OMS. Giornata mondiale della salute dedicata alla copertura sanitaria universale

Il 7 aprile di ogni anno l’Organizzazione mondiale della sanità celebra la giornata mondiale della salute, un’occasione per promuovere a livello globale la sensibilizzazione su temi cruciali di salute pubblica e lanciare programmi a lungo termine.

La scelta della data non è casuale, l’Oms è stata infatti fondata il 7 aprile 1948, 70 anni fa.

Il tema scelto per quest’anno è “Universal health coverage: everyone, everywhere” ovvero “Copertura sanitaria universale: per tutti e ovunque” e lo slogan abbinato è “Salute per tutti”: l’OMS chiede ai leader mondiali di adottare misure concrete per garantire la copertura sanitaria universale, cioè garantire che tutti e ovunque possano accedere a servizi sanitari di qualità, senza affrontare ostacoli di tipo economico, come stabilito negli Obiettivi di sviluppo sostenibile concordati nel 2015.

In assenza di di sistemi sanitari con queste caratteristiche, ricorda l’OMS, le persone si trovano costrette a scegliere tra assistenza sanitaria e altri bisogni primari. Ciò mina l’accesso ai servizi, riduce lo stato di salute, accresce la povertà e acutizza le disuguaglianze.

La Sezione europea dell’OMS fa presente che nella regione europea alcuni paesi si adoperano adeguatamente per raggiungere gli obiettivi di copertura universale (UHC – Universal Health Coverage) ma tutti possono fare di più per garantire adeguata protezione finanziaria, specialmente alle persone più povere e svantaggiate. Recenti analisi rivelano che i nuclei familiari più poveri hanno maggiori probabilità di affrontare spese sanitarie catastrofiche, spesso a causa di spese per i farmaci. Sono anche i più propensi a rinunciare o a ritardare l’assistenza a causa dei costi e di altri ostacoli all’accesso.

Nei prossimi mesi OMS Europa pubblicherà una serie di report sulla protezione finanziaria in 25 paesi.

L’analisi dei risultati è affidata alla Conferenza di alto livello “Health Systems for Prosperity and Solidarity: leaving no one behind” che si terrà il 13  e 14 giugno a Tallin (Estonia) per celebrare i 10 anni della Carta di Tallinn: “I sistemi sanitari per la salute ed il benessere economico”.

Nel 2014 la giornata è stata dedicata alle malattie trasmesse da Vettore

Nel 2011 all’antibicoresistenza

Nel 2009 alla sanità nelle emergenze non epidemiche

Nel 2008 alla sanità e cambiamenti climatici

Sito web dell’OMS “World Health Day – 7 April 2018”

A cura della segreteria SIMeVeP




Workshop: La Cucina della Selvaggina

Proseguono le attività del progetto “Selvatici e buoni  Una filiera alimentare da valorizzare”, curata dall’Universita’ di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, in collaborazione con il Dipartimento di Veterinaria dell’Universita’ di Milano e la Societa’ Italiana di Veterinaria Preventiva, per iniziativa della Fondazione UNA – Uomo Natura e Ambiente.

Il progetto ha preso il via a settembre 2017 nel territorio Bergamasco, e prevede una sere di iniziative che si svolgeranno nell’arco temporale di 18 mesi, per la gestione delle carni di selvaggina come strumento di valorizzazione del territorio.

L’intento è quello di sviluppare, attraverso un percorso partecipato che prevede il coinvolgimento di tutti gli stakeholder, le modalità operative per la gestione della filiera delle carni di selvaggina attraverso attività di formazione, educazione all’utilizzo delle risorse, miglioramento delle caratteristiche igienico-sanitarie, caratterizzazione e valorizzazione del prodotto, fino ad arrivare alla promozione sul territorio.

Il progetto è strutturato in azioni specifiche tra cui:
• la costruzione partecipata della filiera
• l’indagine sulle tradizioni gastronomiche del territorio
• la formazione ed educazione all’utilizzo delle risorse
• l’analisi del rischio per la valutazione e il miglioramento dei requisiti igienico sanitari del prodotto
• attività di rilancio dell’economia locale

In questo ambito si inserisce il workshop “La Cucina della Selvaggina”, un approfondimento della conoscenza delle carni di grossa selvaggina rivolto ai ristoratori del territorio che si terrà a Bergamo il 12 marzo a partire dalle ore 15.00 alle ore 18.00.

