Benessere animale, macellazione ed etichettatura: un passo oltre

E’ pubblicato su Quotidiano Sanità un contributo di Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico SIMeVeP, Nicola Martinelli Consigliere SIMeVeP e Maria Grazia Cofelice, Veterinario Ufficiale sull’introduzione di un sistema di etichettatura che certifichi la macellazione religiosa senza stordimento.

Sul tema, la Commissione Europea nel 2021 ha avviato un iter di revisione della normativa sul benessere animale in allevamento per tutte le specie, durante il trasporto e al macello da concludersi entro il 2023 con le proposte di regolamento da inviare al Parlamento europeo ed al Consiglio per la loro approvazione.

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L’OMS abbandona i piani per la seconda fase di indagine sulle origini del Covid-19

covid-19Secondo un articolo pubblicato ieri su “Nature”, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha abbandonato i piani per la seconda fase cruciale dell’indagine sulle origini del Covid-19 che prevedevano anche studi sensibili in Cina per individuare la fonte del virus pandemico.

A febbraio 2021 il team di esperti WHO si è recata in Cina per una indagine sulle origini della pandemia Covid-19. Il rapporto di marzo di quell’anno delinea quattro possibili scenari, il più probabile dei quali è che SARS-CoV-2 si sia diffuso dai pipistrelli alle persone, forse attraverso una specie intermedia e che è estremamente improbabile che il virus sia sfuggito accidentalmente da un laboratorio. Quest’ultimo scenario è stato un punto chiave di contesa tra i ricercatori e funzionari cinesi.

Questa prima fase di indagini in sostanza doveva gettare le basi per una seconda fase di studi più approfonditi che comunque erano già iniziati con gli studi sulla sequenza temporale della diffusione iniziale del virus, la cattura di pipistrelli nelle regioni al confine con la Cina alla ricerca di virus strettamente correlati alla SARS-CoV-2; studi sperimentali per aiutare a restringere il campo degli animali sensibili al virus e che potrebbero essere ospiti; test su acque reflue archiviati e campioni di sangue raccolti in tutto il mondo tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020.

Nell’agosto 2021, i membri del team della missione originale pubblicano un commento su Nature in cui sollecitano un’azione rapida sugli studi proposti per tracciare le origini del virus.

La reazione del ministero degli affari esteri cinese è stata di non risposta alle richieste di Nature di commentare il motivo per cui gli studi della fase due erano stati bloccati.

C’è generale sintonia e delusione dei ricercatori, sul dato secondo cui l’indagine sulle origini sia stata mal gestita dalla comunità globale, dalla Cina e WHO. Capire come le prime persone si sono infettate dal coronavirus SARS-CoV-2 è importante per prevenire le future epidemie. Tra le motivazioni dello stallo le sfide in corso sui tentativi di condurre studi cruciali in Cina.
È pur vero che è trascorso troppo tempo per raccogliere i dati necessari per individuare l’origine del virus. Inoltre se all’inizio c’era una maggiore probabilità di collaborazione con i funzionari cinesi, con il passare del tempo, fattore cruciale per l’efficacia delle indagini, questa volontà è andata scemando, complici alcuni fattori geopolitici.

E dunque il WHO ha accantonato la seconda fase della attesa indagine scientifica sulle origini della pandemia di COVID-19.

Maurizio Ferri
Coordinatore scientifico SIMeVeP




Per un diritto penale (alimentare) minimo

“E’ considerazione ormai pacificamente condivisa che non sia possibile processare e reprimere tutti i fatti illeciti.

L’esperienza dell’ultimo mezzo secolo dimostra infatti come l’incremento dei fatti puniti da norme penali non abbia comportato un minor numero di illeciti commessi da parte dei consociati.

Anzi, in qualche modo si è avuto un paradossale effetto opposto, chiaramente non immaginato né tanto meno voluto dal legislatore.

Questo dato di fatto dimostra che in molti casi le norme incriminatrici non raggiungono l’obbiettivo per le quali sono state create, fallendo in tal modo l’opera di prevenzione generale che devono perseguire.

In poche parole, la sola presenza di norme incriminatrici non ha l’effetto di dissuadere le persone ad astenersi dal violare le leggi.”

Proponiamo la lettura integrale dell’articolo “Per un diritto penale (alimentare) minimo” di Lino Vicini, Dottore di ricerca in disciplina nazionale ed europea sulla produzione e controllo degli alimenti.




10^ Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare

La Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare venne celebrata per la prima volta in Italia il 5 febbraio 2014. La giornata è stata ideata ed istituita dalla Campagna pubblica di sensibilizzazione Spreco Zero con l’Università di Bologna – Distal con il Ministero dell’Ambiente, per iniziativa del coordinatore PINPAS Andrea Segrè. Nel 2004 furono convocati gli “Stati generali” della filiera agroalimentare italiana. PINPAS, promosso da Ministero dell’ambiente, è il Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. per sensibilizzare i cittadini sul tema delllo spreco alimentare.[ Dal 2014 in poi, la giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, in calendario stabilmente il 5 febbraio, è l’occasione per la diffusione di nuovi dati da parte dell’Osservatorio Waste Watcher International. Le edizioni successive si sono svolte sempre con il Patrocinio del Ministero dell’Ambiente (e della Transizione Ecologica), dei Ministeri della Salute e del Lavoro e dell’ANCI, di RAI per la Sostenibilità e con la media partnership di Rai Radio2.

La decima edizione, sempre per la direzione scientifica dell’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore del movimento Spreco Zero, rinnova questo networking, gli eventi ufficiali sono in calendario giovedì 2 febbraio 2023 nella sede di Rappresentanza Permanente della Commissione Europea a Roma. I dettagli e gli aggiornamenti di programma sul sito sprecozero.it




Monitoraggio dell’approvvigionamento e disponibilità alimentare in tempo di crisi, nuovo incontro EFSCM

Si è riunito recentemente il gruppo tecnico European Food Security Crisis Preparedness and Response Mechanism – EFSCM, il Meccanismo europeo di preparazione e risposta alle crisi in materia di approvvigionamento alimentare costituito a seguito della crisi COVID-19 nell’ambito della strategia Farm to Fork.

Il meccaniscmo è stato reso necessario a causa dal crescente impatto dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale, nonché dai rischi legati alla salute pubblica (come ad esempio proprio la pandemia Covid-19), dalle minacce informatiche o dai cambiamenti geopolitici, come la guerra in Ucraina, che impattano sulla produzione alimentare e possono generare crisi alimentari.

All’incontro ha partecipato Maurizio Ferri, Coordinatore scientifico SIMeVeP.

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Bilancio Bancoalimentare Anno 2022: 110mila tonnellate di cibo distribuite

La Onlus registra un aumento di richieste di aiuto e fa appello ad aziende, enti e istituzioni per realizzare nuove partnership nel 2023 al fine di dare risposte concrete al bisogno crescente

Le difficoltà legate allo scoppio della guerra in Ucraina, all’aumento dell’inflazione e alla crescita dei prezzi delle materie prime e dei costi dell’energia non hanno fermato neanche nel 2022 l’attività di recupero e redistribuzione di cibo che Banco Alimentare realizza ogni giorno in tutta Italia. Quest’anno la Onlus stima di aver distribuito 110.000 tonnellate di cibo, salvandone dallo spreco 42.500 con un risparmio di circa 92.225 tonnellate di CO2 equivalente non emesse.

Siamo preoccupati per la situazione che stiamo vedendo nel nostro Paese – afferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus – con sempre più persone e famiglie che si trovano in povertà assoluta o che rischiano di scivolarci nonostante abbiano un lavoro. Dall’inizio dell’anno sono state 85.000 in più le richieste ricevute dalle 7.600 strutture caritative che sosteniamo in tutta Italia: si tratta di un aumento consistente di richieste che ha fatto salire a 1.750.000 le persone che aiutiamo. Si tratta sempre più di italiani, di famiglie con figli in cui la presenza di un reddito non garantisce più la possibilità di arrivare alla fine del mese con le proprie forze. E questo a fronte di una situazione che conferma le stime dell’anno di meno 8% rispetto al 2021 del cibo recuperato e redistribuito”.

Per rispondere in maniera sempre più efficace all’aumento delle richieste di aiuto è fondamentale far crescere la collaborazione tra le aziende della filiera agroalimentare, le istituzioni e le realtà del terzo settore: è questo l’appello che Banco Alimentare rivolge a tutti gli attori in campo per realizzare nuove partnership nel 2023.

La rete delle 21 Organizzazioni territoriali Banco Alimentare ha portato avanti nel 2022 l’attività quotidiana di recupero e redistribuzione degli alimenti, facendo fronte non solo all’aumento delle richieste di aiuto ma anche all’aumento del 45% dei propri costi di gestione tra logistica, trasporti ed energia elettrica e al calo del 30% delle donazioni economiche da aziende e privati.

Banco Alimentare può contare sulla disponibilità di tempo e sulle competenze di oltre 1.800 volontari, attivi in tutta Italia e che permettono lo svolgimento dell’operatività quotidiana. Ogni giorno collabora con migliaia di aziende che donano alimenti, fondi, con cui sono progettate iniziative a sostegno della mission. Questo ha permesso di costruire alleanze solide e durature nel tempo che, oltre ad essere un enorme valore da far crescere, rende profondamente grati e responsabili di ogni bene ricevuto in dono. Banco Alimentare è cresciuto in capacità logistica, progettuale e di interlocuzione con vari soggetti, anche istituzionali: chiude l’anno con la certezza che ogni sfida che avrà la possibilità di affrontare il prossimo anno, lo vedrà accompagnato e sostenuto dall’amicizia operativa di tanti partner con cui ogni giorno cerca di costruire una realtà più sostenibile e inclusiva per tutti.

È importante anche nel 2023 dare continuità al sostegno che da 33 anni forniamo alle strutture caritative con noi convenzionate, riuscendo a mantenere gli stessi livelli del 2022 – aggiunge Bruno –. Non cerchiamo solo donazioni ma partnership con aziende, enti e istituzioni e cercheremo di promuoverle sempre di più nel corso del nuovo anno. Punteremo anche ad aumentare gli investimenti per cercare di ridurre i nostri costi di gestione, ad esempio introducendo il fotovoltaico nel nostro magazzino più grande a Parma e in qualche altra sede regionale. Non ultimo sarà fondamentale ottimizzare l’attività quotidiana con ulteriori sviluppi dal punto di vista della digitalizzazione”.

 




La lista Rossa dei vertebrati italiani 2022

L’Italia mostra un notevole livello di biodiversità soprattutto in termini di ricchezza di specie. Gli ambienti italiani ospitano una fauna molto diversificata tra le più ricche dei paesi europei. Complessivamente circa il 10% della fauna italiana è endemica, vale a dire presente esclusivamente nel nostro paese. La ricca diversità di specie animali e vegetali presente in Italia è soggetta a minacce concrete dovute all’attività umana.

La Lista Rossa dei vertebrati italiani rappresenta i risultati del lavoro di aggiornamento della valutazione della Lista Rossa IUCN realizzata nel 2013; la metodologia IUCN impone infatti l’aggiornamento entro i dieci anni successivi alla prima stesura. Nel corso della valutazione condotta nel 2013 furono considerate presenti 672 specie di vertebrati terrestri o d’acqua dolce, nella valutazione di aggiornamento il numero è leggermente aumentato fino a 700.

Le specie vertebrate in pericolo critico (CR) sono in totale 40. Di queste quelle che si sono aggravate rispetto alla valutazione del 2013 sono: la Savetta, il Carpione del Garda, il Temolo adriatico, il Geotritone del sarrabus, il Mignattino comune, l’Orecchione sardo.

Entrano nella valutazione di “pericolo critico” (prima assenti per carenza di dati o non valutati): lo Squalo volpe, la Trota mediterranea, il Falco pescatore, il Voltolino, lo Schiribilla.

Le specie classificate “in pericolo” (EN) sono 65.

Gli obiettivi della Lista Rossa sono cinque:

1 – Creazione di una rete di esperti per la valutazione del rischio di estinzione delle specie di vertebrati in Italia;

2 – valutazione del rischio di estinzione per tutte le specie di vertebrati terrestri e un gruppo di vertebrati marini;

3 – Identificazione delle principali minacce antropogeniche ai vertebrati valutati e delle azioni di conservazione necessarie per contrastarle;

4 – Identificazione delle specie e degli ambienti a maggior rischio in Italia;

5 – Creazione e mantenimento di una base di riferimento utile a valutare la tendenza dello stato di conservazione della biodiversità in Italia, garantendo la possibilità l’andamento, nel tempo, del rischio di estinzione delle specie confrontando le valutazioni precedenti.

Lista Rossa dei Vertebrati italiani 2022

 

 

 




In aumento i casi di influenza aviaria nel pollame e negli uccelli acquatici

I casi di infezione da virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) sono aumentati nel pollame e negli uccelli acquatici dall’estate. E’ quanto si afferma nell’ultimo rapporto curato dall’EFSA, dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie e dal Laboratorio di riferimento dell’UE (EURL).

Mentre il numero di segnalazioni di casi di virus HPAI nelle colonie riproduttive di uccelli marini è calato rispetto al precedente periodo di segnalazione (giugno-settembre 2022), il numero di casi negli uccelli acquatici e nel pollame è invece aumentato. Si sospetta che l’aumento del numero di focolai infettivi  nel pollame a partire dall’estate sia legato alla propagazione del virus tramite uccelli acquatici. Informazioni specifiche sull’andamento dei casi sono disponibili in un prodotto interattivo o dashboard pubblicato quest’oggi dall’EFSA.

L’epidemia di HPAI in corso è la più vasta mai osservata in Europa. Nel primo anno dell’epidemia, da ottobre 2021 a settembre 2022, sono stati notificati in 37 Paesi europei un totale di 2 520 focolai nel pollame, 227 focolai nei volatili in cattività e 3 867 casi nei volatili selvatici. Negli allevamenti interessati dal virus sono stati abbattuti circa 50 milioni di volatili. L’insolita persistenza dell’HPAI nei volatili selvatici e nel pollame per tutta l’estate del 2022 indica che per la prima volta non c’è stata una netta separazione tra la fine del primo anno dell’epidemia e l’inizio della stagione HPAI di quest’anno, iniziata nell’ottobre 2022.

L’ECDC, che ha ugualmente contribuito alla stesura del rapporto, ha concluso che il rischio di infezione per la popolazione umana dell’UE/SEE in genere è basso, e da basso a medio per le persone esposte al virus per motivi professionali.

Dando seguito a una richiesta della Commissione europea, l’EFSA sta valutando la disponibilità di vaccini contro l’HPAI per il pollame oltre che potenziali strategie vaccinali. I risultati di questo studio, a cui contribuiscono anche l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l’EURL, saranno disponibile nella seconda metà del 2023.

Atti scientifici di riferimento




Progetti SIMeVeP. Risk based meat safety assurance system. An introduction to key concepts for future training of official veterinarians

È stato pubblicato sulla rivista Food Control l’articolo dal titolo ‘ Risk based meat safety assurance system – An introduction to key concepts for future training of official veterinarians’ elaborato da uno dei 5 gruppi di lavoro (gruppo di lavoro “formazione, comunicazione e monitoraggio del sistema di assicurazione della sicurezza delle carni”), del quale è componente per la SIMeVeP Maurizio Ferri, nell’ambito della rete RIBMINS (“Risk-based meat inspection and integrated meat safety assurance)” di COST Action 18105.

L’iniziativa COST  European Cooperation in Science and Technology è un programma intergovernativo di cooperazione europea nella ricerca scientifica e tecnologica nato nel 1971 di cui l’Italia è paese fondatore.

Questi gli highlights:

– Il sistema convenzionale di sicurezza della carne in Europa si sta attualmente spostando verso un approccio più basato sul rischio e sulla scienza.

– È stato proposto un sistema di garanzia della sicurezza della carne basato sul rischio e integrato (RB-MSAS) per affrontare i pericoli più rilevanti identificati da EFSA.

– I veterinari ufficiali (VU) svolgono un ruolo essenziale come gestori del rischio in questo nuovo quadro.

– Le sfide future sono legate a nuovi strumenti di formazione avanzata per i VU.

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Di Guardo fra i migliori scienziati italiani segnalati dalla Stanford University

Giovanni Di GuardoLa Rivista scientifica internazionale “Pathogens” ha appena reso noto che 70 dei 450 Membri del proprio Comitato Editoriale sono stati inclusi nella classifica degli “World’s Top 2% Scientists”.

La classifica in oggetto, che di anno in anno viene elaborata – a far tempo dal 1960 – dalla prestigiosa Università statunitense di Stanford, si compone di due distinte sezioni, la prima dedicata al “prestigio ed al merito scientifico permanenti”, la seconda al “prestigio ed al merito scientifico nel solo anno di riferimento”.

Per quanto specificamente attiene a quest’ultima, sono ben 11 le Scienziate e gli Scienziati italiani che fanno parte dell’elenco anzidetto, fra cui il Prof. Giovanni Di Guardo – già Professore di Patologia Generale e Fisiopatologia Veterinaria presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo.

Si tratta di un quantomai prestigioso riconoscimento che ancora una volta onora la Comunità Scientifica del nostro Paese, la quale come risulta ben noto si colloca all’ottavo posto nel mondo per la qualità della propria produzione scientifica.

E tanto più encomiabile, meritorio e rimarchevole appare tutto ciò allorquando si pensi che il nostro Paese continua insensatamente e pervicacemente ad investire una quota del PIL ben al di sotto di quella spesa dalla media dei Paesi dell’Unione Europea nel finanziamento pubblico della ricerca.