Cambiamenti climatici: così modificano la distribuzione degli insetti vettori di zoonosi

Temperature più elevate, aumento della siccità, fenomeni meteorologici più violenti, riscaldamento delle acque marine e innalzamento del livello dei mari, perdita di specie animali e vegetali, maggior variabilità delle produzioni agricole e maggiori rischi per la salute. Sono i principali effetti della “evoluzione incontrollata” del clima, meglio nota come “cambiamenti climatici” per i più.

Un fenomeno che la comunità scientifica ritiene abbia effetti significativi sulla vita animale e quindi non di meno, sugli insetti. L’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change), il più numeroso consesso mondiale di esperti sul clima, anche all’interno del suo sesto rapporto “Climate change 2023”, sottolinea che gli attuali trend delle temperature, abbinati ai regimi pluviometrici sempre meno costanti, influenzino significativamente la vita della maggioranza degli organismi sulla Terra.

Gli effetti del cambiamento climatico sugli insetti

Sebbene la materia di studio, focalizzata solo sugli insetti, sia alquanto complessa (le specie di insetti presenti sulla Terra sono milioni e vivono negli ambienti più disparati, con preferenze climatiche e microclimatiche molto diverse da specie a specie), i principali effetti del cambiamento climatico sulla vita di questi organismi possano essere così sintetizzati:

  1. Il riscaldamento globale, portando temperature più miti in aree in precedenza climaticamente meno favorevoli, influenzerà la dinamica delle popolazioni della maggioranza delle specie di insetti agendo direttamente sulla loro sopravvivenza, in genere favorendola nelle aree del pianeta attualmente temperate o più fredde.
  2. Il riscaldamento globale agirà sui tempi in cui tali specie compiranno le proprie generazioni, sulla loro fecondità e sulla capacità di disperdersi in un determinato areale.
  3. Le popolazioni che vivono in climi miti o freddi trarranno maggior beneficio dal cambiamento climatico poiché presenteranno un più rapido sviluppo e una maggiore sopravvivenza. Sempre nelle stesse aree la mortalità degli stadi svernanti diminuirà grazie alle temperature invernali più miti, permettendo a molte specie di conquistare areali più a Nord.
  4. Gli effetti del riscaldamento globale sulle specie di insetti modificheranno le interazioni trofiche tra le piante ospiti di cui gli insetti si nutrono e i nemici naturali che si sviluppano a spese degli insetti tenendone controllate le popolazioni.
  5. Le specie di insetti che prediligono climi miti, temperati, o climi tendenzialmente freddi, potranno al contrario subire regressioni nel loro areale di distribuzione complessivo e potrebbero subire la scomparsa negli ambienti precedentemente colonizzati (le specie che vivono alle quote più elevate avranno la tendenza a spostarsi a quote più alte e, se anche lì le condizioni ambientali diventassero proibitive per la loro sopravvivenza, se ne potrebbe rilevare la scomparsa).

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Fonte: aboutpharma.com




Nuovi alimenti e implicazioni della nuova guida EFSA alla loro valutazione

Che cosa è stato richiesto all’EFSA?

La Commissione europea ha incaricato l’EFSA di aggiornare le linee guida sulle modalità di preparazione e presentazione delle richieste di commercializzazione nell’UE per nuovi alimenti. L’aggiornamento consta di due documenti principali:

in primo luogo la guida scientifica, che descrive le informazioni scientifiche che i richiedenti devono fornire;

in secondo luogo la guida amministrativa, che chiarisce la procedura di presentazione delle domande, gestita dalla nostra equipe di assistenza front-desk.
Tali novità si applicheranno a tutte le richieste di autorizzazione di nuovi alimenti presentate alla Commissione europea a partire dal febbraio 2025.

Perché è stata aggiornata la guida?

