Residui di farmaci veterinari: il tasso di conformità ai limiti di legge resta elevato

Farmaci veterinariI dati di sulla presenza di residui di farmaci  veterinari e contaminanti negli animali e negli alimenti di origine animale evidenziano tassi elevati di conformità con i livelli di sicurezza stabiliti dall’Unione. E’ questo il dato che emerge dall’ultimo rapporto EFSA, che riassume i dati di monitoraggio raccolti nel 2019.

671 642 è il totale dei campioni su cui hanno riferito gli Stati membri, l’Islanda e la Norvegia. La percentuale di campioni che ha superato i tenori massimi consentiti è stata dello 0,32%. Tale cifra rientra nell’intervallo 0,25%-0,37% già riferito negli ultimi 10 anni.

Rispetto ai due anni precedenti, la nonconformità è aumentata leggermente per gli agenti antitiroidei e gli steroidi ed è diminuita leggermente per i lattoni dell’acido resorcilico, le sostanze vietate, gli antibatterici, gli anticoccidi e i coloranti.

Per gli elementi chimici (compresi i metalli), la non conformità è stata superiore a quella del 2018 ma inferiore a quella del 2017.

I dati sono disponibili su Knowledge Junction, una piattaforma online di libero accesso creata e curata dell’EFSA per migliorare la trasparenza, la riproducibilità e la riusabilità delle evidenze scientifiche nella valutazione dei rischi per la sicurezza di alimenti e mangimi.

Fonte: EFSA




Vaccini, le Faq di ISS e Aifa

Sui siti istituzionali dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Agenzia Italiana per il farmaco sono disponibili due differenti serie di domande e risposte sui vaccini anti Covid-19.

Entrambe le sezioni vengono aggiornate costantemente.

Le Faq di Aifa sono particolarmente orientate sulla farmacovigilanza: “con cadenza mensile – informa l’Agenzia – saranno pubblicati inoltre i Report sui risultati dell’attività di farmacovigilanza. Si è scelta la cadenza mensile al fine di avere dati sufficienti che assicurino robustezza nelle analisi, nei confronti e nella valutazione. Questi Report saranno prioritariamente dedicati a illustrare i risultati delle analisi di associazione degli eventi segnalati con la vaccinazione e, ove possibile, riporteranno valori di riferimento e valori attesi che agevolino il giudizio sulla sicurezza dei diversi vaccini”.

Faq ISS

Faq AIFA




AMR: relazione sullo stato di avanzamento del piano d’azione dell’UE

Antibioticoresistenza

La Commissione europea ha pubblicato la sua quinta relazione sullo stato di avanzamento dell’attuazione del piano d’azione europeo One Health contro la resistenza agli antimicrobici, adottato nel giugno 2017. Gli obiettivi chiave di questo piano si basano su tre pilastri principali: rendere l’UE una regione esempio delle best practice; stimolare la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, nonché dare forma all’agenda globale. Affrontare la resistenza antimicrobica attraverso un approccio One Health è una delle priorità per questa Commissione, come indicato nella lettera d’incarico del Commissario Kyriakides a novembre 2019.

La relazione sullo stato di avanzamento mostra che negli ultimi mesi è stata messa in atto una serie di iniziative in materia di resistenza antimicrobica. Ad esempio, la Commissione ha adottato nella strategia Farm to Fork un obiettivo volto a ridurre del 50% entro il 2030 le vendite complessive di antimicrobici per animali da allevamento e in acquacoltura dell’UE. Questo obiettivo sarà supportato dall’attuazione dei recenti regolamenti sui farmaci ad uso veterinario e mangimi medicati per i quali sono attualmente in fase di elaborazione atti delegati e di attuazione.

Un altro dei principali aggiornamenti del piano d’azione include la nuova decisione di esecuzione (UE) 2020/1729 della Commissione sul monitoraggio e la comunicazione dell’antibiotico resistenza nei batteri responsabili delle zoonosi e in quelli commensali. Anche la Strategia farmaceutica per l’Europa adottata di recente ha indicato la lotta contro la resistenza antimicrobica come un obiettivo chiave. La prossima relazione sullo stato di avanzamento dovrebbe essere pubblicata a metà del 2021.

Il testo della relazione (in inglese)

Fonte: DG Health and Food Safety




Le infezioni resistenti ai medicinali rischiano di diventare la prossima pandemia

Di fronte al drammatico aumento della resistenza agli agenti antimicrobici (AMR), che rischia di trasformarsi nella prossima pandemia, con gravi ripercussioni per la salute globale, i sistemi agroalimentari e le economie, la FAO si rivolge ai soggetti interessati di tutti i settori, dagli agricoltori agli chef, dai produttori ai consumatori, affinché accelerino gli interventi volti a impedire la diffusione di microrganismi farmacoresistenti.

