Il cinese Qu Dongyuè il nuovo Direttore Generale della FAO

Il cinese Qu Dongyu è stato eletto oggi Direttore Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO).

Qu Dongyu ha ottenuto 108 voti sui 191 espressi, il che ha costituito la maggioranza al primo turno. L’elezione si è svolta nel corso della 41ma sessione della Conferenza della FAO (22-29 giugno 2019), il massimo organo di governo dell’Organizzazione.

Qu Dong Yu, nato nel 1963, è attualmente Viceministro dell’Agricoltura e degli affari rurali in Cina.

Qu Dongyu sarà il nono Direttore Generale della FAO dalla fondazione dell’Organizzazione, il 16 ottobre 1945.

Il mandato del nuovo Direttore Generale, che subentra al brasiliano José Graziano da Silva, inizierà il 1° agosto 2019 e terminerà il 31 luglio 2023.

Direttori Generali della FAO

Dall’istituzione della FAO nel 1945 si sono succeduti otto Direttori Generali:

• Sir John Boyd Orr, Regno Unito, 1945-1948
• Norris E. Dodd, Stati Uniti, 1948-1954
• Philip Vincent Cardon, Stati Uniti, 1954-1956
• Binay Ranjan Sen, India, 1956-1967
• Addeke Hendrik Boerma, Olanda, 1968-1975
• Edouard Saouma, Libano, 1976-1993
• Jacques Diouf, Senegal, 1994-2011
•José Graziano da Silva, Brasile, 2011-2019

Curriculum di Qu Dongyu (pag. 15)

Galleria fotografica

Fonte: FAO




Fondo Fiduciario Multi-Partner per combattere la resistenza agli antimicrobici a livello globale

OIE OMS FAOPer dare un forte impulso alla lotta a uno dei più gravi rischi per la salute globale, nel corso di una conferenza ministeriale, oggi è stato presentato un metodo di finanziamento che consente ai partner di destinare risorse volte ad accelerare l’azione globale di contrasto alla resistenza agli antimicrobici (AMR).

Il tripartito – l’azione congiunta dell’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), l’Organizzazione Mondiale della Sanità animale (OIE) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) – ha lanciato il Fondo Fiduciario multi-partner per l’AMR (AMR Multi-Partner Trust Fund), supportato dal contributo iniziale del governo olandese di 5 milioni di dollari.

Il fondo fiduciario per l’AMR* ha una durata quinquennale, fino al 2024, e mira a incrementare gli sforzi per sostenere i Paesi nel contrastare la minaccia immediata dell’AMR, senza dubbio la più complessa per la salute globale.

Per resistenza agli antimicrobici si intende la capacità naturale di batteri e altri microbi di sviluppare resistenza ai farmaci utilizzati per curarli: il processo è accelerato dall’uso improprio o eccessivo di prodotti farmaceutici che dovrebbero eliminare agenti patogeni indesiderati negli esseri umani, negli animali e nelle coltivazioni. In particolare, tale resistenza è alimentata dall’abuso e dall’uso improprio degli antibiotici nella salute umana e animale.

L’aumento dell’AMR rappresenta una minaccia definita “tsunami silenzioso”. I microrganismi farmacoresistenti sono responsabili di circa 700.000 morti all’anno, una cifra che potrebbe aumentare fino a 10 milioni ogni anno se non viene intrapresa alcuna azione.

La lotta all’antibiotico-resistenza è sostanzialmente un problema di cambiamento comportamentale. Non sto parlando di lavarsi le mani più spesso, ma di garantire che gli antibiotici vengano prescritti meno facilmente e che i metodi di lavoro vengano modificati per ridurre le possibilità di diffusione di batteri resistenti “, ha dichiarato il ministro olandese della salute e dello sport, Bruno Bruins. “Questo argomento è della massima importanza e deve rimanere tra le priorità dell’agenda politica internazionale. I Paesi hanno realizzato programmi eccezionali ed è giunto il momento di attuarli. Il Multi-Partner Trust Fund che lanciamo oggi ci aiuterà a farlo, perché il problema è troppo grande e i Paesi non possono affrontarlo da soli“, ha aggiunto.

