Consultazione pubblica sulla valutazione del rischio dell’UE nella filiera alimentare

La Commissione Europea ha lanciato una consultazione pubblica sulla trasparenza e sulla sostenibilità  della valbandiera_unione_europeautazione del rischio dell’UE nella filiera alimentare, diretta a tutte le parti interessate (i cd “stakeholder”) e i cittadini.

La consultazione, che nasce per dar seguito seguito agli impegni assunti dalla Commissione in risposta all’iniziativa dei cittadini europei sul glifosato  verte sui seguenti aspetti:

•la trasparenza e l’indipendenza del sistema di valutazione del rischio dell’UE rispetto agli studi e alle informazioni forniti dall’industria su cui si basano la valutazione dei rischi e i pareri scientifici dell’EFSA
•la comunicazione del rischio
•la governance dell’EFSA, in particolare il coinvolgimento degli Stati membri dell’UE nel sistema di valutazione del rischio dell’UE.

Il questionario è disponibile anche in italiano e fornirà delle indicazioni per la proposta legislativa che la Commissione presenterà al Parlamento europeo e al Consiglio entro il maggio 2018.

C’è tempo fino al 20 marzo 2018 per partecipare.

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A cura della segreteria SIMeVeP




Domande e risposte: il nuovo regolamento sui nuovi alimenti

Il nuovo regolamento (UE) 2015/2283 relativo ai nuovi alimenti si applica a decorrere dal 1° gennaio 2018. La sua finalità è migliorare le condizioni per consentire alle imprese di immettere più facilmente sul mercato dell’UE alimenti nuovi e innovativi, mantenendo al contempo un elevato livello di sicurezza alimentare per i consumatori europei.

Un “nuovo alimento” è definito come un alimento non consumato in misura significativa nell’UE prima del maggio 1997 (data in cui è entrata in vigore la prima normativa sui nuovi prodotti alimentari). Può trattarsi di un alimento nuovo e innovativo o di un alimento prodotto utilizzando nuove tecnologie e nuovi processi di produzione oppure di un alimento tradizionalmente consumato al di fuori dell’UE. Questa definizione è rimasta invariata nel nuovo regolamento relativo ai nuovi alimenti.

Ma quali sono i principali cambiamenti introdotti dal regolamento? Gli insetti sono nuovi alimenti? E i nanomateriali?

A  queste e altre domande sui processi di autorizzazione risponde un documento della commissione europea, disponibile anche in italiano.

Il nuovo regolamento abroga e sostituisce il Regolamento (CE) n 258/97 “Nuovi prodotti e i nuovi ingredienti alimentari” e il Regolamento (CE) 1852/2001 “Norme per rendere talune informazioni accessibili al pubblico e per la tutela delle informazioni” che erano in vigore fino al 31 dicembre 2017.

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Presentato il libro bianco “Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare in Toscana”

E’ stato presentato oggi con una conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati di Firenze il volume “Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare in Toscana” realizzato dalla Segreteria Regionale del SIVeMP Toscana e dalla Società Italiana di Medicina Preventiva sez. Toscana.

Il “Libro Bianco” intende mettere a fuoco punti di forza e criticità del sistema agro-zootecnico-alimentare attraverso una riflessione sulle patologie animali e alimentari e sul loro costo sociale ed economico, proseguendo sui temi della globalizzazione dei commerci, delle derrate alimentari e dei nuovi rischi emergenti, per finire sulla massa di attività analiticamente riportate nella Regione.

Il volume è frutto del contributo di oltre cinquanta autori che, nei loro articoli, affrontano tutti i temi della sicurezza pubblica alimentare e della sanità veterinaria: dall’etichettatura degli alimenti all’identificazione di specie nei prodotti ittici importati da Paesi terzi; dalle nuove problematiche di sicurezza alimentare poste dalla società multiculturale al lardo di Colonnata; dall’arte della ferratura alla tutela del benessere animale nelle manifestazioni ippiche, con particolare riguardo al Palio di Siena.

All’incontro sono intervenuti: Stefania Saccardi, Assessore regionale alla Sanità, Aldo Grasselli, Segretario nazionale del SIVeMP, Antonio Sorice, Presidente SIMeVeP e Camilo Duque, Segretario Regionale SIVeMP Toscana.