Nel corso della Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica (18-24 novembre), l’Organizzazione rende pubbliche le sue raccomandazioni per limitare la diffusione dell’AMR, sottolineando che tutti possono giocare un ruolo nella lotta contro tale fenomeno.

Con l’espressione “resistenza agli agenti antimicrobici” si fa riferimento alla capacità di alcuni microbi di sopravvivere o proliferare in presenza di medicinali concepiti per eliminarli o inibirne l’azione. Tale resistenza è favorita dall’uso di antimicrobici diretti a debellare agenti patogeni indesiderati nell’uomo, negli animali e nelle colture. A scatenare l’AMR è soprattutto l’impiego di antimicrobici nel settore della salute umana e animale.

Al giorno d’oggi sono almeno 700 000 le persone che muoiono ogni anno a causa di patologie resistenti ai medicinali, mentre cresce in maniera costante il numero delle malattie comuni che risultano sempre più difficili da curare, tra cui le infezioni delle vie respiratorie, le infezioni sessualmente trasmesse e le infezioni delle vie urinarie. La resistenza ai medicinali sta anche mettendo sempre più a repentaglio i nostri sistemi agroalimentari e la sicurezza alimentare globale.

La pandemia COVID-19 ci ha dimostrato che la salute degli esseri umani è più che mai strettamente correlata alla salute degli animali e dell’ambiente. Gli agenti patogeni che colpiscono una di queste sfere possono esacerbare le criticità di altri settori e avere un impatto enorme sulla nostra capacità di prevenire e controllare le minacce sanitarie per la salvaguardia del pianeta.  L’AMR rappresenta una di queste minacce globali e potrebbe essere ancor più pericolosa della pandemia COVID-19. Essa sta già profondamente cambiando la vita come noi la conosciamo.

“Al pari della pandemia COVID-19, l’AMR non è più una minaccia futura: si tratta di un pericolo che riguarda tutti noi nell’immediato”, ha dichiarato il Vicedirettore Generale Maria Helena Semedo. “In tutto il mondo vi sono persone, animali e piante che stanno già morendo a causa di infezioni che non possono essere curate, nemmeno con i medicinali antimicrobici più potenti di cui disponiamo. Senza una levata d’armi contro l’AMR, la prossima pandemia potrebbe essere di natura batterica e di gran lunga più letale, qualora i medicinali destinati a combatterla non dovessero funzionare”.

La FAO svolge le proprie attività nel campo dell’AMR in coordinamento con l’OMS e con l’OIE, in linea con la strategia di approccio congiunto denominata “One Health”.

L’AMR nel settore agroalimentare

L’alimentazione e l’agricoltura possono svolgere un ruolo fondamentale nella lotta all’AMR. In molte parti del mondo il ricorso agli agenti antimicrobici è una pratica di gran lunga più comune negli animali che non nell’uomo e tale consuetudine si sta allargando a macchia d’olio parallelamente all’incremento demografico e alla crescente domanda di generi alimentari. 

La diffusione dell’AMR avviene a un ritmo più serrato rispetto alla capacità della scienza di sviluppare nuovi antimicrobici e minaccia i sistemi alimentari, la sicurezza alimentare, la salubrità degli alimenti, i sistemi sanitari e le economie di tutto il mondo. L’unica soluzione di cui disponiamo consiste nell’adottare un’azione strategica per conservare l’efficacia degli agenti antimicrobici già in uso. È quanto ha raccomandato in data odierna la FAO, ammonendo che ci rimane ancora poco tempo per scongiurare un peggioramento della situazione, che già di per sé appare alquanto critica.

Il 23 novembre l’Agenzia delle Nazioni Unite inaugurerà una nuova comunità di professionisti specializzati in comportamenti sociali e motivazione al cambiamento affinché concepiscano soluzioni che aiutino le persone a utilizzare gli agenti antimicrobici in maniera appropriata per poter migliorare l’efficacia della prevenzione delle malattie. Avvalendosi del sapere e dei contributi di agricoltori e altri operatori della catena alimentare, veterinari, epidemiologi, esperti di AMR e comportamentalisti, questa comunità di pratiche collaborerà in maniera sinergica per indurre, a livello sia agricolo che politico, l’adozione di comportamenti che favoriscono un rallentamento dell’evoluzione dell’AMR.

La Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica (WAAW)

Per celebrare la Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica sono organizzate attività e iniziative in tutto il mondo, tra cui una Twitter Chat programmata da WAAW Africa il 21 novembre dal titolo “Come è possibile in Africa sensibilizzare la popolazione verso la resistenza agli agenti antimicrobici?”,  un evento InfoPoint previsto a Bruxelles il 24 novembre e destinato a responsabili politici e al pubblico in generale, il cui scopo è comunicare all’opinione pubblica l’urgenza di contrastare l’AMR e un vertice “One Health” sull’AMR nonché una serie di webinar, ospitati nel corso dell’intera settimana dalle Filippine.