Purtroppo i confini non bloccano i batteri. Unendo però i nostri sforzi e le nostre conoscenze, possiamo aiutarci a vicenda nella lotta all’AMR”, ha dichiarato Carola Schouten, ministro olandese dell’agricoltura, della natura e della qualità degli alimenti. “C’è ancora molto da migliorare, anche nell’uso degli antibiotici in zootecnia. Questa conferenza è un’ottima opportunità per dialogare e imparare gli uni dagli altri“, ha aggiunto.

Abbiamo tutti un ruolo da svolgere per tutelare l’efficacia degli agenti antimicrobici e il fondo fiduciario per l’AMR ci offre l’opportunità per sostenere gli sforzi dei diversi settori a livello nazionale, regionale e globale”, ha dichiarato la dott.ssa Monique Eloit, Direttore Generale dell’OIE. “L’AMR deve essere gestito con l’approccio “One Health” e supportato da impegni a lungo termine da parte di tutte le parti interessate. L’OIE è impegnata a sostenere il settore della salute degli animali nell’adempiere ai propri impegni per garantire che sia gli animali che gli esseri umani possano continuare a beneficiare degli antimicrobici disponibili ed efficaci per il trattamento delle malattie in futuro.

“La FAO lavora incessantemente per eliminare la fame, l’insicurezza alimentare e la malnutrizione e si impegna a produrre in modo sostenibile cibo salubre per la crescente popolazione mondiale, ha detto Maria Helena Semedo, Vicedirettore Generale della FAO per il clima e le risorse naturali. “Gli antimicrobici sono strumenti necessari per garantire la sicurezza alimentare, ma devono essere utilizzati in modo responsabile. La FAO considera il Multi Partner Trust Fund una pietra miliare negli sforzi del tripartito per ridurre l’AMR“, ha aggiunto.

Il nuovo fondo fiduciario segna un nuovo e importante impegno per combattere la resistenza antimicrobica. L’AMR rappresenta una notevole sfida per raggiungere la copertura sanitaria universale e una minaccia ai fini degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile“, ha affermato la Dott.ssa Zsuzsanna Jakab, Vicedirettrice Generale dell’OMS.

Appello per il finanziamento

L’appello per l’immediato finanziamento è di 70 milioni di dollari da destinare ai Paesi e all’attuazione del programma di lavoro sull’AMR del tripartito per il 2019-2020, in particolare fornendo supporto tecnico ai Paesi che realizzano piani d’azione nazionali per l’AMR e incrementano l’azione locale.

Tra i principali risultati auspicati dal fondo fiduciario per l’AMR c’è un mondo in cui le malattie infettive possano continuare ad essere trattate con antimicrobici efficaci e sicuri, e in cui la resistenza venga monitorata e controllata a un ritmo più lento. Il percorso verso questo tipo di successo comporta attività che vanno dalla sensibilizzazione alla stesura di piani d’azione nazionali per la vigilanza dei trend dell’AMR e migliori garanzie sulle vendite e sui modelli di utilizzo responsabili degli antimicrobici.

L’inazione, dovuta a inadeguatezza o insufficienza delle politiche, minaccia di rendere infezioni comuni più difficili da trattare e procedure mediche e trattamenti salvavita più rischiosi da eseguire.

L’inazione potrebbe anche incrementare l’insicurezza alimentare e la povertà rurale, non potendo trattare efficacemente le malattie veterinarie con i medicinali del caso.

Il fondo fiduciario per l’AMR fornisce un meccanismo congiunto per l’attribuzione e la trasparenza di tutte le fonti di finanziamento, mentre le sue attività si baseranno sull’applicazione di best practices, aumentando le attività e gli approcci innovativi che hanno funzionato per garantire che le cure di oggi siano disponibili per le generazioni future.

*Nota del redattore: il Multi-Partner Trust Fund Office (MPTF) delle Nazioni Unite, centro di competenza dell’ONU per i meccanismi di finanziamento comuni, fungerà da fiduciario del fondo. L’MPTF Office dell’ONU, in qualità di fiduciario indipendente, fornirà informazioni in tempo reale sui contributi e sull’uso delle risorse dei donatori attraverso il portale mptf.undp.org.

