Sede Territoriale di Piacenza IZSLER: Laboratorio di riferimento WOAH per la Paratubercolosi

Nel corso dell’ultima Sessione Generale dell’Assemblea Mondiale dei Delegati WOAH (World Organisation for Animal Health, già OIE), è stato conferito ad IZSLER, Sede territoriale di Piacenza, un nuovo laboratorio di riferimento WOAH per la Paratubercolosi. Questo riconoscimento valorizza ulteriormente l’attività svolta presso la Sede territoriale di Piacenza sin dalla seconda metà degli anni ottanta con lo sviluppo delle prime metodiche per la rilevazione dell’agente eziologico della malattia, il Mycobacterium avium subsp. paratuberculosis.

Tale attività ha portato il Ministero della Salute ad assegnare nel 2003 ai laboratori della Sede di Piacenza il Centro di Referenza Nazionale per la Paratubercolosi. Nel corso degli anni la continua crescita tecnico-scientifica, la partecipazione e l’organizzazione di svariati congressi nazionali e internazionali, le collaborazioni scientifiche, frutto del costante impegno dei colleghi coinvolti, in particolare del responsabile del Centro di referenza fino all’anno scorso, Dott.ssa Norma Arrigoni, hanno portato i laboratori della Sede di Piacenza ad essere un riferimento sulla malattia sia a livello nazionale che internazionale. Al Dott. Matteo Ricchi, designato come esperto del laboratorio WOAH, alla Dott.ssa Chiara Garbarino che ha raccolto l’eredità della guida del Centro di referenza Nazionale e ai colleghi della sede di Piacenza, i migliori auguri per il proseguo della loro attività scientifica.

Fonte: IZS Lombardia ed Emilia Romagna




Assegnato all’IZSVe il Laboratorio di referenza WOAH per le micoplasmosi aviarie

AvicoliPrestigioso riconoscimento internazionale per l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) con la designazione del Laboratorio di referenza WOAH per le micoplasmosi aviarie. L’assegnazione è stata ufficializzata nel corso della 89^ Assemblea generale della WOAH, l’Organizzazione mondiale della sanità animale (precedentemente denominata OIE), che si è tenuta a Parigi dal 23 al 26 maggio 2022. A capo del nuovo Laboratorio è stato nominato il dott. Salvatore Catania, direttore della sezione di Verona dell’IZSVe. Il Laboratorio di referenza avrà competenza sia per Mycoplasma gallisepticum che per Mycoplasma synoviae e fornirà supporto tecnico-scientifico, diagnostico, consulenza e attività di formazione ai Paesi membri della WOAH.

Laboratori di referenza WOAH vengono assegnati per affrontare le problematiche scientifiche e tecniche relative ad una determinata malattia, fornire assistenza tecnico-scientifica e consulenza su argomenti legati alla diagnosi e al controllo della malattia per cui il Laboratorio è designato. Inoltre svolgono attività di formazione per il personale di laboratorio dei paesi membri e coordinano studi scientifici e tecnici in collaborazione con altri laboratori o organizzazioni, anche attraverso programmi di gemellaggio fra laboratori.

Le micoplasmosi aviarie provocano infezioni a carico soprattutto dell’apparato respiratorio e articolare degli animali, e possono generare perdite economiche rilevanti per l’industria avicola. La sezione di Verona dell’IZSVe negli anni si è affermata come presidio territoriale per la prevenzione e il controllo delle malattie diffusive del settore avicolo, tra cui le micoplasmosi, e ha sviluppato capacità tecniche e scientifiche in grado di far fronte a importanti crisi sanitarie, come nel caso della recente epidemia di influenza aviaria.

La nomina del Laboratorio micoplasmosi, sostenuta dal Ministero della Salute, arriva a pochi giorni dal riconoscimento all’IZSVe del Centro di referenza FAO per i coronavirus zoonotici e porta a 18 il numero dei Centri di referenza nazionali e internazionali che hanno sede all’IZSVe.

Fonte: IZS Venezie




IZSVe e IZSAM nominati Centro di referenza FAO per i coronavirus zoonotici

Gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali delle Venezie (IZSVe) e dell’Abruzzo e Molise (IZSAM) sono stati nominati Centro di referenza FAO per i coronavirus zoonotici.

Con la nomina la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha valutato positivamente l’expertise scientifica dei due Istituti Zooprofilattici italiani, confermandoli poli di eccellenza per la ricerca biomedica e la sanità pubblica veterinaria.