Partecipa alla lotta contro l’AMR!

La FAO ha illustrato le azioni fondamentali da intraprendere nella lotta contro l’AMR, suddividendole in base alle categorie di soggetti interessati:

Agricoltori:  

1.    Lava sempre accuratamente le mani, le scarpe e gli indumenti prima e dopo il contatto con gli animali. Questa abitudine contribuisce a uccidere i germi che causano malattie negli animali e nell’uomo.

2.    Abbi cura della salute degli animali. Un animale sano ha bisogno di assumere meno farmaci antimicrobici, il che si traduce in una diminuzione delle spese veterinarie, in una maggiore salubrità degli alimenti e sicurezza dei mezzi di sussistenza e in un minor numero di perdite di animali. In ambito agricolo, gli allevatori possono adottare le seguenti misure per preservare la salute dei propri animali:

• Tieni pulite le strutture adibite al ricovero degli animali e le aree esterne a loro riservate.

• Riduci il rischio di diffusione di germi. Adotta misure di biosicurezza appropriate.

• Applica il sistema “all-in, all-out” (“tutto dentro, tutto fuori”) nella tua azienda agricola per ridurre la trasmissione di infezioni nell’allevamento in seguito all’introduzione di nuovi animali.

• Conserva i mangimi animali in ambienti asciutti e protetti dall’accesso di roditori, uccelli, insetti e altri animali infestanti che possono trasmettere batteri o altri germi.

• Evita situazioni di stress per i tuoi animali.

• Promuovi il benessere dei tuoi animali ed evita l’insorgenza di malattie attraverso una buona alimentazione e l’accesso ad acqua pulita.

• Vaccina i tuoi animali! Rivolgiti al tuo veterinario di fiducia per la somministrazione di importanti vaccini secondo un corretto calendario vaccinale.

3.    Richiedi il parere di specialisti in salute animale per una corretta diagnosi e cura delle malattie, perché l’impiego di farmaci inadatti espone la tua azienda, la tua famiglia e te stesso al rischio di infezioni resistenti agli agenti antimicrobici.

4.    Diffondi informazioni, non microbi! Spiega agli altri agricoltori e ai membri della tua comunità l’importanza di utilizzare gli agenti antimicrobici in maniera responsabile.

5.    Ricorri ai pesticidi soltanto come ultima risorsa: i prodotti fitosanitari non sono l’unico rimedio disponibile. Per il trattamento delle colture usa questi prodotti soltanto come ultima ratio nel controllo degli organismi nocivi.

Operatori della filiera alimentare e consumatori: 

1.     Osserva la regola delle “Quattro C” della salubrità degli alimenti per aiutare a contenere la diffusione di batteri multiresistenti e microrganismi potenzialmente responsabili di malattie nell’uomo.

Cleaning (Igiene) – Lava accuratamente le mani prima e dopo il contatto con alimenti e animali (soprattutto dopo aver maneggiato carne cruda) e dopo essere andato in bagno. Provvedi regolarmente alla pulizia delle superfici adibite alla preparazione dei cibi.

Cooking (Cottura) – Un corretto sistema di cottura dei cibi distrugge i germi nocivi. Fai attenzione, tuttavia, a non ricuocere il cibo più volte.

Chilling (Refrigerazione) – Tieni il cibo al fresco alla giusta temperatura, sia in frigorifero che durante il trasporto.

Cross contamination (Contaminazione crociata) – Tieni pulite le zone adibite alla preparazione e alla conservazione del cibo per evitare contaminazioni crociate. Assicurati che la carne cruda sia conservata e lavorata separatamente da altri alimenti.

2.     Avvia una conversazione! Parla dell’AMR con colleghi, familiari, amici e altri membri della tua comunità. Nel tuo luogo di lavoro promuovi l’introduzione e l’adozione di misure che concorrono a ridurre la diffusione dell’AMR.

3.     Aiutaci a mantenere gli agenti antimicrobici efficaci per tutti! Se tu o un tuo familiare avete bisogno di un antibiotico, seguite le indicazioni del vostro medico curante. Prima di assumere un antibiotico è sempre necessario richiedere un parere medico.

Responsabili politici: 

1.      Inserisci l’AMR tra le tue priorità.  Destina immediate risorse alla lotta contro l’AMR e al conseguimento degli obiettivi del piano d’azione nazionale contro l’AMR. Assicurati che l’AMR faccia parte integrante dell’agenda politica.

2.      Coinvolgi le parti interessate nel processo decisionale: i contributi delle parti interessate dell’intera filiera alimentare e dei settori sia pubblico che privato possono assistere nella definizione di politiche e norme più efficaci.