Fonte: Comunicato stampa congiunto FAO-OIE-OMS




Consiglio dell’Ue: rafforzare biosicurezza per impedire introduzione in Ue di malattie animali transfrontaliere

peste suina africana

Peste Suina Africana – Situazione epidemiologica I semestre 2019

Il Consiglio dell’Unione europea “Agricoltura e pesca” nella sessione del 18 giugno 2019 a Bruxelles ha approvato le “Conclusioni sulla biosicurezza, un concetto generale con un
approccio unitario per proteggere la sanità animale nell’UE” con cui incoraggia gli Stati membri a garantire una sufficiente capacità di biosicurezza a livello nazionale e dell’UE e sostenere un approccio integrato di biosicurezza stabilito mettendo a disposizione adeguate e risorse finanziarie.

Il Consiglio riconosce che le malattie animali trasmissibili possono avere conseguenze economiche e sociali molto gravi che ostacolano agricoltura, commercio e turismo. Ciò vale in particolare per le malattie animali transfrontaliere, come l’afta epizootica e la peste suina africana, che possono diffondersi molto rapidamente, indipendentemente dalle frontiere nazionali, e che, nel caso delle
malattie animali transfrontaliere zoonotiche (come alcuni tipi di influenza aviaria ad alta patogenicità) possono rappresentare un grave rischio anche per la salute umana. Occorre quindi compiere ogni sforzo per impedirne l’introduzione nel territorio dell’UE o, se sono già presenti, per prevenirne la diffusione ed eradicarle, anche perchè le infezioni possono presentarsi con
intensità diversa nei vari Stati membri a causa della rispettiva situazione geografica e di altri fattori ma la prevenzione e il controllo efficaci sono sempre nell’interesse dell’UE nel suo complesso.

Il Consiglio ricorda che è responsabilità di tutti gli operatori e i professionisti degli animali, compresi i trasportatori, di ridurre al minimo il rischio di diffusione delle malattie animali transfrontaliere attraverso le loro attività e sottolinea, in particolare, che spetta in primo luogo agli operatori attuare le misure di biosicurezza. Considerato, in aggiunta, che molte malattie animali transfrontaliere colpiscono anche le popolazioni di animali selvatici, anche i cacciatori, i birdwatcher e le organizzazioni di gestione forestale e protezione della natura possono svolgere un ruolo molto importante nell’individuazione e nel controllo di tali malattie.

Per tali motivi ribadisce l’importanza di un approccio integrato alla biosicurezza e del coinvolgimento e della cooperazione di tutti i settori pertinenti e riconosce e di conseguenza che sono necessarie risorse finanziarie sufficienti per garantire la corretta ed efficiente applicazione di tale concetto, tenuto conto che è meglio investire nella prevenzione che spendere per la cura.

A cura della segreteria SIMeVeP

(nella foto: Peste Suina Africana – Situazione epidemiologica I semestre 2019, fonte OIE)




In arrivo nuove norme per la trasparenza in materia di sicurezza alimentare

In futuro, le informazioni scientifiche a sostegno della valutazione del rischio nella filiera alimentare e la comunicazione in materia di sicurezza alimentare saranno più trasparenti e più facilmente accessibili per i cittadini. Sarà inoltre rafforzata la governance dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), con una maggiore partecipazione degli Stati membri al suo consiglio di amministrazione.

Il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato il 13 giugno una revisione del “regolamento sulla legislazione alimentare generale”, ispirato all’iniziativa dei cittadini europei sul glifosato. Il nuovo regolamento, che modifica anche otto atti legislativi riguardanti settori specifici della filiera alimentare, sarà presto pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, ma si applicherà per lo più a partire dal 2021.

In base alle nuove norme, gli studi e le informazioni a sostegno di una richiesta di produzione scientifica dell’EFSA dovranno essere resi pubblici automaticamente non appena la domanda presentata da un operatore del settore alimentare sia convalidata o ritenuta ammissibile. Le informazioni riservate saranno protette in circostanze debitamente giustificate e le richieste di riservatezza saranno valutate dall’EFSA.

