I maiali sono possibili vettori dell’epatite E nell’uomo
I maiali possono fungere da veicolo di trasmissione per un ceppo del virus dell’epatite E, HEV, comune nei ratti, che è stato recentemente legato a infezioni umane. Lo rivela uno studio dell’Ohio State University, riportato sulla rivista PNAS Nexus. Da quando è stato segnalato il primo caso umano in una persona con sistema immunitario depresso a Hong Kong nel 2018, sono stati registrati almeno 20 casi umani in totale, anche in persone con funzioni immunitarie normali. Le persone infettate dall’HEV dei ratti non hanno riferito di essere state esposte a questi animali, lasciando indefinita la causa dell’infezione.
Tra i principali sospetti delle infezioni umane da HEV, in molti casi, è il consumo di carne di maiale cruda, che rappresenta una via potenziale anche per l’HEV dei ratti. I ricercatori hanno scoperto che un ceppo di HEV dei ratti, isolato dall’uomo, può infettare i suini ed è stato trasmesso tra animali che vivevano in condizioni simili a quelle di una fattoria. I ratti sono comuni nelle stalle dei suini, il che suggerisce che l’industria della produzione di carne suina potrebbe essere un ambiente in cui l’HEV dei ratti potrebbe proliferare, sino ad arrivare agli esseri umani. “Vogliamo sempre sapere quali virus potrebbero essere in arrivo, quindi dobbiamo conoscere la genetica di questo virus nell’improbabile caso in cui negli Stati Uniti accada qualcosa che permetta all’HEV dei ratti di espandersi”, dichiara Scott Kenney, professore associato di medicina preventiva veterinaria presso l’Ohio State con sede nel Center for Food Animal Health del College of Food, Agricultural, and Environmental Sciences del campus di Wooster e autore senior dello studio.
Fonte: sanitainformazione.it
L’espansione di Vespa velutina segna due record con i ritrovamenti dell’insetto a centinaia di chilometri di distanza dalla zona in cui ormai è pressoché stabile, cioè la Liguria e la Toscana.
Sulla Rivista “The Lancet/Planetary Health” è stata pubblicato di recente il Report di un Gruppo di Ricerca della Rivista dal titolo “Un mondo giusto su un pianeta sicuro …”, gruppo coordinato dal Prof. Joyeeta Gupta.
Presso il laboratorio della sezione di Rieti del nostro Istituto, è stata confermata la positività per Trichinella sp. in un lupo trovato morto in provincia di Rieti nel luglio 2024. Le larve di Trichinella sono state identificate tramite microscopia ottica, a seguito della digestione artificiale di un campione di muscolo tibiale craniale.
Vespa velutina, il calabrone asiatico che sta invadendo l’Italia Nord occidentale, è arrivato per la prima volta in provincia di Modena.
Per l’Europa alcuni sono innocui come il coleottero dei chicchi di caffè, un parassita che attacca piante che in Europa crescono solo in un paio di campi sperimentali in Sicilia. Altri insetti della stessa famiglia sono, al contrario, molto più pericolosi. Ad esempio quelli del genere Euwallacea, appartenenti al gruppo dei coleotteri dell’ambrosia, colonizzano il legno sotto la corteccia degli alberi e per sopravvivere coltivano funghi che poi conducono la pianta al capolinea.
La Commissione Ue ha adottato
Identificate le specie animali che probabilmente sono servite da ospiti intermedi per il Sars-CoV-2, il virus responsabile della pandemia Covid-19. Queste specie erano presenti alla fine del 2019 nel mercato all’ingrosso di Huanan a Wuhan, in Cina, l’epicentro della pandemia. A rivelarlo uno studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale guidato da scienziati del Cnrs, dell’Università dell’Arizona e dello Scripps Research in California, pubblicato sulla rivista Cell. Analizzando le sequenze genetiche pubbliche di campioni raccolti poco dopo la chiusura del mercato il primo gennaio 2020, gli scienziati hanno dimostrato che il materiale genetico del virus Sars-CoV-2 e di alcuni animali selvatici si trovano nello stesso angolo del mercato. Le specie selvatiche includono cani procioni e zibetti. Entrambe le specie hanno avuto un ruolo nell’epidemia di Sars del 2002 e 2004 e i cani procione si sono dimostrati in grado di trasmettere il SARS-CoV-2.
Con il sostegno del Gruppo consultivo scientifico per le origini di nuovi agenti patogeni (SAGO), l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha pubblicato un
Uno studio condotto dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iia) di Rende (Cosenza) ha determinato, per la prima volta, la “firma” dell’inquinamento antropogenico da mercurio -in termini di settori di emissione e regioni geografiche di provenienza- sul consumo di pesce proveniente dalle diverse zone di pesca dell’Organizzazione delle Nazioni unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO).