Sushi? Fa bene, ma attenti all’Anisakis – Consigli per mangiare il pesce crudo in sicurezza

sushiFino a pochi decenni fa in Italia con il temine “pesce crudo” si indicavano soprattutto le ricette a base di prodotti marinati quali acciughe, ostriche, cozze e uova di riccio di mare; negli ultimi anni, complice l’espansione dei mercati e degli scambi culturali, nonché la moda alimentare e le sue proprietà dietetiche, il consumo di pesce crudo è in deciso aumento. Inizialmente la novità più esotica sulle nostre tavole era rappresentato, da pesci affumicati, dal sushi e dal sashimi, specialità gastronomiche di origine giapponese, da tartare e dal gravlax proveniente dai paesi nordici. E’ poi arrivato dal Perù il ceviche, un piatto a base di pesce marinato con limone e peperoncino. L’ultima tendenza, di provenienza hawaiana, si chiama poké, pesce crudo senza lische, tagliato a cubetti e servito insieme ad alghe, riso o uova di pesce.

Mangiare pesce crudo fa bene e non appesantisce l’organismo. Ricordiamo però che l’alimentazione con pesce crudo o poco cotto, aumenta i rischi associati alla presenza del parassita Anisakis, una parassitosi una volta diffusa soprattutto nel sud-est asiatico, oggi problema globale.

Su Sanità Informazione i consigli per mangiare pesce crudo in sicurezza  a cura di Renato Giunta, componente del Consiglio direttivo SIMeVeP




Anagrafe bovina. Considerazioni e proposte su attuazione e criticità dei controlli di anagrafe

E’ pubblicato sul n° 2/2018 di Argomenti l’articolo “Anagrafe bovina. Considerazioni e proposte su attuazione e criticità dei controlli di anagrafe” di Salvatore Parrino.

L’applicazione delle varie normative in campo veterinario è sempre stato oggetto di dibattito, non solo riguardo al contenuto stesso delle norme, ma anche relativamente all’impianto sanzionatorio che dovrebbe assolvere l’importante compito di deterrente e di repressione delle infrazioni commesse. Per ammissione degli stessi giuristi, molti aspetti critici sono legati a diversi fattori quali scostamento dallo
ratio legis, conflitto implicito con altre norme del nostro ordinamento, sovrapposizione con norme che insistono sullo stesso tema e che disciplinano in modo diverso e, infine, interpretazione varia da parte delle autorità competenti con comportamenti diversificati nei riguardi
dell’utente che si vede penalizzato da alcune interpretazioni. Tale applicazione si fa ancora più difficile quando la norma in questione si scontra con un avanzamento tecnologico che, di fatto, ne annulla il significato, rendendola non solo anacronistica ma, destituita di senso, addirittura inattuabile.

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Utilizzo di nanotecnologie negli alimenti e in zootecnia

nanomaterialiL’utilizzo delle nanotecnologie nella catena alimentare umana e animale  e in zootecnia è in continua fase di sviluppo, ma può rappresentare un rischio per la salute?

Proproniamo una raccolta di 3 articoli di approfondimento sul tema

Nanoalimenti, nuove regole sull’etichettatura, sulle disposizioni stabilite dal regolamento UE 1169/2011 e sulla definizione di “nanomateriale” – Alimenti&Bevande, aprile 2014 – Di Vitantonio Perrone, Vice Presidente SIMeVeP,  e Paolo Tucci, Docente Facoltà di Medicina e Chirurgia – Università di Foggia, compontente del Comitato Scientifico SIMeVeP

Nanomateriali ingegnerizzati, alimenti e normativa, un analisi  degli studi per valutare il potenziale impatto di tali materiali sulla salute e sull’ambiente e sulla normativa per il settore alimentare – Lab, ottobre 2017 – Di Vitantonio Perrone e Paolo Tucci

Nanomateriali e nanotecnologie: il futuro dell’agrozootecnia, sulle potenzialità, le applicazioni e i rischi legati all’utilizzo di queste innovazioni nelle attività agrozootecniche – La Settimana Veterinaria, maggio 2018 – Augusto Romanelli




Fao, Oie e Oms rilanciano impegno su approccio One Health

Collaborazione Oie Fao OmsL’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE) hanno concordato di rilanciare l’impegno comune per combattere le minacce alla salute legate alle interazioni tra esseri umani, animali ed ambiente.

