Resistenza antimicrobica. Il rischio viaggia anche sui rifiuti di plastica

microplasticheL’inquinamento causato dalla plastica potrebbe diventare un importante veicolo di trasmissione di organismi patogeni dannosi per l’uomo e agire come un serbatoio di geni che conferiscono ai batteri la capacità di resistenza agli antibiotici. È quanto suggerisce uno studio coordinato da ricercatori della University of Warwick di Coventry (Gran Bretagna) pubblicato sulla rivista Microbiome.

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Fonte: quotidianosanita.it




Cervelli in fuga, un’emorragia senza fine!

E’ da oltre mezzo secolo che l’Italia fa i conti, ahime/ahinoi, con la cosiddetta “fuga dei cervelli”, una drammatica emorragia di brillanti intelligenze e di preziose competenze che, una volta formatesi nelle nostre università, vanno a rendere ancor più prospera e rigogliosa l’economia e la società dei Paesi che le accolgono, in larga misura europei.

E, per quanto un’esperienza di studio, di ricerca e/o professionale all’estero possa tradursi, quantomeno in linea di principio, in un’operazione positiva e virtuosa per tutti quei Paesi che “esportano” Donne e Uomini di Scienza, la “conditio sine qua non” affinché ciò avvenga è che le competenze acquisite in terra straniera vengano spese in patria successivamente al rientro dei diretti interessati.

Questa purtroppo non è, come risulta ben noto, la situazione riguardante l’Italia, che molti, troppi studiosi e professionisti continuano ad abbandonare per non farvi più ritorno, complici in primis le remunerazioni salariali, assai inferiori rispetto a quelle dei Paesi ospitanti, fattispecie che le detrazioni fiscali già annunciate dal precedente Governo miravano tuttavia a mitigare.

E, mentre la politica tuttora continua a non battere un sol colpo su una materia cosi strategica e rilevante, che andrebbe iscritta fra le “top priorities” di qualsivoglia coalizione di governo e dalla quale dipendono in buona parte il futuro ed il progresso di ciascuna Nazione, le ricercatrici ed i ricercatori italiani si collocano all’ottavo posto nel mondo per la qualità della produzione scientifica! Un risultato quantomai meritorio e lusinghiero, che palesemente confligge con quella miserrima quota, pari a poco più dell’1% del proprio PIL, che il nostro Paese pervicacemente continua ad investire nel finanziamento pubblico della ricerca!

Errare Humanum est Perseverare Autem Diabolicum!

Giovanni Di Guardo
Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo




Monografia: Valutazione e comunicazione del rischio in Sicurezza alimentare

E’ stato recentemente pubblicata dalla Milano University Press la monografia “Valutazione e Comunicazione del rischio“ a cura della Prof.ssa Maria Longeri. Il volume, scritto da specialisti ed esperti della materia, rappresenta una guida per coloro che si avvicinano per la prima volta al tema della valutazione del rischio in sicurezza alimentare. Il testo descrive le metodologie, il corpo normativo, le conoscenze e le competenze necessarie per effettuare un valutazione e comunicazione del rischio efficace nell’ambito della sicurezza alimentare.

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Fonte: IZS Lazio Toscana




Antimicrobici, linee guida definitive all’uso prudente negli animali

Promuovere l’uso responsabile degli antimicrobici negli animali è uno degli obiettivi principali del Regolamento sui Prodotti Medicinali Veterinari che è diventato applicabile nell’Unione Europea il 28 gennaio 2022. Tra le misure introdotte dal Regolamento per combattere la resistenza agli antimicrobici ci sono restrizioni sull’uso profilattico dei farmaci antimicrobici negli animali. Completato il processo di consultazione pubblica, ecco le linee guida.

La profilassi
Con il termine profilassi si intende “la somministrazione di un medicinale a un animale o a un gruppo di animali, prima che si manifestino i segni clinici della malattia, al fine di prevenire l’insorgenza di una malattia o di un’infezione” (Reg. Ue 2019/6, articolo 4, par. 16).
Il ricorso alla profilassi tuttavia non dovrebbe essere la routine, ma limitato a casi eccezionali, cioè quando “il rischio di infezione è elevato e le conseguenze possibili gravi” (art. 107, par. 3), in un individuo o in un numero limitato di animali. Specificamente per gli antibiotici, la profilassi è limitata a un singolo animale.
Per questo motivo nell’applicativo Rev (Ricetta Elettronica Veterinaria), sono stati inseriti degli appositi campi per poter inserire le motivazioni di ricorso alla profilassi.

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Fonte: vet33.it




Mosquito Alert, progetto di citizen science per il monitoraggio delle zanzare

Il primo mese d’autunno 2023 si è contraddistinto per le sue temperature estive, con picchi sopra i 30 gradi in gran parte d’Italia, e per l’assillante presenza delle zanzare: ovunque decidessimo di trascorrere del tempo all’aperto, loro erano sempre lì pronte a pungerci.

Tra queste vi sono le numerose specie di origine tropicale, che sempre più si stanno diffondendo nelle zone temperate in seguito alla globalizzazione e al loro trasporto involontario tramite le merci: si tratta delle specie del genere Aedes, che spesso veicolano malattie virali come Dengue, Ziga, Chikungunya e febbre gialla. L’Italia è stato il primo Paese europeo a essere raggiunto, negli anni Novanta, dalla zanzara tigre Aedes albopictus; sono poi arrivate anche altre specie alloctone come la zanzara giapponese Aedes japonicus e quella coreana Aedes koreicus, registrate in alcune regioni italiane e nei Paesi confinanti, ma delle quali si sa ancora poco.

È per questo che nel 2020 arriva in Italia l’app Mosquito Alert, un progetto europeo di citizen science che mira a contrastare e controllare la diffusione delle zanzare alloctone invasive e di informare dei potenziali rischi che vanno oltre il disturbo creato dalla loro puntura. L’iniziativa è coordinata da Alessandra della Torre, dell’Università Sapienza di Roma e coinvolge una task force nazionale, coordinata dal Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università Sapienza di Roma, con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), del MUSE -Museo delle Scienze di Trento, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e dell’Alma Mater Studiorum Università degli Studi di Bologna. Le informazioni ottenute grazie al coinvolgimento dei cittadini nel monitoraggio e nella raccolta dati attraverso l’app contribuiscono allo sviluppo di un sistema di previsione del rischio epidemiologico in tempo reale, partecipativo e dinamico.

Fonte: scienzainrete.it




Focolaio epidemico multi-paese di Salmonella Enteritidis nella carne di pollo e nei prodotti a base di carne di pollo

Tra gennaio e ottobre del 2023 14 Paesi dell’UE/SEE, il Regno Unito e gli Stati Uniti hanno segnalato 335 casi legati a questo focolaio epidemico.

La carne di pollo e i prodotti a base di carne di pollo (kebab) sono la probabile fonte di un focolaio insorto in più Paesi e causato da tre tipi di Salmonella Enteritidis, affermano EFSA ed ECDC nella loro più recente valutazione rapida di focolaio.

Batteri simili a quelli che hanno provocato i focolai sono stati riscontrati in campioni di carne di pollo e kebab di pollo. Sebbene i dati sulla tracciabilità degli alimenti facciano risalire a produttori situati in Polonia (7 produttori) e in Austria (1 produttore), non è stata trovata alcuna evidenza microbiologica di una contaminazione all’interno di tali strutture.

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Fonte: EFSA




Peste Suina, eradicazione in Sardegna risultato storico

Peste Suina Africana

Peste Suina, eradicazione in Sardegna risultato storico

Il 20 ottobre di quest’anno, grazie alla conferma di assenza di circolazione del virus della peste genotipo I e al proseguimento dell’attuazione delle misure di sorveglianza e controllo, l’Italia ha chiesto e ottenuto il riconoscimento dell’eradicazione della Peste Suina Africana (PSA) nel settore selvatico in tutto il territorio della regione Sardegna, nel corso della riunione dello Standing Committee Plant, Animal, Food and Feed – sezione Animal Health and Welfare.

Si tratta di un risultato storico, ottenuto grazie al coordinamento del Ministero della Salute e frutto dell’impegno e della costante collaborazione tra le amministrazioni coinvolte a tutti i livelli (locale, regionale, nazionale ed europea) e tutte le parti interessate, tra cui cacciatori, allevatori e comuni cittadini.

In Sardegna, dalla conferma nel 1978 ad oggi, sono stati profusi ingenti sforzi per cercare di eradicare la malattia, ma solo nell’ultimo decennio, grazie all’istituzione dell’Unità di Progetto Regionale e ad un efficace coordinamento di tutti gli Enti e le Amministrazioni coinvolte, la gestione della malattia nell’isola è sensibilmente migliorata.

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Fonte: Ministero della Salute




Nuovi alimenti con i nanomateriali, come garantire la sicurezza senza test sugli animali

logo ISS

Sono sempre di più le applicazioni dei nanomateriali nel settore alimentare, dal ferro in nanoforma per gli integratori alla nanocellulosa come ‘novel food’ o per il packaging, ed è sempre più necessario trovare dei metodi che garantiscano la sicurezza dei consumatori e siano capaci di dare risposte a fronte di questa varietà di materiali. In questo contesto, una grande importanza hanno assunto le New Approach Methodologies (NAM), che consentono di ottenere importanti informazioni sui meccanismi senza il ricorso alla sperimentazione animale. Gli ultimi sviluppi sono stati presentati oggi nel corso del Quarto Convegno Nazionale Nanotecnologie e Nanomateriali nel Settore Alimentare e loro Valutazione di Sicurezza, che si è tenuto nella sede dell’Iss.

“I recenti sviluppi delle nanoscienze hanno aperto nuove prospettive in molti settori, da quello biomedico a quello alimentare-  ha affermato il Commissario Straordinario dell’Iss Rocco Bellantone aprendo i lavori -. L’innovazione è foriera di indubbi benefici, ma si pone il problema di valutarne la sicurezza, e la valutazione del rischio pone sempre una grande difficoltà”.

 

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Fonte: ISS




Resistenza antimicrobica. Da Oms 13 interventi per aiutare i Paesi ad affrontare l’emergenza

AntibioticoresistenzaUn pacchetto di 13 interventi per guidare la definizione delle priorità dei paesi nello sviluppo, nell’attuazione e nel monitoraggio dei piani d’azione nazionali sulla resistenza antimicrobica (AMR). A pubblicarlo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) con l’obiettivo di affrontare attraverso un approccio alla resistenza antimicrobica incentrato sulle persone le esigenze e gli ostacoli che i pazienti devono affrontare quando accedono ai servizi sanitari.

A livello globale, la resistenza antimicrobica è una delle principali cause di morte, responsabile di circa 1,27 milioni di decessi e associata a 4,95 milioni di morti nel 2019.1 La mancata lotta alla resistenza antimicrobica avrà conseguenze finanziarie significative con un costo stimato per l’economia mondiale di 100 trilioni di dollari entro il 2050. Mentre oltre 170 paesi hanno sviluppato piani d’azione nazionali sulla resistenza antimicrobica, l’attuazione rimane frammentata e isolata e sono necessari maggiore impegno politico e investimenti.

Basandosi sul Piano d’azione globale per la resistenza antimicrobica, l’approccio incentrato sulle persone dell’OMS mira a spostare la narrazione della resistenza antimicrobica per mettere al centro le esigenze delle persone e le barriere del sistema migliorando la consapevolezza e la comprensione della resistenza antimicrobica tra i decisori politici e gli operatori sanitari. Il progetto dei 13 interventi sostiene inoltre una risposta più programmatica e globale alla resistenza antimicrobica a livello nazionale, sottolineando l’importanza di un accesso equo e conveniente a servizi sanitari di qualità per la prevenzione, la diagnosi e il trattamento delle infezioni resistenti ai farmaci. “La resistenza antimicrobica è una priorità socioeconomica e sanitaria pubblica globale.

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Fonte: quotidianosanita.it




Così l’influenza aviaria ha cominciato a dilagare in Occidente

Finché si tratta di esseri umani o di animali da allevamento, la sfida può anche essere vinta.  Ma quando l’epidemia spicca il volo, letteralmente, la circolazione del virus diventa ufficialmente fuori controllo. È quello che è accaduto con l’influenza aviaria causata da un sottotipo del virus H5N1 che dal 2020 sta facendo strage di volatili in tutto il mondo.

Il nuovo ceppo che è in circolazione da qualche anno  è estremamente contagioso ed estremamente mortale. Prima lo era meno, molto meno.

Tanto per cominciare, il ceppo iniziale si diffondeva solamente tra i polli degli allevamenti. Poi nel 1996 ha cominciato a infettare anche gli uccelli (i primi casi in Cina), ma le epidemie erano stagionali legate alle migrazioni. Nel 2020, il tasso di diffusione dell’H5N1 tra gli uccelli selvatici è stato tre volte più veloce di quello osservato nel pollame d’allevamento, a causa di mutazioni che hanno permesso al virus di adattarsi a specie diverse. Dal novembre 2021, i contagi sono diventati permanenti, completamente slegati dal periodo dell’anno e sono stati registrati in tutto il mondo.  Nel 2022, il virus ha ucciso milioni di uccelli nei cinque continenti e ha causato epidemie tra i visoni d’allevamento e vari mammiferi marini.

Insomma, c’è stata una escalation di “aggressività” che ha catturato l’attenzione degli epidemiologi.

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Fonte: healthdesk.it