COP 28: anche i sistemi sanitari possono contribuire agli obiettivi della Conferenza

Cambiamenti climaticiAll’apertura della COP 28, Conferenza delle parti sul clima (Conference Of Parties, Dubai, 30 novembre-12 dicembre 2023), può essere interessante guardare un po’ all’indietro e capire quali sono stati i principali step che hanno portato la comunità scientifica, i governi e la popolazione in generale a capire la stretta connessione che esiste tra ambiente (in questo caso cambiamenti climatici) e salute.

Già con la COP 21, nel 2015, si arriva al primo accordo giuridicamente vincolante sul clima a livello mondiale: l’Accordo di Parigi. L’intesa viene firmata l’anno seguente e vede il coinvolgimento di 177 Paesi, tra cui l’Italia, in azioni di finanziamento e innovazione tecnologica volte alla mitigazione e all’adattamento alle mutazioni climatiche al fine di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius.

Un ulteriore rinforzo verso il raggiungimento di questi obiettivi è avvenuto durante la COP 26 del 2021 al vertice di Glasgow: oltre 200 Paesi aderiscono al Patto sul Clima (Glasgow Climate Pact, GCP) che mira a mantenere viva la speranza di limitare la crescita della temperatura globale puntando a 1,5 gradi Celsius e che esplicita 10 raccomandazioni utili per i governi al fine di dare priorità alla salute e all’equità nel focus internazionale per il clima.

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Fonte: ISS




Carne coltivata, una petizione per abrogare la nuova legge italiana

Dopo il Regno Unito e la Spagna ora anche il Governo tedesco nel suo budget 2024 promuove alternative alla carne con latticini fermentati con tecnologie di precisione, prodotti a base vegetale e carne coltivata.

L’investimento verrà utilizzato per creare un centro di competenza sulle proteine future (con esperti che forniranno la loro consulenza) e un forum di stakeholder sulle fonti proteiche per la nutrizione umana.

Il nostro Paese invece va in direzione opposta: il Parlamento ha approvato una legge che vieta la produzione e commercializzazione della carne coltivata, ma anche l’uso di termini come burger o bistecca per prodotti a base vegetali.

Con una logica distorta che non ha precedenti nel diritto, questa legge dice agli italiani cosa devono mangiare e cosa non devono mangiare, soffoca l’innovazione e viola la normativa comunitaria.

E’ davvero scoraggiante che l’Italia venga esclusa da progetti industriali che creeranno più lavoro e dalla vendita di prodotti più eco-climate friendly.

Una volta famosi per il loro pionierismo in innovazioni che hanno cambiato il mondo come radio, microchip, batterie, automobili e fashion innovativo, i politici italiani ora scelgono di tornare indietro mentre il resto del mondo va avanti

Petizione per abrogare la legge S.651:

Fonte: Alleanza Italiana per le proteine alternative

Il testo della Legge “Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali”

 




Il mondo e’ Donna!

Mentre non sussistono dubbi in merito al fatto che la tragica morte di una brillante Studentessa in Ingegneria Biomedica qual’era perlappunto Giulia Cecchettin, così come i tanti, troppi femminicidi (2 a settimana in media!) che da tanti, troppi anni si registrano nel nostro Paese richiedano un radicale e non più procrastinanabile cambio di paradigma, soprattutto culturale, la cui fondamentale premessa appare costituita da una capillare quanto permanente e diffusa opera di educazione sessuale, affettiva e sentimentale a partire dai fanciulli e dalle fanciulle in tenera età scolare, ritengo doveroso esternare e condividere alcune riflessioni.

La prima, da cittadino di un Paese la cui popolazione generale d’età compresa fra 18 e 65 anni risulterebbe affetta da una condizione di analfabetismo totale (5%), di semi-analfabetismo (33%) o di analfabetismo “di ritorno” (alias “funzionale”), per un totale di circa 30 milioni di nostri connazionali (la metà degli abitanti complessivi!) interessati da una delle tre succitate fattispecie.

La seconda, da professore universitario in pensione, che per quasi 20 anni ha valutato le prove d’esame di tante ragazze e ragazzi frequentanti il Corso di Laurea Magistrale in Medicina Veterinaria, riscontrando performance ben più soddisfacenti nella popolazione studentesca femminile rispetto a quella maschile.

La terza, riguardante la sperequazione salariale esistente fra uomini e donne che si trovino a svolgere analoghe attività lavorative e/o che abbiano identiche responsabilità professionali, criticità quest’ultima che a onor del vero caratterizza non soltanto la vita sociale del nostro Paese, ma anche quella di molte altre Nazioni, europee e non, a fronte di talenti, competenze e capacità professionali che in molti casi ed in molti settori vedono le donne sopravanzare i loro colleghi maschi.

Da ciò deriverebbe, peraltro, il senso di frustrazione permeante l’esistenza di certi nostri connazionali di sesso maschile, stanti gli atavici retaggi culturali in nome dei quali podestà e potere sarebbero sempre e comunque esercitati dai maschi.

Il mondo e’ Donna, diceva a ragione e non a caso il grande Federico Fellini!

Giovanni Di Guardo
Già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo




Vespa velutina a Grosseto

vespa velutina

L’espansione di Vespa velutina in Italia prosegue verso sud.

Dopo la segnalazione del 24 ottobre di un apiario positivo alla presenza del calabrone dalle zampe gialle in località Bargino (FI), è Grosseto l’ultima provincia della Toscana ad essere interessata dalla presenza di Vespa velutina.

Con il primo ritrovamento, in data 16 novembre 2023, di un maschio di Vespa velutina (foto in alto) all’interno di una trappola posizionata dall’apicoltore Luca Giaccherini, socio di Arpat (Associazione Regionale Produttori Apistici Toscani), nel suo apiario in località Sterpeto, nella periferia di Grosseto.

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Fonte: stopvelutina.it




Laguna di Venezia: vongole in pericolo a causa dei sedimenti contaminati

La gestione dei sedimenti dragati nei porti e nelle lagune deve essere volta ad evitare potenziali impatti sugli ecosistemi marini. È pertanto fondamentale indagare i possibili effetti di miscele complesse di contaminanti chimici presenti nei sedimenti su specie animali che risiedono nelle lagune e nelle aree costiere.
Questo tema, anche in seguito alla recente approvazione del cosiddetto “nuovo protocollo fanghi” (Decreto 22 maggio 2023 n.86), che ha affiancato alla caratterizzazione chimica dei sedimenti anche la valutazione degli effetti ecotossicologici su specie animali, è di estremo interesse nella laguna di Venezia.

Il Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione e il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia, ha pubblicato sulla prestigiosa rivista «BMC Biology» uno studio in cui sono stati investigati gli effetti dell’esposizione a sedimenti campionati in diversi siti sul fondo del canale Vittorio Emanuele III (il canale che collega Marghera alla città di Venezia) nella vongola filippina Ruditapes philippinarum.

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Fonte: lescienze.it




La plastica biodegradabile e i potenziali effetti sui pesci

plastica mareLa plastica biodegradabile e i potenziali effetti sui pesci – Una recente ricerca condotta dall’Università di Otago ha sollevato nuove preoccupazioni riguardo all’uso della plastica biodegradabile utilizzata come soluzione all’inquinamento marino. Mentre è noto che le microplastiche derivate dal petrolio impattano negativamente la vita marina, si sapeva poco sull’effetto delle alternative biodegradabili.

Lo studio, finanziato dall’Università di Otago e pubblicato su Science of the Total Environment, ha analizzato l’impatto della plastica derivata dal petrolio e della plastica biodegradabile su pesci selvatici. I risultati sono stati sorprendenti: entrambe le tipologie di plastica hanno dimostrato di essere dannose per i pesci marini.

Ashleigh Hawke, autrice principale della ricerca ha evidenziato che i pesci esposti alla plastica derivata dal petrolio hanno subito un deterioramento delle prestazioni di fuga, alterazioni nei comportamenti di nuoto e un calo del metabolismo aerobico. D’altra parte, quelli esposti alla bioplastica hanno registrato solo una diminuzione della loro velocità massima di fuga.

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Fonte: pesceinrete.com




Un nido di Vespa velutina neutralizzato in provincia di Padova

vespa velutina

La segnalazione è arrivata il 6 ottobre scorso al sito Stopvelutina, da parte di un cittadino che aveva già provveduto alla sua eliminazione tramite un servizio di disinfestazione, ma si era insospettito per l’aspetto anomalo degli esemplari (foto in alto). Le immagini inviate sembravano indicare che si trattasse proprio di Vespa velutina, ma per conferma sono stati allertati gli esperti del Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVE), che assieme ai veterinari della AUSL hanno effettuato un sopralluogo e verificato l’effettiva identità degli esemplari.

La segnalazione proviene dalla zona urbana del comune di Cittadella, in provincia di Padova. Il nido si sviluppava nella cavità della parete di un edificio e in parte anche all’esterno di questa (foto in basso), una tipologia di nido anomala per questa specie, la quale, nella maggioranza dei casi, costruisce nidi all’aperto e completamente esposti. Inoltre, a circa 6 metri dal primo nido, ne era presente un secondo più piccolo, localizzato sotto il cornicione del tetto dell’edificio, a circa 10 metri di altezza.

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Fonte: stopvelutina.it




Per evitare future pandemie occorre tutelare il benessere animale e la natura

“Potremmo essere tentati di pensare che la pandemia di Covid-19 sia ormai storia. Ma la storia ci insegna che il Covid-19 non sarà l’ultima pandemia. La domanda che tutti dobbiamo affrontare è se saremo pronti quando arriverà il prossimo. In qualità di leader, abbiamo la responsabilità collettiva di assicurarci di essere pronti”. Con queste parole il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, è intervenuto alla riunione di alto livello dell’Onu su prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie del 20 settembre, durante il quale è stata adottata una dichiarazione politica per affrontare le future crisi pandemiche.

Quando facciamo riferimento alla pandemia di Sars-Cov-2, virus responsabile della malattia Covid-19, dobbiamo ricordare che non si è trattato di un fenomeno del tutto inaspettato. La comunità scientifica ci aveva avvisato sullo stretto legame che esiste tra insorgenza di nuove malattie e la distruzione della natura, ma non le abbiamo dato e ascolto e, a di stanza di qualche anno, possiamo dire che l’atteggiamento nel post-pandemia non è poi così diverso da quello pre-pandemia.

L’attività antropica continua infatti a invadere gli ecosistemi e a distruggere i preziosi equilibri tra esseri umani e natura che si sono generati nel corso dei millenni, basti pensare che oggi i tre quarti delle terre emerse e i due terzi degli oceani sono stati modificati in modo significativo. Di questo passo, il futuro potrebbe essere segnato da nuove malattie infettive che, va ricordato, non solo minacciano la salute umana, ma contribuiscono ad accelerare il tasso di estinzione naturale delle specie e hanno pesanti ricadute sulla conservazione della biodiversità.

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Fonte: asvis.it – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile




Dopo 500 anni torna il castoro in Italia

Uno studio congiunto dell’Università Statale di Milano e dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del Consiglio nazionale delle ricerche, pubblicato su Animal Conservation, sancisce il ritorno del castoro europeo sul territorio italiano dopo 500 anni: un esempio di ritrovata biodiversità, che necessita di strumenti di monitoraggio per ridurre i possibili danni dovuti alle attività del castoro

Le attività di reintroduzione e “rewilding” sono alcuni degli strumenti principali usati nel campo della biologia della conservazione per cercare di mitigare gli impatti dell’uomo sull’ambiente e riportare gli ecosistemi ad uno stato più naturale. Queste azioni possono talvolta comportare alcune sfide, in particolare quando le specie coinvolte sono grandi carnivori, grandi erbivori, o “ingegneri ecosistemici”, specie che con le loro attività possono modificare notevolmente gli habitat ed il paesaggio.

Fino a pochi anni fa, il castoro europeo (Castor fiber) era totalmente assente dall’Italia, in quanto caccia e perdita di habitat avevano portato all’estinzione tutte le popolazioni presenti sul territorio nazionale. Dopo più di 500 anni di totale assenza, questa specie ha recentemente iniziato la ricolonizzazione dell’Italia a causa di espansione naturale dall’Austria verso Trentino Alto-Adige e Friuli Venezia-Giulia e di reintroduzioni (non autorizzate) in Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche).

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Fonte: CNR




Il clima in Italia nel 2022: rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente

Cambiamenti climaticiIl Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) ha pubblicato il rapporto “Il clima in Italia nel 2022“. In precedenza il rapporto era pubblicato dall’Ispra con cadenza annuale dal 2006. Grazie al coinvolgimento del Sistema nazionale per la protezione ambientale, si arricchisce di approfondimenti sul clima anche a scala regionale e locale, nonché su aspetti idro-meteo-climatici e meteo-marini più rilevanti dell’anno in esame. Il rapporto è strutturato in due parti.

La prima parte del volume descrive l’andamento del clima nel corso dell’ultimo anno e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia sulla base di dati, statistiche, indici e indicatori climatici derivati dal Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA, www.scia.isprambiente.it).

La seconda parte raccoglie contributi di approfondimento, dalla scala nazionale alla scala locale, sui principali elementi che hanno caratterizzato il 2022: la siccità e la scarsità idrica, il caldo, gli eventi idro-meteo-climatici e meteo-marini significativi.

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Fonte: ambientenonsolo.com