Microplastiche: quante ne mangiamo e quante ne respiriamo?

microplasticheQuali sono i Paesi in cui l’assunzione di microplastiche è più elevata? Come fare a determinarlo? Che la plastica e, quindi, le particelle derivanti dalla sua degradazione (di dimensioni micro e nano) siano ubiquitarie, nel mondo, lo si è capito da tempo. Tuttavia, lo studio appena pubblicato su Environmental Science & Technology dai ricercatori della Cornell University di New York offre uno spaccato globale, analizzando ciò che accade in 109 Paesi (Italia esclusa). E il risultato è che le due principali modalità di assorbimento sono l’ingestione e l’inalazione, e che la concentrazione aumenta in parallelo con gli utilizzi, e con l’assenza di limiti di impiego e regole stringenti per lo smaltimento. In generale il fenomeno è maggiore nelle economie in via di sviluppo. Infatti la rapida industrializzazione nell’Asia orientale e meridionale, ha portato a un aumento del consumo di materiali plastici, della produzione di rifiuti e dell’assorbimento umano di microplastiche.

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Fonte: ilfattoalimentare.it




Cambiamento climatico, il vermocane invade i mari Tirreno e Adriatico

La presenza del vermocane (Hermodice carunculata), noto anche come verme di fuoco, nel Mar Tirreno e nel Mar Adriatico sta aumentando a causa del riscaldamento globale. Un progetto di ricerca a Milazzo mira a contrastarne la diffusione e a proteggere l’industria ittica, l’ecosistema marino e la sicurezza umana.

 Il vermocane
Il vermocane è una specie nativa termofila e la sua maggiore presenza è un indicatore del cambiamento climatico. È un predatore generalista molto vorace che si alimenta di coralli, gorgonie, stelle marine e altre specie presenti nei mari italiani. Ha proprietà urticanti e può causare irritazioni cutanee, rappresentando una minaccia sia per diverse specie marine che per l’uomo.
L’avvistamento di molti esemplari nei mari del sud Italia, oltre a essere un indice della crisi climatica che il Mediterraneo sta vivendo, ha iniziato a suscitare preoccupazione per i potenziali danni che tale specie può arrecare al settore ittico.

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Fonte: vet33




L’Ema autorizza il primo vaccino per adulti contro la chikungunya

vaccinoL’Ema ha raccomandato il rilascio dell’autorizzazione all’immissione in commercio nell’Unione Europea per Ixchiq, il primo vaccino nell’Ue per proteggere gli adulti di età pari o superiore a 18 anni contro la chikungunya.

Viene somministrato in dose singola. Lo annuncia l’Autorità europea per i medicinali. La chikungunya è una malattia virale con trasmissione all’uomo da zanzare infette (principalmente Aedes a Egypti e Aedes albopictus).

La maggior parte delle persone infette

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Fonte: ansa




Come gestire un focolaio di salmonellosi negli allevamenti di bovine da latte: il protocollo dell’IZS delle Venezie

Il Centro di referenza nazionale per le salmonellosi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), in collaborazione con la Regione del Veneto, ha redatto un protocollo per la gestione dei focolai di salmonellosi, negli allevamenti di bovine da latte, causati da Salmonella Typhimurium, inclusa la variante monofasica, Salmonella Dublin e Salmonella Enteritidis.

Il protocollo stilato è rivolto ai servizi veterinari delle aziende sanitarie locali, ai veterinari che operano nei laboratori diagnostici territoriali degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e ai veterinari liberi professionisti. Definisce le azioni da applicare per la gestione dei focolai ed in particolare fornisce indicazioni sulle modalità di:

  • gestione delle segnalazioni di positività;
  • esecuzione del primo sopralluogo e azioni da svolgere a seguito della segnalazione di positività
  • misure da intraprendere in base agli esiti del sopralluogo in azienda e degli accertamenti analitici
  • gestione del focolaio d’infezione
  • estinzione del focolaio

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Fonte: Ruminantia




L’IZSVe designato Laboratorio di referenza WOAH per la rabbia

L’annuncio all’Assemblea generale dell’Organizzazione mondiale della sanità animale (WOAH) in corso a Parigi

Il Centro di referenza nazionale (CRN) per la rabbia dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) è stato nominato Laboratorio di referenza WOAH per la rabbia. L’annuncio è stato dato durante la 91^ Assemblea Generale WOAH, l’Organizzazione mondiale della sanità animale, in corso a Parigi. La Commissione scientifica del WOAH ha valutato positivamente il dossier scientifico presentato dal CRN per la rabbia, assegnando alla dott.ssa Paola De Benedictis, direttore del Centro di referenza, l’incarico ufficiale di ‘WOAH expert’ per la rabbia.

