Il benessere animale nei canili. Le attività di controllo a tutela del benessere animale nei canili, nelle strutture ricettive e nei pet shop

Si è tenuta questa mattina nella sala stampa della Camera dei Deputati la conferenza di presentazione dei risultati della campagna di controlli condotta dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (NAS) sui canili e gattili, strutture ricettive, allevamenti e centri di addestramento, negozi di animali e pet food del territorio nazionale.

Alla conferenza stampa, promossa dal Sottosegretario alla Salute con delega alla sanità animale, on. Marcello Gemmato, si è fatto il punto sui possibili risvolti speculativi che sottendono alla gestione dei canili, in particolare in alcune Regioni italiane del Sud: “Dai dati del Sistema di identificazione nazionale degli animali da compagnia (SINAC) del Ministero della Salute, di cui ho siglato l’istituzione lo scorso anno – commenta il Sottosegretario – emerge una fotografia sconcertante: sul totale dei cani ospitati nei canili delle regioni che attualmente aderiscono al SINAC, oltre 100.000 esemplari, più dell’80% è ospitato in sole cinque regioni, Puglia, Sardegna, Sicilia, Calabria e Campania. Se si rapporta a livello territoriale il numero dei canili autorizzati con il numero dei cani identificati e registrati, è evidente il sovraffollamento delle strutture, che determina il mancato rispetto di standard di salute e benessere animale adeguati. Questo, in prospettiva One Health, rappresenta una minaccia anche per la salute pubblica e per gli ecosistemi di riferimento. Basti pensare che in alcune regioni si registrano medie con punte di oltre 300 cani per canile. Inoltre, – continua Gemmato – tenuto conto del costo medio giornaliero unitario per la gestione del singolo cane ospitato nel canile, stimato dal Ministero della Salute in un range compreso fra 3,5 e 4,5 euro, la spesa pubblica in un arco temporale di 7 anni (durata media della permanenza degli animali nelle strutture) supera, in Italia, un miliardo di euro. Tale settore di attività, pertanto, è diventato particolarmente attrattivo per la cosiddetta “zoomafia”, che ritiene lucrativo trattenere esemplari nei canili per percepire sussidi statali, non curandosi delle loro condizioni e ostacolandone al contempo l’adozione.”

Per fare luce su questi aspetti e utilizzando il SINAC – conclude il Sottosegretario – abbiamo avviato una campagna di controlli a tappeto di concerto con i NAS, che si è svolta da maggio a settembre 2024.”

“Le attività di controllo – spiega il Comandante dei Carabinieri per la Tutala della Salute, Gen. B. Raffaele Covettihanno interessato il comparto degli animali d’affezione, per accertare lo stato di benessere nel mantenimento degli animali, la gestione e l’impiego di farmaci veterinari, la conservazione e la somministrazione di alimenti e mangimi. Le indagini hanno dato luogo a numerose sanzioni di tipo amministrativo, denunce, sequestri di strutture, per un valore complessivo di € 4.665.205.

È fondamentale – sottolinea il Generale – disporre degli strumenti idonei a censire e verificare le strutture che ospitano animali d’affezione e in questo il SINAC si è rivelato un sistema valido e un supporto imprescindibile. Continueremo ad implementare le attività ispettive, di concerto con il Ministero della Salute, per il ripristino della legalità e la garanzia del benessere animale.”

Le attività di controllo sanitario sui canili del territorio nazionale sono state oggetto anche di un’interrogazione parlamentare nel novembre 2023, a firma della deputata Rita Dalla Chiesa, che ha richiamato l’attenzione del Governo sul tema della salute e del benessere degli animali d’affezione.

Sono felice di aver potuto finalmente parlare di quello che rappresenta un gravissimo problema che riguarda soprattutto l’Italia del centro sud – afferma l’On. Rita Dalla Chiesa. Mi riferisco ai maltrattamenti sugli animali, alle condizioni terribili dei cosiddetti canili “fantasma”, che arrivano ad ospitare anche 3.000 cani, dei quali poi non si sa più nulla. Parliamo di entrate economiche di cui beneficiano illegittimamente i gestori di molti canili, di mancanza di sterilizzazione dei randagi, della necessità di un albo per il personale volontario che lavora nei canili, troppo spesso senza adeguata formazione. Aspetti su cui finalmente stiamo facendo luce, soprattutto in un’ottica di rispetto della legge. Sono certa che da questa giornata prenderanno il via molte altre iniziative, con il coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate”.