Partner fornitori di risorse: 

1.     Sostieni le iniziative dell’Alleanza tripartita sull’AMR: il Fondo fiduciario multi-partner delle Nazioni Unite per l’AMR, guidato dalla FAO, dall’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), è stato creato per intensificare il sostegno ai singoli paesi nella lotta contro l’AMR attraverso uno sforzo congiunto secondo il principio “One Health”. Aiuta l’Alleanza tripartita a espandere le sue attività in nuovi territori e a condurre la lotta contro l’AMR.

2.    Contribuisci a colmare le lacune a livello di conoscenze: sostieni la ricerca e i progetti sull’AMR che lavorano al conseguimento di prove dove ancora mancano.

Educatori e ricercatori in ambito sanitario, agricolo, ambientale e veterinario:  

1.    Sensibilizza le persone all’interno della tua istituzione sul tema chiave dell’AMR: inserisci l’AMR tra le tematiche obbligatorie del piano di studi. Organizza attività ed eventi interdisciplinari, tra cui conferenze, webinar e seminari, per informare colleghi e studenti di altri ambiti disciplinari in merito alla diffusione dell’AMR.

2.    Condividi il sapere al di là dei confini nazionali: invita ricercatori di tutto il mondo a intervenire come relatori in un evento presso la tua istituzione e a condividere idee.


Associazioni giovanili e gruppi studenteschi:
 

1.      Fai sentire la tua voce! Inserisci l’AMR tra gli argomenti prioritari da discutere all’interno della tua associazione giovanile o del tuo gruppo studentesco e organizza iniziative di sensibilizzazione come camminate, dibattiti ed eventi nelle comunità di cui fai parte.

2.     Fai conoscere le tue attività: condividi esempi delle tue iniziative sui social media e con i giornalisti. Sii motivo d’ispirazione per altri giovani e invoglia i tuoi coetanei a seguire le tue orme e a diventare “eroi nella lotta all’AMR”.

Portatori di interessi del settore privato:

1.      Sostieni le iniziative di lotta all’AMR sul luogo di lavoro: nella tua azienda, nel tuo stabilimento e nei tuoi locali metti a disposizione mezzi e strutture che consentano ai tuoi dipendenti di contrastare l’AMR.

2.      Sii un fabbricante responsabile: assicurati che la tua azienda e i tuoi fornitori smaltiscano i rifiuti e le acque reflue correttamente per contribuire a ridurre la diffusione di batteri multiresistenti.


ONG e gruppi della società civile:
 

1.         Integra progetti nuovi ed esistenti con azioni di contrasto all’AMR: molte iniziative intese a ridurre la diffusione di batteri multiresistenti hanno ricadute positive sulla salute, la sanità, il controllo delle malattie e la gestione dei rifiuti. Alcune di tali iniziative possono essere avviate senza costi aggiuntivi. Integra i progetti in corso con queste attività.

2.       Promuovi il dialogo: parla dell’AMR e dei batteri multiresistenti all’interno della comunità in cui operi e fai capire alle persone l’importanza di mantenere efficaci i farmaci antimicrobici che già sono a nostra disposizione.


Esperti di salute animale

1.         Avvia una conversazione sulle buone pratiche da osservare nel trattamento degli animali con medicinali antimicrobici: quando visiti un’azienda agricola e prescrivi un farmaco, solleva il tema dell’AMR e della salute animale con gli agricoltori per avviare un dialogo sull’argomento.

2.        Entra a far parte del movimento per la lotta all’AMR!  Aderisci a un’associazione o a un’organizzazione per la salute animale nella tua zona, o creane tu stesso una, e partecipa alle sue riunioni. Porta ad esempio il tuo operato nel campo della lotta all’AMR per invogliare gli altri a svolgere anch’essi un ruolo attivo contro tale fenomeno.

Fonte: FAO




18 novembre, Giornata sull’uso consapevole degli antibiotici

Il 18 novembre ricorre la “Giornata europea degli antibiotici” (European Antibiotic Awareness Day – EAAD) nell’ambito della contestuale Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica (World Antimicrobial Awareness Week – WAAW) promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dal 18 al 24 novembre 2020.

L’iniziativa ha come obiettivo la sensibilizzazione sulla minaccia rappresentata dalla resistenza agli antibiotici e sull’importanza di un loro uso prudente. Gli ultimi dati confermano che nell’Unione europea il numero di pazienti infettati da batteri resistenti è in aumento. L’uso prudente degli antibiotici può contribuire a fermare l’insorgenza dei batteri resistenti e ad aiutare a mantenere l’efficacia degli antibiotici perché possano essere utilizzati dalle generazioni future.

