Cosa è la direttiva Habitat?

direttiva habitatNel 1992, oltre 30 anni fa, l’Unione Europea ha adottato la Direttiva Habitat per la conservazione del patrimonio naturale europeo, dando l’avvio a una nuova concezione di protezione della natura.

Il 1992 è stato un anno importante nella storia dell’ecologia e della protezione della natura quando a Rio de Janeiro nella Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo fu attribuita la stessa importanza alla protezione dell’ambiente, allo sviluppo sostenibile e a quello sociale. Si fece strada il principio secondo il quale i problemi ambientali nella loro complessità vanno affrontati a scala planetaria. L’Europa si presentò a quell’appuntamento con un modello di conservazione della natura a scala continentale che avrebbe portato, con la ratifica della Direttiva Habitat da parte dei singoli stati membri, alla creazione della più estesa rete ecologica nel mondo, nota come Rete Natura 2000.

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Fonte: ISPRA AMBIENTE




Sicurezza e igiene degli alimenti, un sito sui rischi alimentari e le buone pratiche per evitarli

Sicurezza alimentareIl Laboratorio comunicazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), in collaborazione con l’Ufficio 3 della Direzione generale degli organi collegiali per la tutela della salute (DGOCTS) del Ministero della Salute, Focal point italiano di EFSA, ha realizzato il sito web www.Rischialimentari.it.

“Rischialimentari.it” riassume i principali concetti e consigli di sicurezza alimentare e igiene degli alimenti che esperti e comunicatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) divulgano e promuovono per mission istituzionale.

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Fonte: Ministero della Salute




Ministero della Salute e Centro di Medicina Forense Veterinaria IZSLT: Istituzione Portale interattivo per la rete degli Istituti Zooprofilattici.

Dead Wolf Tracker è il nome del nuovo Portale sviluppato, su mandato del Ministero della Salute,  con il supporto del Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria (CeMedForVet) dell’Istituto Zooprofilattico del Lazio e della Toscana M. Aleandri (IZSLT).
Il Portale,  interattivo, raccoglie le informazioni sui lupi ritrovati morti sul territorio nazionale e conferiti agli II.ZZ.SS di competenza: dal luogo di ritrovamento, alle cause di morte, alle analisi tossicologiche, alla diagnosi molecolare di specie.
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Fonte: IZS Lazio e Toscana



Zoonosi, virus 12 volte più letali entro il 2050

Negli ultimi decenni le zoonosi, ovvero le infezioni trasmesse dagli animali all’uomo, hanno mostrato un trend preoccupante di crescita. Recentemente, un gruppo di ricercatori di Ginkgo Bioworks ha pubblicato uno studio sulla rivista Bmj Global Health che allerta sulla possibilità di un aumento di dodici volte delle vittime causate dalle zoonosi entro il 2050.

La ricerca
La ricerca finanziata da Ginkgo Bioworks, un’azienda biotech fondata nel 2008 a Boston, ha messo in evidenza un incremento “esponenziale” delle zoonosi negli ultimi sessant’anni, sollevando preoccupazioni serie sulla salute globale.
Gli agenti patogeni virali zoonotici sono, infatti, la principale causa delle epidemie moderne, poiché passano dalla fauna selvatica o dagli animali domestici agli esseri umani attraverso la caccia, l’invasione degli habitat naturali e l’allevamento intensivo di bestiame. Il cambiamento climatico e altre forme di cambiamento ambientale di origine antropica, come lo sfruttamento eccessivo della terra, continuano a incrementare la frequenza degli episodi di spillover, mentre l’aumento della densità della popolazione umana e dei collegamenti globali ne faciliterà sempre più la diffusione.
In questo studio, grazie a un ampio database epidemiologico, i ricercatori si sono concentrati su quattro famiglie di virus per individuare le tendenze nella frequenza e nella gravità delle possibili future epidemie:

  • Filovirus (Ebolavirus, Marburgvirus),
  • Sars-CoV-1,
  • Virus Nipah,
  • Virus Machupo, responsabile della febbre emorragica boliviana.

Tra il 1963 e il 2019 sono stati registrati 3.150 focolai di infezione (con 50 o più decessi), con un incremento annuo dei contagi tra il cinque e il nove percento.

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Fonte: vet33




Lista dei medicinali veterinari autorizzati al commercio sul territorio nazionale

Farmaci veterinariIl Ministero della salute pubblica la Lista dei medicinali veterinari generici autorizzati all’immissione in commercio sul territorio nazionale e dei relativi medicinali veterinari di riferimento.
La lista è stata presentata alla presenza del Sottosegretario on.le Marcello Gemmato a completamento dell’Infoday sui medicinali veterinari tenutosi lo scorso 4 e 5 dicembre presso l’auditorium Biagio d’Alba del Ministero della salute.

