Proteggere la biodiversità è possibile

albero, proteggereGli investimenti in conservazione fatti da 109 paesi in un decennio hanno ridotto il declino di biodiversità a livello globale del 29 per cento rispetto all’andamento previsto. Con una più attenta allocazione delle risorse potrebbe bastare lo 0,01 per cento del PIL globale per arrestare la drammatica perdita di specie animali e vegetali attualmente in corso.

Lo studio – pubblicato su “Nature” – fornisce uno strumento che permette alle nazioni di calibrare i propri investimenti nella conservazione in base loro specifiche esigenze.

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Pescato un altro esemplare di pesce palla maculato nei mari italiani

Lagocephalus-sceleratusE’ stato pescato a Molfetta un altro esemplare di pesce palla maculato, specie altamente tossico al consumo. A riconoscerlo un cittadino che ha immediatamente provveduto ad informare il pescatore della sua pericolosità, evitandone così l’immissione nel mercato, e a comunicarlo ai ricercatori.

La decima segnalazione è arrivata ai ricercatori dell’ISPRA nell’ambito della campagna di informazione lanciata dall’Istituto nel 2013 e rinforzata nel 2015, attraverso la collaborazione con il Ministero delle Politiche, Agricole, Alimentari e Forestali, il Corpo delle Capitanerie di Porto e l’Istituto di Scienze del Mare (ICM) di Barcellona, che coordina seawatchers.org, un progetto che coinvolge i cittadini nella segnalazione di specie esotiche e di altre problematiche ambientali.

Il pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus), è entrato in Mediterraneo dal Canale di Suez nel 2003, in pochi anni ha invaso il bacino orientale del Mediterraneo, raggiungendo le coste italiane nel 2013 a Lampedusa. Da allora, grazie alle campagne di informazione, è stato possibile reperire segnalazioni della specie provenienti oltre che da Lampedusa, dalla costa meridionale della Sicilia, dalla Calabria e dalla Puglia, compresa quella dell’esemplare pescato a Molfetta.

Questo recente ritrovamento impone di mantenere alta l’attenzione dei cittadini sulla pericolosità di una specie tossica al consumo, ricordando che la legge italiana vieta la commercializzazione di tutti i pesci palla.

E’ importante sapere – precisano gli esperti dell’ISPRA- che la tossicità del pesce palla maculato permane anche dopo la cottura; una volta catturato, bisogna stare attenti a maneggiarlo per evitarne il potente morso, ma toccarlo non comporta altri rischi ed il semplice contatto non mette a rischio contaminazione il pescato”.

L’ISPRA invita i pescatori, gli operatori del mare e dei mercati ittici, nonché i cittadini tutti, a prestare particolare attenzione alla specie in oggetto e a segnalarne prontamente la presenza all’indirizzo pescepalla@isprambiente.it, documentando se possibile con foto o video.

Fonte: ISPRA




Tutti i dati sul mercato del miele in Europa in un infografica

L’Unione europea è il secondo produttore di miele al mondo dopo la Cina. Ogni anno circa 600.000 apicoltori producono 250.000 tonnellate di miele usando 17 milioni di arnie.

Tuttavia la produzione non riesce a soddisfare la domanda interna di miele. L’UE ha importato circa 200.000 tonnellate di miele nel 2016, soprattutto dalla Cina.

Rispetto ai concorrenti, gli apicoltori dell’UE affrontano costi di produzione molto alti e quindi le -limitate- esportazioni di miele sono più care di quando costino le importazioni. Nel 2016, ad esempio, in media un chilo di miele importato costava €2,23 mentre un chilo di miele europeo esportato verso paesi terzi costava €5,69.

(Clicca qui per l’immagine ingrandita)

La salute delle api, una sfida per tutto il settore
Anche se il settore dell’apicoltura ha dimensioni ridotte nell’UE ha comunque un’importanza estrema per l’agricoltura e la biodiversità, perché la api impollinano le piante.

