Passi avanti
Sebbene l’uso degli antimicrobici sia ancora molto elevato in zootecnia, il sistema veterinario del nostro Paese ha fatto negli ultimi anni notevoli progressi
L’antimicrobicoresistenza (Amr) continua a rappresentare una delle principali minacce per la salute pubblica a livello globale. Nello scenario europeo i dati più recenti evidenziano progressi significativi nella riduzione del consumo di antimicrobici negli animali da produzione alimentare, ma una sostanziale stabilità nel settore umano.
In Europa. Il rapporto congiunto delle tre agenzie europee (Efsa, Ema ed Ecdc), noto come Jiacra IV, analizza in modo integrato i dati su consumo di antimicrobici (Amc) e Amr in batteri isolati da esseri umani e animali, raccolti tramite le reti di sorveglianza Ue tra il 2019 e il 2021. Lo studio adotta l’approccio One Health, riconoscendo l’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale.
Nel 2021, il consumo di antimicrobici è stato pari a 125 mg/kg di biomassa umana (nei 28 paesi Ue/See analizzati) e 92,6 mg/kg di biomassa animale (29 paesi), con ampie variazioni nazionali. Come si evince dal report, l’Italia è fra i paesi con il più alto consumo di antibiotici sia in medicina umana che in veterinaria.
Fonte: panoramadellasanita.it
Pubblicata dal Ministero della Salute la relazione sulla resistenza agli antimicrobici dei batteri zoonotici e commensali negli animali destinati alla produzione di alimenti e nelle carni derivate.
La sempre più dilagante presenza di
Gli impianti di depurazione potrebbero agire come centri nevralgici per la diffusione di batteri patogeni resistenti agli antibiotici. È quello che emerge da uno studio nato da una collaborazione tra l’
L’elevata resistenza alla ciprofloxacina, antimicrobico fluorochinolonico di importanza cruciale per il trattamento delle infezioni da Salmonella e Campylobacter, dà adito a crescente preoccupazione. La resistenza alla ciprofloxacina è risultata in crescita in Salmonella Enteritidis e Campylobacter jejuni prelevati da campioni umani in oltre la metà dei Paesi europei che hanno fornito dati. Percentuali da elevate a estremamente elevate di resistenza alla ciprofloxacina sono state osservate in Campylobacter prelevato da animali da produzione alimentare e in Salmonella e E. coli proveniente specificatamente da pollame. Queste tendenze sono particolarmente preoccupanti in quanto l’elenco dei batteri nocivi curato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per il 2024 classifica Salmonella non tifoidea resistente