“Siamo molto orgogliosi di questo importante riconoscimento che rafforza ancora di più lo spessore dell’Istituto a livello internazionale” dichiara la Dg dell’IZSVe Antonia Ricci. “In questi anni abbiamo puntato sullo sviluppo di linee di ricerca innovative e sullo studio di malattie emergenti. Questo è un risultato di tutto l’Istituto che abbiamo raggiunto grazie a competenze scientifiche di altissimo livello e alla capacità di fare rete a livello internazionale. Il mio ringraziamento va al Ministero della salute che ha fortemente sostenuto le nostre candidature presso le agenzie internazionali”.

Il Centro di referenza FAO per i coronavirus zoonotici è stato assegnato all’IZSVe e all’IZSAM per un periodo di quattro anni, sotto la direzione del dott. Francesco Bonfante, veterinario dirigente e responsabile del Laboratorio ricerca modelli animali presso la SCS6 – Virologia speciale e sperimentazione dell’IZSVe. Il vicedirettore del Centro di Referenza è il dott. Alessio Lorusso, veterinario dirigente del reparto Virologia e colture cellulari dell’IZS di Teramo. La candidatura comune dei due Istituti come Centro di Referenza FAO rappresenta il coronamento di una lunga e proficua collaborazione nell’ambito dello studio e della ricerca nel campo della virologia veterinaria.

Durante la pandemia da SARS-CoV-2 l’IZSVe ha contribuito a monitorare la circolazione del virus nel comparto zootecnico italiano e negli animali domestici, coordinando a livello nazionale attività di sorveglianza e di ricerca di numerosi Istituti Zooprofilattici Sperimentali. Nonostante la straordinarietà degli eventi, l’IZSVe ha reagito all’emergenza pandemica con grande incisività, facendo tesoro della decennale esperienza nella gestione delle epidemie animali e nel monitoraggio degli agenti virali emergenti con potenziale zoonotico. In particolare, ha formato équipe di ricercatori in grado di studiare i meccanismi di spillover di diversi patogeni con potenziale pandemico (influenza aviaria, coronavirus animali) dalla fauna selvatica agli animali domestici, in una prospettiva One Health.

Grazie alla sua organizzazione, al know-how, alla disponibilità di laboratori specializzati e infrastrutture informatiche capaci di gestire al meglio le operazioni di ricezione, analisi e refertazione dei campioni, l’IZSAM è stato operativo nella lotta contro la pandemia sin dall’inizio dell’emergenza, da marzo del 2020. L’IZS di Teramo ha investito subito nell’acquisto di strumenti altamente tecnologici, si è dotato di un nuovo laboratorio ad alto contenimento biologico e ha svolto oltre il 60% dell’intera attività analitica della Regione Abruzzo, arrivando a processare 4.500 campioni al giorno. Contestualmente ha portato avanti attività di ricerca su più fronti come il sequenziamento del genoma del virus mediante metodiche di nuova generazione (NGS) che, a fine 2020, ha permesso di rilevare la cosiddetta variante inglese, quella brasiliana e consente il monitoraggio costante delle mutazioni di rilevanza clinica ed epidemiologica.

Nelle prime fasi della pandemia ci siamo spesi con tutte le forze nell’attività analitica, supportando non solo le ASL del nostro territorio di competenza ma anche la ATS di Bergamo. Di pari passo abbiamo intensificato la ricerca” afferma il DG dell’IZS di Teramo Nicola D’Alterio“ad esempio attraverso l’analisi genomica, fondamentale per mappare in tempo reale le varianti e intercettare le nuove mutazioni del virus. Abbiamo sempre adottato un approccio One Health, che ci contraddistingue in tutte le nostre attività, avviando collaborazioni interdisciplinari in Italia e nel resto del Mondo, come in Africa. All’IZS delle Venezie ci lega un rapporto di stima reciproca e stretta collaborazione scientifica” conclude D’Alterio, “aver ottenuto insieme questo importante riconoscimento da parte della FAO premia non solo il nostro lavoro ma quello di tutti gli IIZZSS italiani, coordinati perfettamente dal Ministero della salute”.

Fra i compiti del nuovo Centro FAO vi sono innanzitutto la valutazione e la gestione del rischio di circolazione di coronavirus zoonotici negli animali, da attuarsi mediante attività di sorveglianza e studi di caratterizzazione della patogenicità e trasmissibilità del virus. Inoltre il Centro darà supporto tecnico-scientifico a diversi Paesi del continente africano e del Medio Oriente, al fine di potenziare la capacità della comunità scientifica internazionale di intercettare prontamente la circolazione di coronavirus zoonotici, emersi o emergenti, a livello di fauna selvatica e di animali domestici.

Fonte: IZS Venezie




Malaria, identificate nuove molecole che bloccano la trasmissione del parassita grazie ad uno studio ISS-IRBM-CNR

artropodiUna collaborazione tra ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’IRBM e del CNR ha identificato grazie ad una combinazione di metodi innovativi nuove molecole che bloccano la trasmissione del parassita della malaria dalla persona infetta alla zanzara, primo passo per sviluppare nuovi farmaci per eliminare questa grave malattia infettiva. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Communications Biology (doi: 10.1038/s42003-022-03510-w).

Rispondendo alla indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di attaccare il plasmodio della malaria su più fronti, i ricercatori hanno collaborato negli ultimi anni alla ricerca di nuove molecole capaci di bloccare la trasmissione del più pericoloso dei parassiti malarici, il Plasmodium falciparum, in un progetto finanziato dal consorzio pubblico-privato CNCCS formato da CNR, ISS e IRBM.

In questo lavoro sono state identificate sette strutture molecolari (chemotipi), tre delle quali mai identificate in passato, capaci di uccidere i gametociti, (le forme del parassita trasmissibili alla zanzara Anopheles), e impedire lo sviluppo del parassita nella zanzara. Il successo è stato possibile grazie alla combinazione di conoscenze biologiche sui gametociti, di saggi cellulari innovativi su parassiti transgenici e di competenze nello screening su larga scala di composti farmacologicamente attivi.

Giacomo Paonessa, Group Leader di IRBM, sottolinea che “la filiera di saggi biologici sviluppata in questa collaborazione ha potuto testare in modo efficiente e veloce 120.000 composti, che corrisponde a circa un terzo di quelli finora complessivamente saggiati da diversi laboratori in tutto il mondo alla ricerca di nuovi farmaci anti-trasmissione. Questo risultato apre quindi la strada a screening ancora più ampi per identificare composti ancora migliori contro la trasmissione del parassita.”

“L’azione delle strutture molecolari è spezzare il ciclo vitale di P. falciparum e quindi la diffusione della malaria ad altri individui” commenta Pietro Alano, ricercatore dell’ISS, aggiungendo che “l’importanza di questa nuova filiera di saggi è la sua efficienza e velocità nell’identificare sia molecole attive solo contro i gametociti che molecole doppiamente attive, che cioè uccidono anche le forme del parassita che provocano i gravissimi sintomi della malattia; oggi eliminare la malaria richiede entrambi i tipi di farmaci”.

Da oltre cinque anni, ricordano gli autori, la lotta alla malaria a livello globale registra una battuta d’arresto, oggi aggravata dagli effetti della pandemia sui sistemi sanitari dei Paesi più colpiti, principalmente in Africa. Nel 2021, 240 milioni di nuovi casi e 630.000 morti, soprattutto bambini africani sotto i 5 anni, è stato il prezzo imposto da questo parassita alla salute dell’umanità, un quadro reso sempre più preoccupante dall’insorgere di parassiti e di zanzare resistenti anche ai più moderni farmaci ed insetticidi.

Fonte: ISS




Vaiolo delle scimmie trasmesso dai cani…l’ennesima fake news

Se qualcuno pensava che la “saga delle bufale mediatiche” avesse toccato l’apice con la pandemia da Covid-19, per la quale la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità aveva coniato l’espressione “infodemia”, quel qualcuno s’illudeva alla grande!

Alla colossale fake news dei cani che trasmetterebbero l’agente responsabile dei casi di “epatite acuta grave” (da causa tuttora ignota, peraltro) recentemente osservati nella popolazione pediatrica del Regno Unito e di altri Paesi europei (Italia compresa) e non, si è infatti associata l’altra gigantesca bufala che ancora una volta ascriverebbe al miglior amico dell’uomo (e non già al “cane della prateria”, che a tutt’altra specie appartiene!), il ruolo di potenziale ospite e diffusore di “monkey poxvirus”, il virus del vaiolo delle scimmie.

Detto altrimenti, mentre cambia la “materia del contendere”, non cambia l’approccio alla materia, vista e considerata altresì la pressoché totale e perdurante assenza dei Medici Veterinari dalla scena mediatica.

Per buona pace, giustappunto, della “One Health”, la salute unica di uomo, animali ed ambiente!

