La plastica biodegradabile e i potenziali effetti sui pesci
La plastica biodegradabile e i potenziali effetti sui pesci – Una recente ricerca condotta dall’Università di Otago ha sollevato nuove preoccupazioni riguardo all’uso della plastica biodegradabile utilizzata come soluzione all’inquinamento marino. Mentre è noto che le microplastiche derivate dal petrolio impattano negativamente la vita marina, si sapeva poco sull’effetto delle alternative biodegradabili.
Lo studio, finanziato dall’Università di Otago e pubblicato su Science of the Total Environment, ha analizzato l’impatto della plastica derivata dal petrolio e della plastica biodegradabile su pesci selvatici. I risultati sono stati sorprendenti: entrambe le tipologie di plastica hanno dimostrato di essere dannose per i pesci marini.
Ashleigh Hawke, autrice principale della ricerca ha evidenziato che i pesci esposti alla plastica derivata dal petrolio hanno subito un deterioramento delle prestazioni di fuga, alterazioni nei comportamenti di nuoto e un calo del metabolismo aerobico. D’altra parte, quelli esposti alla bioplastica hanno registrato solo una diminuzione della loro velocità massima di fuga.
Fonte: pesceinrete.com
L’inquinamento causato dalla plastica potrebbe diventare un importante veicolo di trasmissione di organismi patogeni dannosi per l’uomo e agire come un serbatoio di geni che conferiscono ai batteri la capacità di resistenza agli antibiotici. È quanto suggerisce uno studio coordinato da ricercatori della University of Warwick di Coventry (Gran Bretagna) pubblicato sulla rivista Microbiome.
E’ da oltre mezzo secolo che l’Italia fa i conti, ahime/ahinoi, con la cosiddetta “fuga dei cervelli”, una drammatica emorragia di brillanti intelligenze e di preziose competenze che, una volta formatesi nelle nostre università, vanno a rendere ancor più prospera e rigogliosa l’economia e la società dei Paesi che le accolgono, in larga misura europei.
E’ stato recentemente pubblicata dalla Milano University Press la monografia “Valutazione e Comunicazione del rischio“ a cura della Prof.ssa Maria Longeri. Il volume, scritto da specialisti ed esperti della materia, rappresenta una guida per coloro che si avvicinano per la prima volta al tema della valutazione del rischio in sicurezza alimentare. Il testo descrive le metodologie, il corpo normativo, le conoscenze e le competenze necessarie per effettuare un valutazione e comunicazione del rischio efficace nell’ambito della sicurezza alimentare.
Promuovere l’uso responsabile degli antimicrobici negli animali è uno degli obiettivi principali del Regolamento sui Prodotti Medicinali Veterinari che è diventato applicabile nell’Unione Europea il 28 gennaio 2022. Tra le misure introdotte dal Regolamento per combattere la resistenza agli antimicrobici ci sono restrizioni sull’uso profilattico dei farmaci antimicrobici negli animali. Completato il 
Tra gennaio e ottobre del 2023 14 Paesi dell’UE/SEE, il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno segnalato 335 casi legati a questo focolaio epidemico.

Un pacchetto di 13 interventi per guidare la definizione delle priorità dei paesi nello sviluppo, nell’attuazione e nel monitoraggio dei piani d’azione nazionali sulla resistenza antimicrobica (AMR).