Alla conferenza ha preso parte anche la Presidente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente, l’on. Maria Vittoria Brambilla, che ha fatto il punto sulle attività in corso e sulle iniziative legislative allo studio.

Il SINAC per la prima volta consente di identificare e registrare i nostri amici animali aumentando la capacità di governance del sistema. è il commento dell’on. Maria Vittoria Brambilla. “Grazie al SINAC sarà possibile non solo erogare con la necessaria adeguatezza i servizi che i cittadini richiedono, ma anche raccogliere importanti indicatori sulla salute e sul benessere degli animali d’affezione. Un sentito ringraziamento va alle forze dell’ordine, e in particolare ai Carabinieri, per aver dato sistematicità alle verifiche sui canili e per aver portato alla luce tante situazioni assolutamente intollerabili. I dati forniti oggi sono la fotografia di una realtà con molte ombre, ma anche il necessario punto di partenza per altri, doverosi interventi. Voglio infine ricordare che proprio ieri la commissione Giustizia, esaminando la proposta di legge AC 30 di cui sono prima firmataria e relatrice, ha approvato un emendamento che esenta dal pagamento delle sanzioni amministrative i proprietari o i detentori che spontaneamente si mettono in regola con le norme sull’identificazione degli animali da compagnia. È un invito a far registrare nel sistema informativo il proprio animale, invito al quale la Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, di cui mi onoro di essere presidente, risponderà organizzando sul territorio “giornate” dedicate alla microchippatura”.

Comunicato stampa

Documento di sintesi Campagna Canile




G7 Veterinaria: zoonosi, antibioticoresistenza e biosicurezza “Concentrati sulle sfide del prossimo futuro”

“Una parola ricorrente durante i nostri lavori è stata “trust”, fiducia, perché i Paesi del G7 hanno chiaro il loro ruolo di leader nel proporre a livello globale le migliori pratiche per garantire la salute ed il benessere animale e la sicurezza alimentare, affinché il commercio di prodotti agroalimentari sia basato su regole sanitarie chiare e condivise e, appunto, sulla fiducia reciproca fra i Paesi”. Queste le parole di Ugo Della Marta, Capo dei Servizi Veterinari italiani,  che ha presieduto  il G7 della veterinaria, evento che ha riunito a Padova le delegazioni veterinarie dei Paesi più industrializzati per fare il punto sullo stato della salute animale sul nostro pianeta.

Presenti i capi veterinari di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, e i rappresentanti delle più importanti organizzazioni sanitarie internazionali come Commissione Europea, FAO e WOAH.

Durante l’incontro sono stati presentati i sistemi messi a punto in Italia per verificare negli allevamenti il rispetto del benessere animale, la biosicurezza e tracciare l’uso di antibiotici, per supportare l’impegno continuo nella riduzione dell’uso di questi farmaci, per favorire la diminuzione di fenomeni di antibiotico resistenza.

Secondo recenti dati di Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, tra il 2014 e il 2021 l’uso degli antibiotici in Europa a livello zootecnico è diminuito del 44%.

Per quanto riguarda il nostro Paese, stando alle percentuali fornite da Aifa relative al 2022, per le specie animali destinate alla produzione di alimenti la riduzione totale di utilizzo di antibiotici è stata del 13,4%, con una riduzione del 14,2% del consumo di antibiotici autorizzati in formulazioni farmaceutiche per via orale.

Sempre stando all’analisi dell’Agenzia Italiana del Farmaco, nel 2022 i livelli di consumo negli animali delle classi di antibiotici considerati critici per l’uomo sono state sotto la media europea.

L’Italia, se pur con risultati in linea con quelli europei, ha ancora molta strada da fare, le sfide che attendono il settore sanitario e quello agro-alimentare si stanno facendo via via più complesse. Carenze a livello di benessere animale, biosicurezza dell’allevamento e consumo eccessivo di antibiotici danno origine a rischi sanitari sempre di più connessi tra loro, rendendo necessario un approccio e un osservatorio epidemiologico integrato.

