Giornata mondiale delle malattie tropicali neglette

Unirsi e ad agire per affrontare le disuguaglianze che causano le malattie tropicali trascurate (NTD) e a fare investimenti coraggiosi e sostenibili per liberare circa 1,62 miliardi di persone, nelle comunità più vulnerabili del mondo, da un circolo vizioso di malattie e povertà”.

Questo l’invito dell’Oms ai leader dei Governi e alle comunità lanciato in occasione della Giornata mondiale delle malattie tropicali neglette 2024. Un gruppo di malattie prevenibili e curabili che colpiscono circa 1,65 miliardi di persone in tutto il mondo,

Lo scopo della Giornata è quindi quello di elevare il profilo delle malattie tropicali trascurate e di raccogliere sostegno per il loro controllo, eliminazione ed eradicazione, in linea con gli obiettivi programmatici stabiliti nella road map NTD 2021-2030 e gli impegni della Dichiarazione di Kigali

Dalla Dengue e chikungunya alla Leishmaniosi e alla Malattia di Chagas fino alla lebbra, sono solo alcune delle malattie tropicali neglette ricordate dall’Oms.

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Fonte: quotidianosanita.it




Persistenza dei pericoli microbiologici negli ambienti di produzione e lavorazione di alimenti e mangimi

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha chiesto al Gruppo di Esperti scientifici sui Pericoli Biologici (BIOHAZ) di formulare un parere scientifico sulla persistenza dei pericoli microbiologici negli ambienti di produzione e trasformazione di alimenti e mangimi, esclusa la produzione primaria. Nell’ambito di questo mandato, la “persistenza” microbica è stata definita come la capacità di un determinato organismo di stabilirsi in nicchie (o siti di rifugio) all’interno degli ambienti di produzione e trasformazione di alimenti e mangimi per un lungo periodo, nonostante la frequente applicazione di pulizia e disinfezione.

La persistenza richiede un’esistenza prolungata (che si estende per mesi o anni) di solito con moltiplicazione del microrganismo. Gli ambienti per la produzione di mangimi sono stati limitati agli ambienti degli impianti di produzione e lavorazione di mangimi per animali destinati alla produzione di alimenti.

Gli ambienti di produzione alimentare comprendono quelli in cui gli alimenti di origine animale o non animale sono prodotti o trasformati industrialmente. I settori considerati sono stati: (i) mangimi per la produzione animale, (ii) carne (compresi i macelli e gli impianti di trasformazione), (iii) pesce e frutti di mare, (iv) prodotti lattiero-caseari, (v) uova e ovoprodotti, (vi) frutta e verdura (comprese le erbe aromatiche) e (vii) alimenti a bassa umidità.

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Fonte: Ruminantia




Lista Rossa degli ecosistemi d’Italia

albero, proteggereL’approccio ecosistemico rappresenta la strategia più efficace per la conservazione della piena efficienza strutturale e funzionale del capitale naturale, in accordo con quanto sancito a livello internazionale dalla Convenzione sulla Diversità Biologica (Nazioni Unite, 1992) e come ampiamente riconosciuto dalla comunità scientifica.

La Lista Rossa degli Ecosistemi italiani, come tutte le Liste Rosse,  presenta il percorso metodologico seguito e i risultati della valutazione del rischio di collasso degli ecosistemi in Italia nell’ambito del progetto che la Società Botanica Italiana ha svolto sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

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Fonte: IUCN




Un nuovo approccio diagnostico per la Brucellosi canina

La brucellosi canina, una malattia infettiva causata dal batterio Brucella canis , rappresenta una crescente preoccupazione, non solo per gli amanti dei cani e per il mondo degli allevamenti di questi animali, ma potenzialmente anche per la salute umana. Individuare rapidamente i casi e verificare l’evoluzione delle infezioni diventa così un passo cruciale per conoscere meglio la patologia e il microrganismo che ne è responsabile.