Tra le altre misure introdotte dalla revisione della legislazione alimentare generale figurano:

  • la possibilità per la Commissione di chiedere all’EFSA di commissionare studi in circostanze eccezionali per verificare gli elementi di prova utilizzati nel processo di valutazione del rischio
  • una nuova banca dati degli studi commissionati dagli operatori del settore alimentare
  • un ruolo più attivo degli Stati membri nell’assistere l’EFSA a stimolare un maggior numero di scienziati ai massimi livelli a partecipare ai gruppi di esperti scientifici
  • una migliore comunicazione del rischio tra tutti gli attori – la Commissione, l’EFSA, gli Stati membri e le parti interessate del settore pubblico
  • missioni di accertamento dei fatti della Commissione per garantire la conformità dei laboratori e degli studi alle norme pertinenti

Fonte: Consiglio dell’Unione Europea




I casi di malattie da vettore nel 2018 in Italia

malattie da vettoreLe arbovirosi sono un gruppo di malattie virali trasmesse dalla puntura di vettori artropodi, come le zanzare e le zecche.

Queste malattie rappresentano un grave problema di sanità pubblica.

Per garantire che vengano individuati precocemente i casi e adottate tutte le misure per ridurne la diffusione, il ministero della Salute emana periodicamente Piani di sorveglianza e risposta alle varie arbovirosi.

L’Istituto Superiore di Sanità coordina le attività di sorveglianza integrata delle arbovirosi in Italia, in collaborazione e con il supporto finanziario del ministero.

Secondo i dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità, nel 2018 in Italia sono stati notificati in totale 243 casi confermati di arbovirosi (escluse West Nile e Usutu).

In particolare:

Arbovirosi importate

  • 5 casi confermati di chikungunya
  • 108 casi confermati di dengue
  • 1 caso confermato di Zika

Si tratta di casi in associati a viaggi all’estero in residenti in Italia.

Arbovirosi autoctone

  • 90 casi confermati di virus Toscana
  • 39 casi confermati di encefalite virale da zecche (TBE)

I casi di infezione da virus Toscana sono stati notificati prevalentemente in Italia centrale (Emilia-Romagna, Toscana, Marche) con casi sporadici in Abruzzo, Lazio e Piemonte, mentre l’encefalite virale da zecche è stata segnalata nell’Italia nord-orientale (Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Trento e Bolzano).




Nuova vita agli scarti di macellazione in sardegna

ScartiGrazie al Progetto PRISMA (PRodotti Innovativi ad alto valore agronomico dal recupero degli Scarti di Macellazione) gli scarti della macellazione dei bovini prodotti presso lo stabilimento di macellazione della Cooperativa Produttori Arborea verranno recuperati e trasformati, dando vita a nuovi prodotti agronomici impiegati per il miglioramento della produttività di suolo e piante.

Nell’ambito del progetto l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna si occuperà della valutazione igienico-sanitaria dei sottoprodotti della macellazione bovina che verranno impiegati, e del fertilizzante organico ottenuto dopo il compostaggio tramite l’attività dei lombrichi, in collaborazione con il servizio veterinario di Igiene degli Alimenti della ASSL di Oristano.

Maggiori informazioni sul sito dell’IZS Sardegna




Spreco alimentare, le iniziative del ministero della salute

Spreco alimentareSecondo i dati presentati presso la FAO in occasione della Giornata 2019,  lo spreco alimentare in Italia vale lo 0,88% del Pil: la stima è di oltre 15 miliardi €, per l’esattezza 15.034.347.348 € che sono la somma dello spreco alimentare di filiera (produzione – distribuzione), complessivamente stimato in oltre 3 miliardi € (3.176.032.413 €), ovvero il 21,1%  del totale, a fronte dello spreco alimentare domestico reale, cioè quello misurato nelle case degli italiani attraverso il test dei Diari di Famiglia, che rappresenta quindi i 4/5 dello spreco complessivo di cibo in Italia e vale 11.858.314.935 €.

Nel nostro Paese la legge 19 agosto 2016 n.166, ha la finalità di ridurre gli sprechi alimentari durante tutto il ciclo del “food system”, dalla fase di produzione, a quella di trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, attraverso la realizzazione di specifici obiettivi: contribuire ad attività di ricerca, informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni con particolare riferimento alle giovani generazioni. Ecco alcune delle azioni intraprese dal ministero della Salute per la prevenzione degli sprechi.

Linee di indirizzo per la ristorazione

Come recentemente sottolineato dal ministro della Salute Giulia Grillo, alla presentazione del Rapporto sulla Ristorazione 2018 della Fipe, “c’è ancora molto da fare per la prevenzione degli sprechi alimentari, anche nel settore della ristorazione: sarebbe infatti auspicabile che i pubblici esercizi fossero ancora più attivi sul fronte della lotta agli sprechi alimentari in quanto, ad oggi, solo il 20% degli italiani, ad esempio, riporta a casa il cibo non consumato al ristorante, ma è anche vero che non tutti gli esercizi commerciali lo permettono, così come non sempre forniscono su richiesta le mezze porzioni”

Questo ministero ha prodotto nell’aprile 2018 le prime Linee di indirizzo rivolte agli enti gestori di mense scolastiche, aziendali, ospedaliere, sociali e di comunità, al fine di prevenire e ridurre lo spreco connesso alla somministrazione degli alimenti, affrontando l’argomento con approccio globale e multistakeholder, in linea con l’Agenda 2030 dello sviluppo sostenibile.

Sviluppo sostenibile e salute nel Piano OPEN GOV

Il ministero della Salute, ha scelto opportunamente di svolgere un’azione di advocacy, verso il cittadino ma anche verso le altre PA, programmando una specifica azione nel prossimo Piano OPEN GOV, la costituzione di una Piattaforma Sustainability in Health: knowledge junction” all’interno dello spazio web Decade Onu per rendere possibile a tutte le amministrazioni coinvolte nella realizzazione di iniziative in ambito “sviluppo sostenibile e salute” di trasmettere, in tempo reale,  dati ed informazioni su azioni/atti di programmazione/lessons learned/tool kits/linee di indirizzo/linee guida/brochure divulgative e/o iniziative locali o nazionali che riguardino lo sviluppo sostenibile, in base a quanto previsto dall’Agenda 2030 ONU e i suoi relativi sustainable development Goals, a partire da azioni concrete volte alla prevenzione ed al contrasto degli sprechi alimentari. 

Il progetto SPAIC

L’Agenda 2030, sullo sviluppo sostenibile, ha anche guidato il Ministero della salute nella realizzazione di un importante progetto di ricerca, in partnership con INAIL – DT e MIUR, denominato SPAIC(Cause dello spreco alimentare ed interventi correttivi), che ha scelto il “consumatore” (singolo individuo o intera famiglia) come elemento focale su cui intervenire, al fine di individuare e correggere i comportamenti scorretti che causano lo spreco alimentare, attraverso la promozione di un’adeguata campagna di informazione, formazione e sensibilizzazione per stili di vita corretti. L’ambito scolastico è stata una realtà concreta dove poter attuare il Progetto: il coinvolgimento attivo degli studenti ha offerto loro l’opportunità di realizzare un’esperienza all’interno di un luogo a loro familiare e punto di riferimento connesso alle specificità del territorio da essi vissuto (metodologia del lifelong learning):

Guarda il video

Per approfondire:

Fonte: Ministero della salute




Zampa a Zampa, l’app di Regione Lombardia per combattere il randagismo e per la tutela degli animali da affezione

zampa a zampaRegione Lombardia ha lanciato da tempo l’app “Zampa a Zampa” finalizzata a combattere il randagismo e per la tutela degli animali da affezione, con la quale è possibile entrare nel mondo dell’Anagrafe degli Animali d’Affezione direttamente dal proprio dispositivo mobile.

L’app consente di cercare sul territorio lombardo i cani e i gatti adottabili gratuitamente, cercare il proprio  animale tra i cani e gatti smarriti e accalappiati, consultare l’elenco di tutte le strutture di ricovero degli animali e dei veterinari accreditati all’Anagrafe Animale d’Affezione e visualizzare la loro posizione su mappa.

