G7 Veterinaria, Padova capitale della salute animale
Padova sarà per due giorni capitale della veterinaria mondiale. La città del Santo ospita infatti mercoledì 16 e giovedì 17 ottobre 2024 il “G7 Chief Veterinary Officers’ Meeting”, l’evento che riunisce le delegazioni veterinarie dei Paesi più industrializzati per fare il punto sullo stato della salute animale sul nostro pianeta.
L’evento è promosso dal Ministero della Salute nell’ambito del G7 Salute, in collaborazione con gli Istituti Zooprofilattici delle Venezie e di Lombardia ed Emilia-Romagna, con il patrocinio della Regione del Veneto e del Comune di Padova e con il sostegno della Camera di Commercio di Padova. Saranno presenti al G7 i Capi veterinari di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, e i rappresentanti delle più importanti organizzazioni sanitarie internazionali come Commissione Europea, FAO e WOAH. In totale è previsto l’arrivo di circa 50 delegati fra italiani e stranieri.
I lavori si aprono mercoledì 16 ottobre al Caffè Pedrocchi, con due sessioni tecniche dedicate alla zonizzazione e alla biosicurezza negli allevamenti, elementi cruciali per rafforzare il controllo delle malattie a livello globale e garantire il commercio sicuro di animali e prodotti alimentari da essi derivati. Il meeting ha l’obiettivo di stimolare un confronto in sede G7 sul miglioramento degli strumenti di controllo e prevenzione necessari a preservare lo stato sanitario degli animali, con un focus specifico sull’uso dei farmaci, e in particolare degli antibiotici.
La cerimonia ufficiale di apertura si terrà presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Padova e sarà inaugurata con un videomessaggio del Sottosegretario alla Salute On. Marcello Gemmato. Saranno presenti la Direttrice generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Antonia Ricci, il Capo dei Servizi Veterinari Italiani (CVO – Chief Veterinary Officer) presso il Ministero della Salute Ugo Della Marta, il Sindaco del Comune di Padova Sergio Giordani, la Presidente della Commissione Sanità della Regione Veneto Sonia Brescacin, il Direttore del Dipartimento di Medicina animale, produzioni e salute dell’Università di Padova Alessandro Zotti, la Direttrice generale dell’Organizzazione mondiale della sanità animale (WOAH) Emmanuelle Soubeyran, e il Consulente veterinario senior USDA APHIS presso la FAO, Amy Delgado.
Fonte: IZS Venezie
In occasione del Planetary Health Festival, Il Festival Italiano della Salute Planetaria, svoltosi a Verona dal 3 al 5 ottobre, si è tenuto un panel dedicato a un tema di crescente rilevanza globale: l’impatto invisibile delle micro e nanoplastiche (MNP) sulla salute umana. Durante l’incontro, è stato presentato lo studio intitolato Tutta la plastica che non vediamo. Rapporto sulla presenza delle micro e nanoplastiche nel corpo umano, commissionato da VERA Studio a un gruppo di esperti dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
Dal 23 settembre al 4 ottobre 2024, grazie al supporto finanziario dell’
Domenica 13 ottobre, al Centro Internazionale di Formazione e Informazione Veterinaria (CIFIV) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, l’autore e compositore David Monacchi, in dialogo con Giorgia Cardinaletti, giornalista Rai, ha trattato il tema del patrimonio eco-acustico delle foreste primarie. In quella che è stata una vera e propria Lectio magistralis, l’artista ha illustrato, con l’ausilio di immagini e suoni, l’ambizioso progetto Fragments of Extinction, una ricerca di lungo termine sul patrimonio dei suoni delle foreste primarie equatoriali più remote e ancora incontaminate del pianeta, basata su registrazioni 3D ad altissima definizione in Amazzonia, Bacino del Congo, Borneo.
I recenti focolai del virus di Marburg, dell’Mpox e dell’ultimo ceppo di influenza aviaria (H5N1) ci ricordano la vulnerabilità del mondo alle pandemie. Solo nel 2024 si sono già verificati 17 focolai di malattie pericolose. Ogni nuovo focolaio mette a nudo le falle dell’attuale architettura di prevenzione delle pandemie e della preparazione globale a rispondere ai focolai di malattie.