A illustrare ruolo della sanità pubblica veterinaria e della SIMeVeP nel progetto, a garanzia della sicurezza alimentare anche nel settore delle carni di selvaggina, interverrà il Presidente, Antonio Sorice.

Locandina dell’evento

Brochure: SELVATICI E BUONI. Alla scoperta della carne di selvaggina delle valli bergamashe una scelta buona, sana e sostenibile

 




Guide Pratiche Europee per il trasporto animale

camionSono state pubblicate le Guide Europee alle buone pratiche relative al trasporto di bovini, ovini, equini, suini e pollame. Le Guide forniscono consigli pratici per assicurare il benessere degli animali durante il trasporto.

Nel quadro del progetto finanziato dalla Commissione Europea “Animal Transport Guides”, le Guide sono state realizzate da un consorzio che comprende istituti di ricerca di 10 Paesi e organizzazioni di portatori di interesse. Per l’Italia sono parte del consorzio l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” e il Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia. I principali gruppi europei dell’agro-alimentare, della veterinaria, del trasporto su strada e del benessere animale hanno fornito indicazioni per la realizzazione delle Guide.

Le Guide sono corredate da 17 schede informative pratiche (Factsheet) facilmente comprensibili, disponibili in 8 lingue, che forniscono consigli sui principali aspetti critici relativi al trasporto come il carico e lo scarico, l’alimentazione e l’abbeverata, il trasporto con temperature estremamente alte o basse.

Garantire il benessere degli animali durante il trasporto è nell’interesse di tutti gli operatori del settore: gli allevatori che spediscono animali vedono il loro lavoro rispettato, i trasportatori ottimizzano tempo e denaro mentre gli operatori economici che ricevono animali in buone condizioni traggono beneficio dagli standard qualitativi tutelati. L’intera filiera produttiva tiene in alta considerazione i risvolti di natura sociale legati al trasporto animale. D’altra parte, trascurare il benessere degli animali può portare a serie perdite economiche, multe e sanzioni amministrative.

Le Guide e le schede informative rappresentano una fonte inestimabile di informazioni per tutti coloro che sono coinvolti nel trasporto animale. Maggiori informazioni sul processo di progettazione e sviluppo delle Guide sono disponibili sul sito del progetto “Animal Transport Guides” (www.animaltransportguides.eu).

Fonte: IZS Abruzzo e Molise




Dieci anni di REACH: sostanze chimiche più sicure per i consumatori, i lavoratori e l’ambiente

Negli ultimi 10 anni la principale normativa dell’UE sulle sostanze chimiche (“REACH”) ha migliorato sensibilmente la protezione della salute umana e dell’ambiente e ha promosso alternative alla sperimentazione animale. Forte di questo successo, la Commissione propone misure per agevolarne ulteriormente l’attuazione.

Le sostanze chimiche accompagnano ogni aspetto della nostra vita: al lavoro, ma anche nei beni di consumo come i capi di abbigliamento, i giocattoli, i mobili e gli elettrodomestici. Pur essendo essenziali nella vita quotidiana, alcune di queste sostanze possono comportare rischi per la salute umana e per l’ambiente. Nel riesame del REACH pubblicato il 5 marzo si legge che grazie al “regolamento concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche” (cioè il REACH), le imprese e le autorità dell’UE garantiscono l’impiego in sicurezza delle sostanze chimiche e la progressiva eliminazione delle sostanze pericolose.

Elżbieta Bieńkowska, Commissaria responsabile per il mercato interno e l’industria, ha dichiarato: “REACH è la normativa in materia di sostanze chimiche più avanzata e completa al mondo e molte altre giurisdizioni hanno seguito l’esempio dell’UE in questo senso. Grazie a questa normativa l’industria dell’UE rende le sostanze chimiche più sicure per i cittadini e per l’ambiente. Dobbiamo sfruttare questo successo e fare in modo che i produttori dell’UE non si trovino svantaggiati rispetto alla concorrenza dei produttori di paesi terzi, in particolare garantendo che i prodotti importati rispettino la normativa dell’UE in materia di sostanze chimiche.”