In un Memorandum d’Intesa firmato il 30 maggio le tre agenzie hanno concordato di rafforzare la loro partnership di lungo periodo, con una particolare attenzione alle misure per affrontare il problema della resistenza antimicrobica (AMR).

L’AMR è un tema di assoluta priorità per le tre organizzazioni, che stanno collaborando per sviluppare dei sistemi mondiali di sorveglianza dell’AMR e dell’uso degli antimicrobici, un programma di gestione globale degli antimicrobici, e un quadro di monitoraggio e valutazione per il piano d’azione mondiale. Il quadro generale di standard internazionali per un uso responsabile e prudente degli antimicrobici viene aggiornato regolarmente per tenere il passo con gli sviluppi della ricerca scientifica.

Oltre a questo, il nuovo accordo si propone di migliorare le capacitá di previsione per avere risposte più rapide e fondate su malattie zoonotiche emergenti ed endemiche (tra cui quelle di origine alimentare); di aiutare i paesi a rafforzare i loro sistemi sanitari nazionali; di attuare misure congiunte per la riduzione delle minacce.

Oltre il 60% degli agenti patogeni esistenti o emergenti che colpiscono gli esseri umani hanno origine animale; il 75% di questi viene da animali selvatici. Per questo non possiamo affrontare i problemi della salute umana, animale e dell’ambiente in maniera isolata – dobbiamo considerarli e gestirli insieme. Questa alleanza unisce le competenze specialistiche e l’esperienza di ognuna delle tre organizzazioni per ottenere esattamente questo, attraverso un approccio “One Health” (Una salute), ha affermato il Direttore Generale della FAO, Jose Graziano da Silva.

Per quanto ogni settore abbia le sue specificità, gli Stati Membri delle nostre tre organizzazioni si trovano ad affrontare le stesse sfide. La nostra collaborazione è quindi fondamentale per aiutarli a rispondervi meglio, dimostrando che l’alleanza tra le organizzazioni internazionali è in grado di supportarli a livello regionale, nazionale ed anche locale. Questo dimostra che l’approccio “One Health” non è una semplice idea, ma è una realtà quotidiana che stiamo costruendo insieme attraverso lo sviluppo e l’attuazione di un ambizioso programma di lavoro incentrato sulle nostre priorità comuni.” ha dichiarato il Direttore Generale dell’OIE, la Dottoressa Monique Eloit.

La minaccia della resistenza antimicrobica interessa sia gli uomini, che gli animali, che il nostro ambiente. Per questo motivo la Triplice Alleanza di OMS, FAO ed OIE è cosi importante,” ha affermato il Dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale del WHO. “Collaborare è l’unico modo per scongiurare gli enormi costi umani, sociali, economici ed ambientali della resistenza antimicrobica.

Rafforzare l’impegno per affrontare le nuove sfide

I miglioramenti nei trasporti, la crescita del commercio internazionale, l’incremento demografico e l’espansione del settore agricolo hanno drasticamente alterato il modo in cui le malattie emergono e si diffondono, rendendo un approccio “One Health” necessario come mai prima d’ora.

FAO, OMS ed OIE hanno cominciato a lavorare insieme sin dagli anni ’40 e, nel 2010, hanno formalizzato la loro collaborazione lavorativa sul tema della restistenza antimicrobica e della lotta a malattie come l’influenza e la rabbia. Nel 2017 hanno pubblicato il loro secondo documento strategico che confermava tale impegno.

Mettere insieme conoscenze, ricerca e competenze tecniche sui temi della salute umana e animale, dell’alimentazione e dell’agricoltura può generare forti sinergie, per delle soluzioni più efficaci, durature ed economicamente vantaggiose ai complessi problemi sanitari che ci troviamo ad affrontare oggi a livello mondiale.

Le attività comuni previste dal nuovo accordo includeranno:

• Sostenere il Gruppo di Coordinamento Inter-agenzie sull’ AMR, stabilito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2016, nonché la continua attuazione del Piano d’Azione Globale sull’ AMR

• Lavorare con i paesi al fine di rafforzare la salute umana a livello nazionale e regionale, cosi come la salute animale e i servizi per la sicurezza alimentare.

• Migliorare la cooperazione inter-agenzie nelle attività di analisi previsionale, valutazione del rischio, rafforzamento della capacità di preparazione e delle risposte comuni alle malattie infettive – nuove, vecchie e trascurate – che minacciano la salute umana, animale e dell’ambiente.