L’intelligenza artificiale, AI, ha scoperto 161.979 nuove specie di virus a RNA, il che, secondo i ricercatori, migliorerà notevolmente la mappatura della vita sulla Terra e potrebbe aiutare a identificare molti altri milioni di virus ancora da caratterizzare. Lo dimostra uno studio guidato da Edwards Holmes, della School of Medical Sciences della Facoltà di Medicina e Salute dell’Università di Sydney, pubblicato su Cell. Lo studio è il più grande lavoro di scoperta di specie virali mai pubblicato. “Ci è stata offerta una finestra su una parte altrimenti nascosta della vita sulla Terra, rivelando una notevole biodiversità”, ha dichiarato Holmes, autore senior del lavoro. “Si tratta del maggior numero di nuove specie virali scoperte in un unico studio, che amplia in modo massiccio la nostra conoscenza dei virus che vivono tra noi”, ha dichiarato Holmes. “Trovare così tanti nuovi virus in un colpo solo è sbalorditivo e non fa che scalfire la superficie, aprendo un mondo di scoperte”, ha continuato Holmes. “Ce ne sono altri milioni da scoprire e possiamo applicare lo stesso approccio all’identificazione di batteri e parassiti”, ha proseguito Holmes. Sebbene i virus a RNA siano comunemente associati alle malattie umane, si trovano anche in ambienti estremi in tutto il mondo e potrebbero persino svolgere un ruolo chiave negli ecosistemi globali. In questo studio sono stati trovati nell’atmosfera, nelle sorgenti calde e nelle bocche idrotermali. “Il fatto che gli ambienti estremi ospitino così tanti tipi di virus è solo un altro esempio della loro fenomenale diversità e della loro tenacia nel vivere negli ambienti più difficili, e potenzialmente ci fornisce indizi su come sono nati i virus e altre forme di vita elementari”, ha affermato Holmes. I ricercatori hanno costruito un algoritmo di apprendimento profondo, LucaProt, per calcolare grandi quantità di dati di sequenze genetiche, tra cui genomi di virus lunghi fino a 47.250 nucleotidi e informazioni genomicamente complesse per scoprire più di 160.000 virus
Ad un anno di distanza dal Premio Nobel assegnato a Katalin Karikó e Drew Weissman per la rivoluzionaria tecnologia dell’RNA messaggero (mRNA), grazie alla quale sono stati messi a punto i vaccini anti-Covid che hanno consentito di salvare centinaia di milioni di vite umane, e’ ancora una volta l’RNA a prendersi la scena del Nobel per la Medicina, che è stato appena conferito a Victor Ambros e Gary Ruvkun per la scoperta dei “micro-RNA”. Si tratta di brevi sequenze di RNA non codificanti ma al contempo regolanti l’attività dei geni umani ed animali, la cui funzione potra’ risultare a seconda dei casi stimolata oppure inibita, con tutte le straordinarie ricadute che ciò potrà avere nella lotta sia ai tumori sia alle patologie cardiovascolari e neurodegenerative financo alle malattie infettive. Quasi per paradosso, verrebbe da dire, queste ultime fattispecie sembrano accomunare sia le potenziali applicazioni sia i futuri sviluppi delle tecnologie dell’mRNA e dei micro-RNA, pur nelle sostanziali differenze che ne governano le relative funzioni biologiche ed i rispettivi meccanismi d’azione.
Tipicamente associata all’America Latina, la malattia di Chagas (CD) è ora una preoccupazione crescente in Europa a causa della trasmissione congenita e della trasmissione tramite sostanze di origine umana.
L’encefalite da zecche (Tbe), malattia virale trasmessa principalmente attraverso punture di zecche, presenta un rischio estremamente basso di trasmissione attraverso sostanze di origine umana come sangue, organi e tessuti. Lo afferma l’European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc), che ha pubblicato un