Questi gli slogan della campagna di sensibilizzazione 2020: “Antimicrobici: maneggiare con cura” applicabile a tutti i settori e “Uniti per preservare gli antimicrobici” destinato al settore umano.

Alcuni punti importanti

  • L’OMS ha dichiarato la resistenza antimicrobica (AMR) uno dei 10 principali problemi sanitari mondiali.
  • L’AMR è un problema di salute globale e di sviluppo che richiede un approccio multisettoriale.
  • L’uso inappropriato o eccessivo degli antimicrobici rappresenta la causa principale dello sviluppo di organismi patogeni resistenti.
  • Misure inadeguate di prevenzione e controllo delle infezioni, mancanza di acqua potabile e di servizi igienici rappresentano fattori che favoriscono la diffusione di microrganismi, fra cui quelli resistenti.
  • Il costo dell’AMR è molto elevato: oltre ai decessi e disabilità, causa ospedalizzazioni prolungate, uso di farmaci più costosi e possibili problemi finanziari nelle persone affette.
  • Senza antimicrobici efficaci, il successo della medicina moderna potrebbe essere a rischio, ad esempio per interventi chirurgici gravi o per il trattamento chemioterapico di tumori.

Un evento da remoto sull’antibiotico-resistenza

Il Ministero, quest’anno, supporta un evento da remoto dedicato alla problematica dell’antibiotico-resistenza con un approccio One Health che si tiene il 18 novembre 2020 dalle 14 alle 16.30.

In tale occasione verrà presentato il rapporto “Gli italiani e gli antibiotici: informazione, utilizzo e consapevolezza del fenomeno dell’antimicrobico resistenza”. La ricerca, realizzata dal Censis, su incarico e in collaborazione con il Settore di Igiene dell’Università di Foggia, nell’ambito di un Progetto realizzato con il supporto finanziario del Ministero della Salute – CCM, rientra nelle attività previste dal Piano Nazionale di Contrasto dell’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR) e si è posta l’obiettivo di analizzare l’informazione diffusa tra la popolazione sugli antibiotici e il loro uso insieme alle opinioni, gli atteggiamenti e i comportamenti degli italiani su questo tema.

L’indagine è stata effettuata su un campione nazionale rappresentativo di italiani adulti, nel cui ambito sono state focalizzate tre categorie maggiormente coinvolte e interessate all’uso degli antibiotici:

  1. i genitori di figli piccoli (da 0 a 11 anni)
  2. gli anziani (dai 65 anni in su)
  3. i possessori di animali domestici.

L’evento prevede l’accreditamento ECM per tutte le professioni sanitarie.

Per partecipare

Per approfondire

Consulta le notizie di Antibiotico-resistenza

Fonte: Ministero della salute




Vendite medicinali veterinari contenenti sostanze antibiotiche

Farmaci veterinari

In concomitanza della pubblicazione del decimo rapporto annuale sulla sorveglianza europea delle vendite di medicinali veterinari contenenti agenti antimicrobici (Tenth ESVAC Report), predisposto dall’Agenzia Europea per i medicinali, è online anche la relazione contenente un ’analisi e i trend delle vendite di antimicrobici in Italia, per il periodo di riferimento 2017-2018.

In base alle rilevazioni, si conferma la tendenza alla diminuzione delle vendite totali, pari al 17,2% rispetto al 2016; una riduzione ancor più significativa se si considera il calo del 42% rispetto ai dati del 2010. La diminuzione è associata a una generale riduzione delle vendite della maggior parte delle classi terapeutiche, in particolare tetracicline, penicilline, sulfamidici, macrolidi e polimixine, come risultato di un impego costante all’utilizzo prudente degli antibiotici.

Un’attenzione particolare è rivolta a quelle classi di antibiotici considerate di importanza critica e incluse nella categoria B “Restrict” della categorizzazione AMEG (Antimicrobial Advice Ad Hoc Expert Group) e classificate tra gli Highest Priority Clinically Important Antimicrobials nella lista della World Health Organization (WHO), che rappresentano una piccola proporzione delle vendite totali (circa il 3%). La riduzione più evidente è sicuramente quella relativa alle vendite per la classe delle polimixine (66% nel 2017 e 48.3% nel 2018) rispetto al 2016, per una riduzione totale dell’82% se si considera il periodo 2010-2018. Altri cali significativi riguardano gli altri chinoloni, con un calo del 79% (rispetto all’anno 2011), i fuorochinoloni con una riduzione del 21,3% e le cefalosporine di 3ͣ e ͣ4 generazione con un ribasso del 3,1% rispetto al 2016. Si riscontra, infine, una contrazione del 18% delle vendite di agenti antimicrobici autorizzati in forme farmaceutiche impiegate per il trattamento di gruppo, attraverso la somministrazione in soluzioni (acqua di abbeverata, siero di latte, broda, ecc.), come mangimi medicati (premiscele) o il top dressing (polveri orali).

Il trend positivo dimostra l’efficacia delle azioni pianificate e attuate nel settore veterinario per il contrasto all’antimicrobico-resistenza, in particolare della promozione di un uso prudente degli antimicrobici. Tale dato, inoltre, rappresentando il punto di partenza per la verifica del raggiungimento dei target prefissati dal Piano Nazionale di Contrasto all’Antimicrobico-Resistenza (PNCAR 2017-2020), mostra come siano stati già superati alcuni indicatori nazionali fissati al 2020.

L’utilizzo del sistema informatizzato per la tracciabilità dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati, con la ricetta elettronica veterinaria obbligatoria dal 16 aprile 2019 nel nostro Paese, renderà più efficace il monitoraggio non solo delle vendite, ma soprattutto dell’effettivo consumo dei medicinali negli animali, permettendo di rinforzare le azioni di contrasto all’AMR.

Consigli su come leggere la relazione.

La stessa Agenzia sottolinea “I dati presentati non dovrebbero essere utilizzati da soli come base per stabilire le priorità nella gestione del fenomeno dell’AMR, ma dovrebbero essere presi in considerazione anche dati aggiuntivi, come ad esempio dati sulla produzione di animali per paese e sulla demografia animale, sui medicinali veterinari disponibili e altri fattori”. Soprattutto, l’Agenzia raccomanda di “non utilizzare tali dati per confrontare direttamente i paesi, poiché potrebbero essere necessarie informazioni e analisi più dettagliate”.

Consulta la relazione:

Dati di vendita dei medicinali veterinari contenenti sostanze antibiotiche. Risultati del progetto ESVAC, Anni 2017 – 2018

L’EMA mette a disposizione un database interattivo ESVAC,accessibile agli operatori e a tutti i cittadini, che permette loro di conoscere i dati relativi alle vendite per specifici Paesi o per determinate classi di antimicrobici, così come personalizzare tabelle, mappe e grafici.

Fonte: Ministero della Salute




Di Guardo: Spagnola e Covid, un confronto sbagliato

Con una lettera al Direttore di quotidianosanità.it, il Prof. Giovanni Di Guardo – Docente di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria,  Università di Teramo, Facoltà di Medicina Veterinaria – propone una riflessione sulla correttezza dei parallelismi e confronti che spesso vengono proposti fra COVID-19 e influenza Spagnola e le pandemie causate rispettivamente dalla circolazione dei virus  SARS-CoV-2 e IAV-H1N1, a partire dall’esistenza di terapie antibiotiche, del tutto assenti nel caso dell’influenza spagnola, disponibili per curare le complicanze dovute a batteri d’irruzione secondaria.

Sarebbe interessante, purtuttavia – afferma Di Guardo – acquisire dati affidabili in merito alla reale prevalenza delle complicanze settiche nei pazienti CoViD-19-affetti, al precipuo fine di poter stabilire quale sia stato l’effettivo ruolo svolto dai batteri d’irruzione secondaria negli oltre 880.000 casi di malattia ad esito letale ufficialmente accertati su scala globale.

Alle succitate opzioni terapeutiche oggigiorno disponibili per gli individui SARS-CoV-2-infetti colpiti da sindromi respiratorie complicate da germi d’irruzione secondaria fa da “contraltare”, infatti, l’allarmante escalation delle infezioni sostenute da batteri antibiotico-resistenti, responsabili di almeno 10.000 decessi su base annua in Italia, fattispecie quest’ultima che “conferisce” al nostro Paese un triste primato per tale parametro nel Vecchio Continente”.




EMA: in italiano l’infografica sulla categorizzazione degli antibiotici

E’ stata pubblicata in italiano l’infografica elaborata dall’Antimicrobial Advice Ad Hoc Expert Group (AMEG) dell’EMA – Agenzia europea per i medicinali, “Categorizzazione degli antibiotici destinati all’impiego negli animali per un uso prudente e responsabile”.

L’infografica riassume il parere del gruppo AMEG che classifica gli antibiotici in base all’effetto che il possibile sviluppo della resistenza antimicrobica dovuto al loro utilizzo negli animali può avere sulla salute pubblica e in base alla necessità di utilizzarli nella medicina veterinaria.

I medici veterinari sono esortati  consultare la categorizzazione AMEG prima di prescrivere antibiotici agli animali che hanno in cura.

Scarica l’infografica in pdf




Rapporto Efsa-Ecdc Antibioticoresistenza: sempre più difficili da curare le infezioni da batteri trasmessi da alimenti

efsa ecdcSalmonella e Campylobacter stanno diventando sempre più resistenti alla ciprofloxacina, uno degli antibiotici di elezione per il trattamento delle infezioni causate dai suddetti batteri. È questa la conclusione dell’ultimo rapporto sull’antibiotico-resistenza nelle zoonosi pubblicato oggi dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che presenta anche alcune tendenze positive nel settore animale.

I dati più recenti tratti dall’uomo, dagli animali e dagli alimenti evidenziano che una grande percentuale di batteri del genere Salmonella sono multifarmaco-resistenti (ovvero resistenti a tre o più antibiotici). Nell’uomo è comune la resistenza alla ciprofloxacina, soprattutto per alcuni tipi di Salmonella, e la resistenza alla coprofloxacina ad alte concentrazioni è aumentata complessivamente dall’1,7% (nel 2016) al 4,6% (nel 2018). Quanto al Campylobacter 16 Paesi su 19 riferiscono percentuali molto o estremamente alte di resistenza alla ciprofloxacina.

Elevate percentuali di resistenza alla ciprofloxacina sono riferite anche nei batteri Salmonella ed E. coli da pollame. La ciprofloxacina appartiene ai fluorochinoloni, una classe di antibiotici definiti di rilevanza essenziale per l’uso nell’uomo. Se i fluorochinoloni perdessero efficacia, l’impatto sulla salute umana potrebbe essere rilevante. Resta però bassa la resistenza congiunta (resistenza simultanea a due antibiotici di fondamentale importanza) ai fluorochinoloni associati alle cefalosporine di terza generazione in Salmonella, e ai fluorochinoloni associati ai macrolidi in Campylobacter.

Quanto al 2018 il rapporto elenca casi sporadici di infezioni da Salmonella nell’uomo resistenti ai carbapenemi, altra classe di antibiotici di ultima istanza.

Ha affermato Mike Catchpole, direttore scientifico dell’ECDC:

“E’ preoccupante trovare resistenza ai carbapenemi nei batteri veicolati da alimenti nell’UE. Il modo più efficace per prevenire la diffusione di ceppi batterici resistenti ai carbapenemi è quello di continuare a eseguire le procedure di screening e rispondere prontamente ai casi con positività accertata: l’ECDC sta lavorando con gli Stati membri dell’UE e con l’EFSA, applicando l’approccio “Salute unica globale”, per migliorare la diagnosi precoce e il monitoraggio, nel tentativo di combattere la minaccia persistente di infezioni zoonotiche resistenti agli antibiotici”.

Il rapporto comprende anche indicatori chiave dei risultati che aiutano gli Stati membri dell’UE a valutare i propri progressi nella riduzione dell’uso degli antibiotici e nella lotta all’antibiotico-resistenza.

Nel periodo 2014-2018 l’indicatore di sintesi della suscettibilità a tutti gli antibiotici negli animali destinati alla produzione alimentare è aumentato per l’E. coli in quasi un quarto degli Stati membri (6). Si tratta di uno sviluppo positivo in quanto significa che in questi Paesi, in caso di necessità, le terapie con antibiotici avrebbero maggiori probabilità di successo. Durante il periodo 2015-2018 è stata inoltre rilevata la tendenza a una riduzione della presenza di β-lattamasi a spettro esteso (ESBL) o di E. coli produttore di AmpC in circa il 40% degli Stati membri (11). Ciò è importante poiché l’ESBL-AmpC produttore di Escherichia coli è responsabile di infezioni severe nell’uomo.

Per quanto riguarda gli antibiotici di ultima istanza, la resistenza alla colistina non è risultata comune in Salmonella e in E. coli, mentre E. coli produttore di carbapenemasi non è stato rilevato né in polli da carne né in tacchini né nel pollame.

“I risultati positivi negli animali da produzione alimentare sono incoraggianti perché sono segno di miglioramento; dobbiamo tuttavia indagare ulteriormente sulle ragioni di questo cambiamento. La resistenza agli antibiotici è una grave minaccia per la salute pubblica e animale mondiale (“Salute unica globale”) che richiede un’azione mondiale”

ha affermato Marta Hugas, direttore scientifico EFSA.

In molti Paesi la diminuita resistenza nell’uomo all’ampicillina e alle tetracicline per Salmonella Typhimurium è un’altra tendenza incoraggiante osservata nel periodo 2013-2018.

La relazione di sintesi dell’UE è una pubblicazione annuale dell’ECDC e dell’EFSA che esamina lo stato dell’antibiotico-resistenza nei batteri che interessano esseri umani, animali e alimenti.