• Affrontare le sfide della sicurezza alimentare che richiedono un approccio multi-settoriale nel contesto di un generale rafforzamento della sicurezza alimentare.

• Promuovere il coordinamento nel settore ricerca e sviluppo per raggiungere una visione comune sulle malattie zoonotiche di maggior priorità e sul tipo di ricerca necessaria a prevenirle, individuarle e controllarle.

• Sviluppare un Codice di Condotta Volontario per rafforzare l’applicazione degli standard internazonali per un uso responsabile e prudente degli antimicrobici.

Fonte: FAO




Apicoltura sostenibile: la proposta del progetto europeo B-PRACTICES

E’ pubblicato sul n° 2/2018 di Argomenti l’articolo “Apicoltura sostenibile: la proposta del progetto europeo B-PRACTICES” di di U. Della Marta, A. Leto, M. Pietropaoli, V. Belardo, J.R. Gomis, A. Cersini1, M. Chabert, M.P. Chauzat, R. Eggenhoeffner, S. Erat, A. Gregorc, M. Higes, R. Moosbeckhofer, D. Muz, M.N. Muz, N. Ozdemir, A. Ribarits, M. P. Riviere, F. Vejsnæs, O. Kilpi.

La salute delle api è minacciata da una molteplicità di fattori  tra i quali è possibile annoverare: l’inquinamento ambientale (soprattutto da agrofarmaci, impiegati in agricoltura intensiva), i cambiamenti climatici, la progressiva urbanizzazione (che comporta una riduzione delle aree di
pascolo) e, non di minor importanza, gli agenti patogeni specifici delle api (Varroa destructor in primis). Tra quest’ultimi, va anche tenuta in considerazione la diffusione in Europa del coleottero parassita delle api Aethina tumida (Small Hive Beetle – SHB) che, a partire dal suo primo focolaio registrato in Italia nel 2014, sembrerebbe essere destinato, più o meno lentamente, a diffondersi nel resto del Paese con ripercussioni negative sia per l’economia del settore apistico, sia per quella del settore agro-zootecnico, in conseguenza della riduzione della biodiversità e del servizio di impollinazione.

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Cosa sai dei materiali e oggetti a contatto con gli alimenti (MOCA)?

MocaGli alimenti vengono normalmente a contatto con molti materiali e oggetti durante le fasi di produzione, trasformazione, conservazione, preparazione e somministrazione e nel cosumo finale.

Questi sono denominati appunto “materiali e oggetti a contatto con gli alimenti (MOCA)”. Vi rientrano, ad esempio, i contenitori per il trasporto degli alimenti, i macchinari per la trasformazione dei prodotti alimentari, i materiali da imballaggio, i sacchetti, le pellicole per la conservazione, utensili da cucina e posate e stoviglie, bottiglie, etichette alimentari.

Nell’ambito di un progetto finalizzato a valutare i rischi legati ai MOCA, gestito dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta con la collaborazione dell’ASL TO5 e del CeIRSA, è stata prevista un’indagine conoscitiva per valutare le conoscenze e i comportamenti dei consumatori sull’argomento.

Il questionario non richiede più di 4 minuti e assicura l’anonimato

Pagina della Commissione Ue sui Materiali a contatto con alimenti

Opuscolo informativo della Commissione europea (in Italiano)

I consigli per i consumatori del CeIRSA

A cura della segreteria SIMeVeP




Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2018 – Le nostre azioni sono il nostro futuro

Si celebra oggi in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, evento clou della Settimana Mondiale dell’Alimentazione 2018.

Dopo un periodo di declino, la fame nel mondo è di nuovo in aumento. Secondo l’ultimo rapporto FAO, ‘Lo Stato dell’Alimentazione e dell’Agricoltura‘ (SOFA) al giorno d’oggi oltre 815 milioni di persone soffrono di denutrizione cronica.

Guerre, eventi meteorologici estremi collegati ai cambiamenti climatici, crisi economica e rapido aumento dei livelli di sovrappeso e obesità stanno invertendo la tendenza dei progressi fatti per combattere la fame e la malnutrizione.

È giunto il momento di rimettersi al lavoro, sostiene la Fao. Il mondo può raggiungere l’obiettivo Fame Zero se uniamo le forze tra Paesi, continenti, settori e professioni per perseguirlo fattivamente. Un mondo #FameZero entro il 2030 è possibile.