Per affrontare queste sfide, tra gli strumenti a disposizione, c’è Classyfarm, fortemente voluto dalla Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari  del Ministero della Salute.

E’ un sistema integrato nato  con l’obiettivo di categorizzare gli allevamenti in base al rischio per la sanità pubblica veterinaria e che è risultato fondamentale, per esempio, proprio nella lotta all’abuso di antibiotici.

“L’antibiotico resistenza – spiegano Antonia Ricci, DG dell’IZS delle Venezie, e Giorgio Varisco, DG dell’IZS della Lombardia e Emilia-Romagna – è un problema che, in un’ottica e con un approccio “One Health”, riguarda la salute di tutti, dell’uomo e dell’animale. Dal punto di vista veterinario stiamo puntando naturalmente sulla sorveglianza e il controllo ma anche sulla formazione. I sistemi informatici moderni, come Classyfarm, ci permettono poi di quantificare in modo oggettivo l’uso degli antibiotici e l’antibioticoresistenza, per evidenziare le situazioni più critiche dove bisogna intervenire, e quelle più virtuose da premiare. Il lavoro da fare è tanto ma possiamo dire di aver imboccato la strada giusta”.

Al centro del dibattito poi altri temi legati alla biosicurezza e alle zoonosi.

“Le sfide che la veterinaria italiana sta affrontando sono molteplici e complesse, basti ricordare la Peste Suina Italiana, l’influenza Aviaria, la Blue Tongue” conclude Giovanni Filippini,  DG Salute animale e Commissario per il contrasto alla PSA presso il ministero della Salute, ” ma il sistema nazionale, che vede una stretta collaborazione fra Ministero della Salute, servizi veterinari territoriali e la rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, ha tutte le competenze per far fronte a queste difficoltà e tutelare le eccellenze produttive dell’agroalimentare italiano”

Fonte: IZS Venezie




G7 Veterinaria, Padova capitale della salute animale

Padova sarà per due giorni capitale della veterinaria mondiale. La città del Santo ospita infatti mercoledì 16 e giovedì 17 ottobre 2024 il “G7 Chief Veterinary Officers’ Meeting”, l’evento che riunisce le delegazioni veterinarie dei Paesi più industrializzati per fare il punto sullo stato della salute animale sul nostro pianeta.

L’evento è promosso dal Ministero della Salute nell’ambito del G7 Salute, in collaborazione con gli Istituti Zooprofilattici delle Venezie e di Lombardia ed Emilia-Romagna, con il patrocinio della Regione del Veneto e del Comune di Padova e con il sostegno della Camera di Commercio di Padova. Saranno presenti al G7 i Capi veterinari di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, e i rappresentanti delle più importanti organizzazioni sanitarie internazionali come Commissione Europea, FAO e WOAH. In totale è previsto l’arrivo di circa 50 delegati fra italiani e stranieri.

I lavori si aprono mercoledì 16 ottobre al Caffè Pedrocchi, con due sessioni tecniche dedicate alla zonizzazione e alla biosicurezza negli allevamenti, elementi cruciali per rafforzare il controllo delle malattie a livello globale e garantire il commercio sicuro di animali e prodotti alimentari da essi derivati. Il meeting ha l’obiettivo di stimolare un confronto in sede G7 sul miglioramento degli strumenti di controllo e prevenzione necessari a preservare lo stato sanitario degli animali, con un focus specifico sull’uso dei farmaci, e in particolare degli antibiotici.

La cerimonia ufficiale di apertura si terrà presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Padova e sarà inaugurata con un videomessaggio del Sottosegretario alla Salute On. Marcello Gemmato. Saranno presenti la Direttrice generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Antonia Ricci, il Capo dei Servizi Veterinari Italiani (CVO – Chief Veterinary Officer) presso il Ministero della Salute Ugo Della Marta, il Sindaco del Comune di Padova Sergio Giordani, la Presidente della Commissione Sanità della Regione Veneto Sonia Brescacin, il Direttore del Dipartimento di Medicina animale, produzioni e salute dell’Università di Padova Alessandro Zotti, la Direttrice generale dell’Organizzazione mondiale della sanità animale (WOAH) Emmanuelle Soubeyran, e il Consulente veterinario senior USDA APHIS presso la FAO, Amy Delgado.