“Si tratta di un riconoscimento molto prestigioso a livello internazionale per le attività tecnico-scientifiche svolte a supporto dei Paesi endemici che il gruppo della dott.ssa De Benedictis sta portando avanti da diversi anni.” afferma la Dg Antonia Ricci.

L’impegno dell’IZSVe nel contrasto a questa malattia, che ogni anno colpisce circa 60mila persone in tutto il mondo, consiste nella standardizzazione e validazione di metodi diagnostici innovativi biomolecolari, in attività di capacity building e programmi di formazione presso i laboratori presenti nei Paesi endemici.

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Fonte: IZS Venezie




EUPAHW: l’IZS Lazio e Toscana parte dell’European Partnership for Animal Health and Welfare.

L’IZSLT è entrato a far parte della Partnership Europea per la Salute e il Benessere Animale (European Partnership for Animal Health and Welfare – EUPAHW), una delle iniziative di ricerca e innovazione più ambiziose che la Commissione Europea (CE) abbia mai finanziato per controllare le malattie infettive degli animali e per promuovere il benessere animale.

La Partnership, una iniziativa partita nel 2024, prevede un investimento di 360 milioni di euro nei prossimi sette anni per incentivare la ricerca e facilitare la cooperazione tra tutti i partecipanti.

L’ambito di azione va oltre gli attori della salute e del benessere animale per migliorare la collaborazione intersettoriale e fornire un impatto sociale attraverso un approccio One Health e One Welfare. Gli obiettivi della EUPAHW sono in linea con l’European Green Deal e il suo associato Farm to Fork strategy per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

Gli obiettivi ambiziosi della EUPAHW hanno attirato un insieme eterogeneo di partners che comprende 56 organizzazioni leader nella ricerca e 30 organizzazioni finanziatrici in Europa. Il budget è finanziato al 50% dal Programma Quadro per la Ricerca e l’Innovazione Horizon Europe e al 50% dalle istituzioni/organizzazioni partner della EUPAHW. La Partnership ha fatto incontrare finora 90 entità (istituti di ricerca, organizzazioni finanziatrici e ministeri), compresi EFSA e EMA, provenienti da 24 paesi (19 stati membri EU e 5 paesi associati a Horizon Europe).

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Fonte: IZS Lazio e Toscana




Valutare l’efficacia del trattamento ad alta pressione nei salumi contro la peste suina africana: il progetto ASFree M.e.a.t

La Peste suina africana (PSA) è comparsa in Italia nel 2022 nella popolazione di cinghiali tra Piemonte e Liguria, e si è diffusa progressivamente verso est coinvolgendo più di recente Lombardia ed Emilia Romagna, con alcuni focolai in allevamenti di suini.

Pur non essendo una malattia trasmissibile all’uomo, la PSA rappresenta comunque un rischio per la salute degli animali, oltre che per il comparto produttivo suinicolo. Infatti, il fronte di avanzamento in Italia continentale rischia oggi di minacciare l’industria dei salumi italiani, un settore con molte eccellenze DOP e IGP, che impiega circa 30 mila lavoratori, per un fatturato di circa 9 miliardi di euro, di cui 2 dall’export.

Il progetto ASFree M.e.a.t

Per far fronte a questo scenario preoccupante, il Ministero della Salute ha finanziato il progetto ASFree M.e.a.t – African Swine Fever free M.e.a.t. (Meet export agreement on trading), coordinato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, che si focalizza su tre grandi temi:

Il progetto ASFree M.e.a.t mira a generare dati aggiornati sulla presenza del virus della PSA nei prodotti a base di carne stagionati, e valutare l’efficacia dell’applicazione del trattamento ad alta pressione (HPP) per la totale devitalizzazione del virus della PSA. Il progetto punta a rafforzare la posizione dell’Italia nel mercato globale dell’export di salumi, promuovendo la qualità e la sicurezza dei prodotti italiani.

