Primo vaccino orale per i cinghiali euroasiatici nei confronti del ceppo di ASFV genotipo II

cinghialiLa peste suina africana è tra le malattie virali più complesse a cui fanno seguito danni socioeconomici considerevoli.
Non è trasmissibile all’uomo e colpisce sia il maiale domestico sia il cinghiale (biologicamente la stessa specie, Sus scrofa). Ad oggi, a seguito dell’emergenza sanitaria in atto in Asia ed Europa è necessario ottenere un vaccino stabile ed efficace per contribuire a mitigare la diffusione del virus, per ridurre di fatto il numero degli animali sensibili attraverso il potenziamento dello stato immunitario delle popolazioni di cinghiali, diminuendone così l’incidenza.

Questa condizione di emergenza ha accresciuto l’interesse della comunità scientifica per lo sviluppo di un vaccino efficace contro la malattia; ma la complessità genetica del virus, l’insufficienza di informazioni in merito all’immunità conferita e le difficoltà nel realizzare linee cellulari di produzione stabili hanno ostacolato lo sviluppo di un vaccino idoneo.

Lo studio pubblicato da Barasona et al., descrive la vaccinazione sperimentale contro ASFV in un gruppo di cinghiali di allevamento.

L’immunizzazione orale con un ASFV attenuato non emoadsorbente del genotipo II (Lv17/WB/Rie1), ha conferito una protezione del 92% nei confronti del ceppo di campo (Arm07) circolante attualmente in Europa ed Asia.

Il ceppo vaccinale (Lv17/WB/Rie1) somministrato per via orale nei cinghiali oggetto dello studio, ha indotto una risposta anticorpale senza causare segni clinici compatibili con ASFV e lesioni anatomopatologiche riconducibili alla malattia. Inoltre, è stata evidenziata la capacità del virus vaccinale di conferire un’immunità tramite contatto con altri soggetti non vaccinati, ciò permetterebbe di estendere la copertura vaccinale riducendo così costi di produzione e di somministrazione su vasta scala del vaccino nel territorio.

Alla luce di questi risultati, di natura preliminare, sono necessari approfondimenti per valutare la capacità del ceppo vaccinale (Lv17/WB/Rie1) di persistere nell’ambiente e di essere trasmesso tra i cinghiali sentinella.

Referenze

https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fvets.2019.00137/full

Fonte: IZS Abruzzo e Molise




Apicoltura: campionare il pane d’api per uso alimentare o per esami di laboratorio

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “Apicoltura: campionare il pane d’api per uso alimentare o per esami di laboratorio” di Giulio Loglio.

Il pane d’api è un ottimo prodotto alimentare ottenuto dalla fermentazione del polline fresco nelle celle dei favi. Non è mai stato valorizzato dagli apicoltori per auto-consumo per la mancanza di un attrezzo che ne permettesse un’agevole raccolta.Chi scrive ha ideato il “raccogli pane d’api”, uno strumento (brevettato) semplice e poco costoso che permette di estrarre dai favi il pane d’api sotto forma di pellets, ottenendo così un prodotto che può essere utilizzato come alimento sia dall’a-picoltore sia dal consumatore locale. Per il suo alto valore nutritivo, il pane d’api potrebbe essere utilizzato come ali-mento nei Paesi in via di sviluppo dove le popolazioni locali potrebbero essere formate per allevare razze di api seleziona-te specializzate nella raccolta del polline.

Scarica l’articolo in pdf




Il calo della popolazione di api nel mondo mette a rischio la sicurezza alimentare e la nutrizione globali

apeIl declino globale della popolazione di api rappresenta una minaccia grave per un ampio numero di piante vitali per il benessere e i mezzi di sostentamento dell’uomo. I paesi dovrebbero fare di più per tutelare queste preziose alleate nella lotta contro la fame e la malnutrizione – questo il messaggio della FAO per la celebrazione della Giornata Mondiale delle Api.

Il numero di api e di altri impollinatori sta calando in diverse parti del pianeta, soprattutto a causa dell’agricoltura intensiva, delle mono colture, dell’eccessivo utilizzo di input agricoli chimici, dell’aumento delle temperature causato dai cambiamenti climatici – elementi che influenzano sia i raccolti che la nutrizione. Se questo trend dovesse continuare, alimenti di grande importanza per la nutrizione, come frutta, noci e molte verdure, verranno mano a mano rimpiazzati da colture come riso, mais, patate, risultando in una dieta sbilanciata.

Le api sono gravemente minacciate dagli effetti combinati dei cambiamenti climatici, dall’agricoltura intensiva, dall’uso di pesticidi, dalla perdita di biodiversità e dall’inquinamento” ha avvertito il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva in un video messaggio per la Giornata Mondiale delle Api. “La mancanza delle api e di altri impollinatori farebbe sparire il caffè, le mele, le mandorle, i pomodori, il cacao dalle nostre tavole – solo per nominarne alcuni alimenti che dipendono dall’impollinazione. I paesi devono adottare politiche e sistemi alimentari più sostenibili e attenti agli impollinatori“.

Nel suo messaggio Graziano da Silva ha invitato ognuno di noi a fare scelte più attente ai bisogni degli impollinatori: “anche coltivare fiori sul balcone di casa contribuisce a questa causa” ha aggiunto.

Le celebrazioni della Giornata Mondiale delle Api presso la FAO ha visto la partecipazione della Ministra slovena per l’Agricoltura, la Silvicoltura e l’Alimentazione Aleksandra Pivec, il Presidente dell’Associazione Slovena Apicoltori Boštjan Noč e il Vice Presidente di Apimondia Peter Kozmus.

Piccoli insetti, grandi benefici

Le api sono proverbiali grandi lavoratrici e, tramite l’impollinazione, forniscono un servizio ecosistemico fondamentale per la riproduzione di molte piante coltivate e selvatiche, che sono fondamentali per la produzione alimentare, per i mezzi di sussistenza umana e per la biodiversità.

Le api, e gli altri impollinatori, come uccelli e pipistrelli, influenzano la produzione del 35 percento delle coltivazioni mondiali, incidendo positivamente sulla produzione di 87 delle colture più importanti, oltre a quella di diversi derivati medici.

Circa due terzi delle piante che sfamano il mondo dipendono dall’impollinazione da parte di insetti o altri animali per produrre frutti sani o semi per il consumo umano. L’impollinazione beneficia la nutrizione umana, permettendo non solo una maggiore produzione, ma anche una maggiore varietà e qualità di frutti, noci e semi.

La FAO promuove diverse attività per incoraggiare l’adozione di pratiche agricole sensibili all’impollinazione, come la Global Action on Pollination Services for Sustainable Agriculture (Azione Globale sui Servizi di Impollinazione per un’Agricoltura Sostenibile n.d.t.) e l’Iniziativa Internazionale per gli Impollinatori.

Il recente rapporto FAO Stato della Biodiversità per l’Alimentazione e l’Agricoltura sottolinea che diverse specie associate con la biodiversità, come le api, sono gravemente minacciate, e si appella ai governi e alla comunità internazionale perché si fatto di più per affrontare i fattori che favoriscono la perdita della biodiversità.

Un ulteriore studio intitolato Assessment of Pollinators, Pollination and Food Production (Valutazione degli Impollinatori, dell’Impollinazione e della Produzione Alimnetare n.d.t.) rilasciato dalla Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES), con input di esperti FAO, elenca diversi modi per tutelare efficacemente la popolazione di impollinatori per il bene della sicurezza alimentare e della biodiversità.

Quella di quest’anno è la seconda celebrazione della Giornata Mondiale delle Api. L’evento di oggi presso la FAO mira a portare l’attenzione sull’importante ruolo che le api e gli altri impollinatori svolgono per l’alimentazione e l’agricoltura. L’evento è stato organizzato in collaborazione con il Governo della Repubblica di Slovenia e Apimondia, e si è svolto in parallelo con le celebrazioni della Giornata presso la sede delle Nazioni Unite a New York.

Fonte: Fao




La sindrome alpha-gal, allergia tardiva da consumo di carni rosse

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “La sindrome alpha-gal, allergia tardiva da consumo di carni rosse” di Alfonso Piscopo.

Le allergie alimentari sono delle reazioni avverse, sviluppa-tesi per ingestione di cibo, cui segue una risposta immuni-taria dell’organismo. La sintomatologia è quella classica delle allergie con una sensazione di prurito in bocca, in gola ea livello di orecchie; orticaria e gonfiore attorno agli occhi e tumefazione delle labbra, della lingua e del palato. Nei casi gravi, la reazione può essere pericolosa con shock anafilattico a seguito di difficoltà respiratorie, vertigini e sensazione di svenimento.Le cause vanno cercate in un errore del sistema immunitario, che scambia alcune proteine presenti nel cibo come minacce per la salute e reagisce rilasciando in circolo diverse sostanze, come risposta dell’organismo, causando i sintomi appena descritti.

Scarica l’articolo in pdf




SIMeVeP alla Convention FEBA – Federazione Europea Banchi Alimentari

FEBA - Federazione Europea Banchi AlimentariPresso la sede della Fao si è aperta oggi a Roma, per concludersi il 18 maggio,  la “FEBA Annual Convention 2019″ dal titolo” Towards the next decade, together”.

La FEBA  – European Food Banks Federation è la Federazione Europea Banchi Alimentari, un’organizzazione non governativa fondata nel 1986 su iniziativa delle Fondazioni francese e belga, che  riunisce 388 Banchi Alimentari di 24 paesi europei, che quotidianamente lottano contro la fame e lo spreco alimentare.

La Convention ha l’esplicito intento di affrontare il futuro delle banche del cibo in Europa, si concentrerà inoltre sull’importanza di rafforzare i legami all’interno della rete e con tutte le parti interessate: istituzioni pubbliche, catene di approvvigionamento alimentare e altre ONG e rappresenta l’occasione per condividere le conoscenze e le migliori prassi esistenti e per identificare gli obiettivi e le azioni future che possono concretamente contribuire al conseguimento degli SDG (Sustainable Development Goals – Obiettivi di Sviluppo Sostenibile)  delle Nazioni Unite, con riferimetno all’obiettivo 12 “Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo” e ancora più nello specifico l’obiettivo 12.3 “Entro il 2030, dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese le perdite del post-raccolto“.

Il Presidente della SIMeVeP, Antonio Sorice sta partecipando all’evento. “Quando sprechiamo cibo sprechiamo tutto ciò che è stato messo in campo per produrlo… acqua, suolo, energia, lavoro, passione, tradizione, storia, cultura…diamo valore al cibo!!!” ha commentato.

Gli SDG in italiano

A cura della segreteria SIMeVeP




Emergenza West Nile disease: l’esperienza veneta

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “Emergenza West Nile disease: l’esperienza veneta” di di S. Adami, M. Foroni, S. Martini.

Nonostante i notevoli progressi conseguiti nell’ambito della prevenzione, le malattie infettive continuano a rappresentare per la Regione del Veneto una priorità in ambito di sanità pubblica, in virtù della loro peculiare trasmis-sibilità, considerando anche che rappresentano attualmente la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari.Il mutamento degli assetti sociali ed epidemiologici, il grande aumento dei viaggi internazionali in zone tropicali, possono contribuire alla riaccensione di patologie infettive ormai in via di eradicazione. A complicare ulteriormente lo scenario, negli ultimi anni si è avuta la comparsa di patologie fino a quel momento sconosciute o normalmente non presenti sul territorio, talvolta con caratteristiche tali da rappresentare un rilevante rischio per la salute dell’uomo e degli animali.Tra queste malattie, denominate “emergenti”, viene annovera-ta la West Nile disease, rilevata per la prima volta in Veneto nel 2008 e per questo definita “arbovirosi autoctona”. A dieci anni di distanza, il 2018, che oramai sta volgendo al termine, è considerato a ragion veduta annus horribilis a causa dell’eleva-ta presenza di vettori in grado di trasmettere tale malattia agli uomini e agli animali e a motivo della persistente circolazionedel virus sul territorio regionale

Scarica l’articolo in pdf




Antibiotici in allevamento. UE: buoni risultati in italia

Sebbene la vendita di antibiotici per animali da allevamento in Italia sia ancora “elevata rispetto alla maggior parte degli altri Stati membri Ue”, le iniziative adottate negli ultimi anni dal settore pubblico e privato “hanno dimostrato” che è possibile “ridurre drasticamente l’uso di antimicrobici, senza pregiudicare la salute e il benessere degli animali o incidere negativamente sulla produttività e sulla redditività delle aziende”.

E’ quanto si legge nella relazione conclusiva di una missione conoscitiva condotta del novembre 2018 in Italia da esperti della Direzione generale della salute e della sicurezza alimentare della Commissione europea per raccogliere informazioni sull’attuazione delle misure volte ad affrontare le questioni riguardanti la resistenza antimicrobica relativa all’uso di medicinali veterinari e a identificare esempi di buone pratiche che potrebbero rivelarsi utili ad altri paesi per affrontare il problema.

In generale, la relazione conclude che le iniziative adottate nei settori pubblico e privato negli ultimi anni da parte dell’industria avicola e i progetti pilota regionali che hanno coinvolto gli allevamenti di suini e vacche da latte hanno dimostrato la fattibilità di ridurre drasticamente l’uso di antimicrobici, senza apparentemente pregiudicare la salute e il benessere degli animali o incidere negativamente sulla  produttività e sulla redditività delle aziende.

Tra i fattori critici di successo figuravano il miglioramento della biosicurezza, l’attenzione alla prevenzione e al controllo delle infezioni, le visite presso le aziende per consulenze e l’offerta di test diagnostici e di laboratorio gratuiti agli allevatori partecipanti. Sono state svolte numerose attività di comunicazione, sensibilizzazione e formazione, che hanno coinvolto veterinari, allevatori e altre parti interessate. Queste iniziative sono essenziali, in quanto vi sono elementi che suggeriscono che per alcuni allevatori potrebbe ancora risultare più economico continuare a utilizzare gli antimicrobici piuttosto che investire apportando migliorie alle infrastrutture delle aziende o ai sistemi di allevamento.

Consulta il report Ue (in italiano)

Consulta la risposta del Ministero della salute (in inglese)

A cura della segreteria SIMeVeP




Caso umano di rabbia nel Regno Unito

rabbiaUn uomo di nazionalità inglese, residente nel Regno Unito, è morto dopo aver contratto la malattia della rabbia mentre era in visita in Marocco.

Il portavoce della sanità pubblica inglese ha informato che l’uomo si è infettato dopo essere stato morso da un gatto.

Il portavoce ha anche rassicurato che gli operatori sanitari e coloro che erano stati in stretto contatto con il defunto erano sotto osservazione e se ritenuto necessario vaccinati. Inoltre, ha garantito che non c’era alcun rischio di diffusione della malattia considerando che la rabbia nel Regno Unito non circola in animali domestici e selvatici, anche se alcune specie di pipistrelli sono il serbatoio di un virus simile alla rabbia.

Questo evento rappresenta un’allerta per le persone che viaggiano verso i paesi infetti dalla malattia della rabbia ricordando loro di evitare il contatto con cani, gatti e altri animali, dove possibile; inoltre è un invito ai viaggiatori ad informarsi accuratamente presso le strutture sanitarie sulla necessità di un vaccino antirabbica prima di intraprendere un viaggio.

L’IZS dell’Abruzzo e Molise propone approfondimenti alla notizia




Lotta alla malnutrizione e innovazione in agricoltura, obiettivo Fao

Aprendo i lavori del Consiglio della FAO, l’organo esecutivo di governo dell’Organizzazione, il Direttore Generale José Graziano da Silva ha sottolineato che le aree prioritarie di lavoro nel prossimo biennio saranno la promozione di sistemi alimentari attenti alla nutrizione e l’innovazione in agricoltura.

Non possiamo più concentrarci unicamente ad affrontare la fame” ha sottolineato Graziano da Silva. “L’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero due fa riferimento all’eliminazione di ogni forma di malnutrizione, e i livelli di sovrappeso e obesità continuano a crescere in tutto il mondo“.

Mentre la fame è circoscritta ad alcune aree, l’obesità è ovunque. Tanto che stiamo assistendo alla globalizzazione dell’obesità” ha affermato Il Direttore Generale della FAO.

Ha poi posto l’attenzione sui prossimi avvenimenti in agenda: una conferenza sulla salubrità alimentare a Ginevra il mese prossimo – organizzata dalla FAO, dall’OMS e dal WTO; il lancio della Decade delle Nazioni Unite per l’Agricoltura Familiare – che verrà indetta a fine maggio presso la FAO; due seminari su diete sane e innovazione in agricoltura e la riunione dei firmatari dell’accordo sulle Misure dello Stato di Approdo (PSMA) a giugno.

Il PSMA è il primo strumento internazionale legalmente vincolante che affronta il tema della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU).

Graziano da Silva ha poi ricordato i successi dell’Organizzazione negli ultimi anni per quanto riguarda la riduzione dei costi e nel rendere la FAO più efficiente, efficace e orientata ai risultati, oltre alla migliorata capacità di attrarre contributi volontari.

Il Direttore Generale ha poi sottolineato l’impegno della FAO nella costruzione di partnership, con nuovi accordi di collaborazione che sono passati dai 20 nel 2012 (con un contributo di 28 milioni di dollari), agli oltre 100 di oggi – con contributi di oltre 200 milioni di dollari.

Il coinvolgimento della FAO in programmi congiunti e in piattaforme inter-agenzia con altre agenzie dell’ONU è anche raddoppiato rispetto al 2012. Questo ha portato ad un aumento dei contributi finanziari dal Sistema ONU del 100%, per un valore di 800 milioni di dollari.

Anche in agenda

I lavori del Consiglio continueranno tutta la settimana, e in aggiunta all’agenda principale, si terranno una serie di eventi secondari incentrati su temi come: prospettive della biodiversità per l’alimentazione e l’agricoltura, incluso la presentazione del primo rapporto sullo Stato della Biodiversità per l’Alimentazione e l’Agricoltura; la resistenza antimicrobica (AMR) nel contesto dell’approccio “One Health”.

I candidati per la posizione di Direttore Generale della FAO: Ramesh Chand (India), Davit Kirvalidze (Georgia), Qu Dongyu (Cina), Catherine Geslain-Lanéelle (Francia) – in ordine di intervento – si rivolgeranno al Consiglio.

Fonte: Fao




Filiera eco-alimentare: un progetto di valorizzazione e certificazioni delle carni di selvaggina

ArgomentiE’ pubblicato sul n° 3/2018 di Argomenti l’articolo “Filiera eco-alimentare: un progetto di valorizzazione e certificazioni delle carni di selvaggina” di R. Viganò, E. Demartini, A. Cottini, A. Gaviglio, P. Lanfranchi, E. Calderone, E. Ballocchi.

Saper gestire correttamente le risorse naturali senza arre-care danno al territorio è una sfida quanto mai attuale e rappresenta forse l’unica pratica sostenibile in grado di ridare un certo impulso allo sviluppo socio-economico delle aree rurali alpine. La ricchezza dei territori disagiati dal punto di vista produttivo-economico risiede, infatti, quasi esclu-sivamente nell’ambiente come elemento essenziale e caratterizzante non solo del territorio, ma anche delle tradizioni e degli usi delle popolazioni residenti.Il progettoSulla base di queste considerazioni, nel 2014, in Val d’Os-sola (Provincia di Verbania) ha preso avvio il progetto “Filiera Eco-Alimentare”, legato all’utilizzo delle carni di ungulati selvatici.

Scarica l’articolo in pdf