Sono contento di essere un veterinario di sanità pubblica – ha affermato Grasselli in apertura – perché ho la fortuna di occuparmi di salute, animale e umana, di economia, di rapporti internazionali e tradizioni locali. Attraverso le attività svolte per la sicurezza alimentare e la salute animale, nell’ambito del Dipartimento di Prevenzione, i servizi veterinari tutelano i consumatori, ma anche le imprese, svolgendo un importante ruolo di trasferimento culturale e di mediazione che va potenziato in favore delle filiere locali a sostegno delle produzioni tipiche, aiutando gli operatori a superare le criticità e le sfide, per produrre bene e dare forza al Sistema agro-zootecnico-alimentare e al Sistema Paese. In questo senso speriamo in una nuova adozione politica, ad oggi carente, delle politiche per la prevenzione e delle nuove opportunità per la sanità pubblica del futuro

La sanità veterinaria viene spesso considerata una cenerentola, ma grazie al mio ruolo, mi sono accorta che è tutt’altro – ha detto l’Assessore Saccardi. L’agroalimentare rappresenta un patrimonio straordinario: ha un forte ruolo nell’occupazione, nel mantenimento del territorio e del tessuto sociale con ricadute sulla salute umana. Da questo punto di vista i Servizi Veterinari svolgono un ruolo strategico per l’attività produttiva; lo possiamo concretamente osservare nella nostra regione, grazie all’azione svolta con le nostre aziende che non è fatta solo di repressione, come comunemente si pensa. Il tema del personale veterinario ci sta quindi a cuore, lo vogliamo affrontare e abbiamo già fissato un appuntamento con il sindacato. Per reggere la concorrenza con l’estero dovremo anche affrontare il tema della formazione, lavorando insieme alla Università sull’individuazione dei fabbisogni, per fare sistema e rendere la formazione aderente alle necessità del prossimo futuro. Le sfide emergenti sono tante, dobbiamo affrontarle con un nuovo approccio culturale, che ci veda lavorare tutti insieme per trovare soluzioni adeguate”.

E’ con piacere e orgoglio che presento questo libro – ha detto il Segretario Regionale Duque. Non tutti conoscono il lavoro svolto dai veterinari pubblici; da più parti giungono sollecitazioni per migliorare la comunicazione e fare conoscere i temi che riguardano la nostra professionalità e le nostre attività a tutela del territorio, dei cittadini, degli animali. Sulla base di questa esigenza, il libro vuole rappresentare il lavoro di tutte le componenti del sistema veterinario: Aziende USL della Toscana, dell’Istituto Zooprofilattico del Lazio e della Toscana “Mariano Aleandri”, UVAC Toscana PIF Livorno-Pisa – Università di Pisa – Dipartimento di Scienze Veterinarie.

Il volume è suddiviso in due parti la prima raccoglie i contributi relativi alla Sanità Pubblica Veterinaria e alla Sicurezza Alimentare in Toscana, la seconda i contributi di Sanità Pubblica Veterinaria riguardante Ambiente – Benessere Animale – Igiene Urbana Veterinaria”.

Duque si è poi soffermato sui punti di forza della veterinaria regionale: “grazie al lavoro “invisibile” dei veterinari la Toscana è un’eccellenza nel panorama nazionale. A fronte di ciò vanno registrati i punti di debolezza: l’altissima età media della categoria (55 anni) e la contestuale presenza di precariato che si protrae anche da 10 anni. Il riordino del Sistema sanitario Nazionale ha allontanato la governance dal territorio. Occorre invece dare più forza ai distretti per essere più vicini ai cittadini e maggiormente rispondenti ai bisogni di salute”.

Antonio Sorice ha espresso il proprio apprezzamento per l’iniziativa: “Abbiamo bisogno di strumenti che ci aiutino e comunicare e valorizzare le attività della sanità pubblica veterinaria. Attraverso i lavori di 50 autori, il manuale è utile per trasferire le conoscenze ai colleghi e alla politica sul contributo dei Servizi Veterinari delle ASL in Toscana alla tutela delle piccole produzioni tradizionali artigianali, per definizione “fragili” e a rischio di estinzione, che sono un punto di forza del made in Italy. Ma questo libro non è soltanto un manuale: attraverso esempi di collaborazione tra piccoli produttori e autorità di controllo, emerge un racconto della storia delle nostre tradizioni e della nostra professione che vanno valorizzate al massimo, ed evidenziano quanto sosteniamo da anni: l’importanza e la correlazione del rapporto uomo-animale-ambiente

Il testo è disponibile per il download gratuito in pdf 

La versione cartacea può essere richiesta alla Segreteria Regionale del SIVeMP Toscana

A cura della segreteria SIMeVeP




Migliori pratiche per la prevenzione del mozzamento della coda nei suini

La Commissione europea ha pubblicato una serie di materiali relativi alle migliori pratiche ai fini della prevenzione del mozzamento della coda come operazione di routine nei suini e della fornitura di materiali di arricchimento ai suini, rivolti in particolare agli allevatori.

Fra il materiale informativo anche un video in italiano girato a luglio 2017 presso alcuni allevamenti in soccida di Fumagalli Industrie Alimentari che illustra come è possibile evitare il taglio della coda tramite metodologie di allevamento che portano ad una riduzione dello stress degli animali.

Gli altri materiali

A cura della segreteria SIMeVeP




Deputati UE: Prospettive e le sfide per il settore dell’apicoltura

I deputati esortano l’UE e gli Stati membri a investire maggiormente nella protezione della salute delle api, nella lotta contro l’adulterazione del miele e nel sostegno agli apicoltori.

L’ UE ha bisogno di una strategia ad ampio raggio e a lungo termine per migliorare la salute delle api e ricostruire la popolazione apicola, afferma il Parlamento in una risoluzione non legislativa approvata giovedì con 560 voti in favore, 27 voti contrari e 28 astensioni.

A questo fine, gli eurodeputati chiedono:

  • un piano d’ azione europeo per combattere la mortalità delle api;
  • programmi di allevamento per aumentare la resistenza a specie invasive come l’acaro distruttore di Varroa e il calabrone asiatico o a malattie come la peste americana;
  • il rafforzamento della ricerca su farmaci innovativi per le api;
  • il divieto di tutti i pesticidi che hanno effetti negativi scientificamente dimostrati sulla salute delle api, compresi i neonicotinoidi e la promozione di alternative sicure per gli agricoltori;
  • la segnalazione preventiva dei periodi di irrorazione delle colture per evitare danni alle api.

Rafforzare il sostegno agli apicoltori e promuovere i prodotti apicoli

L’UE dovrebbe aumentare il bilancio dei programmi nazionali di apicoltura del 50% e istituire un regime di sostegno specifico per gli apicoltori nell’ambito della politica agricola comune per il periodo successivo al 2020. Inoltre, dovrebbe essere introdotto un indennizzo per la perdita di colonie di api.

Gli Stati membri dovrebbero fare di più per informare il pubblico, in particolare i bambini, dei benefici del consumo di miele e degli usi terapeutici dei prodotti delle api.

Fermare le importazioni di finto miele

Per garantire che il miele importato rispetti gli elevati standard dell’UE, è necessario armonizzare le ispezioni alle frontiere e i controlli sul mercato unico, e rendere più rigorosi tutti i requisiti in materia di tracciabilità. Inoltre la Commissione dovrebbe sviluppare procedure di analisi di laboratorio più efficaci e gli Stati membri dovrebbero prevedere sanzioni più severe per i trasgressori.

Il miele e i prodotti dell’apicoltura, infine, dovrebbero essere considerati “prodotti sensibili” nei negoziati commerciali con i Paesi terzi, o addirittura essere completamente esclusi dai trattati di libero commercio.