La diagnosi certa di brucellosi canina si ha solo con l’isolamento del batterio (il cosidetto “gold standard”) nel sangue dell’animale che si sospetta sia infettato. Ma individuare direttamente il microrganismo significa utilizzare tecniche batteriologiche e molecolari piuttosto complesse, che richiedono tempo e che sono poco adatte quando si ha a che fare con una popolazione numerosa di cani, come ad esempio un allevamento. Esistono anche metodi indiretti, i cosiddetti sierologici, che mirano ad individuare gli anticorpi contro il batterio nel sangue dell’animale. Un team di ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo (IZS-TE) ha ora condotto uno studio che punta a rendere più rapida ed efficiente la diagnosi di questa malattia, che da molto tempo rappresenta una vera sfida per i veterinari e gli operatori della salute animale in genere, sviluppando un protocollo diagnostico che prevede la combinazione di tre test sierologici.

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Fonte: IZS Teramo




1ª segnalazione in Italia di un’epidemia di mastite ovina causata da S. ruminantium

Veterinary Research, una delle riviste più prestigiose nell’ambito della veterinaria, ha pubblicato lo scorso mese di dicembre un lavoro a cura dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna dal titolo “Streptococcus ruminantium-associated sheep mastitis outbreak detected in Italy is distinct from bovine isolates”. La ricerca è stata proposta come “featured article”(articolo in evidenza) nella Homepage della rivista.
Veterinary Research è fra le prime 10 riviste veterinarie secondo il Journal Citation Repot (JCR) di Clarivate Analytics con quartile Q1. Dal 12 dicembre 2023, a distanza di oltre un mese, l’articolo è ancora fra i più visionati.

Il lavoro segnala, per la prima volta in Italia, la presenza dello Streptococcus ruminantium come agente responsabile di mastite negli ovini

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Approvato il Programma Nazionale Ecm 2023-2025

EcmArrivato il via libera dalla Commissione nazionale formazione continua dell’Agenas. La Fad ha visto una crescita pari al 40% nei due anni coincidenti con il periodo emergenziale. In diminuzione la formazione residenziale

La Commissione Nazionale Formazione Continua di Agenas, nella seduta del 17 gennaio scorso, ha approvato il Programma Nazionale Ecm 2023-2025. Il documento “collocandosi all’inizio del mandato triennale della nuova Commissione nazionale, intende fornire quel richiamato sistema di pianificazione pluriennale delle attività della Cnfc previsto dall’Accordo Stato Regioni e, al contempo, specificare le priorità da attuare già a partire dal 2024” precisa l’Agenas che sottolinea come il nuovo Programma “persegue l’obiettivo di spingere l’intero impianto ad un ammodernamento complessivo, garantendo la migliore formazione possibile a tutte le professioni sanitarie e, in ultima istanza, la migliore tutela della salute del cittadino”. Allo stato, il sistema Ecm “si caratterizza per numeri imponenti se relazionati al settore di pertinenza. Basti pensare che solo a livello nazionale sono attualmente accreditati 1.043 provider. Nei singoli sistemi regionali sono poi accreditati numerosi altri provider rappresentati per lo più dalle aziende
sanitarie pubbliche”.

Il documento evidenzia come la pandemia da Sars-Cov-2 ha acceso i riflettori sull’opportunità di una riflessione sul sistema di formazione Ecm. “In tale solco, i lavori della Commissione, nel triennio 2020-2022, sono stati orientati – spiega l’Agenzia – al ripensamento sia in termini di contenuto, con l’introduzione di tematiche di interesse nazionale legate all’emergenza, sia in termini di metodologie formative, con l’incremento della formazione a distanza e la previsione di tipologie formative ibride (residenziali ed a distanza).
Si è infatti assistito ad un aumento del 532% degli accreditamenti degli eventi Fad tra il 2019 e il 2020 e del 788% tra il 2019 e 2021. In termini generali, la Fad ha visto una crescita pari al 40% nei due anni coincidenti con il periodo emergenziale (2020-2021). Nello specifico, gli eventi Fad erogati nel triennio 2020/2022 sono stati: 15.058 per l’anno 2020, 10.034 per l’anno 2021, 10.787 per l’anno 2022.