Malattie, agricoltura intensiva, esposizione a sostanze chimiche nocive, perdita degli habitat naturali e condizioni climatiche avverse minacciano seriamente la capacità produttiva delle arnie.

Proteggere le api e i produttori di miele
Il Parlamento europeo chiede alla Commissione europea e agli stati membri nuove azioni per proteggere le api e aiutare gli apicoltori. Gli eurodeputati chiedono che ci sia una migliore protezione delle varietà di api, un maggiore sostegno finanziario agli apicoltori, un divieto di usare pesticidi e azioni concrete contro le importazioni di miele contraffatto.

La relazione del deputato ungherese Norbert Erdos (Partito popolare europeo) viene dibattuta il 28 febbraio, la plenaria vota sull’argomento il 1° marzo.

Fonte: Parlamento Europeo

I dati per l’infografica sono stati tratti dal documento della Commissione Europea Honey Market Presentation




10° Forum mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura: il futuro della zootecnia

La FAO indica la strada per prodotti animali a basse emissioni di carbonio per sostenere l’alimentazione e i mezzi di sussistenza rurali

Il settore zootecnico è un pilastro per la sicurezza alimentare e il sostentamento rurale e la comunità internazionale deve collaborare per garantire il suo potenziale contributo allo sviluppo sostenibile, ha dichiarato oggi il Direttore Generale della FAO, Jose Graziano da Silva, intervenendo al 10° Forum mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura che si è tenuto a Berlino dal 18 al 20 gennaio.

La FAO stima che oltre la metà dei poveri delle zone rurali del mondo siano piccoli allevatori e pastori. Tra i più poveri tra i poveri, essi dipendono dal bestiame per il proprio sostentamento.

Mentre i prodotti animali danno un grande contributo alla nutrizione e alla lotta contro la povertà, comportano anche impatti eccessivi sul clima e sull’ambiente e la salute degli animali è sempre più critica per la salute umana, ha affermato al 10mo Forum Globale per l’alimentazione e l’agricoltura di Berlino.

Bestiame e mezzi di sussistenza

Poiché la domanda di carne e di altri prodotti animali cresce in modo robusto, specialmente nei paesi in via di sviluppo, la questione dell’equità e di una distribuzione efficiente assume un’importanza crescente.

Più della metà dei poveri rurali del mondo fanno affidamento sul bestiame e devono essere dotati di competenze, conoscenze e tecnologie adeguate per partecipare e beneficiare di quella crescita piuttosto che “messi da parte espandendo grandi operazioni ad alta intensità di capitale“, ha affermato Graziano da Silva.

L’aumento del consumo di prodotti animali migliorerà la nutrizione, specialmente quella dei bambini piccoli nei paesi in via di sviluppo, la cui crescita cognitiva e fisica richiede micronutrienti cruciali come lo zinco e il ferro, senza dire che anche il consumo eccessivo comporta rischi. “Dobbiamo concentrarci su diete sane ed equilibrate“, ha detto.

Ha poi osservato che fonti alternative di proteine ​​- come pesce e legumi – sono disponibili e dovrebbero essere esplorate.

Abbassare l’impronta di carbonio

Poiché il bestiame genera più gas serra rispetto ad altre fonti alimentari – circa il 14,5% di tutte le emissioni antropogeniche – l’espansione del settore pone sfide alla biodiversità, accesso sostenibile all’acqua e, in particolare, agli obiettivi dell’Accordo di Parigi di limitare il modo in cui stanno aumentando le temperature medie globali.

Tuttavia, “è possibile raggiungere un settore zootecnico a basse emissioni di carbonio“, ha detto Graziano da Silva, sottolineando che le stime della FAO potrebbero rapidamente ridursi del 20-30% in tutti i sistemi di produzione adottando pratiche di allevamento note come pascolo rigenerativo, selezione del foraggio e migliore riciclaggio di sostanze nutritive ed energia dai rifiuti animali. Una migliore gestione dei pascoli e la capacità di immagazzinare il carbonio e la salute dei loro terreni è anche essenziale per aumentare la produzione zootecnica e non aver bisogno di ulteriori deforestazioni, ha aggiunto.