Il relatore Norbert Erdős (PPE, HU) ha dichiarato: “Dobbiamo fare tutto il possibile per proteggere il nostro miele e le nostre api; il 76 % della produzione alimentare europea dipende dall’impollinazione e quindi le api sono indispensabili per la nostra sicurezza alimentare. Oggi il Parlamento ha proposto una strategia di sopravvivenza per le nostre api e i nostri apicoltori e un piano per aumentare la trasparenza per i nostri consumatori, sostituendo l’attuale etichetta “Miscela di mieli UE e non UE”, fuorviante e quindi inaccettabile, con una chiara indicazione dei paesi da cui provengono i mieli, comprese le percentuali di diversi tipi di miele utilizzati nel prodotto finale. Ora è giunto il momento che la Commissione europea e i governi nazionali mettano in atto le nostre proposte affinché le nostre api e i nostri apicoltori possano tornare a prosperare “.

Contesto

Con circa 600.000 apicoltori (di cui più o meno 50.000 in Italia) che producono circa 200.000 tonnellate di miele all’anno, l’UE è il secondo produttore mondiale di miele dopo la Cina.

I maggiori produttori europei nel 2016 sono stati Romania, Spagna e Ungheria, seguiti da Germania, Italia e Grecia.

L’UE importa 200.000 tonnellate di miele, principalmente da Cina, Ucraina, Argentina e Messico. I test effettuati dal Centro comune di ricerca della Commissione hanno dimostrato che il 20% dei campioni prelevati alle frontiere esterne dell’UE o presso gli importatori non è conforme alle norme europee.

Fonte: Parlamento europeo




Oms. Nuovo sistema di sorveglianza Glass: antibioticoresistenza in aumento nel mondo

Fanno paura le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità sul fenomeno delle  gravi infezioni batteriche contro cui gli antibiotici non funzionano:  i primi dati pubblicati dall’organismo internazionale parlano di  500.000 casi in 22 Paesi, sia ad alto che a basso reddito.

Si tratta del risultato del lavoro del nuovo sistema globale di  sorveglianza antimicrobica dell’Oms (Global Antimicrobial Resistance Surveillance System – GLASS), secondo cui i batteri resistenti  più comunemente riportati sono stati Escherichia coli, Klebsiella  pneumoniae, Staphylococcus aureus e Streptococcus pneumoniae, seguiti da Salmonella. Il sistema non include però i dati sulla resistenza del Mycobacterium tuberculosis, che causa la tubercolosi, dal momento che  l’Oms lo monitora dal 1994 separatamente e fornisce aggiornamenti  annuali nel rapporto globale sulla Tbc. Dunque le cifre potrebbero  essere anche più alte.

La percentuale di batteri resistenti ad almeno uno degli antibiotici più comunemente utilizzati varia enormemente tra i diversi paesi, da zero all’82%. La resistenza alla penicillina –  usata per decenni in tutto il mondo per trattare la polmonite – arriva fino al 51%. E tra l’8% e il 65% dei batteri E. coli associati a  infezioni del tratto urinario, presenta resistenza alla  ciprofloxacina, antibiotico comunemente usato per trattare questa  condizione.

Il rapporto conferma la grave situazione di resistenza agli  antibiotici in tutto il mondo“, afferma Marc Sprenger, direttore del  Segretariato della resistenza antimicrobica dell’Oms. “Alcune delle  infezioni più comuni del mondo potenzialmente pericolose si stanno  dimostrando resistenti ai medicinali. E, cosa ancora più preoccupante, i patogeni non rispettano i confini nazionali. Ecco perché l’Oms sta  incoraggiando tutti i Paesi a istituire buoni sistemi di sorveglianza  in grado di fornire dati“.

A oggi, 52 paesi (25 ad alto reddito, 20 a  reddito medio e 7 a basso reddito) sono iscritti al sistema globale di sorveglianza antimicrobica dell’Oms. Per il primo rapporto, 40 paesi  hanno fornito informazioni dai loro sistemi di sorveglianza nazionali  e 22 hanno anche fornito dati sui livelli di resistenza agli  antibiotici.

Il rapporto è un primo passo fondamentale per migliorare la nostra  comprensione dell’entità del fenomeno. La sorveglianza è agli inizi,  ma è fondamentale svilupparla se vogliamo anticipare e affrontare una  delle più grandi minacce alla salute pubblica globale“, afferma Carmem Pessoa-Silva, che coordina il nuovo sistema di sorveglianza dell’Oms.

