Prima descrizione dell’Hantavirus Dobrava-Belgrade in Italia, in roditori selvatici del Friuli Venezia Giulia
In seguito all’evidente moria di roditori rilevata lo scorso anno in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, numerosi campioni sono stati consegnati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) per gli accertamenti di laboratorio. La rivista scientifica Viruses ha pubblicato il resoconto delle attività diagnostiche effettuate, che hanno portato alla prima segnalazione in Italia del virus Dobrava-Belgrade, nello specifico in Friuli Venezia Giulia. Si tratta di un virus a RNA del genere Orthohantavirus, un gruppo di patogeni che vengono mantenuti in natura da diverse specie di roditori, ma anche da piccoli mammiferi insettivori e dai chirotteri.
L’importanza degli Hantavirus è legata al fatto che alcuni di questi sono zoonotici, ovvero possono essere trasmessi dal serbatoio animale all’uomo, nel quale possono causare patologie anche piuttosto serie. I casi umani sono segnalati in diverse parti del mondo, soprattutto in Asia, mentre sono meno frequenti in Europa. Ad oggi, i rarissimi casi italiani derivano probabilmente da infezioni contratte nella vicina Slovenia, associate quasi esclusivamente a due specie virali: Puumala e, appunto, Dobrava-Belgrade.
Poiché entrambi questi virus circolano ampiamente nei roditori selvatici delle limitrofe Croazia e Slovenia, la ricerca di Hantavirus è stata condotta anche nei campioni delle due rispettive specie serbatoio: l’arvicola rossastra (Myodes glareoulus) e il topo dal collo giallo (Apodemus flavicollis), raccolti nell’Italia nordorientale. Su questi soggetti è stato effettuato uno screening diagnostico a 360 gradi, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS).
L’hantavirus Dobrava-Belgrade è stato individuato in 4 soggetti di topo collo giallo provenienti dalla provincia di Udine. Il sequenziamento del genoma completo ha permesso di associarlo ai ceppi che circolano nella stessa specie in Slovenia e Croazia; l’esame necroscopico, per contro, non ha rilevato segni specifici negli organi dei roditori. L’ipotesi è dunque che la mortalità degli animali non fosse correlata al virus, che con ogni probabilità convive in modo del tutto naturale con il suo ospite animale, quanto piuttosto alla dinamica ciclica della popolazione di roditori.
Le mortalità cicliche “di massa” nei micromammiferi sono infatti note e contribuiscono alla regolazione della popolazione, in particolare dopo esplosioni demografiche dovute a fattori come stagioni particolarmente calde, con un’iperproduzione di risorse alimentari. Pertanto la malattia da Hantavirus, oggi da noi così rara, potrebbe diventare più rilevante in un contesto di cambiamento climatico. Infatti, l’incidenza di casi umani risulta strettamente correlata alla prevalenza del virus nel suo serbatoio che, come abbiamo imparato per il Covid-19, aumenta in caso di assembramenti. In pieno accordo con il concetto di ‘One Health’, ancora una volta la sorveglianza veterinaria risulterà fondamentale per tutelare anche la salute dell’uomo.
Fonte: IZS Venezie

Prestigioso riconoscimento internazionale per l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) con la designazione del Laboratorio di referenza WOAH per le micoplasmosi aviarie. L’assegnazione è stata ufficializzata nel corso della 89^ Assemblea generale della WOAH, l’Organizzazione mondiale della sanità animale (precedentemente denominata OIE), che si è tenuta a Parigi dal 23 al 26 maggio 2022. A capo del nuovo Laboratorio è stato nominato il dott. 
Una collaborazione tra ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’IRBM e del CNR ha identificato grazie ad una combinazione di metodi innovativi nuove molecole che bloccano la trasmissione del parassita della malaria dalla persona infetta alla zanzara, primo passo per sviluppare nuovi farmaci per eliminare questa grave malattia infettiva. Lo studio è stato
Se qualcuno pensava che la “saga delle bufale mediatiche” avesse toccato l’apice con la pandemia da Covid-19, per la quale la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità aveva coniato l’espressione “infodemia”, quel qualcuno s’illudeva alla grande!
“Più di 600.000.000 di persone, ogni anno, si ammalano di circa 200 diversi tipi di malattie di origine alimentare. Il peso di tale malattie grava soprattutto sui poveri e sui giovani. Inoltre, le malattie di origine alimentare sono responsabili di 420.000 decessi, prevenibili ogni anno, causati da alimenti contaminati da batteri, virus, parassiti, tossine e sostanze chimiche“.
L’Organizzazione Mondiale per la Salute animale cambia nome,
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha pubblicato una