“Con pratiche migliori e rispettose del clima, possiamo rapidamente creare catene di approvvigionamento di bestiame più sostenibili e più “verdi “, ha affermato Graziano da Silva. Il quale ha poi esortato a cogliere l’opportunità dopo il vertice sul clima COP23, tenutosi l’anno scorso a Bonn, che ha indicato specificatamente di fare del miglioramento della gestione degli allevamenti una priorità.

La salute animale

Graziano da Silva si è inoltre concentrato sui problemi di salute animale, avvertendo che “l’emergenza di malattie si intensificherà nei prossimi anni, in quanto l’aumento delle temperature favorisce la proliferazione degli insetti“.

Le malattie zoonotiche con potenziale pandemico – come alcuni ceppi di influenza aviaria -“rappresentano una grande minaccia per le persone, gli animali e l’ambiente“.

La FAO ha una lunga esperienza nell’affrontare le malattie animali transfrontaliere, avendo tra l’altro guidato con successo l’eradicazione della peste bovina e una nuova campagna globale per sradicare la peste dei piccoli ruminanti.

La FAO riconosce anche la necessità di affrontare la resistenza antimicrobica (AMR), una grave minaccia per la salute umana esacerbata dall’abuso, dall’uso eccessivo o non necessario di antibiotici nel bestiame, che a livello mondiale consumano il triplo della quantità di antibiotici utilizzata dagli esseri umani.

Il Direttore Generale ha sottolineato che la FAO raccomanda l’immediata cessazione dell’uso di farmaci antimicrobici per promuovere la crescita animale. I farmaci antimicrobici dovrebbero essere utilizzati solo per curare malattie e alleviare sofferenze inutili, ha ricordato Graziano da Silva, mentre si dovrebbe ricorrere al loro uso preventivo solo in gravi circostanze. La FAO sta aiutando molti paesi a sviluppare e attuare piani d’azione nazionali in materia di AMR.

Dati e cifre: Modellare il futuro della zootecnia (in inglese)

Fonte: FAO




Superare gli ostacoli culturali legati al consumo di insetti come fonte alimentare

Un’abbondante fonte alimentare in tempi di insicurezza alimentare, con un solo intoppo – come possiamo infrangere la barriera dello “schifo” e servire gli insetti sui nostri piatti?

 Gli insetti contengono molte proteine, possono essere allevati producendo un minore impatto sulle risorse naturali rispetto agli allevamenti tradizionali e in enormi quantità. Non esistono tuttavia regolamenti chiari per introdurli nella nostra catena alimentare e persistono gli ostacoli alla loro diffusione – i risultati di un progetto dell’UE stanno aiutando a costruire un quadro generale.

Il lavoro svolto durante il progetto PROTEINSECT (Enabling the exploitation of Insects as a Sustainable Source of Protein for Animal Feed and Human Nutrition), finanziato dall’UE, ha aiutato a informare il riesame della sfida di incrementare il fascino, la sicurezza e la sostenibilità degli insetti come cibo.

Gli autori della relazione recentemente pubblicata nella rivista “Nutritional Bulletin” sostengono che gli insetti hanno generalmente livelli elevati di proteine animali e importanti micronutrienti, con una minore impronta ambientale rispetto alle alternative tradizionali, e che possono essere allevati con gli avanzi. Persistono tuttavia gli ostacoli culturali, sociali ed economici.

La relazione istituisce l’importanza storica dell’entomofagia da parte degli umani e le principali opportunità e barriere identificate dalla ricerca fino ad oggi, come quella condotta dal progetto PROTEINSECT, prestando particolare attenzione alle lacune di ricerca.