Il comunicato stampa OMS (in inglese)




Report Ue sull’uso sostenibile dei pesticidi in Italia

pesticidiLa Direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare dell’Unione europea ha pubblicato la relazione sulla missione conoscitiva n°2017-6006 condotta in Italia dal 3 all’11 maggio 2017 sull’attuazione di misure intese a realizzare l’uso sostenibile di pesticidi stabilite ai sensi della direttiva 2009/128/CE  sull’uso sostenibile dei pesticidi (Cd direttiva SUD) e individuare le buone pratiche adottate per la sua attuazione

Gli ispettori Ue hanno rilevato la presenza di un Piano d’Azione Nazionale  – che delinea gli obiettivi generali, le priorità e le misure specifiche per assicurare la realizzazione della norma – che tuttavia manca degli obiettivi quantitativi e degli obiettivi specifici richiesti dalla direttiva.

L’adozione del primo PNA ha subito un ritardo di 14 mesi e ciò ha causato ritardi nella sua attuazione nonché nella formazione e certificazione degli utilizzatori professionali e nell’ispezione degli irroratori.

La missione ha rilevato i seguenti elementi positivi: l’irrorazione aerea è limitata ad aree localizzate,
sono in atto misure per vietare o limitare l’uso di prodotti fitosanitari in aree specifiche e il monitoraggio delle acque superficiali mostra alti livelli di conformità. Sono stati rilevati alcuni esempi di buone pratiche, uno dei quali è il sistema in atto per la sorveglianza dei casi di avvelenamento acuto.

Inoltre esiste una vasta rete nazionale per il monitoraggio delle specie nocive, e un’ampia gamma di
strumenti è a disposizione dei coltivatori per sostenere l’assunzione di decisioni relative alla difesa
integrata. I controlli per determinare la conformità agli otto principi della difesa integrata descritti
nell’allegato III della direttiva sono tuttavia limitati ai coltivatori che ricevono aiuti finanziari per
partecipare a regimi volontari.

Consulta il report UE (disponibile anche in italiano)

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Proteggere la biodiversità è possibile

albero, proteggereGli investimenti in conservazione fatti da 109 paesi in un decennio hanno ridotto il declino di biodiversità a livello globale del 29 per cento rispetto all’andamento previsto. Con una più attenta allocazione delle risorse potrebbe bastare lo 0,01 per cento del PIL globale per arrestare la drammatica perdita di specie animali e vegetali attualmente in corso.

Lo studio – pubblicato su “Nature” – fornisce uno strumento che permette alle nazioni di calibrare i propri investimenti nella conservazione in base loro specifiche esigenze.

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Neonicotinoidi: Efsa conferma i rischi per le api

La maggior parte dei modi in cui i pesticidi neonicotinoidi vengono usati rappresenta un rischio per le api selvatiche e quelle mellifere, secondo valutazioni pubblicate oggi dall’EFSA. L’Autorità ha aggiornato le proprie valutazioni del rischio relative a tre neonicotinoidi – clothianidin, imidacloprid e thiamethoxam – che sono attualmente soggetti a restrizioni nell’UE a causa della minaccia che rappresentano per le api.

Queste nuove conclusioni vanno ad aggiornare quelle pubblicate nel 2013, dopo le quali la Commissione europea aveva imposto restrizioni sull’uso delle sostanze.

Per le nuove valutazioni, che questa volta riguardano le api selvatiche (bombi e api solitarie) e le api mellifere, l’Unità “Pesticidi” dell’EFSA ha effettuato un’estesa attività di raccolta dati, che ha compreso la revisione sistematica della letteratura scientifica, per raccogliere tutte le evidenze pubblicate dopo le valutazioni precedenti.

L’equipe ha inoltre applicato le linee guida specificamente sviluppate dall’EFSA per la valutazione del rischio da pesticidi per le api.