Giovanni Di Guardo

Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo




Giornata mondiale della sicurezza alimentare 2022: cibo più sicuro, salute migliore

Più di 600.000.000 di persone, ogni anno, si ammalano di circa 200 diversi tipi di malattie di origine alimentare. Il peso di tale malattie grava soprattutto sui poveri e sui giovani. Inoltre, le malattie di origine alimentare sono responsabili di 420.000 decessi, prevenibili ogni anno, causati da alimenti contaminati da batteri, virus, parassiti, tossine e sostanze chimiche“.

Lo ha comunicato la Fao in occasione della quarta Giornata mondiale della sicurezza alimentare il cui tema principale è stato “cibo più sicuro, salute migliore”.

Nel suo videomessaggio, il Direttore Generale della FAO, Qu Dongyu,  ha affermato: “Tutti, ovunque, hanno diritto a cibo sufficiente, sicuro e nutriente. Eppure, dalla terreno alla tavola, il cibo può diventare insicuro in qualsiasi momento”.

E inoltre “la sicurezza alimentare è affare di tutti, dai governi e dalle aziende alimentari agli esperti scientifici e ai consumatori. La consapevolezza della sicurezza alimentare può prevenire le malattie di origine alimentare, quindi alimenti più sicuri significano una salute migliore. Senza salubrità alimentare non può esserci sicurezza alimentare”.

 




WOAH, l’Oie ha un nuovo nome e un nuovo logo

L’Organizzazione Mondiale per la Salute animale cambia nome, fondata il 25 gennaio 1924 come Office International des Epizooties – OIE, a partire da fine maggio 2022 promuove l’uso del suo nome completo con l’acronimo corrispondente: WOAH (OMSA in francese e spagnolo).

Poiché l’interdipendenza dei sistemi di salute animale con la salute umana, i mezzi di sussistenza e gli ecosistemi non è mai stata così evidente, il cambio di marchio arriva in un momento crucialesi legge sul sito WOHA.

Gli impatti delle epidemie sono diventati più importanti e altamente pubblicizzati. La necessità di coordinamento e mobilitazione internazionale è chiara, non solo per coloro che lavorano nel settore sanitario globale, ma anche sempre più per i responsabili politici e il pubblico in generale.

Per continuare a svolgere il suo mandato in modo efficace, WOAH si sforza di aumentare ulteriormente la consapevolezza del suo lavoro tematico, delle sue competenze e del suo posizionamento unico, sostenendo attivamente le questioni globali relative alla salute e al benessere degli animali e fornendo soluzioni basate sulla scienza. La collaborazione è la chiave per raggiungere questi obiettivi, motivo per cui WOAH si sforza di promuovere la solidarietà tra tutti i suoi membri e creare reti sostanziali di competenze con facile accesso alla conoscenza e ai dati.

Migliorando la salute degli animali a livello globale, i mezzi di sussistenza vengono trasformati, le economie vengono potenziate e il mondo diventa un luogo più sicuro e più sano. WOAH cerca di essere un leader nella costruzione di un mondo più sostenibile, che abbracci pienamente l’interdipendenza dei sistemi sanitari.

Perché la salute degli animali è essenziale per il nostro futuro.

La salute degli animali è la nostra salute.
È la salute di tutti“.

 




Vaiolo delle scimmie: l’ECDC pubblica una valutazione rapida del rischio

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ha pubblicato una valutazione rapida del rischio a seguito di un focolaio di vaiolo delle scimmie (MPX) che interessa il Regno Unito, i Paesi dell’UE/SEE e il Nord America.

La valutazione dell’ECDC sull’MPX è incentrata sulla trasmissione da uomo a uomo e, a tutt’oggi, l’EFSA non è a conoscenza di alcuna segnalazione di infezioni in animali (domestici o selvatici) nell’UE. Esiste la possibilità di un rischio di trasmissione da uomo ad animale in Europa, pertanto è necessaria una stretta collaborazione tra le autorità pubbliche veterinarie e quelle preposte alla salute umana per gestire gli animali domestici esposti e prevenire la trasmissione della malattia alla fauna selvatica.

Gli esperti dell’EFSA stanno seguendo da vicino l’evoluzione del focolaio di MPX, con particolare attenzione alla possibilità di ricadute dall’uomo all’animale nell’UE.

Maggiori informazioni sul vaiolo delle scimmie sono disponibili sul sito dell’OMS – FAQ sul vaiolo delle scimmie

Fonte: EFSA




Vaiolo delle scimmie, l’approfondimento dell’IZS LER

E’ stato recentemente isolato in Italia dall’Ospedale Spallanzani il virus del vaiolo delle scimmie da un viaggiatore rientrato dalle Canarie .