La relazione, descritta come revisione narrativa, sottolinea che ci sono domande riguardanti l’impatto dell’alimentazione degli insetti e come questa potrebbe influenzare la loro sicurezza come risorsa alimentare. Riflette su come conservare i benefici per l’ambiente dell’allevamento di insetti, anche incrementandone la produzione. Mette inoltre in evidenza la necessità della futura ricerca di istituire una metodologia chiara per la trasformazione e l’immagazzinamento, definire pratiche di allevamento e attuare regolamenti in materia di sicurezza degli alimenti e dei mangimi. Delinea gli ostacoli all’attuazione diffusa dell’entomofagia e i passi necessari per superarli.

La lunga storia di mangiare insetti

L’entomofagia non è una cosa nuova – esistono prove archeologiche che dimostrano che l’essere umano si è evoluto come specie entomofaga. La relazione spiega che in parti dell’Africa centrale, a volte, fino al 50 % delle proteine alimentari derivano dagli insetti e che il loro valore di mercato è più alto di quello di molte fonti di proteine animali alternative. Si stima che l’entomofagia è praticata in almeno 113 paesi, con oltre 2 000 specie commestibili documentate, e le Nazioni Unite ha raccomandato la pratica come possibile soluzione per garantire la fornitura alimentare mondiale.

Viene citato l’esempio della Tailandia dove, nel 1978, un’infestazione da locuste (Patanga succincta) si è trasformata in una campagna governativa per promuovere la commestibilità della locusta, che ha avuto un tale successo, che la locusta da parassita delle coltivazioni si è trasformata in uno snack popolare. In un’interessante inversione, il suo valore di mercato è ora tale che alcuni agricoltori coltivano colture specifiche per alimentarle. Ma mentre gli insetti vengono consumati come parte della dieta giornaliera in molti paesi del mondo, la relazione segnala che gli studi sulla consumazione umana di insetti sono ancora carenti nella ricerca e che attualmente non è possibile fornire raccomandazioni definitive riguardanti l’idoneità degli insetti per nutrire gli umani.

L’utilizzo come mangimi

Gli insetti sono ricchi di nutrienti, hanno un impatto ambientale ridotto, richiedono meno spazio e fanno già parte della dieta naturale di maiali, polli e pesci. La ricerca dimostra che incorporare gli insetti nel mangime dei polli da carne non sembra produrre una riduzione nei tassi di crescita e in alcuni casi ha incrementato i tassi di crescita dei pulcini. La sostituzione dell’olio di soia con larve di mosca Hermetia illucens si è dimostrata non avere un impatto sulla crescita o sulle prestazioni dei polli da carne, indicando che si tratta di un’alternativa possibile.

Un vantaggio sarebbe, tuttavia, di sostituire la farina e l’olio di pesce usati attualmente per i mangimi con farina di insetti, diminuendo così la pressione esercitata sulle riserve ittiche minacciate dalla pesca eccessiva per fornire mangime.

PROTEINSECT (Enabling the exploitation of Insects as a Sustainable Source of Protein for Animal Feed and Human Nutrition) si è concluso nel 2016. L’obiettivo del consorzio era di agevolare la valorizzazione degli insetti come fonte proteica alternativa per l’alimentazione umana e animale. L’articolo apparso in “Nutritional Bulletin”, con il titolo “Opportunities and hurdles of edible insects for food and feed”, è basato sulla scoperta di PROTEINSECT che il 66 % dei consumatori intervistati ritengono le larve di mosca un mangime adatto, oltre l’80 % vorrebbe saperne di più sugli insetti come mangime e il 75 % era d’accordo sul consumo di animali alimentati con insetti.

Fonte: CORDIS

 




L’influenza dei cambiamenti climatici su sicurezza alimentare e sanità animale, sondaggio Efsa

In che modo i cambiamenti climatici toccano la sicurezza alimentare, la salute degli animali e quella delle piante? Essere preparati alle future sfide per la sicurezza alimentare è parte integrante del lavoro dell’EFSA. Dateci una mano rispondendo a un breve sondaggio entro il 7 marzo!

Occuparsi di questioni emergenti in ambito di sicurezza alimentare è una parte sostanziale dell’attività dell’EFSA. Sempre più spesso si segnala come il cambiamento climatico abbia risvolti su tutti i settori della produzione alimentare, influenzando il lavoro scientifico dell’EFSA. Per saperne di più abbiamo varato un nuovo progetto: CLEFSA (“Climate change and Emerging risks for Food Safety” ovvero Cambiamenti climatici e rischi emergenti per la sicurezza alimentare).

CLEFSA svilupperà un metodo per individuare i rischi emergenti legati ai cambiamenti climatici. Ci consentirà inoltre di classificare i rischi in rapporto alla sicurezza di alimenti e mangimi e alla salute di piante e animali, facendoci capire quali sono i rischi cui dare priorità. Il sondaggio è il primo atto del progetto e si pone l’obiettivo di raccogliere un elenco di problemi emergenti potenziali. Chiunque abbia conoscenze sull’argomento, dalla più ampia comunità scientifica al pubblico in genere, dovrebbe partecipare.

Il sondaggio rimarrà online fino al 7 marzo. Ci vogliono meno di 10 minuti per completarlo.

Fonte: EFSA




Economia circolare: nuova pagina web di Eurostat mostra i progressi dell’UE

Lo scopo dell’economia circolare è conservare il più a lungo possibile il valore dei prodotti, dei materiali e delle risorse per ridurre al minimo la produzione di rifiuti.

La Commissione europea ha adottato il 16 gennaio una  strategia europea sulla plastica per proteggere il pianeta e i cittadini e responsabilizzare le imprese,  che prevede anche un  e un documento di lavoro che lo accompagna.

La strategia sulla plastica contribuirà concretamente al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 e degli obiettivi dell’accordo di Parigi in materia di cambiamenti climatici

Il quadro di monitoraggio della Commissione, costituito da una serie di dieci indicatori chiave che coprono tutte le fasi del ciclo, misurerà i progressi compiuti nella transizione verso un’economia circolare a livello nazionale e di UE e consentirà di determinare se

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le iniziative strategiche esistenti contribuiscono efficacemente al raggiungimento dei risultati attesi e di individuare gli ambiti in cui sono necessarie misure supplementari.

Per sostenere questa iniziativa, l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea (Eurostat) ha arricchito il proprio sito web di una nuova pagina dedicata all’economia circolare, che riporta tutti gli indicatori del quadro di monitoraggio, offre strumenti di visualizzazione ed è costantemente aggiornata sulla base degli ultimi dati disponibili.

Il comunicato stampa Eurostat (in inglese)

A cura della segreteria SIMeVeP




Api e insetti impollinatori, Ue lancia una consultazione pubblica per fermarne il declino

impollinatoriLa Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica sul declino delle api, farfalle e altri insetti  impollinatori al fine di dare impulso all’iniziativa UE   che intende contrastare il declino degli impollinatori migliorando la visibilità politica della questione e  l’efficacia delle politiche dell’Unione in tema di biodiversità e sviluppo sostenibile.

La revisione di medio termine sui progressi compiuti dalla “Strategia Ue per la biodiversità al 2020” non ha infatti dato risposte confortanti.

Il questionario online, accessibile anche in Italiano,  è strutturato in cinque parti. La prima parte contiene alcune domande generali; la seconda riguarda la conoscenza degli impollinatori,  la loro importanza, la loro situazione e le minacce a cui sono esposti; la terza parte riguarda il declino: portata, cause e conseguenze; la quarta parte è sulle possibili soluzioni per far fronte al declino; la parte conclusiva consente di inserire alcuni commenti finali o caricare un documento che si ritiene possa spiegare meglio le opinioni espresse.

L’impollinazione è il fattore agricolo che contribuisce maggiormente ai rendimenti, rispetto ad altre pratiche di gestione, secondo la Fao. Secondo le stime della Commissione europea dipendono dai servizi degli insetti impollinatori 15 miliardi di euro di produzione agricola.

Gli insetti impollinatori sono organismi “troppo importanti per la nostra sicurezza alimentare e le comunità rurali – ha detto il commissario Ue all’agricoltura Phil Hogan – non possiamo permetterci di continuare a perderli“.