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Fonte: IZS Venezie




Nel cervello umano micro e nanoplastiche. Uno studio italiano spiega le conseguenze

microplasticheIn occasione del Planetary Health Festival, Il Festival Italiano della Salute Planetaria, svoltosi a Verona dal 3 al 5 ottobre, si è tenuto un panel dedicato a un tema di crescente rilevanza globale: l’impatto invisibile delle micro e nanoplastiche (MNP) sulla salute umana. Durante l’incontro, è stato presentato lo studio intitolato Tutta la plastica che non vediamo. Rapporto sulla presenza delle micro e nanoplastiche nel corpo umano, commissionato da VERA Studio a un gruppo di esperti dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
La ricerca, condotta dal professor Raffaele Marfella, del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Avanzate, dal professor Pasquale Iovino, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Biologiche e Farmaceutiche, e dal dottor Francesco Prattichizzo, dell’IRCCS MultiMedica, Polo Scientifico e Tecnologico di Milano, si propone di colmare una lacuna significativa nella letteratura scientifica: l’assenza di una meta-analisi che documenti l’accumulo di micro e nanoplastiche negli organi umani e il loro impatto sulla salute.

Micro e nanoplastiche ovunque. Anche nel cervello e nella placenta

Negli ultimi anni, ricercatori da tutto il mondo hanno iniziato a esplorare l’accumulo di MNP nel corpo umano e le loro potenziali conseguenze per la salute. Il Rapporto sintetizza le fonti di esposizione alle MNP, le tipologie di queste particelle e le associazioni patologiche connesse.

Durante la presentazione, sono emerse informazioni di grande interesse per la comunità scientifica. Le concentrazioni più elevate di MNP sono state riscontrate in organi di vitale importanza come il cervello, la placenta e l’albero cardiovascolare. Per esempio, nel cervello, i livelli di MNP riscontrati in un cervello di peso medio di un adulto corrispondono all’equivalente di un terzo di una bottiglia di plastica da 1,5 litri.

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Fonte: foodandtec.com




L’IZSVe supporta l’Ucraina per la diagnosi, la sorveglianza e il controllo della rabbia

Dal 23 settembre al 4 ottobre 2024, grazie al supporto finanziario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) ha ospitato un corso di formazione di due settimane dal titolo “Migliorare la capacità di laboratorio per una migliore sorveglianza e controllo della rabbia” per supportare l’Ucraina, dove il contesto di due anni di guerra ha contribuito alla diffusione della rabbia incrementando le preoccupazioni relative a questa malattia per la salute pubblica. Il corso ha visto la partecipazione di quattro veterinari che lavorano presso diversi laboratori veterinari regionali in Ucraina, e si è tenuto presso la sede centrale dell’IZSVe a Legnaro (Padova).

Nonostante la rabbia sia scomparsa nell’Europa occidentale, il continente non è esente dalla malattia; in particolare, la volpe rossa (Vulpes vulpes) rimane il serbatoio principale del virus nell’Europa orientale. Un’efficace sorveglianza attiva e passiva, una diagnosi accurata e una vaccinazione di massa sono fattori critici per controllare ed eliminare progressivamente la malattia nel serbatoio animale, riducendo così il suo impatto significativo sulla salute pubblica. Di recente, è aumentata la preoccupazione per la diffusione della rabbia in Ucraina. Dall’inizio della guerra, si è registrato infatti un aumento significativo di animali randagi e un calo della copertura vaccinale sia tra la fauna selvatica (come le volpi) che tra gli animali domestici (tra cui cani e gatti). Inoltre, si è registrato una crescita notevole dei casi segnalati di morsi umani da parte di animali domestici e selvatici, insieme a un aumento significativo dei trattamenti di profilassi antirabbica somministrati.

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Fonte: IZS Venezie




One Health Award 2024: successo per la terza edizione, oltre 2.000 partecipanti. I premiati

homepage - One Health AwardDomenica 13 ottobre, al Centro Internazionale di Formazione e Informazione Veterinaria (CIFIV) dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, l’autore e compositore David Monacchi, in dialogo con Giorgia Cardinaletti, giornalista Rai, ha trattato il tema del patrimonio eco-acustico delle foreste primarie. In quella che è stata una vera e propria Lectio magistralis, l’artista ha illustrato, con l’ausilio di immagini e suoni, l’ambizioso progetto Fragments of Extinction, una ricerca di lungo termine sul patrimonio dei suoni delle foreste primarie equatoriali più remote e ancora incontaminate del pianeta, basata su registrazioni 3D ad altissima definizione in Amazzonia, Bacino del Congo, Borneo.

Nelle conclusioni, Nicola D’Alterio, Direttore Generale dell’Istituto, ha ringraziato chi ha supportato e sostenuto concretamente l’evento, tra cui le Istituzioni nazionali e locali in primis, gli autorevoli ospiti, poi la parte organizzativa e tutto il personale dell’Istituto che, ancora una volta, ha fatto squadra per portare la storia e l’attività dell’Ente su palcoscenici prestigiosi.

Mentre venivo qui stamattina ripensavo a un anno fa, eravamo in questo stesso luogo a chiudere tre giorni meravigliosi ‘passati’ sulle sponde del Mediterraneo: direi che ne abbiamo fatta di strada nel corso di quest’anno… dal Nord Africa ci siamo spinti fino al cuore del continente e poi giù fino in Namibia. L’Africa è stata e sarà la Frontiera del nostro impegno come Istituto. Lo abbiamo ripetuto spesso da venerdì a oggi. L’Istituto lavora in Africa da quasi 40 anni. Tanto abbiamo imparato in questi decenni e tanto ancora dobbiamo imparare, in uno scambio che è sempre reciproco” ha dichiarato D’Alterio.
Una cosa di cui sono certo è che siamo sulla strada giusta. Ma abbiamo bisogno di restare insieme. Da soli non c’è salute, non c’è salvezza per il pianeta” ha continuato il Direttore. “La Salute Unica rimane il nostro faro e sono fermamente convinto che questo evento ci aiuta ogni anno diffondere la cultura di One Health”.
“Vi posso assicurare che One Health Award non si ferma qui” ha concluso D’Alterio. “Certo, richiede sacrificio, ma come insegna l’etimologia della parola, si tratta di ‘sacrum facere’ ed è qualcosa di sacro quello che realizziamo da tre anni. Abbiamo già in testa qualche novità per il 2025 e la prossima destinazione del viaggio, ma l’orizzonte non cambierà: la Salute Unica per gli uomini, gli animali e il pianeta”.

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Fonte: vet33.it




Non solo virus. Nuovi rischi aumentano la minaccia di pandemia su scala globale. Il rapporto del Gpmb

I recenti focolai del virus di Marburg, dell’Mpox e dell’ultimo ceppo di influenza aviaria (H5N1) ci ricordano la vulnerabilità del mondo alle pandemie. Solo nel 2024 si sono già verificati 17 focolai di malattie pericolose. Ogni nuovo focolaio mette a nudo le falle dell’attuale architettura di prevenzione delle pandemie e della preparazione globale a rispondere ai focolai di malattie.

Secondo un nuovo rapporto del Global Preparedness Monitoring Board (GPMB), una pletora di rischi aumenta la probabilità di nuove pandemie. Il rapporto, lanciato in occasione del 15° Vertice Mondiale della Sanità di Berlino, delinea 15 fattori chiave del rischio pandemico, classificati in cinque gruppi distinti: sociale, tecnologico, ambientale, economico e politico.

Il GPMB, un’iniziativa sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Banca Mondiale, tiene traccia dei fattori di rischio pandemico e supervisiona la preparazione globale. Il rapporto sottolinea l’urgenza di comprendere la vulnerabilità globale alle minacce e chiede una reimpostazione radicale dell’approccio collettivo alla preparazione alle pandemie.