  • Sicurezza alimentare. Il progetto intende offrire garanzie sanitarie ai paesi importatori circa l’assenza del virus della PSA nei prodotti stagionati italiani, grazie all’impiego del trattamento ad alta pressione (High Pressure Processing – HPP).
  • Innovazione tecnologica. L’impiego delle tecnologie HPP rappresenta un avanzamento significativo nel campo della conservazione alimentare, che mira a stabilire nuovi standard per la devitalizzazione di agenti patogeni senza alterare le qualità organolettiche dei prodotti.
  • Espansione dell’export. Il progetto punta a rafforzare la posizione dell’Italia nel mercato globale dell’export di salumi, promuovendo la sicurezza dei prodotti italiani come fattore chiave per l’accesso a nuovi mercati internazionali.

Questi temi riflettono l’obiettivo del progetto di combinare tradizione e innovazione per promuovere l’eccellenza italiana nel mondo. Attraverso una collaborazione multidisciplinare tra Istituti Zooprofilattici Sperimentali, aziende e associazioni leader nel settore, ASFree M.e.a.t. mira a definire nuovi standard di eccellenza, promuovendo i salumi italiani come esempio di sicurezza e affidabilità, e non solo come simbolo di gusto e tradizione

Il trattamento ad alta pressione (HPP) contro la PSA

I ricercatori del progetto ASFree M.e.a.t avranno a disposizione le più moderne tecnologie di trattamento ad alta pressione (High Pressure Processing, HPP) per garantire la totale assenza del virus della PSA nei prodotti di salumeria destinati al mercato internazionale.

Il trattamento HPP, anche definito “pascalizzazione”, è una tecnica di conservazione non termica che si applica ad alimenti solidi e liquidi già confezionati, quindi non passibili di successiva contaminazione. Si tratta di una tecnologia innovativa basata sull’applicazione di pressioni idrostatiche nettamente superiori a quella atmosferica (fino a 6.000 bar) che consentono di raggiungere l’inattivazione dei microrganismi presenti e rendere i prodotti alimentari stabili, conservabili e sicuri.

Il progetto si prefigge, pertanto, di generare dati aggiornati sulla presenza del virus della PSA in prodotti a base di carne stagionati maggiormente esportati, durante le principali fasi di lavorazione e stagionatura, utilizzando ceppi virali attualmente circolanti in Italia, e valutare l’efficacia dell’applicazione del processo HPP per la totale devitalizzazione del virus della PSA.

Partner

I partner del progetto sono:

L’IZSUM, in qualità di sede del Centro di Referenza Nazionale Pesti Suine (CEREP), metterà in campo tutto il know-how acquisito negli anni sulla PSA per il coordinamento del progetto.

L’IZSVe sarà coinvolto principalmente nello sviluppo e validazione di metodi di biologia molecolare quali/quantitativi per la rilevazione del virus della PSA in prodotti stagionati.

IZSLER  invece coinvolto principalmente nello sviluppo e validazione dei metodi virologici per la rilevazione del virus nelle matrici alimentari oggetto di studio e nella realizzazioni di prove di abbattimento tramite contaminazioni artificiali (Challenge test) di prodotti di salumeria.

L’IZS dell’Abruzzo e del Molise sarà coinvolto nello sviluppo del protocollo sperimentale per la contaminazione artificiale dei prodotti stagionati con il virus della PSA, nella valutazione dei rischi sanitari insiti nell’attuale gestione del settore produttivo suinicolo come anche nello sviluppo e validazione di metodi di biologia molecolare quali/quantitativi per la rilevazione del virus della PSA in prodotti stagionati




Emmanuelle Soubeyran è il nuovo Direttore generale WOAH

Nel corso della 91ª Sessione Generale, l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale ha eletto il suo nuovo Direttore Generale, la dott.ssa Emmanuelle Soubeyran, per un mandato di 5 anni (2024-2029).

Attraverso una votazione a scrutinio segreto, seguendo la regola “un paese, un voto”, i delegati della WOAH hanno scelto la dottoressa Soubeyran, medico veterinario e già Vicedirettore generale per l’alimentazione, nonché Capo dei Servizi Veterinari francesi, per guidare l’Organizzazione.

Soubeyran diventa quindi l’ottavo direttore generale della WOAH. Sotto la sua guida la WOAH continuerà a impegnarsi per far progredire la governance della salute animale, promuovendo un futuro più sicuro e più sano per gli animali e per gli esseri umani.