Abbiamo una buona comprensione del problema per alcuni impollinatori, meno per altri – ha aggiunto il Commissario Ue all’ambiente Karmenu Vella – ma se non agiamo, noi e le generazioni future pagheremo un prezzo molto alto“.

La consultazione è aperta a tutti fino al 5 aprile 2018

A cura della segreteria SIMeVeP




Questionario sulla percezione delle meduse come possibile fonte alimentare

L’Istituto di scienze delle produzioni alimentari (Ispa-Cnr), in collaborazione l’Università di Scienze gastronomiche (UNISG) di Pollenzo,  propone un questionario anonimo sulla percezione delle meduse come possibile fonte alimentare.

Il questionario si inserisce nel progetto Europeo GoJelly sull’uso di biomasse di meduse per la produzione di alimenti e/o ingredienti alimentari ma anche mangimi, fertilizzanti, cosmetici e filtri per microplastiche,.

Nell’ambito di GoJelly il CNR-ISPA ha il compito di studiare i nuovi processi di trasformazione alimentare, fino alla produzione di un prototipo, anche in collaborazione con un’azienda alimentare, e della valutazione delle proprietà nutraceutiche di alcune specie di meduse.

È possibile rispondere al questionario in modo anonimo e i dati raccolti saranno elaborati nel rispetto della privacy.

QUESTIONARIO

Il progetto GoJelly nelle parole della ricercatrice Cnr Antonella Leone

A cura della segreteria SIMeVeP




EFSA discute di micotossine e cambiamenti climatici con i partner italiani

logo-efsaSi è appena conclusa una visita di due giorni a Roma da parte di una delegazione dell’EFSA che ha preso parte a una conferenza internazionale da titolo “L’onere delle micotossine sulla salute umana e animale” organizzata congiuntamente dal Ministero della Salute, dall’Istituto nazionale di sanità (ISS) e dall’EFSA. Tra gli oratori anche rappresentanti della Commissione europea e dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura.

Alla conferenza sono state esaminate questioni scientifiche relative a micotossine e catena alimentare, compreso l’impatto dei cambiamenti climatici. Durante la sessione pomeridiana è stato analizzato l’uso del biomonitoraggio – ovvero i risultati dei test su sangue e urina umani – nella valutazione dei rischi da micotossine per l’uomo.

Le micotossine sono sostanze chimiche – alcune delle quali estremamente velenose – prodotte da muffe. Possono entrare nella filiera degli alimenti e dei mangimi tramite colture contaminate come cereali e noci.

L’EFSA ha inoltre presentato l’anteprima di un nuovo video su “Micotossine e cambiamenti climatici” in cui si mette in luce come i cambiamenti di temperatura, umidità, precipitazioni e produzione di anidride carbonica influiscono sul comportamento dei funghi e, di conseguenza. sulla produzione di micotossine.

L’EFSA e gli Stati membri dell’UE collaborano alla raccolta di dati sulle micotossine nonché alla ricerca e valutazione scientifica sul tema, per contribuire a ridurre l’esposizione di uomo e animali ai rischi che queste tossine rappresentano.

I dati, i modelli scientifici e le conoscenze che essi generano potranno essere utilizzati per affrontare le sfide future per la valutazione del rischio da micotossine non solo in Europa ma anche a livello mondiale.

Colloqui ad alto livello su temi di cooperazione scientifica

L’EFSA ha incontrato i vertici del Ministero della Salute, del Ministero dell’Agricoltura e dell’ISS. Tra i temi sul tavolo: l’agenda UE di valutazione del rischio e comunicazione del rischio; la resistenza agli antimicrobici; la peste suina africana; e Xylella fastidiosa. La delegazione EFSA ha inoltre incontrato gli organismi scientifici italiani designati ex art. 36 del regolamento istitutivo EFSA, riconoscendone il significativo contributo alle attività scientifiche dell’Autorità.

Fonte: Efsa