The European Union Summary Report on Antimicrobial Resistance in zoonotic and indicator bacteria from humans, animals and food in 2017/2018

Visualizzazione dati su antibiotico-resistenza in Europa

Fonte: EFSA




Resistenza antimicrobica: nonostante i progressi compiuti nel settore veterinario, permane la minaccia sanitaria per l’UE

AntibioticoresistenzaStando a una nuova relazione della Corte dei conti europea, la lotta dell’UE contro i batteri multiresistenti, in particolare quelli che hanno sviluppato una resistenza agli antibiotici, ha registrato finora scarsi progressi. Anche se l’intervento dell’UE ha permesso di conseguire alcuni progressi, specie in campo veterinario, la Corte ritiene che pochi elementi dimostrano una riduzione dell’onere sanitario determinato dalla resistenza antimicrobica.

La resistenza agli agenti antimicrobici (AMR) si manifesta quando microbi come batteri, virus, parassiti e funghi sviluppano una resistenza a farmaci che in precedenza fornivano un trattamento efficace. Ogni anno si registrano nell’UE circa 33 000 decessi dovuti a infezioni causate da batteri resistenti ai farmaci, il cui costo per l’economia, in termini di maggiori costi sanitari e perdite di produttività, è di 1,5 miliardi di euro. Combattere i batteri multiresistenti è complicato e richiede un approccio integrato “One Health” alla salute umana e degli animali e all’ambiente.

La Corte ha valutato la gestione, da parte della Commissione europea e delle agenzie dell’UE, delle principali attività e risorse volte a ridurre la resistenza antimicrobica. A tal fine ha esaminato il sostegno della Commissione alla risposta “One Health” degli Stati membri e il suo contributo nel promuovere un uso prudente degli antimicrobici negli animali. Ha poi considerato anche il sostegno dell’UE alla ricerca sulla resistenza antimicrobica.

“La resistenza antimicrobica pone una grave minaccia sanitaria alla salute pubblica”, ha affermato Nikolaos Milionis, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione. “Anche se si sono registrati alcuni progressi in campo veterinario, la Commissione europea, assieme agli Stati membri, deve intensificare ulteriormente gli sforzi per far fronte a questa crescente minaccia”.

La Corte conclude che il sostegno erogato dall’UE per rafforzare gli approcci “One Health” degli Stati membri alla resistenza antimicrobica è stato prezioso. In particolare, ha contribuito all’adozione di decisioni strategiche con maggiore cognizione di causa e ha agevolato la cooperazione e lo scambio di esperienze fra Stati membri. La Corte ritiene che siano possibili ulteriori sinergie per sostenere la lotta alla resistenza antimicrobica grazie a investimenti mirati, con un buon rapporto costi-efficacia. Inoltre, segnala lacune nel monitoraggio dei progressi e nella sorveglianza delle infezioni nosocomiali, carenze che potrebbero rallentare le azioni di lotta contro la resistenza antimicrobica. A suo avviso, i dati scientifici sulla frequenza e la diffusione della resistenza antimicrobica nell’ambiente rimangono insufficienti.

La Corte ha rilevato che, sia pur con progressi disomogenei, la maggior parte degli Stati membri dell’UE ha fatto un uso più prudente degli antibiotici veterinari, un fattore determinante nella lotta alla resistenza antimicrobica. La Corte fa presente, tuttavia, che l’uso di alcuni antimicrobici è ancora eccessivo. Per ovviare a talune note debolezze sono state emanate nuove norme UE per i medicinali veterinari e i mangimi medicati. Rimangono, tuttavia, alcune problematiche, quali le difficoltà incontrate dagli Stati membri nel raccogliere dati e lacune nel monitoraggio dei batteri resistenti negli alimenti e negli animali. Secondo la Corte, la futura politica agricola comune può offrire un’opportunità per rafforzare ulteriormente il quadro dell’UE per far fronte ai batteri multiresistenti.

Il bilancio dell’UE è un’importante fonte di finanziamenti per gli investimenti nella ricerca sulla resistenza antimicrobica. Ciononostante, non si rilevano ancora progressi decisivi nello sviluppo di nuove classi di antimicrobici. La Corte osserva inoltre che la Commissione non ha intrapreso una valutazione completa del proprio sostegno alla ricerca (pari al 99 % della spesa dell’UE concernente la resistenza antimicrobica). Infine, i fallimenti del mercato che scoraggiano la ricerca sulla lotta alla resistenza antimicrobica nel settore privato non sono stati ancora adeguatamente affrontati mediante iniziative concrete a livello dell’UE.

Basandosi sulle risultanze dell’audit svolto, la Corte formula una serie di raccomandazioni per migliorare la risposta dell’UE alla resistenza antimicrobica, in particolare:

• rafforzare il sostegno agli Stati membri;

• promuovere un uso prudente degli antimicrobici veterinari e un miglior monitoraggio della resistenza antimicrobica;

• rafforzare le strategie per stimolare la ricerca su questo problema nell’UE

Consulta la relazione (in italiano)

Fonte: Corte dei Conti Europea