Il virus del vaiolo delle scimmie causa una malattia trasmissibile attraverso il contatto con animali o il contatto ravvicinato con persone infette o materiali contaminati. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con lesioni cutanee. È una malattia virale rara, ma potenzialmente grave, che di solito inizia con una malattia simil-influenzale e gonfiore dei linfonodi e progredisce con un’eruzione cutanea sul viso e sul corpo. La maggior parte delle infezioni è solitamente auto-limitante con guarigione in 2 – 4 settimane.

La maggior parte degli scienziati ritiene che l’epidemia sarà di dimensioni ridotte, questo perché il vaiolo delle scimmie ha una scarsa capacità di diffondersi tra gli esseri umani e si basa su contatti molto stretti e prolungati tra le persone.

Continua a leggere sul sito dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lombardia e Emilia Romagna




Primo monitoraggio nazionale sul lupo in Italia, i risultati

Sono stati pubblicati i risultati del primo monitoraggio nazionale sul lupo in Italia, coordinato dall’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale ISPRA, su mandato del Ministero della Transizione Ecologica MiTE per comprendere quanti e dove sono i lupi in Italia

Il lavoro è stato svolto tra il 2018 e il 2022, con una raccolta dati realizzata tra Ottobre 2020 – Aprile 2021 che ha permesso di stimare l’abbondanza (intesa come numero di individui, N) e la distribuzione (area minima occupata nella regione alpina e la area stimata nella zona peninsulare) della specie.

Le stime dell’abbondanza della specie per le regioni alpine e per le regioni dell’Italia peninsulare sono state prodotte in maniera indipendente con i medesimi modelli statistici. I due valori risultanti e i rispettivi intervalli sono stati integrati, ottenendo una stima della consistenza complessiva a livello nazionale.

La stima della popolazione del lupo a scala nazionale è risultata pertanto pari a 3.307 individui (forchetta 2.945 – 3.608).

La stima della distribuzione del lupo in Italia viene fornita in due mappe distinte ottenute da una base metodologica comune. Nelle regioni alpine sono state campionate il 100% delle celle di presunta presenza della specie ottenendo una mappa di distribuzione minima. Nelle regioni peninsulari, tenuto conto della maggiore estensione dell’areale di presunta presenza della specie, sono state selezionate per la raccolta dei dati il 35% delle celle identificate idonee. Per estrapolare i risultati verso il restante 65% di celle, si sono utilizzati modelli statistici ottenendo una mappa di probabilità di presenza.

Sulla base dei dati raccolti, il range minimo di presenza del lupo nelle regioni alpine nel 2020-2021, considerando l’anno biologico della specie (1° maggio 2020 – 30 aprile 2021), è stato stimato di 41.600 km2. Nelle regioni peninsulari, l’estensione complessiva della distribuzione è risultata pari a 108.534 km2 (forchetta = 103.200 – 114.000 km2). Il lupo occupa quindi una larga parte del paese e nelle regioni peninsulari ha colonizzato la quasi totalità degli ambienti idonei.

Dalle analisi genetiche condotte sui campioni raccolti nell’area peninsulare sono stati identificati geneticamente 513 individui di lupo. Il 72,7 % non ha mostrato ai marcatori molecolari analizzati alcun segno genetico di ibridazione recente o antica con il cane domestico, l’11,7 % mostrava segni di ibridazione recente con il cane domestico, il 15,6 % hanno mostrato segni di più antica ibridazione (re-incrocio con il cane domestico avvenuto oltre approssimativamente tre generazioni nel passato). Occorre sottolineare che i valori dei tassi di ibridazione antica o recente ottenuti da questa indagine e dalle analisi molecolari non rappresentano una stima formale del fenomeno, né a livello nazionale né locale, e che sarebbero necessarie ulteriori indagini per poter valutare il tasso di ibridazione della popolazione italiana di lupi.

I risultati ottenuti dal monitoraggio rappresentano una base di conoscenza per indirizzare le scelte gestionali e permettere di valutare il raggiungimento degli obiettivi di conservazione, assicurando il mantenimento, a livello nazionale, di uno status di conservazione favorevole della specie e al contempo mitigando i conflitti che il lupo causa. L’adozione di protocolli standardizzati a scala nazionale sotto il coordinamento dell’ISPRA ha permesso di superare la disomogeneità delle strategie di monitoraggio effettuate a scala locale negli anni passati, dovuta alla frammentazione amministrativa e all’assenza di un coordinamento tra enti e istituti locali, disomogeneità ritenuta una delle principali minacce per la conservazione della specie.

Risultati di sintesi del monitoraggio

Relazioni ufficiali: