alcuni risultati:

  • Composizione: La plastica rappresenta da sola il 66% in peso dei rifiuti analizzati, seguita da materiale misto (16%), gomma (10%), tessile (5%) e metallo (3%), mentre carta, legno lavorato e vetro non rappresentano insieme neanche l’1% del totale.
  • Origine:

– La maggior parte degli oggetti raccolti (33% in peso) è costituita da oggetti di uso comune, molti dei quali usa e getta, come bottiglie, buste di plastica, lattine e imballaggi alimentari.

– Il 28% del peso degli oggetti presenti è invece riconducibile ad attività di mitilicoltura, in particolare sono state trovati ingenti quantitativi di retine utilizzate per l’allevamento delle cozze. Il 22% in peso dei rifiuti pescati dal fondo proviene da attività dipesca commerciale, in gran parte costituiti da pezzi di rete e strutture in gomma utilizzate per proteggere la parte di rete a contatto con il fondo. Il 16% è costituito da oggetti riconducibili ad attività legate al mare e alla navigazione, come ad esempio cime, cavi, parabordi, boe e galleggianti. Infine, gli oggetti connessi alla piccola pesca, come le reti da posta, le nasse e trappole, costituiscono lo 0,5% del totale analizzato.

Il settore della pesca può quindi contribuire significativamente alla risoluzione della problematica dei rifiuti in mare. In particolare, può avere un ruolo importante sia in termini di prevenzione, tramite un corretto smaltimento degli attrezzi da pesca dismessi, sia tramite la rimozione attiva dei rifiuti dal fondale durante le attività di pesca (Fishing for Litter).

I rifiuti depositati sui fondali marini provengono in gran parte da terra, arrivando al mare tramite i fiumi, il sistema fognario e dispersi dal vento, quando non intenzionalmente gettati. Il Fishing for Litter consiste nel facilitare il conferimento a terra, da parte dei pescatori, dei rifiuti che giornalmente restano intrappolati nelle reti durante le attività di pesca, un “servizio” per la società che molti di loro decidono di fare su base volontaria.

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Onu istituisce la giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti

Il 7 giugno sarà la Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti, lo ha proclamato una risoluzione delle Nazioni Unite approvata il 20 dicembre 2018, che ha espressamente riconosciuto che “non c’è sicurezza alimentare senza alimenti sicuri dal punto di vista igienico sanitario“, come ricordato con soddisfazione la Fao.

Il cibo non sicuro causa nel mondo più di 200 malattie, comprese alcune forme di cancro, evidenziando come la sicurezza alimentare e la battaglia per sradicare la fame si estenda ben oltre i problemi di produzione e distribuzione.

Le malattie di origine alimentare colpiscono ogni anno circa 600 milioni di persone e rappresentano un grave onere per la salute umana, in particolare per i bambini e le persone che vivono in regioni a basso reddito. Inoltre, gli alimenti sicuri contribuiscono positivamente al commercio, all’occupazione e alla riduzione della povertà.

La Giornata mondiale della sicurezza sanitaria degli alimenti sarà un’opportunità per tutti di prendere un momento per pensare a qualcosa che spesso diamo per scontato: la sicurezza alimentare“, ha detto il segretario del Codex Tom Heilandt. “La comunità internazionale parlerà con una sola voce il 7 giugno per promuovere la consapevolezza e ispirare le azioni per un cibo più sicuro“, ha affermato.

Nel 2019 sono previste due importanti conferenze internazionali sulla sicurezza alimentare:

  • la prima conferenza internazionale Fao, Oms e Unione Africana sulla sicurezza alimentare che si terrà in Etiopia a Addis Abeba  il 12 e 13 febbraio 2019
  • il Forum internazionale sulla sicurezza alimentare e il commercio, organizzato dalla Fao, dall’Oms e dall’Omc a Ginevra il 23-24 aprile 2019

A cura della segreteria SIMeVeP