Quanto invece alla formazione residenziale (Res), durante la pandemia, le disposizioni governative hanno portato a una significativa riduzione degli eventi di tale tipologia di formazione pari al 180%. Nello specifico, la formazione Res è passata da 32.638 eventi per l’anno 2019, a 8.118 eventi per l’anno 2020 aumentando a 11.665 eventi per l’anno 2021, fino ad arrivare a 22.141 nel 2022. Da ultimo, in riferimento alla formazione sul campo (Fsc), che si svolge in “contesti lavorativi qualificati”, si rileva una diminuzione del 30% degli eventi inseriti a sistema nel 2020 rispetto a quelli erogati nell’anno 2019 con 520 eventi registrati. Nell’anno 2021, si è registrata una ripresa della Fsc con un aumento del 19% degli eventi rispetto a quelli del 2019 ovvero 1237 eventi registrati. Questo trend positivo è proseguito nel 2022 con 1.773 eventi di Fsc registrati.




Rafforzamento dei servizi sanitari, prevenzione e approccio One Health: le priorità del G7 salute

Il 1° gennaio 2024 l’Italia ha assunto, per la settima volta, la Presidenza del G7: il gruppo che riunisce Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti d’America. Il G7, al quale partecipa anche l’Unione Europea, è unito da valori e principi comuni e ricopre un ruolo insostituibile nella difesa della libertà e della democrazia e nella gestione delle sfide globali.

La Presidenza italiana durerà fino al 31 dicembre 2024 e prevede un fitto programma di riunioni tecniche ed eventi istituzionali che si articolerà lungo tutto il territorio nazionale.

Il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, in occasione della Conferenza ministeriale Salute OCSE a Parigi il 22 e 23 gennai ha illustrato le tre priorità del G7 salute in Italia: rafforzamento dei servizi sanitari, prevenzione e approccio One Health.

La Presidenza Italiana raccoglie il testimone delle presidenze precedenti, in particolare continuando ad affrontare il tema fondamentale dell’Architettura Globale della Salute” ha detto il Ministro Schillaci durante il suo intervento ricordando che il G7 salute si articolerà in numerosi eventi con i primi working group a febbraio per culminare nell’incontro ad Ancona il prossimo ottobre.

È importante – ha sottolineato il Ministro Schillaci – che dopo diversi anni una Conferenza di rango ministeriale abbia posto nuovamente la giusta attenzione sul tema della salute che, lo ricordo, è un investimento sia in termini di benessere per la popolazione sia di sostenibilità sociale ed economica. Ho riscontrato grande interesse per il G7 salute e i temi su cui siamo chiamati a confrontarci e a gestire: dal potenziamento dell’architettura sanitaria globale, per rafforzare i servizi, alla prevenzione per garantire più anni di vita in salute. Abbiamo condiviso la necessaria centralità dell’approccio One Health per una maggiore integrazione tra salute umana, animale e tutela dell’ambiente e l’urgenza di contrastare l’antimicrobico resistenza. Altre tematiche centrali che ci vedranno impegnati riguardano la sanità digitale e l’intelligenza artificiale, strumenti con una grande potenzialità per ridurre le disuguaglianze e migliorare l’assistenza territoriale. Abbiamo davanti obiettivi importanti e contiamo sul supporto dei nostri partner al G7”.

Il Ministro ha anche ricordato gli interventi e le misure adottati in Italia per rafforzare il servizio sanitario nazionale. “Stiamo lavorando – ha spiegato – per costruire reti di prossimità con l’obiettivo di ottenere un’efficace integrazione tra ospedali e strutture territoriali ridistribuendo risorse e servizi secondo i principi di appropriatezza, centralità del paziente e continuità delle cure. Un’altra componente su cui ci siamo concentrati è la necessità di maggiore innovazione, ricerca e digitalizzazione”.

 




Relazione sulla resistenza agli antimicrobici negli animali destinati alla produzione di alimenti e nelle carni derivate

Pubblicata la Relazione sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali negli animali destinati alla produzione di alimenti e nelle carni derivate (2014-2021),
La relazione, in linea con gli obiettivi definiti nel Piano Nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza (PNCAR) 2022-2025, è frutto della collaborazione tra il Ministero della Salute e il Centro di Referenza Nazionale per l’Antibioticoresistenza e National Reference Laboratory for Antimicrobial Resistance (CRN-NRL-AR) dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana.

Nel settore veterinario italiano, l’attività di monitoraggio dell’antibiotico-resistenza è attuata, dal 2014, sulla base della decisione 2013/652/UE, sostituita poi dalla decisione (UE) 2020/1729. In accordo a tale normativa, il Ministero della Salute (Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari e Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione), in collaborazione con il CRN-NRL-AR, emana annualmente un Piano di Monitoraggio Nazionale sulla resistenza agli antimicrobici (Piano AMR), che prevede l’esecuzione di test di sensibilità agli antibiotici su isolati batterici su provenienti da campioni rappresentativi (contenuto intestinale e carne fresca) della popolazione nazionale di polli da carne e tacchini da ingrasso negli anni pari (2014-2016-2018-2020), e di suini da ingrasso e bovini di età inferiore ai 12 mesi negli anni dispari (2015-2017-2019-2021).

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Fonte: Ministero della Salute




Aerosol microbici, opportuno includerli nelle indagini epidemiologiche!

Anche il 2023 non ha smentito la triste fama dell’ottennio (2015-2022) che l’ha  preceduto, caratterizzandosi giustappunto come il più caldo degli ultimi 140 anni (Witze, 2024)!

Tra i numerosi fattori che sono alla base di un siffatto, allarmante fenomeno le aumentate concentrazioni di gas serra (anidride carbonica e metano, in primis) nell’atmosfera giocano senza alcun dubbio un ruolo di primaria importanza, atteso che mai prima d’ora erano stati registrati livelli così alti di CO2 (Witze, 2024).

Di pari passo con l’innalzamento delle temperature medie globali stiamo assistendo ad un progressivo, preoccupante incremento di eventi meteo-climatici estremi, rispetto ai quali siccità ed alluvioni (come quelle verificatesi lo scorso anno in Emilia-Romagna ed in Toscana) rappresentano due facce della stessa medaglia.

Dell’innalzamento delle temperature medie globali potrebbero plausibilmente approfittare una serie di microorganismi patogeni, virali e non, notoriamente dotati di un’elevata resistenza ambientale, nel cui novero andrebbero senz’altro inclusi i due DNA-virus del vaiolo delle scimmie (Monkeypox Virus, Mpx) – già classificato ad opera dell’Organizzazione Mondiale della Sanità come un agente responsabile di una “emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale” (“public health emergency of international concern“, PHEIC) (Rheinbaben et al, 2007) – e della peste suina africana, che nel recente passato ha provocato e sta tuttora determinando ingentissimi danni agli allevamenti ed all’industria suinicola di molti Paesi (Mazur-Panasiuk et al., 2019), nonché i prioni – responsabili dell’encefalopatia spongiforme bovina, alias “morbo della mucca pazza”, l’unica malattia prionica a carattere zoonosico, cioè trasmissibile dagli animali all’uomo (Di Guardo, 2015) – e numerosi batteri sporigeni, quali Bacillus anthracis, Clostridium tetani e C. botulinum.

In un siffatto contesto, la possibilità che i venti, le correnti ed altri fattori metereologici possano veicolare i succitati agenti patogeni (ed altri ancora, accomunati agli stessi da un’elevata resistenza nei confronti dell’inattivazione chimico-fisica) a distanza, anche notevole, rispetto al sito in cui uno o più ospiti infetti li avessero eliminati dovrebbe essere tenuta in debita considerazione.

A tal proposito, infatti, numerosi studi condotti nel corso degli ultimi decenni hanno chiaramente dimostrato che gli aerosol originanti dai mari e dagli oceani (“sea spray aerosols“) presentano una composizione ben più complessa di quella immaginata (ovvero salina), dal momento che al proprio interno ospiterebbero un miscuglio di molecole proteiche, enzimi, acidi grassi e zuccheri, oltre ad una flora microbica composta da svariati agenti di natura batterica e virale (Schiffer et al., 2018).

Ne deriva che l’inclusione (anche) degli aerosol tra i fattori di rilevanza eco-epidemiologica nelle indagini finalizzate a chiarire l’origine di focolai di malattie infettive sostenute da agenti dotati di straordinaria resistenza ambientale potrebbe rivelarsi di grande ausilio in tutti quei casi in cui la stessa dovesse apparire indefinita, se non addirittura indecifrabile.

Va da sé, infine, che un siffatto esercizio presuppone una stretta, costante e permanente sinergia fra Medici e Veterinari e, nondimeno, una forte integrazione di competenze e saperi multidisciplinari, in una sana ottica di “One Health”, la salute unica di uomo, animali ed ambiente.

Repetita Iuvant!

Bibliografia

1) Di Guardo G. (2015). Encefalopatie Spongiformi Transmissibili. In: Marcato P.S. Patologia Sistematica Veterinaria, Seconda Edizione, Edagricole-Il Sole 24 Ore, Bologna.
2) Mazur-Panasiuk N., Żmudzki J., Woźniakowski G. African Swine Fever Virus: Persistence in Different Environmental Conditions and the Possibility of its Indirect Transmission (2019). J. Vet. Res. 13;63(3):303-310. doi: 10.2478/jvetres-2019-0058.
3) Rheinbaben F.V. Gebel J., Exner M., Schmidt A. (2007). Environmental resistance, disinfection, and sterilization of poxviruses. In: Mercer A.A., Schmidt A., Weber O. (Eds.) Poxviruses. Birkhäuser Advances in Infectious Diseases. Birkhäuser Basel. https://doi.org/10.1007/978-3-7643-7557-7_19.
4) Schiffer J.M., Mael L.E.,Prather K.A., Amaro R.E., Grassian V.H. (2018). Sea spray aerosol: Where marine biology meets atmospheric chemistry. ACS Central Science 4(12):1617-1623.
5) Witze A. (2024). Earth boiled in 2023: Will it happen again in 2024? Nature https://doi.org/10.1038/d41586-024-00074-z.

Giovanni Di Guardo, DVM, Dipl. ECVP,
Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo

 




Novel food in Italia: 4 varietà di insetti autorizzate al commercio

InsettiDa ora in poi, in Italia, si potranno produrre, vendere e comperare alimenti realizzati a partire da quattro diverse varietà di insetti, in forma congelata, essiccata oppure in polvere: nello specifico, si tratta di prodotti derivati da larva gialla (Tenebrio molitor), Locusta migratoria, grillo domestico (Acheta domesticus) e verme della farina minore (Alphitobius diaperinus). Il 29 dicembre scorso, infatti, sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale quattro Decreti che ne regolano la commercializzazione.

Il regolamento europeo
L’Efsa ha autorizzato il consumo umano di queste farine già a partire dal 2021, benché il regolamento europeo sui nuovi alimenti risalga al 2015. I novel food – così sono chiamati questi prodotti – sono soggetti ai requisiti di etichettatura stabiliti nel Regolamento (Ue) n. 1169/2011, ma la normativa europea ammetta la fornitura di informazioni aggiuntive da parte di ciascun Paese membro.

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Fonte: vet33