La mancanza di fiducia tra i Paesi e all’interno di essi, l’iniquità, gli allevamenti intensivi e la probabilità di incroci tra uomo e animale sono tra le minacce principali delineate nel rapporto. Il rapporto identifica anche nuovi rischi al di fuori dei tradizionali fattori sanitari.

La connettività digitale ha permesso agli scienziati di sequenziare e condividere rapidamente i dati sugli agenti patogeni e di personalizzare le risposte sempre più velocemente. Tuttavia, questa impronta digitale lascia esposti i sistemi sanitari e le società. Gli attacchi informatici, l’aumento delle minacce alla biosicurezza e la rapida diffusione della disinformazione aumentano il rischio di pandemia.

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Fonte: quotidianosanita.it




Scienza: l’IA scopre oltre 160.000 nuove specie di virus

L’intelligenza artificiale, AI, ha scoperto 161.979 nuove specie di virus a RNA, il che, secondo i ricercatori, migliorerà notevolmente la mappatura della vita sulla Terra e potrebbe aiutare a identificare molti altri milioni di virus ancora da caratterizzare. Lo dimostra uno studio guidato da Edwards Holmes, della School of Medical Sciences della Facoltà di Medicina e Salute dell’Università di Sydney, pubblicato su Cell. Lo studio è il più grande lavoro di scoperta di specie virali mai pubblicato. “Ci è stata offerta una finestra su una parte altrimenti nascosta della vita sulla Terra, rivelando una notevole biodiversità”, ha dichiarato Holmes, autore senior del lavoro. “Si tratta del maggior numero di nuove specie virali scoperte in un unico studio, che amplia in modo massiccio la nostra conoscenza dei virus che vivono tra noi”, ha dichiarato Holmes. “Trovare così tanti nuovi virus in un colpo solo è sbalorditivo e non fa che scalfire la superficie, aprendo un mondo di scoperte”, ha continuato Holmes. “Ce ne sono altri milioni da scoprire e possiamo applicare lo stesso approccio all’identificazione di batteri e parassiti”, ha proseguito Holmes. Sebbene i virus a RNA siano comunemente associati alle malattie umane, si trovano anche in ambienti estremi in tutto il mondo e potrebbero persino svolgere un ruolo chiave negli ecosistemi globali. In questo studio sono stati trovati nell’atmosfera, nelle sorgenti calde e nelle bocche idrotermali. “Il fatto che gli ambienti estremi ospitino così tanti tipi di virus è solo un altro esempio della loro fenomenale diversità e della loro tenacia nel vivere negli ambienti più difficili, e potenzialmente ci fornisce indizi su come sono nati i virus e altre forme di vita elementari”, ha affermato Holmes. I ricercatori hanno costruito un algoritmo di apprendimento profondo, LucaProt, per calcolare grandi quantità di dati di sequenze genetiche, tra cui genomi di virus lunghi fino a 47.250 nucleotidi e informazioni genomicamente complesse per scoprire più di 160.000 virus

“La stragrande maggioranza di questi virus era già stata sequenziata e si trovava in banche dati pubbliche, ma erano così divergenti che nessuno sapeva cosa fossero”, ha detto Holmes. “Costituivano quella che viene spesso definita ‘materia oscura’ delle sequenze”, ha precisato Holmes. “Il nostro metodo di intelligenza artificiale è stato in grado di organizzare e classificare tutte queste informazioni disparate, facendo luce per la prima volta sul significato di questa materia oscura”, ha aggiunto Holmes. Lo strumento di intelligenza artificiale è stato addestrato a calcolare la materia oscura e a identificare i virus in base alle sequenze e alle strutture secondarie delle proteine che tutti i virus a RNA utilizzano per la replicazione. L’IA è stata in grado di accelerare in modo significativo la scoperta dei virus che, se si utilizzassero i metodi tradizionali, richiederebbe molto tempo. “Per la scoperta dei virus ci affidavamo a noiose pipeline bioinformatiche, che limitavano la diversità che potevamo esplorare, ora disponiamo di un modello basato sull’intelligenza artificiale molto più efficace, che offre una sensibilità e una specificità eccezionali e, allo stesso tempo, ci permette di approfondire la diversità virale”, ha sottolineato Mang Shi, coautore della Sun Yat-sen University e responsabile istituzionale dello studio.