Con l’elezione della dott.ssa Soubeyran si conclude il mandato di 8 anni del predecessore, la dott.ssa Monique Eloit.

Eloit lascia un’eredità significativa che ha rafforzato la cooperazione globale per combattere le malattie animali. Durante i suoi due mandati, WOAH ha migliroato la capacità e l’inclusività dei suoi membri, ampliando il sostegno ai paraprofessionisti veterinari e agli operatori sanitari della comunità animale. Promuovendo l’innovazione, WOAH ha anche implementato programmi basati sui dati come l’Osservatorio, un meccanismo di monitoraggio dell’attuazione degli standard WOAH e la banca dati globale sull’uso di antimicrobici per animali, ANIMUSE  .

Mentre celebriamo il 100° anniversario di WOAH, riflettiamo su un secolo di impegno solido per la salute animale globale.

Il futuro presenta sfide complesse e interconnesse, dalle malattie zoonotiche alla sostenibilità della produzione animale.

WOAH è pronta ad assumere un ruolo guida nell’affrontare questi problemi con un’enfasi sulla collaborazione, l’innovazione e l’inclusività” scrive WOAH in una nota.

 




Influenza aviaria, Usa: secondo caso umano rilevato nel settore lattiero-caseario

Un secondo caso umano di influenza aviaria H5N1 è stato confermato in Michigan (Stati Uniti). Il soggetto è un lavoratore di un’azienda lattiero-casearia dove il virus è stato identificato anche nei bovini. Come nel precedente caso in Texas, il paziente ha mostrato solo sintomi oculari, con un tampone oculare risultato positivo al virus H5. I Centers for Desease Control and Prevention (Cdc) confermano un basso rischio per il pubblico generale, ma sottolineano l’importanza delle misure di prevenzione per chi lavora a stretto contatto con animali infetti.

Il contagio
Un caso umano di infezione da virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) A(H5) è stato identificato nello Stato del Michigan. Si tratta del secondo caso umano, associato ad un’epidemia multistato in corso di virus A(H5N1) nelle mucche da latte.
Come nel precedente caso del Texas, l’individuo è un lavoratore in un’azienda lattiero-casearia dove il virus H5N1 è stato identificato nelle mucche. Mentre un tampone nasale è risultato negativo per l’influenza, un tampone oculare del paziente è stato spedito ai Cdc ed è risultato positivo per il virus dell’influenza A (H5). Similmente al primo caso del Texas, il paziente ha riportato solo sintomi oculari.
Sulla base delle informazioni disponibili, non cambia l’attuale valutazione del rischio per la salute umana dell’influenza aviaria H5N1 che i Cdc continuano a considerare “bassa”. Tuttavia, questo sviluppo sottolinea l’importanza delle precauzioni raccomandate nelle persone esposte ad animali infetti o potenzialmente infetti. Le persone con esposizioni ravvicinate o prolungate e non protette ad uccelli o altri animali infetti (incluso il bestiame) o ad ambienti contaminati da uccelli o altri animali infetti corrono un rischio maggiore di infezione.

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Fonte: Vet33




L’antibiotico-resistenza causa quasi 5 milioni di morti ogni anno: l’allarme su Lancet

antibioticoresistenzaQuasi cinque milioni di morti da antibiotico-resistenze (Amr) l’anno, di cui ben 750.000 evitabili con vaccini, acqua e servizi igienico-sanitari, e metodi di controllo delle infezioni: è il dato riferito su The Lancet da un gruppo di esperti che avvertono: senza contromisure vedremo un aumento costante del bilancio globale delle vittime di infezioni legate all’antibiotico-resistenza. L’antibiotico resistenza, con cui si indica la capacità da parte dei batteri e microrganismi di sfuggire all’azione degli antibiotici è un fenomeno globale, ma la sua gravità non è purtroppo ben compresa. Per il 2050 si prevede che l’antibiotico resistenza causerà 50 milioni di morti nella comunità europea, un terzo di tutte le morti.

Negli ospedali è sempre più frequente osservare ricoveri, anche per problemi di salute non insormontabili – ad esempio esami cardiaci, una frattura, un’operazione – che si complicano per questo fenomeno commenta Lorenzo Moja, segretario per i farmaci essenziali dell’OMS con un intervento sul Corriere della Sera.

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Fonte: corriere salute