Abbiamo apportato queste novità per rispecchiare i cambiamenti avvenuti nel quadro giuridico UE per i nuovi alimenti e i recenti progressi in ambito di ricerca e innovazione alimentare. L’industria dei nuovi alimenti si evolve rapidamente ed è importante che i nostri processi di valutazione della sicurezza restino al passo. Abbiamo assistito a una crescita nella varietà delle richieste di valutazione di nuovi alimenti e l’aggiornamento tiene conto anche di questo fatto. Abbiamo inoltre collezionato spunti preziosi dalla valutazione delle richieste per nuovi alimenti da quando è entrato in vigore il regolamento sui nuovi alimenti nel 2018. Le esperienze fatte ci hanno aiutato a chiarire definizioni e requisiti in fatto di dati, in modo che i richiedenti possano presentare domande di qualità più alta, che dovrebbero portare a loro volta a un processo di valutazione del rischio più efficiente. Nel complesso la nuova guida fornisce maggiori dettagli, soprattutto per quanto riguarda i requisiti scientifici dove abbiamo notato lacune negli ultimi sei anni.

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Fonte: EFSA




One Health. L’ECDC assume la presidenza della Task Force inter-agenzie europea

L’European Centre for Disease Control and Prevention (ECDC) assume la presidenza della One Health Task Force, creata nel 2023 per consentire alle agenzie UE di contribuire con successo all’implementazione dell’approccio One Health in Europa. La task force comprende l’Agenzia europea dei medicinali (EMA), lo stesso Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC), l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA). Hanno partecipato al secondo incontro della task force, avvenuto nei giorni scorsi presso l’EMA ad Amsterdam, anche rappresentanti della Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare europea.

La presidenza della task force ruota annualmente e, a settembre 2024, l’ECDC ha assunto quindi questo ruolo. L’obiettivo principale dell’incontro è stata la discussione delle azioni delineate in cinque obiettivi strategici del quadro d’azione della task force interagenzia One Health: coordinamento strategico, coordinamento della ricerca, rafforzamento delle capacità, coinvolgimento degli stakeholder, attività interagenzia congiunte. L’ECDC guida i lavori sul quarto obiettivo per coinvolgere gli stakeholder di riferimento (tra cui istituzioni UE, Stati membri, organismi multilaterali e altri attori chiave esterni) per sviluppare e implementare attività di comunicazione coordinate su One Health. Tra gli altri punti all’ordine del giorno, l’ECDC ha presentato i risultati preliminari di interviste semi-strutturate qualitative con alcuni paesi UE/SEE sulla visione, i fattori abilitanti e gli ostacoli all’implementazione dell’approccio One Health a livello nazionale.

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Fonte: quotidianosanita.it




I maiali sono possibili vettori dell’epatite E nell’uomo

I maiali possono fungere da veicolo di trasmissione per un ceppo del virus dell’epatite E, HEV, comune nei ratti, che è stato recentemente legato a infezioni umane. Lo rivela uno studio dell’Ohio State University, riportato sulla rivista PNAS Nexus. Da quando è stato segnalato il primo caso umano in una persona con sistema immunitario depresso a Hong Kong nel 2018, sono stati registrati almeno 20 casi umani in totale, anche in persone con funzioni immunitarie normali. Le persone infettate dall’HEV dei ratti non hanno riferito di essere state esposte a questi animali, lasciando indefinita la causa dell’infezione.

Tra i principali sospetti delle infezioni umane da HEV, in molti casi, è il consumo di carne di maiale cruda, che rappresenta una via potenziale anche per l’HEV dei ratti. I ricercatori hanno scoperto che un ceppo di HEV dei ratti, isolato dall’uomo, può infettare i suini ed è stato trasmesso tra animali che vivevano in condizioni simili a quelle di una fattoria. I ratti sono comuni nelle stalle dei suini, il che suggerisce che l’industria della produzione di carne suina potrebbe essere un ambiente in cui l’HEV dei ratti potrebbe proliferare, sino ad arrivare agli esseri umani. “Vogliamo sempre sapere quali virus potrebbero essere in arrivo, quindi dobbiamo conoscere la genetica di questo virus nell’improbabile caso in cui negli Stati Uniti accada qualcosa che permetta all’HEV dei ratti di espandersi”, dichiara Scott Kenney, professore associato di medicina preventiva veterinaria presso l’Ohio State con sede nel Center for Food Animal Health del College of Food, Agricultural, and Environmental Sciences del campus di Wooster e autore senior dello studio.

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Fonte: sanitainformazione.it




Vespa velutina in Puglia e in Corsica

vespa velutinaL’espansione di Vespa velutina segna due record con i ritrovamenti dell’insetto a centinaia di chilometri di distanza dalla zona in cui ormai è pressoché stabile, cioè la Liguria e la Toscana.