“Abbiamo intenzione di applicare questo modello in diverse applicazioni”, ha annunciato Shi. ”LucaProt rappresenta un’integrazione significativa tra la tecnologia AI all’avanguardia e la virologia, dimostrando che l’AI può svolgere efficacemente compiti di esplorazione biologica”, ha osservato Zhao-Rong Li, ricercatore presso l’Apsara Lab di Alibaba Cloud Intelligence.” Questa integrazione – ha precisato Li – fornisce preziose intuizioni e incoraggia l’ulteriore decodifica delle sequenze biologiche e la decostruzione dei sistemi biologici da una nuova prospettiva”. “Continueremo inoltre la nostra ricerca nel campo dell’IA per la virologia”, ha commentato Li. “L’ovvio passo successivo è quello di addestrare il nostro metodo per trovare un numero ancora maggiore di questa straordinaria diversità, e chissà quali altre sorprese sono in serbo”, ha concluso Holmes.

Fonte: AGI




Una nuova frontiera naturale per zootecnia a agricoltura: studio sulle applicazioni della bava di lumaca

E’ stato istituito a Cherasco, sede del Polo Elicolo (allevamento chiocciole) più avanzato d’Europa, il primo gruppo di studio al mondo per l’applicazione della bava di lumaca – nota da tempo per le sue proprietà terapeutiche sull’uomo – in zootecnia per la cura delle mastiti bovine e in agricoltura per migliorare la resilienza delle colture ai cambiamenti climatici.

Alla presentazione ha partecipato anche Romano Marabelli, Advisor della Direzione Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (WOAH).

Comunicato stampa




Dagli studi su un verme il Premio Nobel per la Medicina!

Ad un anno di distanza dal Premio Nobel assegnato a Katalin Karikó e Drew Weissman per la rivoluzionaria tecnologia dell’RNA messaggero (mRNA), grazie alla quale sono stati messi a punto i vaccini anti-Covid che hanno consentito di salvare centinaia di milioni di vite umane, e’ ancora una volta l’RNA a prendersi la scena del Nobel per la Medicina, che è stato appena conferito a Victor Ambros e Gary Ruvkun per la scoperta dei “micro-RNA”. Si tratta di brevi sequenze di RNA non codificanti ma al contempo regolanti l’attività dei geni umani ed animali, la cui funzione potra’ risultare a seconda dei casi stimolata oppure inibita, con tutte le straordinarie ricadute che ciò potrà avere nella lotta sia ai tumori sia alle patologie cardiovascolari e neurodegenerative financo alle malattie infettive. Quasi per paradosso, verrebbe da dire, queste ultime fattispecie sembrano accomunare sia le potenziali applicazioni sia i futuri sviluppi delle tecnologie dell’mRNA e dei micro-RNA, pur nelle sostanziali differenze che ne governano le relative funzioni biologiche ed i rispettivi meccanismi d’azione.

Non tutti sanno, inoltre, che la scoperta dei micro-RNA si deve agli studi effettuati su Caenorhabditis elegans, un verme lungo un solo millimetro e composto da un migliaio di cellule, il cui numero rimane costante per il suo intero arco vitale. Quest’ultima costituisce, giustappunto, la principale caratteristica biologica per la quale questo nematode e’ stato e continua ad essere tuttora, da oltre 60 anni, oggetto di innumerevoli ricerche finalizzate a comprendere i meccanismi coinvolti nella “morte, rigenerazione e differenziazione cellulare”. Faccio riferimento, in particolar modo, all’ “apoptosi” (alias “morte cellulare programmata”), i cui geni responsabili vennero identificati, in prima battuta, grazie agli studi condotti su C. elegans, negli anni sessanta, da Sydney Brenner, il quale 40 anni piu’ tardi – nel 2002, per la precisione – venne insignito del Premio Nobel per la Medicina insieme ai Colleghi Robert Horvitz e John Sulston.

Historia Magistra Vitae, tanto più quando si pensi che ad un verme il genere umano deve immensa gratitudine!

 

 

Giovanni Di Guardo, DVM, Dipl. ECVP,

Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo