Le nuove sfide nella gestione del COVID-19: l’esperienza dei Servizi di prevenzione

Nella fase di convivenza con il COVID-19, la comunità rappresenta il luogo dove si “gioca” il controllo dell’epidemia ma dove, allo stesso tempo, si possono trovare nuove opportunità per interventi di prevenzione e promozione della salute. Ciò è confermato dall’esperienza sul campo dei professionisti che, nella fase di emergenza e in quella successiva al lockdown sono stati impegnati sul territorio.

I ricercatori ISS hanno raccolto le riflessioni di alcuni operatori che lavorano nei Dipartimenti di Prevenzione di Regioni diverse (Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio, Calabria) e che svolgono attività differenziate in base alle loro specifiche professionalità.

Contattati telefonicamente o per e-mail, gli operatori hanno raccontato la propria esperienza professionale all’interno dei Dipartimenti di Prevenzione, mettendo in evidenza aspetti e questioni che sarebbe opportuno prendere in considerazione per affrontare l’attuale fase di emergenza. Le riflessioni raccolte, organizzate e raggruppate per argomenti, riflettono quanto pubblicato in diversi documenti e articoli scientifici e rappresentano una risorsa da non disperdere in quanto strumenti preziosi per individuare nodi problematici e punti di forza, che possono incidere sulla capacità di risposta dei servizi del territorio, alla luce dell’impatto diversificato della pandemia tra le Regioni e delle differenze di risorse umane ed economiche di cui dispongono i Dipartimenti di Prevenzione nelle diverse realtà locali.

Questi i temi affrontati:

  • Il ruolo fondamentale dell’organizzazione
  • L’importanza del lavoro in équipe e della comunicazione
  • La contaminazione delle competenze
  • L’importanza di un sistema gestionale informatizzato
  • I punti di forza per la gestione dello stress
  • I problemi da affrontare



Vaccini: Iss, test in vitro alternativo a quello su animali

logo ISS

Un metodo in vitro per controllare i lotti di vaccino, affinché siano sicuri prima del loro rilascio in commercio, può costituire una valida alternativa al controllo condotto attualmente sugli animali. In particolare, si tratta del saggio di attivazione monocitaria (MAT) che serve ad identificare l’eventuale presenza di molecole – definite pirogeni – che possono indurre indesiderati processi febbrili. La messa a punto e ottimizzazione del saggio sono frutto dell’attività di ricerca di un gruppo di ricercatori dell’ISS, pubblicata sulla rivista ALTEX e finanziata dall’Innovative Medicine Initiative nell’ambito del progetto “Vaccine batch to vaccine batch comparison by consistency testing” VAC2VAC. “Questo metodo costituisce una valida alternativa al saggio dei pirogeni attualmente condotto nei conigli – dichiara Eliana M. Coccia, primo ricercatore del Reparto di Immunologia nel Dipartimento di Malattie Infettive (ISS) a capo del team di ricerca – ed è perciò in linea con la Direttiva 2010/63/EU sulla protezione degli animali utilizzati ai fini scientifici. In particolare, nel saggio MAT i vaccini sono testati direttamente sui monociti umani presenti nel sangue periferico, che rappresentano le principali cellule in grado di attivarsi in presenza di pirogeni. Queste cellule rilasciano sostanze che inducono l’infiammazione, provocando quindi la febbre, come l’interleuchina 6 (IL-6), IL-1β e il tumor necrosis factor alpha (TNF-α). Rilevandone l’eventuale presenza è possibile quindi stabilire se ci sono pirogeni nel vaccino da testare”. Nello studio, “il MAT è stato ottimizzato per determinare il contenuto di pirogeni del vaccino umano contro l’encefalite da zecca – continua l’esperta con cui hanno collaborato anche Christina von Hunolstein e Andrea Gaggioli del Centro Nazionale per il Controllo e la Valutazione dei Farmaci (ISS) – ma la sua applicazione può potenzialmente essere estesa a molti altri vaccini per uso umano”. “Il valore aggiunto di questo saggio – aggiunge Marilena P. Etna, ricercatore del team ISS – consiste anche nel potere eseguire le rilevazioni dei pirogeni in vaccini destinati all’uomo su una piattaforma basata su cellule umane che possiedono una sensibilità più adeguata rispetto a quanto rilevabile nel coniglio”. “In questo contesto – conclude Eliana Coccia – grazie all’esperienza acquisita con la messa a punto del saggio MAT, l’Istituto Superiore di Sanità si posiziona tra i pochi laboratori ufficiali di controllo europei che al momento sono in grado di eseguire questo saggio, promuovendo e contribuendo in maniera fattiva alla messa a punto di strategie alternative all’utilizzo degli animali”.




COVID-19. La prima epidemia a evolvere in panzoozia?

E’ pubblicato su “Veterinaria Italiana”, la Rivista di Sanità Pubblica Veterinaria edita dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”, l’articolo “Is COVID-19 the first pandemic that evolves into a panzootic?” di Ilaria Capua e Rania Gollakner del One Health Center of Excellence, University of Florida

SARS-CoV-2 è un virus zoonotico  che diffondendosi tra gli esseri umani è diventato una pandemia. La trasmissione del virus si è verificata anche da esseri umani a cani, gatti domestici, tigri e leoni.

Maiali, gatti, furetti  e primati sono stati identificati come suscettibili a SARS-CoV-2. Le potenziali implicazioni indicano la necessità di strategie di sorveglianza, intervento e gestione nell’’ottica One Health per mitigare gli effetti sulla popolazione animale.

Leggi l’articolo




Il World One Health Congress rinviato a ottobre

One health congressoA causa della pandemia COVID-19, il Comitato Organizzatore del 6° Congresso Mondiale della Salute Unica ha deciso di rinviare il Congresso che si sarebbe dovuto tenere a Edimburgo, in Scozia dal  14 al 18 giugno 2020

L’evento si terrà dal 30 ottobre al 3 novembre 2020 nella stessa sede e  si concluderà dunque in coincidenza con la giornata mondiale “One Health” che si celebra ogni anno il 3 novembre.

Anche il programma subirà delle varioni che vedranno l’introduzione di una sessione extra su SARS-CoV-2/COVID-19 con particolare attenzione a: patogenesi e manifestazioni cliniche, virologia ed epidemiologia, strategie di intervento, gestione clinica e epidemica.

Tutte le registrazioni pervenute saranno tenute in considerazione per le nuove date così come rimangono in programmazione tutti gli abstract  accettati per la presentazioni, a meno che gli autori non desiderino diversamente.

Tutte le informazioni sul sito ufficiale del Congresso




‘Sars-CoV-2: Frontiere della ricerca’, un portale sul Coronavirus

covid-19Un team di ricercatori degli istituti di Biologia e patologia molecolari (Ibpm) e di Biomembrane, bioenergetica e biotecnologie molecolari (Ibiom) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), ha collaborato alla realizzazione del portale ‘Sars-CoV-2: Frontiere della ricerca’, che fa il punto sullo stato dell’arte delle conoscenze sul virus.

Il portale, in continuo aggiornamento, è edito da Zanichelli in collaborazione con la Società di biofisica e biologia molecolare (Sibbm).

Tra gli argomenti trattati: l’origine evolutiva del virus, i meccanismi che usa per riprodursi, quello che sappiamo sulla sua struttura e sul modo con cui entra nelle cellule umane, come si trasmette, quali sono gli effetti clinici, come reagisce l’organismo umano all’infezione, qual è lo stato della ricerca sui vaccini e sulle terapie.

Il portale contiene anche approfondimenti su aspetti rilevanti per la ricerca sanitaria, comel’epidemiologia, i test sierologici, le nuove tecnologie per la diagnosi –dagli strumenti molecolari all’intelligenza artificiale –, l’analisi bioinformatica e gli aspetti socio-psicologici della pandemia. I contributi saranno costantemente aggiornati e liberamente disponibili.

Indice dei contenuti attualmente presenti




Caratteristiche dei pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 in Italia – Aggiornamento

issL’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato l’aggiornamento bisettimanale del rapporto sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a COVID-19.

L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARSCoV-2 è 79 anni.
Al 20 aprile sono 238 dei 21.551 (1,1%) pazienti deceduti positivi all’infezione da SARS-CoV-2 di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 54 di questi avevano meno di 40 anni (34 uomini e 20 donne con età compresa tra 0 e 39 anni). Di 6 pazienti di età inferiore ai 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche, gli altri 38 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 10 non avevano diagnosticate patologie di rilievo.

 




Covid-19, i dossier di La Settimana Veterinaria

Dall’inizio dell’emergenza COVID-19 la rivista “La Settimana Veterinaria” sta dedicando dei dossier al tema.

Proponiamo la lettura di:

  • Medico Veterinario ai tempi del COVID-19 – pubblicato sul n°1136 del 1 aprile 2020
    Qual è il valore aggiunto di essere medico veterinario durante questa pandemia di Covid-1g? La formazione ricevuta, finalizzata a individuare e gestire un’epidemia di mandria, è stata utile in questo frangente? Quale il contraccolpo a livello professionale? Ecco il parere di alcuni medici veterinari, di zone diverse del territorio nazionale, alle prese con questa emergenza sanitaria 
  • Coronavirus: l’impatto sulla libera professione a livello internazionale –  pubblicato sul n°1337 del
    Il contraccolpo dell’emergenza sanitaria da coronavirus Sars-CoV-2 sulla libera professione medico veterinaria c’è stato, c’è e ci sarà. Qual è la situazione a livello dei vari Paesi? Ecco alcuni dati emersi da un sondaggio internazionale

ricordando che per questo periodo la casa editrice “Le Point Veterinaire Italie” ha deciso di mettere gratuitamente a disposizione di tutti coloro che vorranno richiederli, anche ai non abbonati, i propri periodici in versione PDF.




Impatto dell’epidemia COVID-19 sulla mortalità totale della popolazione residente primo trimestre 2020

È online il rapporto “Impatto dell’epidemia COVID-19 sulla mortalità totale della popolazione residente primo trimestre 2020” realizzato da ISS e ISTAT per fornire una lettura integrata dei dati epidemiologici di diffusione dell’epidemia di COVID-19 e dei dati di mortalità totale acquisiti e validati da ISTAT.

Si tratta della prima volta che l’Istat diffonde questa informazione riferita a un numero così consistente di comuni.

L’ampia base dati, relativa all’86% della popolazione residente in Italia, consente di valutare gli effetti dell’impatto della diffusione di Covid-19 sulla mortalità totale per genere ed età nel periodo iniziale e di più rapida diffusione del contagio: marzo 2020.

Fonte: ISS




ISS: i bollettini della sorveglianza integrata COVID-19 in Italia e l’analisi sui pazienti deceduti

issL’Istituo Superiore di Sanità ha pubblicato il documento “Epidemia COVID-19. Aggiornamento nazionale 6 aprile 2020”,  con l’appendice al bollettino con il dettaglio regionale  e l’infografica sulle caratteristiche dei pazienti deceduti positivi a COVID-19 in Italia.

E inoltre disponibile l’Indagine sul contagio da COVID-19 nelle RSA: on line il secondo rapporto




Giovanni Di Guardo: Quello che so sul Coronavirus cinese

Proponiamo la lettura della lettera del Prof. Giovanni Di Guardo, docente della Facoltà di Medicina veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo, pubblicata sulla rubrica “italians” del Corriere della Sera il 27 gennaio 2020

Caro BSev, sono professore di patologia generale e fisiopatologia veterinaria all’Università di Teramo e, poiché nutro uno sconfinato interesse nei confronti delle malattie infettive, soprattutto nei riguardi di quelle causate da agenti “zoonosici” – cioè in grado di effettuare il “salto di specie da animale a uomo” -, mi fa piacere e ritengo opportuno condividere insieme a voi alcune riflessioni sul coronavirus recentemente identificato in Cina, che sta generando preoccupazione e allarme non soltanto in quel Paese, ma un pò ovunque. Qual’è l’origine di questo nuovo patogeno, imparentato col virus della SARS e provvisoriamente denominato “2019-nCoV”? Un recentissimo lavoro avrebbe ascritto la fonte primaria dell’infezione umana ai serpenti (abitualmente consumati in Cina a scopo alimentare), nel cui organismo un coronavirus proveniente dai pipistrelli si sarebbe “ricombinato” con quello già presente negli stessi, dando in tal modo origine al “2019-nCoV”; altri autorevoli studiosi avrebbero tuttavia espresso dubbi in merito alla sopra citata “dinamica” di trasferimento del coronavirus in questione dagli animali all’uomo. Infatti, sebbene i due temibili predecessori del “2019-nCoV”, rappresentati dai coronavirus della SARS e della MERS, avrebbero compiuto il famigerato “salto di specie” passando rispettivamente all’uomo dai pipistrelli e dai dromedari, i rettili non rientrerebbero, a differenza di mammiferi e volatili, fra gli ospiti suscettibili ai coronavirus. In un Paese come la Cina, che ha peraltro adottato una serie di misure “draconiane” per il contenimento del nuovo coronavirus, l’eccessiva densità demografica umana e animale, l’elevata promiscuità uomini-animali e certe abitudini alimentari rappresenterebbero poi condizioni “ideali” per l’insorgenza e la diffusione di epidemie quali SARS, influenza aviaria e quella emergente da “2019-nCoV”, agendo come fattori letteralmente capaci di “metter le ali” a tali virus.