Prodotti medicinali veterinari a base di fagi: l’Ema pubblica linee guida di indirizzo

Lantibioticoresistenza’agenzia europea per i medicinali (Ema) ha pubblicato le “Linee guida sulla qualità, la sicurezza e l’efficacia dei prodotti medicinali veterinari specificamente progettati per la terapia con fagi”, con l’obiettivo di stabilire i requisiti regolamentari, tecnici e scientifici applicabili ai prodotti medicinali veterinari specificamente progettati per la terapia con fagi e composti da batteriofagi.

Cosa sono i batteriofagi

I batteriofagi sono virus che in grado di infettare i batteri, ma non le cellule eucariotiche. Sono presenti in tutta la biosfera (acque, suoli, piante, alimenti, pelle, mucose e tratto digestivo) e la stragrande maggioranza (96%) appartiene all’ordine dei Caudovirales (virus con coda). I batteriofagi di attuale interesse nella terapia con fagi appartengono principalmente a tre morfotipi: mi-, podo- e sifovirus, anche se in futuro altri morfotipi potrebbero risultare interessanti.

L’uso contro l’antibioticoresistenza

Hanno un’attività litica, generalmente limitata a ceppi batterici specifici, che sembra essere di particolare interesse come strategia alternativa o sinergica agli antibiotici in presenza di resistenza alla terapia. Alcuni studi mostrano infatti sinergie tra fagi e antibiotici, spesso caratterizzate da una ridotta comparsa di resistenza agli antibiotici e/o ai fagi nei batteri.

In voga in Europa orientale

La terapia con batteriofagi è stata utilizzata in realtà sin dall’inizio del secolo scorso, sia in esseri umani che in animali, ma nei paesi occidentali è stata abbandona a favore delle terapie antibiotiche, mentre continua a essere usate nell’Est Europa orientale. In alcuni paesi come la Georgia per esempio, l’uso della terapia con fagi negli esseri umani non è mai stato interrotto ed è ancora applicato, soprattutto contro i batteri patogeni resistenti agli antimicrobici. Nella medicina veterinaria, la terapia con fagi è stata utilizzata in polli, bovini e suini.

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Fonte:aboutpharma.it




Un nido di Vespa velutina neutralizzato in provincia di Padova

vespa velutina

La segnalazione è arrivata il 6 ottobre scorso al sito Stopvelutina, da parte di un cittadino che aveva già provveduto alla sua eliminazione tramite un servizio di disinfestazione, ma si era insospettito per l’aspetto anomalo degli esemplari (foto in alto). Le immagini inviate sembravano indicare che si trattasse proprio di Vespa velutina, ma per conferma sono stati allertati gli esperti del Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVE), che assieme ai veterinari della AUSL hanno effettuato un sopralluogo e verificato l’effettiva identità degli esemplari.

La segnalazione proviene dalla zona urbana del comune di Cittadella, in provincia di Padova. Il nido si sviluppava nella cavità della parete di un edificio e in parte anche all’esterno di questa (foto in basso), una tipologia di nido anomala per questa specie, la quale, nella maggioranza dei casi, costruisce nidi all’aperto e completamente esposti. Inoltre, a circa 6 metri dal primo nido, ne era presente un secondo più piccolo, localizzato sotto il cornicione del tetto dell’edificio, a circa 10 metri di altezza.

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Fonte: stopvelutina.it




Insediata la nuova Commissione ECM: in agenda gestione del triennio in scadenza

EcmCentralità della formazione ECM, maggior qualità dell’offerta formativa, riforma del sistema per tenere il passo con le nuove esigenze di salute della popolazione, con quelle professionali degli operatori sanitari e con le evoluzioni della tecnologia, senza dimenticare le sanzioni per gli inadempienti. Sono queste le questioni principali che la settima Commissione nazionale per la Formazione continua in medicina, il cui insediamento ha avuto luogo venerdì al Ministero della Salute, alla presenza del ministro Orazio Schillaci, dovrà affrontare.

Viene dunque confermato il ruolo fondamentale della formazione continua in medicina, già ribadita alcuni giorni fa dal ministro, il quale aveva spiegato che verranno prese tutte le iniziative necessarie per favorire i professionisti sanitari a fare corsi di formazione ECM al fine di evitare “di subire i provvedimenti previsti dalla legge”, anche perché “non ci saranno sicuramente altre proroghe”. L’approvazione imminente dei decreti attuativi della legge Gelli-Bianco darà inoltre piena attuazione alla norma secondo la quale i professionisti che non avranno raccolto almeno il 70% dei crediti formativi richiesti nel triennio 2023-25 non potranno accedere alla copertura assicurativa e quindi si troveranno scoperti dalla protezione in caso di contenzioso a loro carico. “Tutti i professionisti sanitari – ha spiegato ai nostri microfoni il presidente del Consorzio gestione anagrafica delle professioni sanitarie, Roberto Monaco – potranno avere problemi sul piano assicurativo se non raggiungeranno almeno il 70% dei crediti ECM necessari. Il nostro impegno deve essere quello di cercare di aumentare il numero dei professionisti del mondo sanitario formati affinché possano adempiere a questa norma di legge”.

Tantissimi professionisti, comunque, hanno approfittato degli ultimi mesi per mettersi in regola entro il 31 dicembre (data in cui scadrà la proroga di un anno e dunque il triennio 2020-2022). “Come Cogeaps – ha spiegato ancora Monaco – abbiamo raccolto alcuni dati che ci dimostrano come nel triennio non ancora finito la percentuale di corsi fruiti dai professionisti sanitari è aumentata rispetto a quella dello scorso triennio, il quale, a sua volta, aveva visto numeri migliori rispetto ai trienni precedenti. Ciò vuol dire che c’è grande interesse intorno alla formazione continua e che dunque viene considerata un aspetto importante. Bisogna ora lavorare per dare a questa formazione maggiore qualità”.

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Fonte: quotidianosanita.it




Per evitare future pandemie occorre tutelare il benessere animale e la natura

“Potremmo essere tentati di pensare che la pandemia di Covid-19 sia ormai storia. Ma la storia ci insegna che il Covid-19 non sarà l’ultima pandemia. La domanda che tutti dobbiamo affrontare è se saremo pronti quando arriverà il prossimo. In qualità di leader, abbiamo la responsabilità collettiva di assicurarci di essere pronti”. Con queste parole il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, è intervenuto alla riunione di alto livello dell’Onu su prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie del 20 settembre, durante il quale è stata adottata una dichiarazione politica per affrontare le future crisi pandemiche.

Quando facciamo riferimento alla pandemia di Sars-Cov-2, virus responsabile della malattia Covid-19, dobbiamo ricordare che non si è trattato di un fenomeno del tutto inaspettato. La comunità scientifica ci aveva avvisato sullo stretto legame che esiste tra insorgenza di nuove malattie e la distruzione della natura, ma non le abbiamo dato e ascolto e, a di stanza di qualche anno, possiamo dire che l’atteggiamento nel post-pandemia non è poi così diverso da quello pre-pandemia.

L’attività antropica continua infatti a invadere gli ecosistemi e a distruggere i preziosi equilibri tra esseri umani e natura che si sono generati nel corso dei millenni, basti pensare che oggi i tre quarti delle terre emerse e i due terzi degli oceani sono stati modificati in modo significativo. Di questo passo, il futuro potrebbe essere segnato da nuove malattie infettive che, va ricordato, non solo minacciano la salute umana, ma contribuiscono ad accelerare il tasso di estinzione naturale delle specie e hanno pesanti ricadute sulla conservazione della biodiversità.

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Fonte: asvis.it – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile




Dopo 500 anni torna il castoro in Italia

Uno studio congiunto dell’Università Statale di Milano e dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche, pubblicato su Animal Conservation, sancisce il ritorno del castoro europeo sul territorio italiano dopo 500 anni: un esempio di ritrovata biodiversità, che necessita di strumenti di monitoraggio per ridurre i possibili danni dovuti alle attività del castoro

Le attività di reintroduzione e “rewilding” sono alcuni degli strumenti principali usati nel campo della biologia della conservazione per cercare di mitigare gli impatti dell’uomo sull’ambiente e riportare gli ecosistemi ad uno stato più naturale. Queste azioni possono talvolta comportare alcune sfide, in particolare quando le specie coinvolte sono grandi carnivori, grandi erbivori, o “ingegneri ecosistemici”, specie che con le loro attività possono modificare notevolmente gli habitat ed il paesaggio.

Fino a pochi anni fa, il castoro europeo (Castor fiber) era totalmente assente dall’Italia, in quanto caccia e perdita di habitat avevano portato all’estinzione tutte le popolazioni presenti sul territorio nazionale. Dopo più di 500 anni di totale assenza, questa specie ha recentemente iniziato la ricolonizzazione dell’Italia a causa di espansione naturale dall’Austria verso Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia-Giulia e di reintroduzioni (non autorizzate) in Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche).

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Fonte: CNR




Obbligo Ecm. “Non ci saranno altre proroghe”. Intervista al Ministro Schillaci

EcmIl Ministero della Salute metterà in campo “tutte le iniziative” necessarie per aiutare i professionisti sanitari ad “evitare le sanzioni che la legge prevede”, anche perché “sicuramente non ci saranno altre proroghe”. È quanto conferma il ministro della Salute, Orazio Schillaci, alla vigilia della prima riunione della nuova Commissione Nazionale Ecm.