L’obiettivo è stato quello di:

  • creare una lista di farmaci veterinari generici collegati al relativo medicinale veterinario di riferimento, nell’ottica di agevolare tutti gli attori coinvolti nella ricettazione e dispensazione dei medicinali veterinari, in caso di carenze temporanee o di quesiti con finalità regolatorie
  • promuovere un mercato più equo economicamente tra medicinali veterinari generici e medicinali veterinari di riferimento

Per agevolare la consultazione, la tabella è stata suddivisa per principio attivo, denominazione del medicinale veterinario generico, confezioni (A.I.C. a 9 cifre), dosaggio e forma farmaceutica. Viene poi riportato il medicinale veterinario di riferimento, con il numero di A.I.C. a 9 cifre. Qualora il medicinale veterinario di riferimento non sia commercializzato in Italia, viene indicato il Paese in cui è autorizzato e il N° identificativo in UPD.

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Fonte: Ministero della Salute




Quinta relazione sulle vendite di medicinali veterinari contenenti sostanze antibiotiche in Italia

valutare_antibioticiÈ online la Quinta relazione nazionale contenente l’analisi e i trend delle vendite di antibiotici in Italia, riferita all’anno 2022, che segue la pubblicazione del Thirteenth ESVAC report relativo al progetto European Surveillance of Veterinary Antimicrobial Consumption, coordinato dall’Agenzia Europea per i medicinali (EMA).

In base alle rilevazioni, anche per il 2022 l’Italia conferma il trend pluriennale in diminuzione delle vendite degli antibiotici nel settore veterinario, e in particolare nel settore degli animali da produzione di alimenti. I livelli di riduzione si attestano su valori di – 46,6%, se si confronta il dato attuale con quello del 2016 (di – 62,7% in riferimento all’anno 2010). Tale riduzione si traduce in una minore pressione selettiva associata all’emergenza e alla selezione di batteri resistenti agli antibiotici negli animali e negli esseri umani.

Nel dettaglio, la riduzione interessa tutte le classi di antimicrobici, comprese quelle incluse nella categoria B “Limitare” della categorizzazione AMEG, vale a dire cefalosporine 3ͣ e ͣ4 generazione, fuorochinoloni e altri chinoloni, polimixine, che rappresentano soltanto una piccola proporzione delle vendite totali (circa l’1,2%). Anche le vendite di antibiotici autorizzati in forme farmaceutiche impiegate per il trattamento non individuale, attraverso cioè la somministrazione come mangimi medicati, soluzioni (acqua di abbeverata, siero di latte, broda, ecc.) o polveri (top dressing) si sono ridotte del 48,5% rispetto al 2016.

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Fonte: Ministero della Salute




EFSA: Campylobacter e Salmonella i principali agenti zoonotici nel 2022

La campilobatteriosi e la salmonellosi sono state le malattie zoonotiche più frequentemente riferite nell’UE nel 2022. Tuttavia il numero di casi è rimasto inferiore a quello degli anni pre-pandemici 2018-2019.

Per il virus del Nilo occidentale è stato osservato un aumento del numero di infezioni. Queste e altre informazioni sulle malattie zoonotiche sono state pubblicate oggi dall’EFSA e dall’ECDC nel loro ultimo rapporto annuale a dimensione UE sulle zoonosi secondo l’approccio “One Health”.

Il numero dei casi riferiti per la campilobatteriosi , che è la malattia zoonotica più frequentemente segnalata, è rimasto stabile nel 2022 rispetto all’anno precedente, con 137 107 casi. La carne di pollo è stata la fonte più comune di infezioni.

La salmonellosi è stata la seconda malattia zoonotica più segnalata, con 65208 casi nel 2022 rispetto ai 60 169 del 2021. Tuttavia 19 Stati membri e il Regno Unito (Irlanda del Nord) hanno raggiunto tutti gli obiettivi prefissati per la riduzione di Salmonella nel pollame. Si tratta del numero più alto dal 2018, quando 14 Stati membri avevano raggiunto tutti gli obiettivi, una pietra miliare negli sforzi collettivi per combattere le malattie zoonotiche e proteggere la salute pubblica.

“Il numero di casi segnalati nell’uomo per le due più comuni malattie veicolate da alimenti rimane a livelli inferiori rispetto a quelli pre-pandemici”, ha dichiarato Ole Heuer, responsabile della sezione Malattie a tendenza epidemica dell’ECDC. “Tuttavia, dato l’impatto di queste infezioni sulla salute umana, occorrono ulteriore vigilanza e misure per ridurre il numero di casi”.

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Fonte: EFSA

 




Progetto Europeo B-THENET

L’Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana sta coordinando il progetto europeo B-THENET che rappresenta la prima piattaforma per l’apicoltura europea. L’obiettivo è raccogliere buone pratiche apistiche ed innovazioni e discuterle tra apicoltori, veterinari, esperti ed altre parti interessate al mondo apistico, in diverse lingue, attraverso le piattaforme digitali dell’Istituto.

Ogni anno vengono affrontati diversi temi apistici. Durante il 2024 verranno analizzati dal progetto: l’allestimento e la gestione/manutenzione quotidiana della colonia e la peste americana.

Si richiede un aiuto ad identificare le pratiche di maggiore rilevanza per l’apicoltura italiana accedendo al sondaggio da questo link. Potrete così valutare le pratiche, secondo la vostra opinione, dalla più rilevante (5 stelle) alla meno rilevante (1 stella).

 




Intelligenza artificiale: un metodo innovativo nella lotta contro le patologie infettive alimentari

datiUna ricerca innovativa proviene dall’IZS di Teramo, mirata a perfezionare e armonizzare i metodi più avanzati di analisi del DNA dei patogeni batterici attraverso l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale tramite tecniche di Machine Learning. L’obiettivo è sviluppare strumenti rapidi per combattere tempestivamente le patologie infettive di origine alimentare

Come tutte le forme viventi, anche i batteri sono in costante adattamento all’ambiente in cui vivono, in modo da aumentare le probabilità di sopravvivenza e riproduzione. Questo processo evolutivo vede lo sviluppo di caratteristiche specifiche che permettono loro di rispondere efficacemente alle varie condizioni ambientali. Il patrimonio genetico racchiude informazioni vitali che possono così svelare aspetti significativi della vita e della storia di quel microrganismo, a partire dal suo habitat originario.

Le informazioni contenute nel genoma sono fondamentali soprattutto per studiare patogeni batterici di origine alimentare, come Listeria monocytogenes, responsabile della listeriosi, una patologia che rappresenta un grave rischio per chi ha un sistema immunitario compromesso, come anziani, donne in gravidanza o persone affette da malattie croniche e degenerative. Con migliaia di morti a livello mondiale, la listeriosi è considerata una delle più gravi zoonosi di origine animale.

È per questo che la comparsa di casi di listeriosi implica la necessità di individuare nel più breve tempo possibile la fonte alimentare contaminata che ha causato l’infezione, risalendo la catena di produzione in modo da intervenire tempestivamente per limitare il numero dei casi. In termini tecnici, questa operazione è chiamata “source attribution”. In questo ambito, un nuovo studio scientifico condotto dall’Unità di Bioinformatica dell’IZS di Teramo ha messo a confronto diversi modelli predittivi di Machine Learning che permettono di predire l’origine alimentare del batterio partendo dal suo genoma. I frutti di questa ricerca sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica BMC Genomics.

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Fonte: IZS Teramo




COP 28: anche i sistemi sanitari possono contribuire agli obiettivi della Conferenza

Cambiamenti climaticiAll’apertura della COP 28, Conferenza delle parti sul clima (Conference Of Parties, Dubai, 30 novembre-12 dicembre 2023), può essere interessante guardare un po’ all’indietro e capire quali sono stati i principali step che hanno portato la comunità scientifica, i governi e la popolazione in generale a capire la stretta connessione che esiste tra ambiente (in questo caso cambiamenti climatici) e salute.

Già con la COP 21, nel 2015, si arriva al primo accordo giuridicamente vincolante sul clima a livello mondiale: l’Accordo di Parigi. L’intesa viene firmata l’anno seguente e vede il coinvolgimento di 177 Paesi, tra cui l’Italia, in azioni di finanziamento e innovazione tecnologica volte alla mitigazione e all’adattamento alle mutazioni climatiche al fine di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius.

Un ulteriore rinforzo verso il raggiungimento di questi obiettivi è avvenuto durante la COP 26 del 2021 al vertice di Glasgow: oltre 200 Paesi aderiscono al Patto sul Clima (Glasgow Climate Pact, GCP) che mira a mantenere viva la speranza di limitare la crescita della temperatura globale puntando a 1,5 gradi Celsius e che esplicita 10 raccomandazioni utili per i governi al fine di dare priorità alla salute e all’equità nel focus internazionale per il clima.

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Fonte: ISS