Jose Tarazona, responsabile dell’unità Pesticidi dell’EFSA, ha così commentato: “La disponibilità di una quantità così estesa di dati e le nostre linee guida ci hanno permesso di giungere a conclusioni molto dettagliate. iNelle conclusioni c’è variabilità dovuta a fattori come le specie di api, l’uso previsto del pesticida e la via di esposizione. Sono stati individuati alcuni rischi bassi, ma nel complesso è confermato il rischio per i tre tipi di api oggetto delle nostre valutazioni“.

L’EFSA ha portato a termine le proprie conclusioni dopo aver condotto distinte consultazioni con esperti di pesticidi degli Stati membri dell’UE, i quali hanno convalidato tali conclusioni.

Come per le precedenti valutazioni, l’esposizione delle api alle sostanze è stata valutata attraverso tre vie: residui nel polline e nettare di api; deriva della polvere durante la semina/applicazione dei semi trattati; e consumo di acqua.

Tappe successive

Le conclusioni dell’EFSA saranno messe a disposizione dei gestori del rischio della Commissione europea e degli Stati membri, che prenderanno in considerazione eventuali modifiche alle attuali restrizioni sull’uso di questi pesticidi.

Peer review of the pesticide risk assessment for bees for the active substance clothianidin considering the uses as seed treatments and granules
Peer review of the pesticide risk assessment for bees for the active substance imidacloprid considering the uses as seed treatments and granules
Peer review of the pesticide risk assessment for bees for the active substance thiamethoxam considering the uses as seed treatments and granules
Evaluation of the data on clothianidin, imidacloprid and thiamethoxam for the updated risk assessment to bees for seed treatments and granules in the EU

Domande e risposte:  Conclusioni sui neonicotinoidi 2018 (In Italiano)

Fonte: Efsa

La questione va discussa con gli Stati membri e lo faremo nel comitato per gli alimenti, le piante e i mangimi di marzo,  il parere rafforza le basi scientifiche della proposta della Commissione di vietare ogni impiego all’aria aperta per le sostanze in questione” ha commentato un portavoce della Commissione europea.




Zoonosi e tossinfezioni alimentari, il focus sulla situazione in Italia

approfondimentoAlcuni ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie e dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise propongono un approfondimento che mira ad aggiungere alcuni dettagli ai dati già pubblicati nel report Efsa-Ecdc sulle zoonosi e le tossinfezioni alimentari 2016. 

Il  report infatti non analizza gli aspetti specifici dei singoli Paesi che, per vari motivi (legati sia alle caratteristiche epidemiologiche, ecologiche e sociali, sia alle capacità dei sistemi di sorveglianza nazionali), richiedono alcuni approfondimenti.

Questo breve commento mira ad aggiungere alcuni dettagli ai dati già pubblicati nel report Efsa-Ecdc in modo da favorire la lettura della situazione italiana riguardo alle zoonosi trasmesse da alimenti.

Nelle conclusioni gli autori osservano che il quadro nazionale relativo alle zoonosi e malattie a trasmissione alimentare tracciato dal report Efsa/Ecdc risente degli aspetti critici che i sistemi di sorveglianza sui casi umani presentano, in particolare riguardo alla rappresentatività e la tempestività delle raccolte dati, che non facilitano la lettura della reale situazione epidemiologica e possono limitare le capacità di intervento per il controllo e la prevenzione delle infezioni.

I dati Enter-net ed Enter-vet indicano, per i casi di salmonellosi nell’uomo in Italia, il suino quale serbatoio animale più rilevante, mentre l’importanza del serbatoio avicolo è in continua diminuzione, anche se il ritorno di S. Enteritidis richiede attenzione.

La situazione per Listeria sostanzialmente riflette il quadro epidemiologico osservato nel contesto internazionale, mentre per STEC la situazione è più complessa riflettendo la natura variegata dell’epidemiologia delle infezioni. Il rilievo di L. monocytogenes in alimenti di categorie considerate non a rischio è un’indicazione per la definizione dei futuri piani di campionamento degli alimenti.

Riguardo alla campylobatteriosi, la prima zoonosi a trasmissione alimentare in Europa per numero di casi, il sistema attuale non è in grado di fornire indicazioni specifiche per il nostro Paese, per cui rimangono le indicazioni generali di una malattia in costante ascesa.

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