Cibo sicuro Estate 2018, un progetto divulgativo della Asl Salerno

Il Dipartimento di prevenzione della Asl Salerno ha dato vita ad un progetto divulgativo sulla sicurezza alimentare e le attività dei Servizi Veterinari e dei Servizi Igiene degli Alimenti e della Nutrizione.

Dal 13 agosto al 30 settembre, ogni giorno, 60 tra Medici, Veterinari e Tecnici della Prevenzione sono impegnati presso 20 gazebi ubicati lungo la costa salernitana  per sensibilizzazione  i cittadini-consumatori sui temi della Bio-sostenibilità, Dieta Mediterranea, Sicurezza alimentare, Prodotti tipici e Resilienza Mediterranea. I dirigenti coinvolti nel progetto effettueranno anche un’attività di controllo sulla ristorazione al fine di garantire la sicurezza alimentare in un periodo di intensa attività.

I comuni coinvolti nel Progetto sono: Salerno, Agropoli, Ascea, Battipaglia, Camerota, Capaccio, Centola, Cetara, Eboli, Ispani, Maiori, Minori, Pisciotta, Pollica, Positano, Praiano, San Giovanni a Piro, Santa Marina, Sapri, Vibonati.

Brochure divulgativa sulle attività del Dipartimento di Prevenzione Asl Salerno




Sanità pubblica veterinaria e la sicurezza alimentare in Toscana

Oltre 70 professionisti sono intervenuti a Torrita di Siena il 25 maggio per il corso Ecm sulla Sanità pubblica veterinaria e la sicurezza alimentare in Toscana

Al centro del confronto la comunicazione in Sanità Pubblica Veterinaria, essenziale per affermare e diffondere il ruolo dei Servizi Veterinari dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL della Toscana, dell’Istituto Zooprofilattico, dell’UVAC e dell’Università di Pisa; un ruolo importante all’interno del nostro sistema sanitario regionale.

Il veterinario che si occupa di prevenzione, sanità e benessere animale, infatti, tra le sue funzioni esercita anche un’importante ruolo di mediazione culturale teso alla promozione di senso etico nei consumi e nelle produzioni agroalimentari. Scegliere un’alimentazione consapevole non può prescindere dal perseguimento della corretta definizione di qualità di vita dell’animale zootecnico che diventa anche valore aggiunto e commerciale per i nostri prodotti.

Alla giornata sono intervenuti autorevoli rappresentanti istituzionali quali Stefano Scaramelli,  Consigliere Regionale della Toscana – Presidente Commissione Sanità e i Sindaci di Torrita di Siena – Montepulciano e Sinalunga.

A breve saranno pubblicati su questo sito gli atti del corso.

Il “Libro Bianco” sulla Veterinaria pubblica e sulla sicurezza alimentare Toscana, presentato il 30 gennaio 2018, è disponibile per il download gratuito in pdf




Dermatite nodulare contagiosa nei bovini: dal controllo all’eliminazione

muccaL’EFSA ha valutato le strategie più efficaci per eliminare la dermatite nodulare (LSD), ora che i focolai in Europa sud-orientale sono stati contenuti.

Un rapporto pubblicato quest’oggi fornisce raccomandazioni sulla durata ideale dei programmi di vaccinazione per eliminare la malattia ed esamina la probabilità che la malattia riappaia nonché i possibili metodi di sorveglianza.

I focolai di LSD bovina nella regione balcanica sono calati drasticamente del 95%, passando dai 7.483 del 2016 ai 385 del 2017. Nel 2018 sono stati segnalati focolai in Europa sud-orientale, e un focolaio anche nella parte europea della Turchia.

Il rapporto afferma che più efficace è la vaccinazione nel proteggere gli animali dalla malattia – e più mandrie vengono vaccinate – più breve potrà essere il programma vaccinale. Ad esempio, se la vaccinazione è efficace sull’80% degli animali vaccinati, sarà sufficiente un programma biennale con copertura vaccinale del 90% delle mandrie.

La probabilità che l’LSD si ripresenti dopo un programma di vaccinazione è legata soprattutto all’eventualità che dalla vicine zone interessate dalla malattia vengano introdotti animali infetti. Altri fattori esaminati nel rapporto includono la possibile persistenza del virus nei vettori (come zecche e insetti) o nell’ambiente.

Il rapporto fornisce anche una panoramica delle metodiche di sorveglianza. Tra queste: misure per la diagnosi precoce di nuovi casi e modalità per dimostrare l’assenza della malattia.

Fonte: Efsa