Sta infatti scadendo il tempo a disposizione degli operatori sanitari per completare il fabbisogno di crediti formativi relativo al triennio Ecm 2020-2022. In seguito alla proroga di un anno di questa scadenza, il 31 dicembre prossimo sarà infatti l’ultimo giorno che i professionisti inadempienti avranno a disposizione per mettersi in regola ed evitare di incappare in sanzioni, tra cui la sospensione dall’Ordine di riferimento.

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Fonte: quotidianosanita.it




Aviaria: anche l’Efsa raccomanda la vaccinazione per il pollame

La vaccinazione preventiva anti-aviaria dovrebbe essere condotta “nelle specie di pollame più sensibili e infettive nelle aree ad alto rischio di trasmissione”. Anche ricorrendo a “somministrazioni multiple”, cioè i richiami.

Dopo le indicazioni della Commissione, pure l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) raccomanda il ricorso alla vaccinazione protettiva nei confronti del virus H5N1 ad alta patogenicità”.

In Europa, attualmente, vi è un solo vaccino autorizzato all’uso contro l’influenza aviaria. Si tratta di Nobilis Influenza H5N2 (Msd Animal Health).

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Fonte: aboutpharma.it




Rischialimentari.it, tutte le informazioni da sapere sui rischi alimentari e sulle buone pratiche per evitarli

È online www.rischialimentari.it, sito web realizzato dal Laboratorio comunicazione IZSVe in cui è possibile consultare in maniera rapida e sintetica le informazioni essenziali da conoscere sui rischi per la salute connessi al consumo di alimenti.

Il sito web presenta le diverse tipologie di rischi sanitari connessi al cibo, e riporta le buone pratiche da adottare nella vita quotidiana per cercare di ridurre questi rischi, fornendo indicazioni specifiche per ciascuna delle fasi che portano dall’acquisto al consumo degli alimenti, passando per il trasporto e la conservazione della spesa, la preparazione e la cottura dei cibi, fino alla gestione degli avanzi di pranzi e cene.

Visita il sito web »

Fonte: IZS Venezie




One Health European Joint Programme, pubblicato il Rapporto Finale 2023

Il One Health European Joint Programme, attivo fin dal 2018, ha terminato la sua partnership nel mese di settembre 2023 pubblicando un documento riassuntivo di tutti i progetti di ricerca congiunti e le attività di formazione e istruzione svolti in questi anni.

Il progetto
Il One Health European Joint Programme (One Health EJP) è un esemplare modello di rete europea unica, costituito da 43 istituzioni alimentari, veterinarie e mediche e dall’Associazione Med-Vet-Net (Mvna), che copre 22 Paesi europei e vede il coinvolgimento di quasi 1600 scienziati nei settori delle zoonosi di origine alimentare, della resistenza antimicrobica e delle minacce emergenti, per lavorare in ottica One Health.

Il concetto di One Health è un approccio collaborativo, transdisciplinare e multisettoriale che opera a livello locale, regionale, nazionale e internazionale. Il suo obiettivo è raggiungere risultati ottimali in termini di salute, riconoscendo che persone, animali e ambiente sono strettamente interconnessi.

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Fonte: vet33




Ancora un nuotatore alieno in Adriatico: il granchio crocifisso Charybdis feriata

Charybdis feriata (Credits: Fabio Grati, Cnr-Irbim)Un gruppo di ricercatori dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Ancona (Cnr-Irbim) annuncia il ritrovamento di un esemplare di granchio crocifisso Charybdis feriata nel mare Adriatico. Il ritrovamento, avvenuto al largo delle coste di Senigallia, è un evento significativo, in quanto questa specie è originaria delle acque tropicali e subtropicali dell’Oceano Indiano e Pacifico.

A distanza di poco più di un mese dalla segnalazione di una seconda specie di granchio nuotatore in Adriatico (Portunus segnis), viene oggi comunicata la presenza di una terza specie di granchio nuotatore alieno. Il granchio crocifisso è stato segnalato per la prima volta in Mar Mediterraneo nel 2004 al largo di Barcellona, ed esistono ad oggi pochissimi avvistamenti di questa specie nel Mare Nostrum, compreso un recente ritrovamento nel golfo di Genova nel 2022 ed a Livorno nel 2015, sempre vicino a grandi porti. Il granchio crocifisso è un predatore di grandi dimensioni, i maschi di questa specie possono arrivare a pesare 1 kg e la specie è ampiamente commercializzata nelle aree di origine. Secondo i ricercatori, la presenza di questa specie in Adriatico è da attribuirsi allo stesso vettore che ha introdotto il più noto granchio blu Callinectes sapidus: ovvero il trasporto navale.

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Fonte: Cnr