Tutte le info su Zampa a Zampa




Combattere spreco e perdite alimentari per tutelare l’ambiente

Spreco alimentareIn occasione della Giornata nazionale per la Prevenzione dello spreco alimentare, ISPRA pubblica il rapporto “Spreco alimentare: un approccio sistemico per la prevenzione e la riduzione strutturali”.

Il Rapporto è frutto di due anni di valutazione e analisi dei più recenti dati scientifici e informazioni della letteratura internazionale, che ci indicano come nel mondo lo spreco sia in aumento.

La prevenzione e la riduzione dello spreco di alimenti sono considerate dalle Nazioni Unite e dalle altre istituzioni internazionali tra le principali strade da percorrere per la tutela dell’ambiente e il benessere sociale. Lo spreco alimentare è infatti tra le maggiori cause della crisi ecologica, per l’alterazione dei processi geologici, biologici e fisici, tra cui il ciclo del carbonio, dell’acqua, dell’azoto e del fosforo.

Il rapporto propone una definizione sistemica dello spreco alimentare fornendo dati e informazioni sulla dimensione e sugli effetti ambientali, a scala nazionale, europea e sovranazionale.

Sono indagate le cause che lo producono ed emergono differenti quantità in base alla struttura dei sistemi alimentari. Oltre alle azioni di recupero e riciclo delle eccedenze, lo studio evidenzia la necessità di dedicare maggiore attenzione alla prevenzione strutturale per ridurre a monte la formazione delle eccedenze e i conseguenti sprechi.

Molte proposte sono estesamente trattate e finalizzate a una strategia complessa di trasformazione dei sistemi alimentari per favorire la resilienza ecologica.

Questo l’indice del volume:

PREFAZIONE
PREMESSA
PRESENTAZIONE
RISULTATI E MESSAGGI CHIAVE
KEY MESSAGES AND OUTCOMES
RIASSUNTO
SYNTHESIS REPORT
INTRODUZIONE

I PARTE: INQUADRAMENTO
1. DEFINIZIONI DELLO SPRECO ALIMENTARE
2. ORIGINI E CAUSE
3. DIMENSIONI DELLO SPRECO
3.1. Dimensioni dello spreco nel mondo
3.1.1. Dati relativi al 2007
3.1.2. Dati relativi al 2011
3.1.3. Aumenti degli sprechi sistemici tra il 2007 e il 2015
3.1.4. Ulteriori aspetti
3.2. Dimensioni dello spreco in Europa
3.3. Dimensioni dello spreco in Italia

II PARTE : CONNESSIONI SISTEMICHE
4. CONNESSIONI AMBIENTALI ED ECOLOGICHE
4.1. Consumi energetici
4.2. Emissioni di gas serra e cambiamenti climatici
4.3. Uso agricolo del suolo e biodiversità
4.4. Uso di acqua
4.5. Ciclo dell’azoto
4.6. Estrazione e immissione di fosforo
5. EFFETTI AMBIENTALI NEL MONDO
5.1. Impronta di carbonio
5.2. Impronta idrica
5.3. Occupazione di suolo
5.4. Effetti sulla biodiversità
6. EFFETTI AMBIENTALI IN EUROPA
7. EFFETTI AMBIENTALI IN ITALIA
7.1. Consumi energetici
7.2. Impronta di carbonio
7.3. Impronta idrica
7.4. Impronta di azoto reattivo
8. TEMATICHE CONNESSE
8.1. Sicurezza e sovranità alimentare
8.2. Consumo di suolo agricolo
8.3. Bioeconomia ed economia circolare