Il Commissario per l’ambiente Karmenu Vella ha dichiarato: “Gran parte degli europei si preoccupa dell’esposizione a sostanze chimiche pericolose. Grazie al REACH, l’UE risponde in maniera valida a queste preoccupazioni, diffondendo informazioni sulle sostanze chimiche e proibendo le sostanze nocive sul mercato dell’UE. Il REACH è già fonte di ispirazione per la normativa in materia di sostanze chimiche in altri paesi; un ulteriore perfezionamento ci permetterà di tutelare ancora meglio la salute dei cittadini e l’ambiente.”

Il REACH continua a produrre per gli europei risultati concreti tra cui:
Prodotti più sicuri per i consumatori, i lavoratori e l’ambiente Grazie al REACH l’UE ha fatto dei passi avanti nella restrizione e nel divieto d’uso di determinate sostanze chimiche che possono essere nocive per la salute umana e per l’ambiente e ne ha avviato la sostituzione con alternative più sicure. Alcuni esempi:

  • Divieto di sostanze chimiche nocive: sono state emesse 18 restrizioni per diversi gruppi di sostanze come il cromo, il nickel e il piombo nei prodotti di consumo, il bisfenolo A, un interferente endocrino, negli scontrini di cassa e i composti di nonilfenolo, tossici per l’ambiente acquatico, nei prodotti tessili.
  • Sostituzione delle sostanze più pericolose (“sostanze estremamente preoccupanti”) con alternative più sicure: finora sono state individuate 181 sostanze chimiche che possono avere gravi ripercussioni sulla salute umana e sull’ambiente e 43 sono state inserite nell’“elenco delle sostanze soggette ad autorizzazione REACH”; ciò significa che le imprese devono ottenere un’autorizzazione per l’uso di queste sostanze, le quali a loro volta vengono gradualmente eliminate man mano che diventano disponibili alternative adeguate.
  • Contro la sperimentazione animale: il REACH promuove metodi alternativi alla sperimentazione animale per la valutazione dei rischi legati alle sostanze chimiche, riducendo così la necessità di esperimenti di questo tipo. Tra il 2012 e il 2016 la Commissione ha stanziato circa 40 milioni di euro all’anno per sostenere la ricerca di metodi alternativi.
  • Una raccolta dati completa per la sicurezza delle sostanze chimiche sul mercato unico dell’UE: a oggi la procedura di registrazione REACH ha permesso di raccogliere informazioni su oltre 17 000 sostanze tramite 65 000 fascicoli di registrazione delle principali sostanze chimiche prodotte e utilizzate nell’UE, migliorando così la comunicazione e la trasparenza nella catena di approvvigionamento e permettendo all’Europa di affrontare meglio i rischi legati alle sostanze chimiche e di approfondire l’armonizzazione del mercato interno dei prodotti chimici.

Per tutelare ancora meglio i consumatori, i lavoratori e l’ambiente, la Commissione europea propone oggi diverse misure concrete per migliorare l’attuazione della normativa REACH. Queste misure sono volte a migliorare la qualità dei fascicoli di registrazione presentati dalle imprese, semplificare il processo generale di autorizzazione e garantire condizioni di parità tra le imprese dell’UE e quelle di paesi terzi. La Commissione intende continuare a sostenere le PMI nel loro sforzo di conformarsi alla normativa e di rafforzare l’applicazione di quest’ultima da parte delle autorità nazionali.

La Commissione auspica inoltre di aumentare la coerenza del regolamento REACH con la normativa in materia di tutela dei lavoratori e sui rifiuti. Per maggiori informazioni cliccare qui.

Prossime tappe

La Commissione discuterà i risultati e le azioni di follow-up del secondo riesame del REACH con il Parlamento europeo, gli Stati membri e le parti interessate nel quadro di una conferenza pubblica prevista per il mese di giugno 2018.

Contesto

Il regolamento REACH riguarda la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche a livello europeo. È entrato in vigore nel 2007, quando ha sostituito il precedente quadro legislativo per le sostanze chimiche nell’UE, che era stato adottato tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70. Il REACH si applica a pressoché tutte le sostanze chimiche.

In linea con il principio “chi inquina paga”, il REACH ha spostato l’onere della prova sull’industria, rendendola responsabile della sicurezza delle sostanze chimiche lungo la catena di approvvigionamento. Le imprese devono individuare e gestire i rischi legati alle sostanze chimiche e dimostrare in che modo sia possibile utilizzare tali sostanze in sicurezza. Ciò richiede nuove forme di cooperazione tra le imprese, un miglioramento della comunicazione lungo la catena di approvvigionamento e lo sviluppo di strumenti per guidare e assistere le imprese e le autorità pubbliche nell’attuazione del regolamento.