Di questi giorni la notizia, riportata dalla rete StopVelutina, del ritrovamento di un adulto dell’insetto in un apiario nel comune di Lecce, in Puglia.

Al momento si tratta di una segnalazione isolata, a cui non sono seguiti altri ritrovamenti né di singoli individui né di nidi.

Ma in ogni caso si tratta del primo ritrovamento del calabrone asiatico in Puglia e anche del punto più a Sud d’Italia raggiunto da questa specie.

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Fonte: agronotizie.it




Sempre a proposito di “One Health”: clima, ambiente e salute…

Sulla Rivista “The Lancet/Planetary Health” è stata pubblicato di recente il Report di un Gruppo di Ricerca della Rivista dal titolo “Un mondo giusto su un pianeta sicuro …”, gruppo coordinato dal Prof. Joyeeta Gupta.
Nel Report gli autori affermano che “la salute del pianeta e della sua gente è a rischio. Il deterioramento dei beni comuni globali, ovvero i sistemi naturali che sostengono la vita sulla Terra, sta esacerbando l’insicurezza energetica, alimentare e idrica e aumentando il rischio di malattie, disastri, sfollamenti e conflitti”. [https://www.thelancet.com/journals/lanplh/article/PIIS2542-5196(24)00042-1/fulltext?dgcid=raven_jbs_aip_email]

Il Gruppo di Ricerca parte nel suo ragionamento cercando di quantificare quelli che chiama “i confini sicuri e giusti del sistema Terra” (ESB) e provano a quantificare “l’accesso minimo alle risorse naturali necessarie per la dignità umana e per consentire la fuga dalla povertà”. La definizione che danno di ESB è la seguente: “descrizioni quantitative (quando possibile) e qualitative dei confini oltre i quali la stabilità e la resilienza dei processi del sistema Terra sono minacciate e gli esseri umani potrebbero essere sostanzialmente danneggiati”. Gli autori considerano che gli ESB vanno oltre i confini planetari combinando elementi dal livello locale a quello globale con conoscenze provenienti da domini di scienze biofisiche e sociali.

Pertanto si cerca nel Report di descrivere “un corridoio sicuro e giusto” essenziale per garantire una salute umana e planetaria sostenibile e resiliente e prosperare nell’Antropocene.
Definiscono “sicuro” la stabilità biofisica del sistema Terra in base a principi di giustizia che includono la riduzione al minimo dei danni, il soddisfacimento delle esigenze di accesso minime e la ridistribuzione delle risorse e delle responsabilità per migliorare la salute e il benessere umani.

La base del corridoio è definita dagli impatti dell’accesso globale minimo a cibo, acqua, energia e infrastrutture per la popolazione globale, in base alle variabili con cui hanno definito gli ESB. Ne discende che vivere all’interno del corridoio è necessario, perché superare gli ESB e non soddisfare i bisogni di base minaccia la salute umana e la vita sulla Terra.
Tuttavia, il semplice “rimanere all’interno del corridoio” non garantisce giustizia perché all’interno del corridoio le risorse possono anche essere distribuite in modo iniquo, aggravando la salute umana e causando danni ambientali.

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Fonte: quotidianosanità.it




Primo caso di Trichinella spiralis in un lupo nella provincia di Rieti

Presso il laboratorio della sezione di Rieti del nostro Istituto, è stata confermata la positività per Trichinella sp. in un lupo trovato morto in provincia di Rieti nel luglio 2024. Le larve di Trichinella sono state identificate tramite microscopia ottica, a seguito della digestione artificiale di un campione di muscolo tibiale craniale.
L’identificazione molecolare delle larve isolate, eseguita presso il Laboratorio Europeo di Riferimento per i Parassiti dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ha evidenziato un’infestazione mista da Trichinella spiralis e Trichinella britovi.
Questa è la prima segnalazione della specie T. spiralis nella fauna selvatica nel Centro Italia, la seconda in Italia nell’ultimo decennio, dopo il caso di una volpe in Emilia-Romagna nel 2016.
Negli ultimi due anni, nella provincia di Rieti sono state registrate altre otto positività: quattro nei cinghiali e quattro nei lupi. In sei di questi, l’identificazione di specie effettuata dall’ISS ha confermato la presenza di T. britovi.
Tra i parassiti del genere Trichinella, T. spiralis è la specie più frequentemente associata a casi di malattia nell’uomo in Europa, ed è nota per causare sintomi più gravi rispetto a T. britovi, specie endemica.
La rilevazione di T. spiralis apre nuovi scenari sull’epidemiologia della trichinellosi in Italia e ha notevoli implicazioni per la sanità pubblica, sottolineando l’importanza della sorveglianza sanitaria della fauna selvatica per il monitoraggio precoce degli agenti infettivi emergenti nei territori.