III PARTE : RISPOSTE E PROPOSTE
9. QUADRO DI RIFERIMENTO ISTITUZIONALE
9.1. Livello globale
9.2. Europa
9.3. Italia
9.4. Livello regionale e locale
10. BUONE PRATICHE FINORA IDENTIFICATE
10.1. Prevenzione strutturale di eccedenze e sprechi alimentari
10.1.1. Filiere alimentari corte
10.1.2. Acquisti pubblici verdi (GPP)
10.1.3. Il tema dello spreco nelle attuali politiche alimentari locali
10.1.4. Sensibilizzazione alimentare
10.2. Prevenzione non strutturale dei rifiuti alimentari
10.3. Riduzione dei rifiuti alimentari mediante recupero alimentare
10.3.1. Recupero alimentare per scambio tra cittadini
10.3.2. Recupero alimentare per attività di beneficienza
10.3.3. Recupero alimentare nella ristorazione collettiva
10.3.4. Recupero alimentare per la vendita
10.4. Riduzione dei rifiuti mediante riciclo di alimenti non più edibili
10.4.1. Riciclo per l’alimentazione animale
10.4.2. Riciclo come compost
10.4.3. Riciclo di componenti e di sostanze
11. PROPOSTE PER LA PREVENZIONE STRUTTURALE
11.1. Definizioni e quantificazione
11.2.Iniziative istituzionali
11.3. Pianificazione dei modelli di produzione, distribuzione e consumo
11.4. Sviluppo di politiche alimentari locali sistemiche e partecipate
11.5. Educazione alimentare e nutrizionale
11.6. Sviluppo di reti alimentari locali, di piccola scala, ecologiche, solidali
11.7. Agricoltura contadina e accesso alla terra
11.8. Agricoltura biologica, agroecologia, tutela dell’agrobiodiversità, agricoltura sociale
11.8.1. Agricoltura biologica e agroecologia
11.8.2. Tutela e valorizzazione dell’agrobiodiversità
11.8.3. Agricoltura sociale
11.9.Riterritorializzazione agroalimentare
11.9.1. Agricoltura urbana e periurbana
11.9.2. Sviluppo agroalimentare delle aree interne
11.10. Contrasto agli illeciti nell’agroalimentare
11.11. Interventi sulle filiere alimentari industriali
11.12. Ruolo attivo dei cittadini e dei consumatori
12. CONCLUSIONI
13. BIBLIOGRAFIA
14. SITI INTERNET

A cura della segreteria SIMeVeP




ECM. Grillo: superare l’attuale sistema esclusivamente sanzionatorio e punitivo

EcmIeri si è insediata la nuova Commissione nazionale per la formazione, ricostituita con il D.M. 17 aprile 2019  presso l’Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas) per il triennio 2019-2021.

Il Ministro della salute, Giulia Grillo ha presieduto la prima riunione. “Immagino un sistema per l’aggiornamento professionale caratterizzato da incentivi e premialità per le aziende sanitarie. Dobbiamo superare l’attuale sistema esclusivamente sanzionatorio e punitivo, che non invoglia una categoria professionale già sottoposta a gravosi impegni di lavoro. Da oggi cambino rotta per il bene del nostro SSN” ha detto alla  Commissione.

La Commissione dura in carica 3 anni a partire dalla data di insediamento e ha il compito, ai sensi dell’art. 16-ter, comma 2, Dlgs 502/1992 e s.m. e sentita la Conferenza per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano nonche’ gli Ordini ed i Collegi professionali interessati, di definire:

  • gli obiettivi formativi di interesse nazionale, con particolare riferimento alla elaborazione, diffusione e adozione delle linee guida e dei relativi percorsi diagnostico-terapeutici.
  • i crediti formativi che devono essere complessivamente maturati dagli operatori in un determinato arco di tempo
  • gli indirizzi per la organizzazione dei programmi di formazione predisposti a livello regionale nonche’ i criteri e gli strumenti per il riconoscimento e la valutazione delle
    esperienze formative.
  • i requisiti per l’accreditamento delle societa’ scientifiche, nonche’ dei soggetti pubblici e privati che svolgono attivita’ formative e procede alla verifica della sussistenza dei requisiti stessi.

La SIMeVeP, accreditata dal Ministero della salute nel sistema sperimentale dal 2001 e riconosciuta dal 2011 nel sistema di accreditamento provvisorio, è accreditata come “provider nazionale standard” dal 4 marzo 2015.

A cura della segreteria SIMeVeP