La procedura di registrazione ha avuto inizio nel 2009, e il primo termine per la registrazione era fissato al 2010. La fase di preregistrazione (indispensabile per poter registrare le sostanze esistenti entro i termini scaglionati) ha avuto luogo nel 2008. La data del 31 maggio 2018 è fissata come termine ultimo entro cui le imprese possono registrare le sostanze chimiche che producono, importano o immettono sul mercato dell’UE in quantità superiori a una tonnellata l’anno. Questa relazione rappresenta il secondo riesame del REACH.

Da quando è stata istituita, nel 2007, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) ricopre un ruolo fondamentale nell’attuazione di tutte le procedure REACH. L’ECHA ospita la più grande banca dati sulle sostanze chimiche al mondo e consente il facile accesso online ai dati relativi alla sicurezza chimica. L’ECHA partecipa inoltre all’attuazione di altre normative dell’UE riguardanti le sostanze chimiche ed è destinata a diventare un riferimento per la gestione sostenibile delle sostanze chimiche.

Fonte: Commissione Europea

Il testo del Regolamento REACH




Nasce il primo centro di riferimento Ue per il benessere animale

Ieri la Commissione Europea ha designato il primo Centro di riferimento dell’UE  per il benessere animale, assegnato, dopo una selezione pubblica, a un consorzio formato dal Wageningen Livestock Research (Paesi Bassi), dall’Istituto Friedrich Loeffler (Germania) e dal Department of Animal Science at Aarhus University (Danimarca).

L’Istituzione di centri di riferimento per il benessere degli animali è prevista dagli articoli 95 e 96 del Regolamento 625/2017 (c.d. regolamento sui controlli ufficiali) che ha armonizzato le norme dell’UE in materia.

Questo primo centro si concentrerà sul benessere dei suini poiché il miglioramento dell’applicazione della legislazione sui suini è una delle priorità della Commissione nel settore.

Il Centro fornirà supporto tecnico e assistenza coordinata agli Stati membri per effettuare controlli ufficiali, contribuirà alla diffusione di buone pratiche, alla realizzazione di studi scientifici, allo sviluppo  di metodi per la valutazione del livello di benessere degli animali e di metodi per migliorarlo, alla realizzazione di corsi di formazione per il personale delle reti e degli organismi nazionali di sostegno scientifico e alla diffusione di ricerche e informazioni sulle innovazioni tecniche.

Il Commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis,  ha accolto favorevolmente la designazione, sottolineando che “questo è un altro esempio del fatto che l’UE rimane, a livello internazionale, in prima linea nello sviluppo di elevati standard di benessere degli animali. Dopo l’istituzione della Piattaforma UE sul benessere degli animali nel 2017, l’Ue considera questo passo un’altra tassello fondamentale UE poiché per la prima volta un Centro Ue è dedicato a sostenere gli Stati membri nell’applicazione e nel monitoraggio delle norme sul benessere degli animali all’interno dell’Unione “.

I compiti specifici del Centro saranno definiti nei programmi di lavoro annuali o pluriennali stabiliti conformemente agli obiettivi e alle priorità adottati dalla Commissione.

La designazione sarà rivista ogni cinque anni.

A cura della segreteria SIMeVeP




Consultazione pubblica sulla valutazione del rischio dell’UE nella filiera alimentare

La Commissione Europea ha lanciato una consultazione pubblica sulla trasparenza e sulla sostenibilità  della valbandiera_unione_europeautazione del rischio dell’UE nella filiera alimentare, diretta a tutte le parti interessate (i cd “stakeholder”) e i cittadini.

La consultazione, che nasce per dar seguito seguito agli impegni assunti dalla Commissione in risposta all’iniziativa dei cittadini europei sul glifosato  verte sui seguenti aspetti:

•la trasparenza e l’indipendenza del sistema di valutazione del rischio dell’UE rispetto agli studi e alle informazioni forniti dall’industria su cui si basano la valutazione dei rischi e i pareri scientifici dell’EFSA
•la comunicazione del rischio
•la governance dell’EFSA, in particolare il coinvolgimento degli Stati membri dell’UE nel sistema di valutazione del rischio dell’UE.

Il questionario è disponibile anche in italiano e fornirà delle indicazioni per la proposta legislativa che la Commissione presenterà al Parlamento europeo e al Consiglio entro il maggio 2018.

C’è tempo fino al 20 marzo 2018 per partecipare.

Vai alla consultazione

A cura della segreteria SIMeVeP




Domande e risposte: il nuovo regolamento sui nuovi alimenti

Il nuovo regolamento (UE) 2015/2283 relativo ai nuovi alimenti si applica a decorrere dal 1° gennaio 2018. La sua finalità è migliorare le condizioni per consentire alle imprese di immettere più facilmente sul mercato dell’UE alimenti nuovi e innovativi, mantenendo al contempo un elevato livello di sicurezza alimentare per i consumatori europei.

Un “nuovo alimento” è definito come un alimento non consumato in misura significativa nell’UE prima del maggio 1997 (data in cui è entrata in vigore la prima normativa sui nuovi prodotti alimentari). Può trattarsi di un alimento nuovo e innovativo o di un alimento prodotto utilizzando nuove tecnologie e nuovi processi di produzione oppure di un alimento tradizionalmente consumato al di fuori dell’UE. Questa definizione è rimasta invariata nel nuovo regolamento relativo ai nuovi alimenti.

Ma quali sono i principali cambiamenti introdotti dal regolamento? Gli insetti sono nuovi alimenti? E i nanomateriali?

A  queste e altre domande sui processi di autorizzazione risponde un documento della commissione europea, disponibile anche in italiano.

Il nuovo regolamento abroga e sostituisce il Regolamento (CE) n 258/97 “Nuovi prodotti e i nuovi ingredienti alimentari” e il Regolamento (CE) 1852/2001 “Norme per rendere talune informazioni accessibili al pubblico e per la tutela delle informazioni” che erano in vigore fino al 31 dicembre 2017.

A cura della segreteria SIMeVeP

 




Presentato il libro bianco “Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare in Toscana”

E’ stato presentato oggi con una conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati di Firenze il volume “Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare in Toscana” realizzato dalla Segreteria Regionale del SIVeMP Toscana e dalla Società Italiana di Medicina Preventiva sez. Toscana.

Il “Libro Bianco” intende mettere a fuoco punti di forza e criticità del sistema agro-zootecnico-alimentare attraverso una riflessione sulle patologie animali e alimentari e sul loro costo sociale ed economico, proseguendo sui temi della globalizzazione dei commerci, delle derrate alimentari e dei nuovi rischi emergenti, per finire sulla massa di attività analiticamente riportate nella Regione.

Il volume è frutto del contributo di oltre cinquanta autori che, nei loro articoli, affrontano tutti i temi della sicurezza pubblica alimentare e della sanità veterinaria: dall’etichettatura degli alimenti all’identificazione di specie nei prodotti ittici importati da Paesi terzi; dalle nuove problematiche di sicurezza alimentare poste dalla società multiculturale al lardo di Colonnata; dall’arte della ferratura alla tutela del benessere animale nelle manifestazioni ippiche, con particolare riguardo al Palio di Siena.

All’incontro sono intervenuti: Stefania Saccardi, Assessore regionale alla Sanità, Aldo Grasselli, Segretario nazionale del SIVeMP, Antonio Sorice, Presidente SIMeVeP e Camilo Duque, Segretario Regionale SIVeMP Toscana.

Sono contento di essere un veterinario di sanità pubblica – ha affermato Grasselli in apertura – perché ho la fortuna di occuparmi di salute, animale e umana, di economia, di rapporti internazionali e tradizioni locali. Attraverso le attività svolte per la sicurezza alimentare e la salute animale, nell’ambito del Dipartimento di Prevenzione, i servizi veterinari tutelano i consumatori, ma anche le imprese, svolgendo un importante ruolo di trasferimento culturale e di mediazione che va potenziato in favore delle filiere locali a sostegno delle produzioni tipiche, aiutando gli operatori a superare le criticità e le sfide, per produrre bene e dare forza al Sistema agro-zootecnico-alimentare e al Sistema Paese. In questo senso speriamo in una nuova adozione politica, ad oggi carente, delle politiche per la prevenzione e delle nuove opportunità per la sanità pubblica del futuro

La sanità veterinaria viene spesso considerata una cenerentola, ma grazie al mio ruolo, mi sono accorta che è tutt’altro – ha detto l’Assessore Saccardi. L’agroalimentare rappresenta un patrimonio straordinario: ha un forte ruolo nell’occupazione, nel mantenimento del territorio e del tessuto sociale con ricadute sulla salute umana. Da questo punto di vista i Servizi Veterinari svolgono un ruolo strategico per l’attività produttiva; lo possiamo concretamente osservare nella nostra regione, grazie all’azione svolta con le nostre aziende che non è fatta solo di repressione, come comunemente si pensa. Il tema del personale veterinario ci sta quindi a cuore, lo vogliamo affrontare e abbiamo già fissato un appuntamento con il sindacato. Per reggere la concorrenza con l’estero dovremo anche affrontare il tema della formazione, lavorando insieme alla Università sull’individuazione dei fabbisogni, per fare sistema e rendere la formazione aderente alle necessità del prossimo futuro. Le sfide emergenti sono tante, dobbiamo affrontarle con un nuovo approccio culturale, che ci veda lavorare tutti insieme per trovare soluzioni adeguate”.

E’ con piacere e orgoglio che presento questo libro – ha detto il Segretario Regionale Duque. Non tutti conoscono il lavoro svolto dai veterinari pubblici; da più parti giungono sollecitazioni per migliorare la comunicazione e fare conoscere i temi che riguardano la nostra professionalità e le nostre attività a tutela del territorio, dei cittadini, degli animali. Sulla base di questa esigenza, il libro vuole rappresentare il lavoro di tutte le componenti del sistema veterinario: Aziende USL della Toscana, dell’Istituto Zooprofilattico del Lazio e della Toscana “Mariano Aleandri”, UVAC Toscana PIF Livorno-Pisa – Università di Pisa – Dipartimento di Scienze Veterinarie.

Il volume è suddiviso in due parti la prima raccoglie i contributi relativi alla Sanità Pubblica Veterinaria e alla Sicurezza Alimentare in Toscana, la seconda i contributi di Sanità Pubblica Veterinaria riguardante Ambiente – Benessere Animale – Igiene Urbana Veterinaria”.

Duque si è poi soffermato sui punti di forza della veterinaria regionale: “grazie al lavoro “invisibile” dei veterinari la Toscana è un’eccellenza nel panorama nazionale. A fronte di ciò vanno registrati i punti di debolezza: l’altissima età media della categoria (55 anni) e la contestuale presenza di precariato che si protrae anche da 10 anni. Il riordino del Sistema sanitario Nazionale ha allontanato la governance dal territorio. Occorre invece dare più forza ai distretti per essere più vicini ai cittadini e maggiormente rispondenti ai bisogni di salute”.

Antonio Sorice ha espresso il proprio apprezzamento per l’iniziativa: “Abbiamo bisogno di strumenti che ci aiutino e comunicare e valorizzare le attività della sanità pubblica veterinaria. Attraverso i lavori di 50 autori, il manuale è utile per trasferire le conoscenze ai colleghi e alla politica sul contributo dei Servizi Veterinari delle ASL in Toscana alla tutela delle piccole produzioni tradizionali artigianali, per definizione “fragili” e a rischio di estinzione, che sono un punto di forza del made in Italy. Ma questo libro non è soltanto un manuale: attraverso esempi di collaborazione tra piccoli produttori e autorità di controllo, emerge un racconto della storia delle nostre tradizioni e della nostra professione che vanno valorizzate al massimo, ed evidenziano quanto sosteniamo da anni: l’importanza e la correlazione del rapporto uomo-animale-ambiente

Il testo è disponibile per il download gratuito in pdf 

La versione cartacea può essere richiesta alla Segreteria Regionale del SIVeMP Toscana

A cura della segreteria SIMeVeP




Migliori pratiche per la prevenzione del mozzamento della coda nei suini

La Commissione europea ha pubblicato una serie di materiali relativi alle migliori pratiche ai fini della prevenzione del mozzamento della coda come operazione di routine nei suini e della fornitura di materiali di arricchimento ai suini, rivolti in particolare agli allevatori.

Fra il materiale informativo anche un video in italiano girato a luglio 2017 presso alcuni allevamenti in soccida di Fumagalli Industrie Alimentari che illustra come è possibile evitare il taglio della coda tramite metodologie di allevamento che portano ad una riduzione dello stress degli animali.

Gli altri materiali

A cura della segreteria SIMeVeP




Deputati UE: Prospettive e le sfide per il settore dell’apicoltura

I deputati esortano l’UE e gli Stati membri a investire maggiormente nella protezione della salute delle api, nella lotta contro l’adulterazione del miele e nel sostegno agli apicoltori.

L’ UE ha bisogno di una strategia ad ampio raggio e a lungo termine per migliorare la salute delle api e ricostruire la popolazione apicola, afferma il Parlamento in una risoluzione non legislativa approvata giovedì con 560 voti in favore, 27 voti contrari e 28 astensioni.

A questo fine, gli eurodeputati chiedono:

  • un piano d’ azione europeo per combattere la mortalità delle api;
  • programmi di allevamento per aumentare la resistenza a specie invasive come l’acaro distruttore di Varroa e il calabrone asiatico o a malattie come la peste americana;
  • il rafforzamento della ricerca su farmaci innovativi per le api;
  • il divieto di tutti i pesticidi che hanno effetti negativi scientificamente dimostrati sulla salute delle api, compresi i neonicotinoidi e la promozione di alternative sicure per gli agricoltori;
  • la segnalazione preventiva dei periodi di irrorazione delle colture per evitare danni alle api.

Rafforzare il sostegno agli apicoltori e promuovere i prodotti apicoli

L’UE dovrebbe aumentare il bilancio dei programmi nazionali di apicoltura del 50% e istituire un regime di sostegno specifico per gli apicoltori nell’ambito della politica agricola comune per il periodo successivo al 2020. Inoltre, dovrebbe essere introdotto un indennizzo per la perdita di colonie di api.

Gli Stati membri dovrebbero fare di più per informare il pubblico, in particolare i bambini, dei benefici del consumo di miele e degli usi terapeutici dei prodotti delle api.

Fermare le importazioni di finto miele

Per garantire che il miele importato rispetti gli elevati standard dell’UE, è necessario armonizzare le ispezioni alle frontiere e i controlli sul mercato unico, e rendere più rigorosi tutti i requisiti in materia di tracciabilità. Inoltre la Commissione dovrebbe sviluppare procedure di analisi di laboratorio più efficaci e gli Stati membri dovrebbero prevedere sanzioni più severe per i trasgressori.

Il miele e i prodotti dell’apicoltura, infine, dovrebbero essere considerati “prodotti sensibili” nei negoziati commerciali con i Paesi terzi, o addirittura essere completamente esclusi dai trattati di libero commercio.

Il relatore Norbert Erdős (PPE, HU) ha dichiarato: “Dobbiamo fare tutto il possibile per proteggere il nostro miele e le nostre api; il 76 % della produzione alimentare europea dipende dall’impollinazione e quindi le api sono indispensabili per la nostra sicurezza alimentare. Oggi il Parlamento ha proposto una strategia di sopravvivenza per le nostre api e i nostri apicoltori e un piano per aumentare la trasparenza per i nostri consumatori, sostituendo l’attuale etichetta “Miscela di mieli UE e non UE”, fuorviante e quindi inaccettabile, con una chiara indicazione dei paesi da cui provengono i mieli, comprese le percentuali di diversi tipi di miele utilizzati nel prodotto finale. Ora è giunto il momento che la Commissione europea e i governi nazionali mettano in atto le nostre proposte affinché le nostre api e i nostri apicoltori possano tornare a prosperare “.

Contesto

Con circa 600.000 apicoltori (di cui più o meno 50.000 in Italia) che producono circa 200.000 tonnellate di miele all’anno, l’UE è il secondo produttore mondiale di miele dopo la Cina.

I maggiori produttori europei nel 2016 sono stati Romania, Spagna e Ungheria, seguiti da Germania, Italia e Grecia.

L’UE importa 200.000 tonnellate di miele, principalmente da Cina, Ucraina, Argentina e Messico. I test effettuati dal Centro comune di ricerca della Commissione hanno dimostrato che il 20% dei campioni prelevati alle frontiere esterne dell’UE o presso gli importatori non è conforme alle norme europee.

Fonte: Parlamento europeo