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Fonte: IZS Lazio e Toscana




Vespa velutina per la prima volta in provincia di Modena

vespa velutinaVespa velutina, il calabrone asiatico che sta invadendo l’Italia Nord occidentale, è arrivato per la prima volta in provincia di Modena.

Due esemplari maschi sono stati trovati a Pievepelago (Mo), una località sul versante modenese dell’Appennino tosco emiliano.

A darne notizia, come sempre, è stata la rete StopVelutina coordinata dal Crea, il Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria, dopo la segnalazione arrivata domenica scorsa da parte di un apicoltore socio dell’Arpat, l’Associazione Regionale Produttori Apistici Toscani, che ha ritrovato i due esemplari in una trappola per il monitoraggio dei calabroni in apiario.

La località infatti e molto vicina al confine di regione con la Toscana e a pochi chilometri di distanza in linea d’aria dalla Garfagnana, la zona montana sul versante lucchese dell’Appennino dove ormai da alcuni anni si sta cercando disperatamente di contrastare l’espansione del calabrone asiatico.

È quindi molto probabile che gli insetti siano provenienti da lì, anche se è difficile stabilire se trasportati accidentalmente dall’uomo o arrivati da soli per espansione naturale della specie.

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Fonte: agronotizie.it




I coleotteri che spaventano l’Europa: 12 specie aliene dannose per le nostre foreste

Per l’Europa alcuni sono innocui come il coleottero dei chicchi di caffè, un parassita che attacca piante che in Europa crescono solo in un paio di campi sperimentali in Sicilia. Altri insetti della stessa famiglia sono, al contrario, molto più pericolosi. Ad esempio quelli del genere Euwallacea, appartenenti al gruppo dei coleotteri dell’ambrosia, colonizzano il legno sotto la corteccia degli alberi e per sopravvivere coltivano funghi che poi conducono la pianta al capolinea.

Nel 2021 ai giardini Trauttsmandorf in provincia di Bolzano è stato necessario bruciare tutte le piante della serra tropicale, comprese 500 orchidee, per l’introduzione accidentale di uno di insetti originari del sudest asiatico, sbarcato in Europa una volta sola, per sbaglio, in Polonia nel 2017.

Ora l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha identificato 12 specie aliene di questi coleotteri ad alto rischio di introduzione nei paesi dell’Unione. Sono tutti scolitidi, una famiglia che comprende 6.495 specie delle quali circa 350 native, e innocue, del nostro continente. Colpiscono in particolare le latifoglie, un genere che include tanti alberi importanti sia per la biodiversità forestale come il faggio o il frassino, e altri di valore economico come il noce, il ciliegio e il castagno.

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Fonte: repubblica.it




Pfas. Da Commissione Ue nuovi restrizioni all’uso

Bandiera Unione EuropeaLa Commissione Ue ha adottato nuove misure a norma del regolamento REACH – la legislazione dell’UE in materia di sostanze chimiche – per proteggere la salute umana e l’ambiente limitando l’uso dell’acido perfluoroesanoico (PFHxA) e delle sostanze affini al PFHxA. “Questi sottogruppi di sostanze per- e polifluoroalchiliche (PFAS) sono molto persistenti e mobili nell’acqua e il loro uso in alcuni prodotti presenta un rischio inaccettabile per la salute umana e l’ambiente”, evidenzia una nota della commissione che annuncia le misure.

La restrizione adottata si concentra sugli usi per i quali il rischio non è adeguatamente controllato, per i quali sono disponibili alternative e per i quali i costi socioeconomici sarebbero limitati rispetto ai benefici per la salute umana e l’ambiente.

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Fonte: quotidianosanita.it